REGOLE DI COMPORTAMENTO: SCUOLE MEDIE E SUPERIORI
- Sii puntuale. Sembra scontato, ma non lo è.
- Ascolta l’insegnante quando parla alla classe.
- Stai attento in classe.
- Alza la mano per parlare.
- Fai i compiti.
- Tieni pulita la classe.
- Cerca di tenere in ordine lo zaino.
- Saluta chi entra e chi esce dall’aula.
Altre voci
Cosa si intende per comportamento a scuola?
I.C. Barbara Rizzo Il Decreto-Legge 1° settembre 2008, n.137, coordinato con la legge di conversione n.169 del 30 ottobre 2008 e pubblicato in gazzetta ufficiale 31 ottobre 2008, n.256, oltre ad altre norme, ha reintrodotto la valutazione del comportamento degli studenti durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.
RISPETTO (Rispetto di sé e degli altri – Rispetto dell’ambiente e delle regole) PARTECIPAZIONE (Attenzione/coinvolgimento – Organizzazione/precisione – Puntualità nelle comunicazioni scuola- famiglia) IMPEGNO (Rispetto delle consegne di lavoro – Volontà e costanza nel raggiungimento degli obiettivi)
Per ogni indicatore verrà dato un voto da 5 a 10 e il voto risultante per il COMPORTAMENTO sarà quello determinato dalla media matematica. Ad ogniindicatore corrispondono dei descrittori che stabiliscono il voto da assegnare, come evidenziato nelle griglie di seguito.
Frequenza assidua Attenzione, disponibilità, partecipazione alle attività didattiche proposte alla classe Impegno nello studio Rispetto delle persone (docenti, compagni, personale ATA ma anche altri durante visite e/o viaggi di istruzione) e dell’ambiente (scolastico ed extrascolastico), secondo quanto previsto dal regolamenti di Istituto.
Resta comunque fermo che:
gli alunni dovranno attenersi alle norme indicate nel Regolamento di Istituto, affinché la vita scolastica si svolga con serenità, ordine e regolarità e che le regole comuni di comportamento e i provvedimenti disciplinari in ambito scolastico hanno finalità educative e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità, al mantenimento o al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica.
DESCRITTORI DI VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO Scuola Secondaria | |||||
COMPETENZE CHIAVE CITTADINANZA | VALUTAZIONE | ||||
ottimo | distinto | buono | sufficiente | insufficiente | |
AGIRE IN MODO RESPONSABILE ED AUTONOMO | partecipa alla costruzione delle regole di convivenza della scuola e le rispetta scrupolosamente, intervenendo nelle attività̀ in modo propositivo sviluppando un atteggiamento corretto e irreprensibile nei confronti del lavoro scolastico (e della DDI), Conosce e rispetta sempre consapevolmente i diversi punti di vista, ha cura dell’ambiente in cui lavora e dei materiali propri e altrui che gestisce in modo corretto | partecipa alla costruzione delle regole di convivenza della scuola e le rispetta costantemente, intervenendo nelle attività̀ in modo regolare sviluppando un atteggiamento positivo e responsabile nei confronti del lavoro scolastico ( e della DDI), Conosce e rispetta i diversi punti di vista, ha cura dell’ambiente in cui lavora e dei materiali propri e altrui che gestisce in modo appropriato | partecipa alla costruzione delle regole di convivenza della scuola e generalmente le rispetta, intervenendo in modo adeguato nelle attività̀ (e nella DDI). Conosce e rispetta sostanzialmente i diversi punti di vista, ha cura dell’ambiente in cui lavora e dei materiali propri e altrui che gestisce in modo autonomo | partecipa poco attivamente alla costruzione delle regole di convivenza della scuola e non sempre le rispetta, intervenendo nelle attività̀ in modo essenziale sviluppando un atteggiamento talvolta poco responsabile nei confronti del lavoro scolastico (e della DDI). Rispetta saltuariamente i diversi punti di vista; la cura dell’ambiente in cui lavora e la gestione dei materiali propri e altrui è delle volte da sollecitare. | partecipa parzialmente alla costruzione delle regole di convivenza della scuola e non sempre le rispetta, intervenendo nelle attività̀ in modo poco efficace sviluppando un atteggiamento non sempre responsabile nei confronti del lavoro scolastico ( e della DDI), Ha difficoltà a rispettare i diversi punti di vista, ha poca cura dell’ambiente in cui lavora e dei materiali propri e altrui che gestisce superficialmente. |
