Come leggere il codice a barre con Android OS – Come per iPhone, anche i sistemi operativi Android possono contare su un fitto elenco di applicazioni. Tra le migliori che si scaricano gratuitamente segnaliamo l’app Barcode Scanner. Il funzionamento è semplice, anche in questo caso basta lanciare l’App, chiamare la fotocamera e inquadrare il codice a barra o il QR Code da scansionare.
Come leggere un codice a barre con smartphone?
Lettore codici a barre Barcode Scanner – Uno dei programmi a disposizione per gli utenti Android è “Barcode Scanner”, disponibile ad utilizzo gratuito sull’apposito store. Una volta installato ed avviato, per potere leggere i codici da fotocamera, mettete il telefono in orizzontale.
Come funziona la lettura del codice a barre?
Come funzionano gli scanner barcode – Il funzionamento è semplice. Quando il dispositivo viene posizionato sul codice a barre, una luce viene proiettata sulle linee nere e bianche del codice. Il sensore ottico all’interno del lettore scansiona queste linee e trasforma i dati in informazioni digitali che possono essere decodificate.
I codici 1D: rappresentano i dati attraverso una sequenza di linee e spazi bianchi. Possono codificare una stringa numerica, alfanumerica o simboli, ma hanno un numero limitato di caratteri che possono essere codificati. Più caratteri sono da codificare, più lungo sarà il codice. I codici 2D: rappresentano i dati attraverso una combinazione di quadrati, punti, esagoni e altri modelli geometrici. Possono codificare molte più informazioni rispetto ai codici 1D, fino a migliaia di caratteri. Possono includere numeri, stringhe di caratteri, indirizzi web, immagini e testo. Il codice QR è un esempio comune di codice bidimensionale. Per leggere i codici 2D, è necessario utilizzare uno scanner dotato di un gruppo ottico area imager o basato su fotocamera.
Le aziende spesso stampano sia codici 1D che 2D sulle loro etichette per soddisfare gli standard di etichettatura dei settori specifici o per motivi commerciali. La scelta del tipo di codice da utilizzare dipende dalle specifiche esigenze dell’applicazione e dalla quantità di informazioni che devono essere codificate.
Come si fa ad attivare lo scanner?
– Se lo scanner è acceso e connesso alla rete, Windows dovrebbe trovarlo automaticamente. Gli scanner disponibili possono includere tutti gli scanner di una rete, ad esempio scanner Bluetooth e wireless oppure scanner collegati a un altro dispositivo e condivisi in rete. Ecco una procedura manuale.
- Seleziona Start > Impostazioni > Dispositivi > Stampanti e scanner oppure utilizza il pulsante seguente. Aprire le impostazioni & scanner
- Seleziona Aggiungi una stampante o uno scanner, Attendi che trovi gli scanner nelle vicinanze, quindi scegli quello che vuoi usare e seleziona Aggiungi dispositivo.
Se lo scanner non è nell’elenco, seleziona La stampante desiderata non è nell’elenco e segui le istruzioni per aggiungerlo manualmente. Note:
- Se usi punti di accesso wireless, extender o più router wireless con SSID separati, dovrai verificare di essere connesso alla stessa rete dello scanner per il tuo PC per poterlo trovare e installare.
- Se disponi di un nuovo scanner wireless che non è stato aggiunto alla rete domestica, leggi le istruzioni fornite con il dispositivo e controlla il sito Web del produttore per maggiori informazioni e per ottenere software aggiornato per lo scanner.
- Se lo scanner è incluso in una stampante multifunzione o All-In-One, è possibile che venga visualizzato solo il nome della stampante. Per visualizzare lo scanner, in Stampanti & scanner selezionare la stampante installata, selezionare Gestisci e quindi scegliere lo scanner.
- Per installare alcuni scanner potrebbe essere necessaria l’autorizzazione di amministratore.
Dove trovo icona scanner?
Dove si trova l’icona dello scanner? – Facciamo clic destro sull’icona del Menu Start in basso a sinistra, poi selezioniamo Gestione dispositivi e, sull’icona dello scanner non riconosciuto (apparirà un triangolo giallo) facciamo clic destro e successivamente selezioniamo Proprietà.
