Come avviene la verifica –
- Il verificatore deve disporre della app VerificaC19 sul proprio dispositivo.
- Il verificatore richiede all’interessato di mostrare il QR Code (in formato digitale oppure cartaceo) della Certificazione verde COVID-19.
- L’App VerificaC19 legge il QR Code, ne estrae le informazioni e procede alla verifica dell’autenticità attraverso il controllo del sigillo elettronico qualificato.
- L’App VerificaC19 verifica la validità della Certificazione sulla base delle regole fissate dalla normativa vigente.
- L’App VerificaC19 mostra graficamente al verificatore l’effettiva validità della Certificazione nonché il nome, il cognome e la data di nascita dell’intestatario della stessa.
Dopo aver scelto la tipologia di verifica BASE, ai verificatori basta inquadrare il QR Code della Certificazione, che si può esibire in formato cartaceo o digitale, e accertarsi dei dati indentificativi della persona e dell’esito della verifica:
- verde la certificazione è valida;
- rosso la certificazione non è valida o scaduta.
Per facilitare e rendere più veloce la scansione di un alto numero di green pass è possibile utilizzare la “modalità automatica”. Il verificatore, selezionandola sul proprio dispositivo mobile con il quale procede manualmente alle verifiche delle Certificazioni, potrà effettuare le scansioni in maniera continuativa senza riavviare l’applicazione.
Come faccio a sapere fino a quando è valido il Green pass?
Grazie all’utilizzo di un’App di verifica, che in Italia si chiama VerificaC19, il personale addetto avrà la possibilità di verificare la validità e l’autenticità delle Certificazioni. Sarà sufficiente mostrare il QR Code della Certificazione.
Chi ha il diritto di controllare il Green pass?
Considerazioni – Conseguenza diretta di questo divieto è che il datore non potrà conoscere la scadenza del green pass, dato anch’esso eccedente la finalità per cui il trattamento viene effettuato né potrà in alcun modo conservare i dati relativi ad esso, in banche dati cartacee o telematiche.
Vietati dunque elenchi, liste, o altre modalità scorciatoie per tenere traccia dei lavoratori verdi o meno: il green pass dovrà essere controllato dal datore di lavoro tutti i giorni. Per quanto riguarda i docenti ed il personale scolastico, è stata avviata una piattaforma nazionale che fa parte del sistema informatico della pubblica istruzione ed è collegata direttamente col data base nazionale del green pass, ma una analoga agevolazione non è al momento prevista per i datori di lavoro pubblici e privati che non siano scuole, i quali hanno a disposizione solo il controllo manuale con la app Verifica C19.
Dunque, a meno di novità in questi ultimi dieci giorni di interregno, si prospettano tempi duri per i datori, che se vorranno ottemperare alla normativa in maniera ineccepibile ed evitare le salate multe previste sia per loro sia per i lavoratori trovati all’interno dei luoghi di lavoro senza un valido certificato, dovranno mettere in campo uno sforzo organizzativo e logistico davvero non indifferente.
Si prevedono lunghe code di lavoratori ogni mattina all’ingresso di fabbriche, uffici e stabilimenti, tanto che viene da chiedersi se qualcuno non penserà, bilanciando i diversi interessi in gioco ed il rapporto tra sforzi e risultati, che sia preferibile rischiare la multa ed essere un po’ meno fiscale nei controlli.
Come sempre in questi tempi confusi, non ci rimane che aspettare e scoprirlo.
Che tipo di Green pass?
GREEN PASS – Differenza tra Green Pass base, rafforzato e booster? La differenza sta a indicare quali tipi di Certificazione verde Covid 19 sono validi per diversi utilizzi e periodi di tempo, che possono variare con l’evolversi della situazione epidemiologica.
Green pass base: si intende la Certificazione verde Covid 19 per vaccinazione, guarigione, test antigenico rapido o molecolare con risultato negativo. Green pass rafforzato: si intende soltanto la Certificazione verde Covid 19 per vaccinazione o guarigione. Il green pass rafforzato non include, quindi, l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare.