RISOLVERE PROBLEMI | Sa pianificare con efficacia e sicurezza il proprio lavoro e risolvere situazioni problematiche utilizzando le competenze acquisite. | Sa risolvere situazioni problematiche avvalendosi delle competenze acquisite | Solitamente riesce a risolvere situazioni problematiche avvalendosi delle competenze acquisite o di alcune indicazioni | Guidato, riesce a risolvere situazioni problematiche avvalendosi delle competenze acquisite o di alcune indicazioni | Non riesce ad affrontare semplici situazioni problematiche, anche se guidato |
COLLABORARE E PARTECIPARE | Partecipa in modo produttivo e pertinente al lavoro collettivo, valorizzando i propri e gli altrui punti di forza per un fine comune | Partecipa positivamente al lavoro collettivo, apportando contributi personali e rispettando il punto di vista altrui | Partecipa al lavoro collettivo apportando il proprio contributo e rispettando il proprio ruolo e quello altrui | Partecipa al lavoro di gruppo apportando semplici contributi | L’apporto al lavoro di gruppo è carente |
IMPARARE AD IMPARARE | Sceglie modalità̀ di studio efficaci: si serve di varie fonti d’informazione, individua collegamenti e relazioni, trasferisce in altri contesti le conoscenze | Sceglie modalità̀ di studio appropriate: utilizza varie fonti d’informazione ed individua collegamenti e relazioni | Gestisce lo studio utilizzando varie fonti d’informazione | Si avvia a costruire un metodo di studio usando semplici fonti d’informazione | Non è ancora riuscito a costruire un suo metodo di studio |
I.C. Barbara Rizzo
Quanto sono importanti le regole a scuola?
Avere delle regole è molto importante. La presenza di norme offre ai bambini sicurezza e contenimento, creando quella cornice in cui possono muoversi liberamente e sperimentare in maniera sicura.
Quali sono le regole sociali?
NORME SOCIALI E NORME GIURIDICHE – Qual è la differenza fra norme sociali e norme giuridiche? — Fonte: getty-images Tra norme sociali e norme giuridiche esistono alcune differenze. Le norme sociali si dividono in Norme morali, Norme religiose, Norme di buona educazione. Le norme giuridiche invece si dividono in Costituzione, Leggi, Decreti, Regolamenti, Usi e consuetudini.
Come devono essere le regole?
La regola deve essere chiara, semplice, breve – E’ fondamentale che nella presentazione di una regola (sia per quanto riguarda le regole scolastiche che per quelle da seguire a casa) si utilizzino termini adeguati al livello di sviluppo del bambino al fine di favorirne la comprensione.
Cosa significa 7 in comportamento?
Quando si prende 7 in condotta? – 7 in condotta: viene attribuito agli studenti che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti dei professori, dei compagni e del personale della scuola; sono stati ripresi in più occasioni dagli insegnanti ed hanno ricevuto frequenti note disciplinari; sono stati spesso assenti e non hanno effettuato i,
Quando un bambino disturba la lezione?
Gestire uno studente che disturba le lezioni: metodologie didattiche – L’insegnante dovrà prima parlare con il bambino, spiegandogli che per essere ben voluto non è necessario essere sempre divertente e far ridere l’intera classe, dall’altro dovrà coinvolgere i compagni spiegando loro che se veramente vogliono aiutare il loro amico, non devono ridere alla sue battute o ai suoi scherzi.
- Poiché l’esigenza del bambino è quella di occupare un ruolo da protagonista nella classe, l’obiettivo sarà quello di spostare la sua gratificazione da un esempio negativo ad uno positivo.
- Si potrà per esempio puntare su attività in cui il bambino raggiunge solitamente buoni risultati, anche per esempio nello sport o nell’arte e organizzare una serie di giochi in cui tutti siano coinvolti, ma riservando magari richieste leggermente facilitate per lui, i cui risultati positivi, insieme a quelli degli altri compagni, saranno lodati.