Quale codice a barre usare?
Panoramica Principali Codici a Barre Caratteristiche principali dei codici a barre.
EAN-13 EAN-8 |
EAN-13 e EAN-8 Il codice EAN (European Article Numbering) lo troviamo nei prodotti in vendita nei supermercati ed affini per la rilevazione automatica del prezzo. E’ utilizzato nella grande distribuzione in Europa ed altri paesi extraeuropei. Fanno eccezione gli USA ed il Canada dove per motivi storici viene utilizzato il sistema UPC, comunque molto simile (vedi prossimo riquadro). E’ un codice estremamente affidabile le cui cifre in sostanza contengono il codice dello stato (80 ad esempio è riservato all’Italia), il codice azienda ed il codice del prodotto. Fanno eccezione i prodotti confezionati internamente (frutta, salumi, pane, etc.) che sfruttano in modo diverso il medesimo codice. Ogni stato possiede un organismo ( per l’Italia) al quale le aziende chiedono l’assegnazione di un loro codice. Ognuna di esse internamente assegna poi le cifre rimanenti per i suoi prodotti secondo determinati criteri.
L’EAN-8 è un codice più piccolo, il cui uso è limitato ai prodotti che per le loro dimensioni hanno difficoltà ad ospitare un EAN-13. Per contro permette però la codifica di un numero ridotto di combinazioni (7 anziché 12). Dell’EAN-13 esistono delle varianti d’uso particolari, ad esempio: – se inizia con 977. si tratta dell’ISSN per la codifica dei periodici; – se inizia per 978. o 979. si chiama ISBN per la codifica dei libri; – se inizia con 2. è per un uso interno o per prodotti a peso variabile. |
UPC-A UPC-E | UPC-A e UPC-E Il codice UPC (Universal Product Code) è l’equivalente dell’EAN per la grande distribuzione statunitense e canadese, gestito e regolamentato in maniera del tutto simile all’EAN dalla (Uniform Code Council). Anche in questo caso siamo in presenza di due tipi di codice: l’UPC-A più grande per la codifica di 11 numeri e l’UPC-E, che codifica 6 numeri, utilizzato per l’identificazione dei prodotti di piccole dimensioni. Il numero di caratteri disponibile è apparentemente ridotto rispetto all’EAN, in realtà il codice nazione non è usato in quanto lo si considera unico. A ben vedere l’UPC-A non sarebbe altro che un caso particolare dell’EAN-13, dove la prima cifra è 0 (nascosta, antecedente lo 0 dell’esempio) che quindi lo fa sembrare un caso particolare dell’EAN-13. Le barre infatti risultano costruite esattamente allo stesso modo. In realtà il sistema UPC è nato prima di quello Europeo ed è grazie ad un astuto artificio che si è riusciti ad ideare il codice EAN, con un numero in più, ma compatibile con il “vecchio” UPC, al punto da farlo sembrare un suo caso particolare. |
CODE-39 e CODE-39 FULL ASCII E’ stato il primo codice a barre, di libero uso, che consentisse la codifica oltre dei numeri anche delle lettere (maiuscole) e qualche segno d’interpunzione. La variante CODE 39 FULL ASCII sviluppata in seguito permise di espandere la codifica a ben 127 caratteri diversi, comprendendo quindi anche le lettere minuscole, molti segni di interpunzione aggiuntivi e caratteri di controllo. Di lunghezza variabile a piacere, è un codice “discreto”, cioè solo le barre contengono informazioni (contrariamente ai codici “continui” dove anche la larghezza degli spazi codifica informazioni). E’ storicamente il codice a barre alfanumerico più diffuso e più compatibile con i lettori anche datati. Il pregio principale è l’elevata tolleranza degli errori. La sua semplice costruzione inoltre lo rende facile da ottenere sotto forma di font True Type per Windows. Il suo difetto principale rispetto ad altri codici risiede nella bassa densità di dati, in altre parole a parità di spazio e larghezza barre il numero di dati che può contenere è minore. | |