Green pass booster: si intende la Certificazione verde Covid 19 rilasciata dopo la somministrazione della dose di richiamo, successiva al completamento del ciclo vaccinale primario (per il richiamo ; ). Chi non ha ancora fatto la dose di richiamo potrà utilizzare il green pass da ciclo vaccinale primario completato o da guarigione, ma dovrà presentare contestualmente un documento, cartaceo o digitale, di un test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle 48 ore precedenti, che attesti l’esito negativo al Sars-Cov-2.
Per tutti i tipi di green pass restano valide le esenzioni per i minori di 12 anni e per coloro che hanno un’idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con, Riferimenti normativi
10 Maggio 2023 Le persone risultate positive al Coronavirus sono 637337 (+92) rispetto a ieri.4 Maggio 2023 Le persone risultate positive al Coronavirus sono 636799 (+89) rispetto a ieri.2 Maggio 2023 Le persone risultate positive al Coronavirus sono 636539 (+65) rispetto a ieri.30 Aprile 2023 Le persone risultate positive al Coronavirus sono 636418 (+84) rispetto a ieri.
A cosa serve ancora il Green pass?
Per cosa serve la Certificazione verde COVID-19 – In Italia, dal 1° gennaio 2023 la Certificazione verde COVID-19 non è più richiesta per usufruire di attività o servizi. Dal 1° giugno 2022 la Certificazione verde COVID-19 non è più necessaria per l’ingresso in Italia dai Paesi dell’Unione Europea e da Stati Terzi.
Chi controlla i dipendenti?
La maggior parte dei controlli vengono svolti dalle A.S.L., tramite gli uffici di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, e dalle Direzioni Territoriali del Lavoro, tramite il Servizio Ispezioni del Lavoro-Vigilanza Tecnica.
Quanti giorni devi stare a casa se sei positivo?
Quali sono le ultime misure su isolamento e autosorveglianza? Considerata l’attuale evoluzione del quadro clinico dei casi di malattia COVID-19, sono state aggiornate con Circolare del 31 dicembre 2022 le indicazioni sulla gestione dei casi COVID-19 e dei contatti stretti di caso COVID-19.
per i casi che sono sempre stati asintomatici e per coloro che non presentano comunque sintomi da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, a prescindere dall’effettuazione del test antigenico o molecolare ; per i casi che sono sempre stati asintomatici l’isolamento potrà terminare anche prima dei 5 giorni qualora un test antigenico o molecolare effettuato presso struttura sanitaria/farmacia risulti negativo per i casi in soggetti immunodepressi, l’isolamento potrà terminare dopo un periodo minimo di 5 giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare con risultato negativo per gli operatori sanitari, se asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare non appena un test antigenico o molecolare risulti negativo, I cittadini che abbiano fatto ingresso in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese nei 7 giorni precedenti il primo test positivo, potranno terminare l’isolamento dopo un periodo minimo di 5 giorni dal primo test positivo, se asintomatici da almeno 2 giorni e negativi a un test antigenico o molecolare.
E’ obbligatorio, a termine dell’isolamento, l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 fino al decimo giorno dall’inizio della sintomatologia o dal primo test positivo (nel caso degli asintomatici), ed è comunque raccomandato di evitare persone ad alto rischio e/o ambienti affollati.
Queste precauzioni possono essere interrotte in caso di negatività a un test antigenico o molecolare. Contatti stretti di caso A coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’ autosorveglianza, durante il quale è obbligatorio di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto.
Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi suggestivi di possibile infezione da Sars-Cov-2, è raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2. Gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un caso confermato.
- Che cos’è il contact tracing (tracciamento dei contatti)? A cosa serve? Per contact tracing (tracciamento dei contatti) si intende l’attività di ricerca e gestione dei contatti di un caso confermato COVID-19.
- Si tratta di un’azione di sanità pubblica essenziale per combattere l’epidemia in corso.
- Identificare e gestire i contatti dei casi confermati di COVID-19 permette di individuare e isolare rapidamente gli eventuali casi secondari e interrompere così la catena di trasmissione.
Qual è la definizione di “contatto”? Un contatto di un caso COVID-19 è qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato COVID-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.
una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19 una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano) una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati) una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio., Cosa si intende per contatto “a basso rischio”? Per contatto a basso rischio si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:
una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, provvisto di DPI raccomandati tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso COVID-19, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio.