Alla fine dell’attività, il bambino potrà ricevere un piccolo riconoscimento per la sua bravura, per esempio la maestra potrà incollare una figurina su un quaderno, a titolo di premio per il risultato raggiunto. Questo è un modo anche per far sapere ai genitori del piccolo successo scolastico e far sì che anche in famiglia il bambino venga lodato.
- Trattandosi di un disagio che si manifesta nel rapporto con i pari, all’interno del gruppo classe può essere efficacemente affrontato, con l’aiuto e la mediazione della maestra.
- È dunque importante che la maestra coinvolga il resto della classe nell’aiuto del bambino che ha uno speciale bisogno di attenzione,
La partecipazione della classe ad un progetto condiviso, anziché far nascere gelosie, nel contendersi l’attenzione della maestra, incoraggia comportamenti collaborativi; se infatti i bambini vengono motivati a prestare aiuto a un compagno in difficoltà e se i loro sforzi in tal senso vengono adeguatamente riconosciuti e lodati, non hanno difficoltà ad accettare che per un limitato periodo di tempo uno di loro riceva un trattamento privilegiato,
Cosa significa 8 in comportamento?
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- Criteri di assegnazione del voto in condotta
DEFINIZIONE DEL VOTO DI CONDOTTA Ai sensi della normativa vigente (DPR 249/1998 – DPR 235/2007 – Legge 169/08 – DPR 122/2009)
- La valutazione della condotta si riferisce a tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica e comprende gli interventi di carattere educativo posti in essere al di fuori di essa (visite guidate, viaggi di istruzione, manifestazioni sportive ecc.).
- Tiene conto dell’insieme dei comportamenti messi in essere dallo studente durante l’anno. Non può quindi riferirsi ad un singolo episodio ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente. Vanno tenuti in debito conto i progressi e i miglioramenti realizzati dallo studente nel corso dell’anno.
- La valutazione è in decimi.
- Il voto di condotta concorre alla valutazione complessiva dello studente,
- Sono considerate valutazioni pienamente positive della condotta i voti nove e dieci e nell’ambito della piena sufficienza il voto otto. L’otto segnala una presenza in classe poco costruttiva o per scarsa partecipazione o per eccessiva esuberanza.
- Il sei e il sette sono considerate valutazioni sufficienti, ma parzialmente negative
- La valutazione inferiore a 6/10 in sede di scrutinio finale comporta la non ammissione all’anno successivo di corso o all’esame conclusivo del ciclo di studi
CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEL VOTO DI CONDOTTA Il voto di condotta viene attribuito dall’intero Consiglio di classe, riunito per le operazioni di scrutinio, su proposta del Coordinatore di classe in base ai criteri individuati dal Collegio dei Docenti.
- Il Consiglio di Classe deciderà valutando che ricorra, per ciascun voto, un numero significativo di elementi tra quelli elencati nella griglia riportata sotto,
- Gli elementi presi in considerazione per la valutazione collegiale del voto di condotta, oltre alle eventuali, precise e motivate osservazioni presentate dai singoli docenti sono: 1.
Coscienza civile e sociale
- Rispetto degli altri e dei loro diritti (docenti, personale ATA, compagni), delle diversità (fisiche, sociali, d’opinione, culturali, religiose, etniche ecc.)
- rispetto degli ambienti, delle strutture e dei materiali della scuola e dei compagni
- comportamento responsabile e collaborativo, sia a scuola che nelle uscite (visite e viaggi di istruzioni, stage linguistici o lavorativi, tirocinio, manifestazioni sportive ecc.)
- comportamento corretto, linguaggio educato
2. Rispetto delle regole scolastiche
- rispetto del regolamento scolastico e delle disposizioni vigenti nella scuola (circolari)
- frequenza e puntualità
- puntualità negli adempimenti scolastici
3. Partecipazione alle attività di classe e di Istituto
- Interesse e partecipazione attiva alle attività di classe e di Istituto
- Atteggiamento costruttivo e collaborativo con docenti e compagni
Ultima revisione il 02-01-2021 da PIERLUIGI NARDO Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella COOKIE POLICY, In questa schermata è possibile scegliere quali cookie consentire.
