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Come Si Legge La Data Di Scadenza?

Come Si Legge La Data Di Scadenza
La data di scadenza viene indicata con la dicitura ‘Da consumare entro’ seguita dalla data stessa o dall’indicazione del punto in cui essa è presente sull’etichetta. La data deve riportare in forma chiara e nell’ordine il giorno, il mese ed eventualmente l’anno ed è presente su ogni singola porzione preconfezionata.

Come leggere date scadenza?

La DATA DI SCADENZA è sempre anticipata dalla dicitura ‘da consumarsi entro’, seguita dalla data stessa o dalla menzione del punto della confezione in cui figura.

Come funziona la data di scadenza?

Il TMC è indicato sulle confezioni con la dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro il’ seguito da un’indicazione sul giorno, il mese o l’anno: Se il TMC indica il giorno, il mese e l’anno vuol dire che il prodotto può essere consumato senza alcun rischio fino a tre mesi dopo la data indicata.

Dove è riportata la data di scadenza?

Domanda di: Sig.ra Irene Testa | Ultimo aggiornamento: 27 marzo 2023 Valutazione: 4.2/5 ( 8 voti ) La data di scadenza è riportata sull’etichetta dei prodotti in commercio ed indica il termine entro il quale, per la casa produttrice, andrà consumato l’alimento.

Quando un prodotto è scaduto?

Quando un prodotto non è più stabile, si dice colloquialmente che è ‘scaduto’ o, più tecnicamente, che ha superato la sua data di durata minima.

Come scrivere date in numeri?

Altri formati – Quasi sempre i moduli cartacei prestampati e i moduli telematici richiedono di scrivere la data nel formato gg / mm / aaaa. Tale simbolismo significa che sono richieste due cifre per il giorno, due per il mese e quattro per l’anno. In questo caso è necessario scrivere uno zero prima dei giorni e dei mesi numericamente indicati dalla sola unità (i giorni da 1 a 9 e i mesi da gennaio a settembre): la data 9 agosto 2010 sarà quindi scritta nella forma 09/08/2010,

Come si legge il lotto di un prodotto?

Come riconoscere la data di produzione di un lotto alimentare? – Dopo questo episodio ho preso alcune confezioni di prodotti vari che avevo in dispensa per capire se fosse presente qualche indicazione utile in etichetta, Il nulla assoluto: oltre alla data di scadenza (e ad altre voci che a noi non interessano in questo momento) non ho trovato alcun tipo di riferimento sulla data di produzione dei prodotti che ho esaminato.

Ovviamente mi riferisco a prodotti non freschi (come carne o insaccati che invece, per legge, riportano la data di confezionamento). Incuriosita e decisa ad approfondire la questione per potervi dare delle informazioni utili proprio dalle pagine di questo blog, ho voluto cercare delle informazioni direttamente sul sito del Ministero della Salute, certa che avrei trovato le mie risposte.

Il nulla assoluto, anche qui, se non le informazioni che trovate riassunte in questo opuscolo in PDF, Nell’opuscolo ufficiale del Ministero della salute viene indicata come obbligatoria per legge :

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la di data di scadenza di un prodotto o Termine minimo di conservazione (TMC) Condizioni di conservazione ed uso Paese d’origine e luogo di provenienza Dichiarazione nutrizionale (la classica tabella nutrizionale con valore energetico, grassi, ecc)

Ma nemmeno qui si fa alcun riferimento alla data di produzione di un prodotto alimentare, Non mi sono certamente scoraggiata e, non avendo trovato informazioni, ho scritto direttamente al Ministero della Salute speranzosa di ricevere una celere risposta.

  1. Dopo un paio di “rimpalli”, sono in attesa di una risposta dall’11 Aprile.
  2. Non ancora contenta.
  3. Ho provato a chiedere informazioni direttamente ad alcune note aziende con questi risultati (scoraggianti, ma meglio di nulla!).
  4. Unilever: per il marchio Unilever, per alcune tipologie di prodotti (non su tutti) oltre alla data di scadenza troverai una sigla identificativa utile per capire quanto è stato prodotto quello che avete acquistato (o state per acquistare).

