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Come Si Legge Una Radiografia?

Come Si Legge Una Radiografia
Radiografia: cos’è e a cosa serve

La radiografia, o esame radiologico, è un’indagine che utilizza le proprietà di un particolare tipo di ionizzanti, i raggi X, di impressionare una pellicola (lastra) per ottenere immagini del corpo umano che possono riguardare sia le ossa, sia alcuni organi.I raggi X attraversano i tessuti in quantità diversa a seconda della loro densità e della composizione: le ossa, ad esempio, vengono attraversate meno facilmente rispetto ai tessuti molli, come le fibre muscolari.Nella lastra radiografica l’immagine che si ottiene è in negativo: le parti del corpo più dense e consistenti, come le ossa, appaiono chiare, mentre i tessuti molli appaiono grigi, e gli organi che vengono attraversati dai raggi X quasi totalmente, ad esempio i polmoni, appaiono scuri.Attualmente, vengono sempre più utilizzate le radiografie digitali in cui l’immagine radiografica viene elaborata dal computer che ne consente la visualizzazione e la successiva archiviazione in forma digitale, permettendo inoltre un notevole risparmio di tempo e di spazio.

I raggi X hanno un effetto sui tessuti biologici e, anche se la dose di radiazioni per una radiografia è molto bassa, è bene sottoporsi all’esame radiologico solo nei casi in cui non si possa accertare la causa di un disturbo con altri esami. In tal caso il beneficio che deriva al malato è maggiore del possibile rischio biologico; sarà cura del medico valutare questo aspetto.

eventuali alterazioni infiammatorie (artriti) o degenerative (artrosi), traumi e lesioni per esaminare eventuali broncopolmoniti, pleuriti, lesioni polmonari, nel torace per esaminare eventuali calcoli, perforazioni, stati infiammatori, alterazioni della canalizzazione intestinale, nell’addome per individuare problematiche del cavo orale (campo odontoiatrico)

: Radiografia: cos’è e a cosa serve

Cosa si vede da una radiografia?

L’RX del torace – Come Si Legge Una Radiografia La radiografia del torace è un esame di controllo che può essere utile per evidenziare molte patologie. Grazie alla radiografia si possono ottenere immagini ben distinte dei grandi vasi sanguigni vicino al cuore, delle ossa del torace, dei polmoni e del cuore stesso. Una lastra al torace permette anche di individuare:

aria nella pleura;fluidi all’interno o intorno ai polmoni.

Durante l’esame il paziente viene posto in corrispondenza dell’apparecchiatura, in piedi, e gli viene chiesto di fare un grande respiro e di trattenerlo fino a radiografia ultimata. Durante tutta la procedura si raccolgono immagini del torace:

frontali;laterali.

Per questo motivo alle volte può essere richiesto al paziente di assumere alcune posizioni specifiche. La radiografia del torace non è invasiva, è assolutamente non pericolosa e non richiede una preparazione specifica. L’unica norma di preparazione è quella di eliminare dal corpo eventuali oggetti metallici che possono compromettere la qualità delle immagini.

Come deve essere una radiografia ai polmoni?

Occorre qualche tipo di preparazione particolare nei giorni o nelle ore precedenti l’esame? – La radiografia del torace non richiede alcuna preparazione specifica. Non è necessario il digiuno, si può bere acqua e assumere eventuali farmaci in terapia.

Cosa appare radiopaco?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. La radiodensità (o radiopacità ) è la proprietà di trasparenza relativa di un materiale al passaggio della porzione di raggi X dello spettro elettromagnetico: ovvero l’incapacità delle radiazioni di questa classe energetica di attraversare un determinato materiale.

Con ” radiolucente ” o ” radiolucido ” viene indicato un materiale trasparente ai fotoni della radiazione X, ed è analogo alla trasparenza ed alla traslucenza relative alla luce visibile. I materiali che sono in grado di inibire il passaggio di raggi X sono detti ” radiodensi ” o ” radiopachi “, mentre quelli che ne consentono il passaggio sono detti ” radiotrasparenti ” o ” radiolucenti “.

Una materiale radiotrasparente apparirà sul radiogramma come una regione più scura; viceversa in presenza di un materiale radiopaco si avrà una regione più chiara, che va dal grigio al bianco in base alla percentuale di radiazioni che vengono fermate.