Come si chiama una persona che non rispetta le regole?
osservante in “Sinonimi e Contrari” osservante, – ■ agg.1. ≈ ligio (a), obbediente (a), ossequente (a), ( burocr,) ottemperante (a). ↓ rispettoso. ↔ disobbediente (a), inosservante, ribelle (a), trasgressore.2. ( relig.) ≈ d’osservanza ( o di stretta osservanza), ortodosso, praticante, professante.
Perché i ragazzi non rispettano le regole?
Trasgredire come passare oltre – I ragazzi sanno che per poter soddisfare l’innata propensione di ciascuno alla socialità hanno bisogno di regole di comportamento come espressioni del diritto di ‘essere’ di ciascuno in un gruppo sociale. E ne reclamano la necessità per poterle infrangere, per vedere fino a che punto possono spingersi, per contrastare il sistema valoriale conosciuto.
La trasgressione è una caratteristica fisiologica del percorso di crescita, in cui il rapporto con le regole educative e sociali viene rivisitato: per poter crescere un ragazzo deve mettere in discussione e disancorarsi dagli schemi pregressi e dalle regole che gli adulti gli hanno fino a quel momento impartito.
Trasgredire, nel senso etimologico del termine (dal latino transgredior = passare oltre), significa infatti andare avanti, superare preesistenti piani di comportamento per esplorare, sperimentare nuovi contesti e acquisire nuovi modelli, alla ricerca della propria adeguatezza personale e sociale.
E’, quindi, tipico di ogni ragazzo andare oltre le regole conosciute e prenderne le distanze per differenziarsi, rendersi autonomo, esprimere la propria unicità, ma anche per conferire una misura ai propri limiti e valutare come e quando valicarli. E’ necessario, quindi, fissare dei paletti, perché sono proprio quei vincoli che vanno a strutturare l’Io consentendo al giovane di uscire da quella fase di onnipotenza che fa di lui una persona ‘illimitata’.
I ragazzi, però, oltreché di limiti necessitano anche di confini capaci di salvaguardare la loro sicurezza e tutelare la loro protezione. Ne hanno bisogno per testare la tenuta del sistema familiare, per misurare la coerenza dei genitori e la loro capacità di garantire un contenimento sano e sicuro: le regole e i NO sono fondamentali nella crescita di un soggetto, favoriscono lo sviluppo del senso morale e soprattutto aiutano a tracciare i confini psichici, perché laddove non ci sono confini o c’è troppa fragilità, si manifestano disagi e inquietudini, se non addirittura disturbi della personalità.
Chi decide le regole della scuola?
Regolamento di Istituto, norma il funzionamento della scuola – Il regolamento d’Istituto è un articolato normativo delle regole che ogni singola istituzione scolastica dispone, nell’ambito della propria autonomia (introdotta dalla Legge 59/1999 e realizzata dal DPR 275/99), per garantire il corretto funzionamento della scuola, nel rispetto dei diritti e dei doveri di tutte le sue componenti.
All’interno del regolamento di Istituto, che viene deliberato dal Consiglio di Istituto, dovrebbero esserci le norme che regolano un eventuale intervallo degli studenti durante l’orario scolastico giornaliero. La norma che regola l’intervallo degli studenti, dovrebbe contenere il tempo da dedicare alla pausa dell’attività didattica, l’orario in cui questa deve avvenire, la modalità con cui si deve svolgere e i soggetti individuati alla vigilanza degli studenti durante questo intervallo.
In assenza di norme specifiche sull’intervallo, inserite negli articoli del regolamento di Istituto, resta valida la Circolare Ministeriale 105/75 che all’art.17 lettera f), dispone quanto segue: “durante l’intervallo delle lezioni, che è almeno di 10 minuti, è necessario che il personale docente di turno vigili sul comportamento degli alunni in maniera da evitare che si arrechi pregiudizio alle persone e alle cose”.
Quanto sono importanti le regole?
Le regole sono importanti? Sì, ma non troppe In azienda e nell’educazione dei figli, le regole facilitano l’organizzazione. Ma quando le regole sono troppe, l’effetto è opposto. Le regole sono utili. Servono per aiutarci a stare con gli altri, a condividere gli stessi spazi, a raggiungere obiettivi comuni.
- Nel processo di crescita, interiorizzare le regole sociali è fondamentale, tanto quanto imparare a sviluppare la nostra essenza più profonda.
- È grazie alle regole che i bambini riescono a trovare i loro confini e a capire con chiarezza contro quali muri devono scontrarsi.