FARMACEUTICO ITALIANO / CODE-32 Questo codice nasce da uno strano artificio studiato per il mercato italiano dei prodotti farmaceutici e regolato da apposita Legge. E’ stato preso in sostanza un CODE-39 di 6 caratteri alfanumerici e da questi, tramite un particolare algoritmo matematico, si è ottenuto un codice numerico di 9 cifre (la “A” iniziale è fissa, non codificata). Il codice nell’esempio, se letto come CODE-39, in realtà conterrebbe “0M590N”; dopo l’elaborazione invece si ricava “A020096020”. Questo procedimento viene fatto sui caratteri stessi, non sulle barre, e quindi non implica alcuna modifica effettiva sulla struttura del codice che rimane in tutto e per tutto un CODE-39. Sotto il codice viene riportato il contenuto in chiaro, ricodificato, preceduto da una “A” e stampato con il font, | |
INTERLEAVED 2 OF 5 / ITF E’ il principale codice della famiglia “2 of 5”, accumunati dal fatto che per codificare ogni cifra, vi sono 5 elementi di cui 2 larghi, siano essi barre o spazi. Viene spesso chiamato anche I2o5, I2/5 o ITF (Interleaved Two of Five). Gli altri codici della famiglia sono il “2 of 5 Industrial”, il “2 of 5 5 barre” ed il “2 of 5 matrix 3 barre”, sempre più in disuso. Interleaved significa interlacciato, intercalato: le cifre sono infatti a due a due “incastrate” fra di loro (5 barre per la prima cifra e 5 spazi per la seconda). Ne consegue che il numero di cifre che può contenere è sempre pari, anche se variabile a piacere. Un suo caso particolare è l’ITF-14, utilizzato per codificare le confezioni multiple di prodotti a loro volta singolarmente codificati EAN. E’ un I2o5 normalissimo solo che lungo 14 caratteri, dei quali il primo è tipicamente “0” e gli altri 13 corrispondono esattamente ai numeri contenuti nell’EAN-13 dei prodotti singoli. L’I2o5 è un codice libero uso che ha avuto grande diffusione soprattutto in campo industriale, il suo pregio principale è la densità di dati elevata, mentre il suo difetto è la bassa affidabilità se non vengono prese opportune precauzioni. Oggigiorno esistono valide alternative, come il CODE-128. | |
CODE-128 / EAN-128 Il CODE-128 è certamente il più moderno e “factotum” tra i codici a barre di libero uso. Infatti permette un’elevata densità di dati (numerici), la codifica di caratteri alfanumerici, ed una buona affidabilità, certamente molto superiore ad esempio a quella dell’Interleaved 2 of 5. L’algoritmo che lo gestisce fa in modo che, in presenza di coppie consecutive di numeri, la loro codifica avvenga utilizzando lo stesso numero di barre e spazi utilizzate da una sola lettera, dimezzando così lo spazio occupato. A seconda del contenuto, in fase di stampa, può quindi cambiare la propria larghezza, anche se il numero di caratteri rimane lo stesso. La sua flessibilità lo rendono il preferito in molte nuove applicazioni industriali e non, ad esempio nella codifica delle sacche di sangue a livello internazionale (ISBT-128), e nella realtà italiana con un CODE-128 “limitato” (in Italia in questo settore si cercano sempre strane complicazioni, vedi il codice farmaceutico.). Un’importante applicazione del 128 è la sua forma regolamentata dal consorzio EAN, con la creazione del codice EAN-128. Si tratta di un normalissimo CODE-128 il cui contenuto è però gestito a livello internazionale allo scopo di dare uno standard comune per la codifica dei più svariati tipi di dati (data bolla, n. ordine, codice cliente, codice prodotto, quantità contenuta, ecc.) tramite identificatori di campo seguiti dal relativo dato, concatenati a piacere. Vedremo approfonditamente questo interessante codice in uno dei prossimi articoli. |
Panoramica Principali Codici a Barre
Quanto costa un lettore di codici a barre?
49,00 € Iva incl.
Quanto costa un lettore codice a barre?
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Come vedere la provenienza di un prodotto?