La radiodensità permette di individuare, come detto, regioni più o meno opache con un approccio qualitativo; tale proprietà può essere anche quantificata per mezzo della scala Hounsfield, utilizzata in particolare nelle applicazioni di tomografia computerizzata (TC). Esempi di questa scala sono i valori di radiopacità dell’acqua distillata, 0 in Unità Hounsfield (UH), e dell’aria, -1000 UH.

Nella medicina moderna, sostanze radiodense sono quelle che non permettono ai raggi X o simili di far passare la radiazione. L’approccio radiografico è stato rivoluzionato dai contrasti radiodensi, che possono essere inviati nel flusso sanguigno, nel tratto instestinale o nel fluido cerebro-spinale ed utilizzati per le TAC e per le semplici radiografie a raggi X.

  • La radiopacità è un fattore chiave nella progettazione e nello sviluppo di vari strumenti medicali, quali gli stent che vengono usati duranti gli interventi radiologici.
  • La radiopacità di un attrezzo endovascolare è importante in quanto permette allo strumento di essere tracciato durante l’operazione.

I due principali fattori che inflienzano la radiopacità di un materiale sono la sua densità ed il numero atomico degli atomi che lo compongono. Due elementi radiodensi che comunemente utilizzati in radiomedicina sono il bario e lo iodio. Nel mondo industriale e delle analisi non distruttive, esempi di materiali radiopachi tradizionalmente utilizzati per maschere e supporti sono piombo ed acciaio, ma stanno prendendo sempre più piede materiali a base polimerica additivati di titanio, tungsteno, solfato di bario, ossido di bismuto e ossido di zirconio.

Cosa vuol dire RX in due proiezioni?

Rx torace cos’è ? In radiologia la tecnica di diagnostica per immagini utilizzata si basa sull’interazione tra un fascio di fotoni (raggi X) diretti da una sorgente verso un ricettore, e la materia interposta (corpo biologico). Gli atomi del corpo impediscono ai fotoni di raggiungere il ricettore, riproducendo dunque un’immagine fedele del corpo, in “negativo”.

L’ esame radiografico del torace (2P, due proiezioni) fornisce un’immagine che evidenzia in modo differente le ossa (es. COSTE o costole, vertebre) e i parenchimi polmonari rispetto ai tessuti molli (muscoli e pelle). Attualmente le tecniche RX producono una immagine digitale che viene che viene gestita da computer.

Oggi i risultati dell’esame vengono consegnati al paziente in formato digitale, generalmente su CD e DVD. La radiografia del torace è utile, per una prima valutazione, in caso di: patologie autoimmuni del polmone, versamenti pleurici, lesioni polmonari di natura neoplastica, patologie infettive del polmone, (polmoniti, bronchite, broncopolmoniti, pleuriti, Tbc.), bronchiti resistenti a terapie farmacologiche, ascessi, interstiziopatie ma anche tumori (es.

  • Tumore al seno).
  • Inoltre permette di evidenziare varie malformazioni come il pectus carenatum, il pectus excavatum.
  • L’esame è utile in particolare per un paziente fumatore.
  • Rx torace come si fa ? È consigliabile adoperare abiti comodi e bisogna ricordarsi di non indossare oggetti metallici (collane, anelli, piercing).

L’esame radiologico è un esame non doloroso, non invasivo e di breve durata. In caso di gravidanza è necessario mettere al corrente il personale. La radiografia del torace viene eseguita, se possibile, in posizione eretta. Gli effetti delle radiazioni sull’organismo sono ormai noti come i potenziali rischi, ma le dosi di radiazioni e il tempo di esposizione si sono ridotti significativamente rispetto agli anni passati.

L’uso di apparecchiature radiologiche di ultima generazione, di tipo digitale, e le nuove procedure di schermatura per proteggere le parti più radiosensibili dell’organismo hanno ridimensionato ulteriormente i rischi. Preparazione Rx Torace (2 Proiezioni) RICHIESTA MEDICA OBBLIGATORIA Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.

Data ultimo aggiornamento: 2021-05-18 Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

Come appare un tumore in radiografia?