- Vale anche in azienda: scrivere e condividere un regolamento aziendale o un codice etico permette ai lavoratori di sapere cosa è consentito e cosa non lo è.
La moderazione è la regola più importante Dunque, ben vengano le regole ma con moderazione. Per fare un esempio, a volte imponiamo ai bambini delle regole dannose per il loro sviluppo, come ad esempio quella di non sporcarsi quando vanno al parco. Oppure li costringiamo a vestirsi come bamboline o piccoli ometti senza una reale necessità, ed è chiaro che quegli abiti subiranno infinite angherie e saranno odiati.
- In azienda, le conseguenze sono simili.
- Pensiamo al diffuso sistema del comando e controllo : a volte sembra che sia necessario controllare ogni singolo movimento dei dipendenti e dei colleghi, mettendo tutto sotto chiave.
- Con quali risultati? Che gli unici a restare fedeli all’azienda sono quelli meno motivati, o che hanno bisogno di un regime poliziesco per “stare nei ranghi”.
Al contrario, le persone più motivate, le più capaci, scappano altrove alla ricerca di nuovi contesti in cui sentirsi più liberi. E gli imprenditori si lamentano, spesso sottovalutando che è tutta colpa dell’eccesso di regole.
A cosa serve la scuola?
Traccia: la scuola deve istruire ed educare. Secondo te hanno lo stesso significato? in questi anni di scuola ritieni di essere stato più educato o istruito? – La scuola è il luogo che la maggior parte dei giovani frequenta quasi ogni giorno, un’istituzione che prepara gli adolescenti alla vita e li istruisce in una determinata professione, disciplina o arte.
La scuola però, oltre a istruire, compie anche un atto di educazione dei ragazzi. Molte persone ritengono il termine “istruire” ed “educare” sinonimi, ma non è proprio così. Istruire significa fornire qualcuno, con un insegnamento teorico o pratico, di un complesso organico di nozioni relative a una disciplina o a una tecnica, mentre educare vuol dire guidare il soggetto a un conveniente livello di maturità sul piano intellettuale e morale.
A mio avviso la scuola serve sia ad educare che a istruire, ma maggiormente ad istruire. “I giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E la scuola si limita a istruire, ma non educa.” afferma Umberto Galimberti, filosofo, sociologo e psicanalista che ha riportato le sue osservazioni nel libro “La parola ai giovani.
- Dialogo con la generazione del nichilismo attivo”.
- Il sistema dell’istruzione, secondo Galimberti, fa “passare una nozione da una testa all’altra” cioè istruisce, che è cosa ben diversa dall’educazione, come ho già scritto in precedenza.
- Nonostante l’acquisizione di nozioni puramente teoriche sia importante, trovo che l’educazione si ritrovi e si in un contesto quotidiano e dunque che le si debba dare importanza almeno quanto l’istruzione.
Un esempio che si può fare è quando si entra in un negozio e la commessa pur essendo brava a trovare i capi d’abbigliamento e preparata negli argomenti inerenti al suo lavoro (come la moda attuale) è scortese e sembra scocciata; evidentemente non è stata educata adeguatamente; infatti è molto più piacevole fare acquisti con un personale cordiale.
Come creare un buon clima in classe?
Come promuovere un clima di classe positivo – Per promuovere un clima di classe positivo, è opportuno, innanzitutto, osservare le dinamiche che occorrono naturalmente e spontaneamente tra gli studenti, in modo da individuare e comprendere eventuali situazioni problematiche o, al contrario, virtuose.
L’insegnante può, quindi, ricorrere ad azioni correttive e costruttive, coinvolgendo direttamente gli studenti (soprattutto nel caso di classi di età superiore) e invitandoli a fare le proprie osservazioni rispetto alle dinamiche del gruppo-classe, favorendo, in questo modo, la comprensione e il riconoscimento delle emozioni (positive e negative) che queste dinamiche generano in loro.
È molto importante, in questo senso, un corretto uso dei rinforzi da parte dell’insegnante: premiare i comportamenti virtuosi come, ad esempio, la disponibilità ad aiutare i compagni, a lavorare insieme e a condividere conoscenze e risorse, contribuisce a formare negli studenti l’idea che la responsabilità nella creazione di un clima positivo e disteso all’interno della classe è anche loro, e li motiva a mettere in atto e ripetere comportamenti auspicabili.