Il codice a barre dice la provenienza del prodotto? Gira voce che nel numero sotto il barcode GS1 stampato sulla confezione di un prodotto ci sia anche il paese di provenienza del prodotto. Sarà vero? La riposta è, no, non è così. In realtà, le prime cifre del codice a barre GS1 (EAN) indicano in quale paese del mondo l’azienda proprietaria del marchio ha ottenuto il suo prefisso aziendale GS1, da cui ha generato quel codice a barre per il suo prodotto. Ad esempio, i codici a barre GS1 che iniziano per:
800 801 802 803 e così via fino a 839
,dicono che il brand owner di quel prodotto ha ricevuto i sui codici a barre da GS1 Italy, ma non dicono né che l’azienda è italiana né che il prodotto è italiano,
Quante cifre ha un codice a barre?
Panoramica Principali Codici a Barre Caratteristiche principali dei codici a barre.
EAN-13 EAN-8 |
EAN-13 e EAN-8 Il codice EAN (European Article Numbering) lo troviamo nei prodotti in vendita nei supermercati ed affini per la rilevazione automatica del prezzo. E’ utilizzato nella grande distribuzione in Europa ed altri paesi extraeuropei. Fanno eccezione gli USA ed il Canada dove per motivi storici viene utilizzato il sistema UPC, comunque molto simile (vedi prossimo riquadro). E’ un codice estremamente affidabile le cui cifre in sostanza contengono il codice dello stato (80 ad esempio è riservato all’Italia), il codice azienda ed il codice del prodotto. Fanno eccezione i prodotti confezionati internamente (frutta, salumi, pane, etc.) che sfruttano in modo diverso il medesimo codice. Ogni stato possiede un organismo ( per l’Italia) al quale le aziende chiedono l’assegnazione di un loro codice. Ognuna di esse internamente assegna poi le cifre rimanenti per i suoi prodotti secondo determinati criteri.
L’EAN-8 è un codice più piccolo, il cui uso è limitato ai prodotti che per le loro dimensioni hanno difficoltà ad ospitare un EAN-13. Per contro permette però la codifica di un numero ridotto di combinazioni (7 anziché 12). Dell’EAN-13 esistono delle varianti d’uso particolari, ad esempio: – se inizia con 977. si tratta dell’ISSN per la codifica dei periodici; – se inizia per 978. o 979. si chiama ISBN per la codifica dei libri; – se inizia con 2. è per un uso interno o per prodotti a peso variabile. |
UPC-A UPC-E | UPC-A e UPC-E Il codice UPC (Universal Product Code) è l’equivalente dell’EAN per la grande distribuzione statunitense e canadese, gestito e regolamentato in maniera del tutto simile all’EAN dalla (Uniform Code Council). Anche in questo caso siamo in presenza di due tipi di codice: l’UPC-A più grande per la codifica di 11 numeri e l’UPC-E, che codifica 6 numeri, utilizzato per l’identificazione dei prodotti di piccole dimensioni. Il numero di caratteri disponibile è apparentemente ridotto rispetto all’EAN, in realtà il codice nazione non è usato in quanto lo si considera unico. A ben vedere l’UPC-A non sarebbe altro che un caso particolare dell’EAN-13, dove la prima cifra è 0 (nascosta, antecedente lo 0 dell’esempio) che quindi lo fa sembrare un caso particolare dell’EAN-13. Le barre infatti risultano costruite esattamente allo stesso modo. In realtà il sistema UPC è nato prima di quello Europeo ed è grazie ad un astuto artificio che si è riusciti ad ideare il codice EAN, con un numero in più, ma compatibile con il “vecchio” UPC, al punto da farlo sembrare un suo caso particolare. |
CODE-39 e CODE-39 FULL ASCII E’ stato il primo codice a barre, di libero uso, che consentisse la codifica oltre dei numeri anche delle lettere (maiuscole) e qualche segno d’interpunzione. La variante CODE 39 FULL ASCII sviluppata in seguito permise di espandere la codifica a ben 127 caratteri diversi, comprendendo quindi anche le lettere minuscole, molti segni di interpunzione aggiuntivi e caratteri di controllo. Di lunghezza variabile a piacere, è un codice “discreto”, cioè solo le barre contengono informazioni (contrariamente ai codici “continui” dove anche la larghezza degli spazi codifica informazioni). E’ storicamente il codice a barre alfanumerico più diffuso e più compatibile con i lettori anche datati. Il pregio principale è l’elevata tolleranza degli errori. La sua semplice costruzione inoltre lo rende facile da ottenere sotto forma di font True Type per Windows. Il suo difetto principale rispetto ad altri codici risiede nella bassa densità di dati, in altre parole a parità di spazio e larghezza barre il numero di dati che può contenere è minore. | |