Diagnostica –

  • Radiografia : rileva fratture ossee, alcuni tumori e altre masse addominali, polmoniti, alcuni tipi di lesioni, calcificazioni, corpi estranei, problemi dentali,
  • Mammografia : si tratta di una radiografia della mammella impiegata per il rilevamento del tumore al seno e la sua diagnosi. I tumori tendono ad apparire come masse di forma regolare o irregolare, grossolanamente più luminose dello sfondo radiografico (quindi, più bianche su sfondo nero, più nere su sfondo bianco). La mammografia può anche identificare minuscole tracce di calcio, note come microcalcificazioni, visibili come puntini molto luminosi. In genere benigne, le microcalcificazioni possono talvolta indicare la presenza di un tipo specifico di cancro.
  • TAC o tomografia computerizzata : unisce la tecnologia a raggi X tradizionale con l’elaborazione digitale per generare una serie di immagini trasverse del corpo che possono quindi essere ricombinate in immagini tridimensionali. Le immagini TAC sono più dettagliate delle radiografie e consentono di visualizzare le strutture corporee da vari angoli diversi.
  • Fluoroscopia : impiega raggi X e uno schermo fluorescente per ottenere immagini in tempo reale del movimento all’interno del corpo o per visualizzare processi diagnostici, come seguire il percorso di un mezzo di contrasto iniettato o ingerito. Per esempio, la fluoroscopia viene usata per studiare il movimento del cuore durante il battito e, con l’aiuto di mezzi di contrasto radiologici, per visualizzare il flusso di sangue al muscolo cardiaco e in vasi e organi. Questa tecnologia è impiegata anche con un mezzo di contrasto radiografico per guidare un catetere posizionato dall’interno durante angioplastica coronarica, una procedura mini-invasiva per l’apertura delle arterie del cuore trombizzate.

Come si vede una frattura in una radiografia?

La diagnostica per immagini in campo ortopedico aiuta a comprendere le cause di dolore di cui siete affetti e permette al medico che vi sta curando di poter costruire una diagnosi una volta raccolti i dati clinici con anamensi e obiettività semeiologica.

La diagnostica per immagini permette di vedere dentro il vostro corpo ed ottenere una fotografia delle vostre ossa muscoli e articolazioni, è quindi un mezzo importante che serve al medico per poter curare il disturbo che vi affligge. Per diagnostica per immagini in ortopedia intendiamo utilizzo di ecografia, Rx (Radiografie), TAC (Tomografia Assiale Compiuterizzata) e RMN (Risonanza Magnetica Nucleare).

Ecografia L’ecografia muscolo tendiena è una metodica non invasiva e assolutamente non dannosa per l’organismo (relativamente economica in relazione al suo impatto sui costi sociali) che utilizza ultrasuoni ovvero onde sonore ad alta frequenza per studiare i fasci muscolari, i tendini e le neoformazioni dei tessuti molli come le cisti e i lipomi. Fig.1 Fig.2 La Fig.1 e la Fig.2 mostrano lo studio ecografico del tendine sovraspinato della spalla tendine sovraspinato della spalla e del tendine di achille L’esame dura 10-15 minuti se il distretto da studiare è dolente e infiammato lo studio potrà risultare fastidioso.

Studio dei tendini e delle loro lesioni Studio delle lesioni muscolari Studio delle cisti tendinee e articolari Studio preliminare delle neoformazioni del sotto cute Studio delle fasce muscolari e delle borse sierose

Radiografia Le radiografie sono la tecnica più comune ed ampiamente utilizzata. La parte del vostro corpo che deve essere studiata viene posta tra la pellicola e la macchina dei raggi X, bisogna tenere fermo il corpo mentre la radiografia viene scattata come si fa per una fotografia con la macchina fotografica.

Questa macchina emette radiazioni ionizzanti quindi potenzialmente cancerogene ma il livello di esposizione a queste radiazioni, in questa metodica, se eseguita mediante criteri tecnologici moderni, in modo corretto ed assolutamente limitato alle necessitá che si verificano nell’arco di una vita generalmente viene considerata non dannosa.