Preciso che questa informazione mi è stata fornita direttamente dal servizio clienti (quindi si tratta di una informazione certa). Nell’esempio che vedete qui sotto, trovate prima la data di scadenza (04/2018), la sigla di nostro interesse e l’ora di produzione. E per tutte le altre marche? Ne ho contattate almeno 3, e poi ho mollato il colpo. Sostanzialmente, non forniscono il metodo per capire quando un alimento è stato prodotto, ma ti invitano a chiamare il servizio clienti oppure ad inviare una foto dell’etichetta per poi fornirti la risposta.

Conclusioni: immagino che queste informazioni non vengano fornite molto volentieri ai consumatori per evitare di ritrovarsi con molti prodotti invenduti (e lo posso capire) ma, al tempo stesso, trovo sconcertante che un consumatore non possa avere libero accesso a queste informazioni, anche semplicemente per evitare di ritrovarsi prodotti immangiabili, nonostante la scadenza del prodotto non fosse stata superata.

Voi cosa ne pensate? Avete qualche informazione in più che potremmo aggiungere a questo articolo?

Quando la scadenza è preferibilmente?

Il commento – L’agroalimentare italiano sorride all’iniziativa, ma con alcune precisazioni. “È importante mantenere in etichetta il Termine minimo di conservazione (Tmc) riportato con la dicitura ‘Da consumarsi preferibilmente entro’ che indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali”, ha sottolineato la Coldiretti in un comunicato a commento della proposta della Commissione.

Come si fa a sapere il giorno di una data?

Prima parte – Bisogna determinare, innanzitutto, che giorno della settimana sarebbe ogni inizio mese, considerando un ipotetico anno “normale” (quindi di 365 giorni) che inizia per Lunedì. Per questo definiremo una costante N(mm) che è caratteristica per ogni mese.

  1. In particolare definiremo N(01)=0, N(02)=3, N(03)=3, N(04)=6, N(05)=1, N(06)=4, N(07)=6, N(08)=2, N(09)=5, N(10)=0, N(11)=3, N(12)=5.
  2. Si faccia riferimento, per una visione più chiara, alla tabella nel file in allegato).
  3. È consigliato memorizzare i valori qui esposti, relativi ai mesi.
  4. Per ricavare il giorno della settimana in cui cade la data gg/mm, basterà calcolare gg+N(mm) mod 7, ossia, il resto che si ottiene dividendo per 7 la quantità gg+N(mm), ma soltanto nell’ipotesi che il 1 Gennaio di tale anno sia lunedì.
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Se invece l’anno in corso è bisestile, abbiamo due possibilità. Se il mese della data in questione è gennaio o febbraio, il giorno sarà nuovamente gg+N(mm) mod 7, altrimenti sarà gg+N(mm)+1 mod 7, pertanto, in sintesi, questa aggiunta va fatta solo se l’anno in corso è bisestile e la data è da Marzo in poi.

  • Esempio: Che giorno cade il 24 Settembre di un anno non bisestile se l’anno in questione inizia per Lunedì? Il risultato sarà 24+N(09) mod 7 = 24+5=29=1 mod 7.
  • Quindi è lunedì.
  • Anche ogni anno ha una sua costante K(aaaa), che per gli anni dal 1996 al 2006 sono, nell’ordine: 0,2,3,4,5,0,1,2,3,5,6 (vedi tabella nel file allegato).

Quindi il giorno della settimana in cui cade la data gg/mm/aaaa sarà gg+N(mm)+K(aaaa) mod 7. Quindi ad esempio, per calcolare che giorno era il 26/5/2000 basta fare: 26+N(05)+K(2000) mod 7 =26+(6+1)+(5) mod 7 = 3, quindi mercoledì. NB: Il +1 in N(mm) è stato aggiunto poiché l’anno è bisestile.

Come si vede la scadenza della pasta?

Le caratteristiche – Non c’è una regola precisa, perché la pasta è secca e non deperisce presentando caratteristiche ben precise e riconoscibili ad occhio nudo. Diverso è il discorso della pasta fresca : quella scade dopo un paio di giorni dopo che l’hai preparata o che hai aperto la confezione e quando va a male si forma anche della muffa,

Quando la scadenza indica solo il mese?