Cosa si intende per “contatto stretto” nell’ambito di treni, aerei o altro mezzo di trasporto? Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso confermato COVID-19 nell’ambito di treni, aerei o altro mezzo di trasporto, è definito come “una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto”.
- Gli operatori sanitari, inoltre, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio.
- Ho ricevuto una email in seguito all’identificazione di un caso confermato COVID-19 sul volo/treno o altro mezzo di trasporto su cui ho viaggiato.
Come faccio a sapere che non è un falso? La comunicazione al passeggero può avvenire, a seconda dei dati e delle risorse disponibili, tramite chiamata telefonica o invio di messaggio di posta elettronica, in cui vengono fornite informazioni sui comportamenti e le misure preventive da adottare fino alla presa in carico da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria locale (ASL) competente per territorio.
test molecolari test antigenici rapidi test sierologici,
I test molecolari su campione respiratorio nasofaringeo e orofaringeo restano, tuttora, il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità. La metodica di real-time RT-PCR ( Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction ) permette, attraverso l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi, di rilevare la presenza del genoma virale oltre che in soggetti sintomatici anche in presenza di bassa carica virale, pre-sintomatici o asintomatici.
- I test antigenici rapidi rilevano la presenza di proteine virali (antigeni).
- Sono disponibili diversi tipi di test antigenico, dai saggi immunocromatografici lateral flow (prima generazione) ai test a lettura immunofluorescente (seconda generazione), i quali hanno migliori prestazioni.
- I test di ultima generazione (immunofluorescenza con lettura in microfluidica) sembrano mostrare risultati sovrapponibili ai saggi di RT-PCR.
Sono ora disponibili anche test antigenici da eseguire in laboratorio. Le caratteristiche di performance di tali test, basati su sistemi di rilevazione in chemiluminescenza, sono fondamentalmente sovrapponibili a quelle dei test antigenici cosiddetti di “terza generazione” (test in microfluidica con lettura in fluorescenza) e sembrano essere particolarmente indicati, tra l’altro, per la gestione di screening all’interno di strutture ospedaliere.
Qualora le condizioni cliniche del paziente mostrino delle discordanze con il test antigenici di ultima generazione la RT-PCR rimane comunque il gold standard per la conferma di Covid-19. I test sierologici rilevano l’esposizione al virus, evidenziando la presenza di anticorpi contro il virus, ma non sono in grado di confermare o meno un’infezione in atto.
Per questo motivo, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica non possono sostituire i test diagnostici (molecolare o antigenico). I test sierologici sono utili per una valutazione epidemiologica della circolazione virale, per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità.
test di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali) test di tipo molecolare (che rilevano la presenza nel campione dell’RNA del virus).
I test antigenici rapidi su saliva, sulla base delle evidenze disponibili, NON sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19.
Stanno emergendo alcune evidenze scientifiche riguardo il possibile impiego di test antigenici salivari basati su misurazione con strumenti di laboratorio, che tuttavia sono ancora in corso di valutazione per le applicazioni summenzionate. I test salivari molecolari, secondo recenti evidenze scientifiche, hanno mostrato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%.
Inoltre, alcuni studi condotti in ambito scolastico, hanno riportato un’elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo. Pertanto, i test molecolari su campione salivare, potranno essere considerati un’opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei:
in individui (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacità di collaborazione (ad esempio anziani in RSA, disabili, persone con disturbi dello spettro autistico)
oppure
nell’ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel Piano di Monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 in ambito scolastico per lo screening dei contatti di caso in bambini anche se la scuola non fa parte del Piano di Monitoraggio in operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo.
Leggi la Circolare ministeriale 24 settembre 2021, Che differenza c’è tra isolamento, autosorveglianza e quarantena? Isolamento e autosorveglianza sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero.
Le persone risultate positive al test diagnostico (molecolare o antigenico) per SARS-CoV-2 sono sottoposte alla misura dell’ isolamento, che consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.
A coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’ autosorveglianza, consistente nell’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto.
Quante dosi di vaccino per viaggiare?