FARMACEUTICO ITALIANO / CODE-32 Questo codice nasce da uno strano artificio studiato per il mercato italiano dei prodotti farmaceutici e regolato da apposita Legge. E’ stato preso in sostanza un CODE-39 di 6 caratteri alfanumerici e da questi, tramite un particolare algoritmo matematico, si è ottenuto un codice numerico di 9 cifre (la “A” iniziale è fissa, non codificata). Il codice nell’esempio, se letto come CODE-39, in realtà conterrebbe “0M590N”; dopo l’elaborazione invece si ricava “A020096020”. Questo procedimento viene fatto sui caratteri stessi, non sulle barre, e quindi non implica alcuna modifica effettiva sulla struttura del codice che rimane in tutto e per tutto un CODE-39. Sotto il codice viene riportato il contenuto in chiaro, ricodificato, preceduto da una “A” e stampato con il font, | |
INTERLEAVED 2 OF 5 / ITF E’ il principale codice della famiglia “2 of 5”, accumunati dal fatto che per codificare ogni cifra, vi sono 5 elementi di cui 2 larghi, siano essi barre o spazi. Viene spesso chiamato anche I2o5, I2/5 o ITF (Interleaved Two of Five). Gli altri codici della famiglia sono il “2 of 5 Industrial”, il “2 of 5 5 barre” ed il “2 of 5 matrix 3 barre”, sempre più in disuso. Interleaved significa interlacciato, intercalato: le cifre sono infatti a due a due “incastrate” fra di loro (5 barre per la prima cifra e 5 spazi per la seconda). Ne consegue che il numero di cifre che può contenere è sempre pari, anche se variabile a piacere. Un suo caso particolare è l’ITF-14, utilizzato per codificare le confezioni multiple di prodotti a loro volta singolarmente codificati EAN. E’ un I2o5 normalissimo solo che lungo 14 caratteri, dei quali il primo è tipicamente “0” e gli altri 13 corrispondono esattamente ai numeri contenuti nell’EAN-13 dei prodotti singoli. L’I2o5 è un codice libero uso che ha avuto grande diffusione soprattutto in campo industriale, il suo pregio principale è la densità di dati elevata, mentre il suo difetto è la bassa affidabilità se non vengono prese opportune precauzioni. Oggigiorno esistono valide alternative, come il CODE-128. | |
CODE-128 / EAN-128 Il CODE-128 è certamente il più moderno e “factotum” tra i codici a barre di libero uso. Infatti permette un’elevata densità di dati (numerici), la codifica di caratteri alfanumerici, ed una buona affidabilità, certamente molto superiore ad esempio a quella dell’Interleaved 2 of 5. L’algoritmo che lo gestisce fa in modo che, in presenza di coppie consecutive di numeri, la loro codifica avvenga utilizzando lo stesso numero di barre e spazi utilizzate da una sola lettera, dimezzando così lo spazio occupato. A seconda del contenuto, in fase di stampa, può quindi cambiare la propria larghezza, anche se il numero di caratteri rimane lo stesso. La sua flessibilità lo rendono il preferito in molte nuove applicazioni industriali e non, ad esempio nella codifica delle sacche di sangue a livello internazionale (ISBT-128), e nella realtà italiana con un CODE-128 “limitato” (in Italia in questo settore si cercano sempre strane complicazioni, vedi il codice farmaceutico.). Un’importante applicazione del 128 è la sua forma regolamentata dal consorzio EAN, con la creazione del codice EAN-128. Si tratta di un normalissimo CODE-128 il cui contenuto è però gestito a livello internazionale allo scopo di dare uno standard comune per la codifica dei più svariati tipi di dati (data bolla, n. ordine, codice cliente, codice prodotto, quantità contenuta, ecc.) tramite identificatori di campo seguiti dal relativo dato, concatenati a piacere. Vedremo approfonditamente questo interessante codice in uno dei prossimi articoli. |
Panoramica Principali Codici a Barre