Termine minimo di conservazione: cosa vuol dire “da consumarsi preferibilmente entro” – Il termine minimo di conservazione è la data fino alla quale un prodotto mantiene le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione, Questo significa che successivamente alla scadenza del termine minimo di conservazione il prodotto può perdere alcune proprietà organolettiche e nutrizionali originarie – come la fragranza, ad esempio – ma che si può consumare in sicurezza, Come Si Legge La Data Di Scadenza Il termine minimo di conservazione si esprime con la dicitura “da consumare preferibilmente entro” © iStock Si utilizza per alimenti quali biscotti, tonno in scatola, conserve di pomodoro, creme spalmabili, pasta, riso, sottaceti. Per i prodotti conservabili per meno di tre mesi, è sufficiente l’ indicazione del giorno e del mese ; per i prodotti conservabili per più di tre mesi ma non oltre diciotto mesi, è sufficiente l’indicazione del mese e dell’anno ; per i prodotti conservabili per più di diciotto mes i, è sufficiente l’ indicazione dell’anno,

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Se necessario, l’indicazione del termine minimo di conservazione è accompagnata dalla descrizione delle modalità di conservazione che devono essere garantite per il mantenimento del prodotto per il periodo specificato (es. conservare in frigo e consumare entro 3 giorni dall’apertura). L’indicazione del termine minimo di conservazione non è richiesta nei casi di frutta e verdura fresche (fatta eccezione per quelle già tagliate o sbucciate), patate, vini e liquori, prodotti della panetteria e della pasticceria che, per loro natura, sono normalmente consumati entro le ventiquattro ore successive alla fabbricazione.

Ma anche per aceti, sale da cucina, zucchero, gomme da masticare, Come Si Legge La Data Di Scadenza Aceto, vino e liquori, sale, zucchero sono alimenti che non scadono © iStock

Quali sono i cibi che si possono mangiare anche dopo la scadenza?

Alimenti che si possono mangiare anche oltre la scadenza – Non è detto però che tutto ciò che scade debba essere necessariamente e velocemente buttato. Esistono infatti molti cibi che resistono meglio al passare del tempo, I cibi secchi o quelli privi di acqua o a lunga conservazione sono quelli che subiscono meno deterioramenti nel tempo e di conseguenza che è possibile consumare anche successivamente alla data di scadenza.

Fanno parte di questa categoria prodotti come biscotti, pasta, riso, cereali e prodotti in scatola, In quest’ultimo caso però è fondamentale assicurarsi che le confezioni non siano danneggiate e siano state riposte in ambienti salubri. Al di là delle indicazioni singole tuttavia, a guidare nella scelta se sia il caso o meno di consumare cibi scaduti è il buon senso,

Se un cibo infatti, scaduto o meno, emana un cattivo odore o un una volta ingerito presenta un sapore sgradevole è molto probabile che si siano sviluppati su di esso o all’interno, batteri nocivi e quindi pericolosi per la salute. Fondamentale, infine saper leggere correttamente le etichette,

  • In alcune compare la scritta “da consumare entro”, mentre in altre “da consumarsi preferibilmente entro”.
  • La prima è solitamente posta su alimenti che se mangiati oltre la scadenza possono davvero rappresentare un rischio per la salute, mentre la seconda su quelli per i quali il margine di tempo più è più ampio o oltre il quale il cibo è ancora considerato sicuro da ingerire.

Per recuperare il cibo senza sprecarlo, la Spagna sta varando una legge ad hoc. Attenzione alle infezioni da cibi contaminati,

Come si vede la scadenza della pasta?

Le caratteristiche – Non c’è una regola precisa, perché la pasta è secca e non deperisce presentando caratteristiche ben precise e riconoscibili ad occhio nudo. Diverso è il discorso della pasta fresca : quella scade dopo un paio di giorni dopo che l’hai preparata o che hai aperto la confezione e quando va a male si forma anche della muffa,