Per l’ingresso nel paese è necessario presentare, alternativamente: · certificato vaccinale con almeno 2 dosi o 1 dose singola di Janssen (J&J); · test PCR negativo eseguito non più di una settimana prima (per le persone in possesso di certificato medico che faccia stato di controindicazioni al vaccino).
Chi non ha il green pass può andare in ospedale?
Coronavirus, le cinque regole per l’accesso in sicurezza in ospedale | Policlinico di Sant’Orsola Per proteggerci dal Covid-19, sono necessari nuove regole e percorsi per l’accesso nei reparti e negli ambulatori del Policlinico.
GREEN PASS – CERTIFICAZIONE VERDE CONTROLLO GREEN PASS – CERTIFICAZIONE VERDE Per il controllo del Green Pass il Policlinico ha adottato un sistema di lettura automatico posizionato all’ingresso dei 17 Padiglioni principali e che prevede, dopo la lettura della certificazione verde, sia essa cartacea o digitale, il rilascio di uno scontrino necessario per accedere ai reparti e agli ambulatori che ne richiedono il possesso. Lo scontrino deve essere presentato al personale sanitario al momento dell’ingresso in reparto e negli ambulatori, ha validità giornaliera e pertanto non va acquisito in ogni lettore.
PER L’UTENZA – ricoveri e attività ambulatoriali – Il possesso del Green Pass non è un requisito d’accesso: non è richiesto il controllo per accedere alle prestazioni sanitarie, ovvero: ricovero, prestazioni ambulatoriali e diagnostiche. PER GLI ACCOMPAGNATORI, I CAREGIVERS E I VISITATORI Il Green Pass in corso di validità è necessario per accedere alle strutture ospedaliere.
Il Green Pass rilasciato è valido sulla base delle seguenti modalità: PRONTO SOCCORSO (GENERALE E SPECIALISTICI) E’ consentito agli accompagnatori dei pazienti non affetti da COVID-19, muniti delle Certificazioni verdi COVID-19 (anche se ottenute tramite test antigenico rapido nelle ultime 48 ore) di accedere alle sale di attesa.
Nel caso l’accompagnatore/caregiver non sia in possesso di Certificazione verde COVID-19 soprariportata, l’accesso dovrà essere subordinato all’esito negativo di test antigenico da effettuarsi eventualmente presso il Pronto Soccorso di accettazione. Non è consentito l’accesso di visitatori/accompagnatori/caregivers all’interno dell’area assistenziale (compreso l’OBI) se non per i casi particolari sotto riportati.
- PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO In Pronto Soccorso Pediatrico è consentito l’ingresso di un solo accompagnatore per ciascun minore, in possesso di certificazione verde Covid-19 a seguito di tampone negativo.
- Qualora l’accompagnatore ne sia sprovvisto, il tampone sarà eseguito in fase di accettazione.
- La permanenza in Osservazione Breve Intensiva (OBI) da parte di un genitore o persona di riferimento, è consentita per tutta la durata della degenza del minore.
OSTETRICIA E SALA PARTO In Ostetricia è consentita la presenza del/la partner o di una persona di riferimento per la donna nelle ore diurne, in possesso di certificazione verde Covid-19 secondo i requisiti soprariportati, in un unico accesso giornaliero e per un massimo di un’ora, secondo le indicazioni del personale sanitario.
- È vietato l’ingresso alle persone minori.
- In Sala parto è consentita la presenza del partner o di una sola persona di riferimento (sempre la stessa), per tutta la durata del travaglio e dell’immediato post-partum.
- L’accompagnatore dovrà essere in possesso della certificazione Verde secondo i requisiti soprariportati o eseguire un tampone al momento dell’ingresso in Sala parto, con esito negativo.
In caso di puerpera positiva, è consentita la presenza del partner o di una persona di riferimento, che non risultino contatti stretti, in possesso di certificazione verde Covid-19 secondo i requisiti soprariportati e opportuna vestizione con gli adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI).
- REPARTI OSPEDALIERI NON COVID
- L’accesso di visitatori/accompagnatori/caregivers alle strutture ospedaliere è consentito solamente ai soggetti in possesso di Certificazione Verde COVID-19, secondo i requisiti soprariportati.