Inoltre, bisogna prestare attenzione a mettere in pratica una comunicazione efficace e basata sull’empatia, in modo non solo da instaurare una relazione insegnante-studente positiva, ma anche di fungere da “modello” di comunicazione e favorire lo sviluppo delle competenze relazionali dei singoli allievi, migliorando, così, anche i rapporti studente-studente.
Infatti, uno degli elementi fondamentali per un clima di classe positivo è proprio la presenza di una corretta interazione e cooperazione tra gli studenti, È, quindi, essenziale che l’insegnante promuova queste dinamiche, cosa che può fare ad esempio, attraverso la pratica del “Cooperative Learning”: una specifica metodologia di insegnamento in cui gli studenti sono chiamati a lavorare in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso.
A cosa fa bene il silenzio?
A volte è meglio stare zitti. Il silenzio fa bene Aiuta a vivere meglio perché giova alle emozioni e al cervello. Ecco quali benefici ha e cosa fare ogni giorno per praticarlo 6 gennaio 2020 Il silenzio aiuta a stare meglio. La conferma arriva da numerosi studi che dicono che l’assenza di rumore fa bene al cervello. Un ricerca condotta qualche tempo fa dalla Duke University ha rilevato che praticare due ore di silenzio al giorno giova alla memoria.
- L’assenza di rumori ha infatti benefici inaspettati tanto che oggi anche alcuni centri benessere e Spa propongono pacchetti basati sulla “cura” del silenzio.
- «Viviamo in un mondo immerso di suoni, luci e colori ad alta intensità.
- L’inquinamento acustico è una delle cause di affaticamento mentale, cognitivo e affettivo e diventa una fonte di iperattivitazione, quindi di stress» spiega la, fondatrice del canale,
«Al contrario praticare il silenzio ci consente di risparmiare energia e recuperare le forze» dice l’esperta. I BENEFICI «Il silenzio può diventare un vero e proprio rituale di benessere. Aiuta ad abbassare l’attivazione del nostro cervello. Rilassa inoltre la mente che non è costretta a pensare, produrre e comprendere le parole.
Abbassa l’inquinamento acustico e quindi aiuta a ridurre lo stress psico-fisico. Infine aiuta a ripulire la mente, permettendo di concentrarci su altri sensi e sul respiro» spiega la psicoterapeuta Silvia Pasqualini. «Il silenzio è una pratica utile sia per la concentrazione mentale sia per il rilassamento.
Per questo è usato da millenni nelle pratiche di meditazione, di rilassamento guidato o libero. Sappiamo tutti che parlare “aiuta a sfogarci”, ma a volte è solo in silenzio che mettiamo davvero in ordine i pensieri» spiega l’esperta. Ma come imparare a praticare il silenzio nella vita quotidiana? Scoprite nella gallery 5 cose da fare che possono essere d’aiuto.
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«Provateci 3 volte al giorno. Fatelo prima di una telefonata importante, dopo il lavoro, prima di mettervi in auto. Fatelo soprattutto prima di andare a dormire o appena svegli» suggerisce la psicoterapeuta Silvia Pasqualini. «Mentre lo fate concentrate tutta l’attenzione sui sensi. Che sapore ha quello che state mangiando? È buono? Concentratevi su tutte le sensazioni che vi suscita» suggerisce l’esperta. «Quando dovete prendere una decisione esplorate a voce i pro e i contro. Chiedete consiglio agli altri ma poi ritiratevi in silenzio. Lasciate che la vostra mente pensi senza parlare» dice l’esperta. «Se siete in un posto caotico, pieno di rumori e vi accorgete che già solo questo vi stanca provate a coltivare il silenzio “schermandovi” dai rumori. Se sono familiari che litigano allontanatevi. Se siete in auto o in giro con gli auricolari mettete una playlist di brani musicali rilassanti senza parole» suggerisce la psicoterapeuta Silvia Pasqualini.
«Nella routine serale riducete i rumori e aumentate il silenzio. Questo favorirà il processo di addormentamento e il sonno. Ridurre l’acustica infatti rilassa il cervello».
: A volte è meglio stare zitti. Il silenzio fa bene