- L’organizzazione degli accessi dovrà essere gestita anche prevedendo una limitazione al numero divisitatori e accompagnatori per singolo paziente, sulla base di valutazioni di natura logistica, ma garantendo in ogni caso un accesso minimo giornaliero di almeno un visitatore/accompagnatore/caregiver per un tempo non inferiore ai quarantacinque minuti.
- REPARTI OSPEDALIERI COVID
Gli accessi dei visitatori nelle stanze COVID sono consentiti a un visitatore per degente in funzione dell’assetto logistico del reparto secondo le valutazioni del rischio da parte del personale in servizio. Tutti i visitatori dovranno essere informati dal personale sul corretto utilizzo dei DPI e sulle pratiche igienico-comportamentali previste.
- AMBULATORI E AREE NON DESTINATE A RICOVERO
- L’accesso di accompagnatori di pazienti presso tali strutture è sempre consentito purché in possesso di Certificazione Verde COVID-19, secondo i requisiti soprariportati, ma limitato a una sola persona, a meno che non siano presenti condizioni tali da richiedere l’accesso di più di un accompagnatore.
- CASI PARTICOLARI
- In considerazione della particolare fragilità di alcune categorie di pazienti ricoverati, sulla base di specifiche valutazioni attinenti al rischio clinico, viene rimandata ai Direttori delle Unità operative l’opportunità di non autorizzare l’ingresso ai visitatori nei reparti che gestiscono prevalentemente pazienti immunodepressi e trapiantati ovvero: oncologia, degenze connesse all’attività di trapianto, ematologia e Unità operative di degenza per pazienti immunocompromessi.
- È sempre consentito, però, l’accesso a ogni reparto per accompagnatori e caregivers di:
- pazienti minori;
- donne in gravidanza anche nella fase di travaglio/parto e post-partum;
pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art.3,comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n.104;
- pazienti in fine vita;
- grandi anziani (ultraottantenni) allettati;
- in presenza di barriere linguistiche.
- Nel caso l’accompagnatore/caregiver, per i casi particolari di cui sopra, non sia in possesso di Certificazione verde COVID-19 sopra richiamata, l’accesso dovrà essere subordinato all’esito negativo del test diagnostico eseguito nelle 48 ore precedenti l’accesso.
- a seguito della somministrazione della dose di richiamo (booster) successivo al ciclo vaccinale primario o a seguito della somministrazione di due vaccinazioni e dell’avvenuta guarigione da meno di 120.
- a seguito del completamento del ciclo vaccinale primario o dell’avvenuta guarigione, unitamente a una certificazione che attesti l’esito negativo del test antigenico rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti l’accesso.
- MASCHERINA FACCIALE In Ospedale è obbligatorio indossare sempre una mascherina chirurgica che copra naso e bocca.
- IGIENE DELLE MANI In Ospedale sono a disposizione dispenser con soluzione disinfettante, da utilizzare al primo accesso e successivamente durante la permanenza. Si ricorda che è bene evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.
- DISTANZA DI SICUREZZA In tutti gli spazi interni ed esterni dell’Ospedale va rispettata la distanza di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone. Si richiede anche il rispetto delle file e delle indicazioni per le sedute nelle sale d’attesa.
- RISPETTO DEGLI ORARI Per evitare assembramenti all’interno delle strutture dell’Ospedale è importante rispettare l’orario dell’appuntamento, arrivando circa 15 minuti prima della visita.
: Coronavirus, le cinque regole per l’accesso in sicurezza in ospedale | Policlinico di Sant’Orsola
Come il datore di lavoro può spiare i dipendenti?
Spiare i dipendenti: non solo telecamere – I dipendenti di un’azienda possono essere spiati anche in modi diversi dall’utilizzo delle telecamere a distanza. Possono essere infatti controllati così:
Attraverso l’ account di posta aziendale : il datore di lavoro può “sbirciare” le mail inviate e ricevute, ed i relativi contenuti, accedendo all’account aziendale del dipendente. La legge non considera reato l’ingresso del titolare all’interno dell’account aziendale se serve per finalità lavorative, ma in questo caso è necessario sempre avvisare di quello che verrà fatto. Se viene fatto per controllare i lavoratori si viola la legge sulla privacy e si può essere perseguiti dalla legge;Il lavoratore non può essere penalizzato sulla base di opinioni espresse sui social network come Facebook. L’utilizzo di queste piattaforme, infatti, avviene al di fuori dell’orario lavorativo.
Cosa può vedere il datore di lavoro?
Il datore di lavoro può sapere dati anagrafici e dati biometrici, dati che rivelano lo stato di salute, il credo religioso e il diritto di accesso, informazioni relative al rapporto di lavoro tra tipologia di contratto, qualifica e retribuzione.
Come faccio a vedere se sono in regola con il lavoro?
Dove vedere il contratto online – Il datore di lavoro, inoltre, è tenuto a dare copia del contratto e dell’Unilav al lavoratore. Quest’ultimo, tuttavia, ha la possibilità di consultare il proprio contratto online al fine di verificare che tutte le informazioni e le clausole in esso contenute siano corrette e rispettose degli accordi presi.
al portare del centro per l’impiego territorialmente competente; al sito dell’Agenzia delle Entrate, effettuando la ricerca del modello CU (Certificazione Unica) allegata al modello 730 o al modello Redditi; al sito dell’Inps.
Cosa succede se il tampone in farmacia e positivo?
Sono risultato positivo al tampone: che fare? In presenza di sintomi riconducibili al Covid-19 (tosse, raffreddore, congiuntivite, mal di testa etc.) è necessario rivolgersi al proprio medico curante che valuterà l’opportunità di fare un tampone antigenico rapido (nelle farmacie o dal medico stesso). In caso di tampone positivo:
Accedi a TreC+ ()
Il risultato del tampone è disponibile su TreC+ dopo poche ore nel caso di un antigenico o dopo 24/48 ore nel caso di un molecolare. Per consultarlo bastano il codice consegnato al momento dell’effettuazione del tampone, tessera sanitaria e codice fiscale.
- Troverai anche le indicazioni igienico-sanitarie e per la gestione dei rifiuti.
- Il giorno dopo troverai in allegato al referto del primo tampone positivo il certificato di isolamento e i codici per prenotare in autonomia sul CUP online, in quinta, in settima e decima giornata * il tampone antigenico di guarigione in farmacia.Il tampone può essere fatto anche dal proprio medico o a pagamento nei centri privati abilitati.N.B.
La Centrale Covid non chiama il positivo per la presa in carico. Tutte le informazioni necessarie alla gestione dell’isolamento e alla prenotazione dei tamponi di guarigione sono presenti in allegato al referto del tampone positivo. * Quanto dura l’isolamento: Le persone risultate positive ad un test diagnostico molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 sono sottoposte alla misura dell’isolamento, con le modalità di seguito riportate: – Per i casi che sono sempre stati asintomatici oppure sono stati dapprima sintomatici ma risultano asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare dopo 5 giorni, purché venga effettuato un test, antigenico o molecolare, che risulti negativo, al termine del periodo d’isolamento.- In caso di positività persistente, si potrà interrompere l’isolamento al termine del 14° giorno dal primo tampone positivo, a prescindere dall’effettuazione del test.
Come uscire dall’isolamento
Con un tampone negativo di guarigione termina di fatto l’isolamento e si può rientrare in comunità. Il giorno successivo all’esito negativo del tampone saranno disponibili sempre su TreC+ anche il certificato di fine isolamento e il certificato di guarigione (comunicato anche al Ministero per l’emissione del Green pass di guarigione).
I conviventi devono fare la quarantena?
I conviventi e i contatti stretti del positivo non devono fare la quarantena ma devono applicare il regime dell’auto-sorveglianza (mascherina FFP2 al chiuso o in presenza di assembramenti per 10 giorni dall’ultimo contatto, tampone antigenico alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, un altro tampone al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto).
Cosa si intende per certificato vaccinale?
I certificati di vaccinazione sono rilasciati dallo Stato membro in cui è stata somministrata la vaccinazione. I certificati di test sono rilasciati dallo Stato membro in cui il test è stato effettuato. I certificati di guarigione sono rilasciati dallo Stato membro in cui si trova la persona che è guarita.