A volte per comprendere meglio il vostro disturbo dovrete sottoporvi ad esami di imaging più sofisticati, ma molto spesso la radiografia è in grado di fornire informazioni molto utili al medico per la comprensione della patologia di cui soffrite. Un esempio è l’artrosi articolare, una semplice radiografia è in grado di dare tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per capire che il dolore è causato da una degenerazione delle cartilagini articolari (artrosi). Fig.3 Fig.4 Nella Fig.3 si può vedere una radiografia di un ginocchio sano mentre nella Fig.4 si osserva un ginocchio affetto da artrosi ( vedi sezione dedicata all’artrosi di ginocchio ). Fig.5 Fig.6 Le Fig.5 e 6 mostrano rispettivamente un’anca sana e una affetta da grave artrosi (visita la sezione dedicata all’artrosi dell’ancavisita la sezione dedicata all’artrosi dell’anca ). In questi casi è quindi spesso sufficiente effettuare una radiografia per comprendere la causa del vostro dolore. Fig.7 Verranno richieste quindi radiografie da diverse angolazioni per comprendere in tridimensione il vostro distretto o articolazione essendo la radiografia un’immagine bidimensionale, solitamente si richiedono radiografie standard in AP (Antero-Posteriore) e LL (Latero-Laterale).

Studio distretto interessato da un trauma. Studio delle articolazioni. Studio dell’asse di carico degli arti inferiori. Studio del rachide. Studio dinamico di alcune articolazioni.

Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) La TAC è uno strumento di diagnostico moderno che offre una visione dettagliata della sezione del vostro corpo. La TAC consente di vedere la dimensione, la forma e la posizione di strutture organi e apparati che stanno all’interno del vostro corpo; essendo una metodica ad alta esposizione di radiazioni ionizzanti come quelle delle radiografie, è un esame da eseguire, nel possibile, solo se strettamente necessario.

  1. La lunghezza dell’esame dipende da quanti e quali segmenti devono essere esplorati.
  2. Verrete posizionati su un lettino e dovrete stare immobili durante la scansione delle immagini.
  3. Il lettino passerà attraverso uno scanner che eseguirà l’esame, un tubo a raggi X ruota attorno a voi facendo scansioni in tutte le direzioni ed inviando le immagini ad un computer che le rielabora, fornendo una chiara combinazione dei dati acquisiti e ricostruendo un’immagine bidimensionale e tridimensionale della zona del vostro corpo esplorata evidenziando, in base alla potenza e precisione della macchina, anche lesioni di piccole dimensioni nell’ordine di mm.
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Di seguito potete vedere un esempio di utilizzo in ambito ortopedico. Il caso di una frattura della glena (la superficie di contatto con la testa dell’omero della articolazione della spalla). La TAC in quest caso viene richesta per studiare in modo più dettagliato la frattura e pianificare lìintervento chirurgico. Fig.8 Fig.9 In ambito ortopedico la TAC ha diversi impieghi:

Studio delle fratture articolari. Studio dei tumori dell’osso e dei tessuti molli. Studio delle necrosi e pseudoartrosi dell’osso. Studio dell’orientamento e delle superfici ossee dei capi articolari.

La TAC viene utilizzata in tutte le discipline mediche, non solo in ortopedia essendo un esame molto preciso serve in ambito neurochirurgico, chirurgico e medico in generale. A volte può essere eseguito con mezzo di contrasto (solfato di bario) per evidenziare in modo ancora più accurato alcune strutture.

Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) La RMN è un’altra indagine di diagnostica moderna che produce immagini in sezione trasversale dei distretti studiati. Particolarmente utile in ambito ortopedico per lo studio delle patologie capsulo-legamentose è poco indicata se non in casi selezionati dove è molto utile, per lo studio della patologia delle ossa.

A differenza della TAC non utilizza radiazioni ionizzanti ma campi elettromagnetici che inviano dati ad un computer sofisticato che li rielabora e li trasforma in immagini del distretto studiato, motivo per cui a tutt’oggi non viene considerata una macchina ad emissione di radiazioni nocive.

  • L’esame dura diversi minuti (in genere da 5 a 20) durante i quali dovrete stare immobili su un lettino mentre uno scanner a forma di tubo passerà in esame la sezione del vostro corpo sottoposta a studio.
  • La RMN crea un campo elettromagnetico attorno a voi e invia onde radio sula zona studiata le onde risuonano sui tessuti che le rimbalzano a diverse frequenze.

Un computer registra il tasso di vibrazione che i tessuti hanno e le traduce in immagini bidimensionali permettendo di creare una scansione molto precisa del distretto oggetto di studio. Di seguito alcuni esempi di RMN nello studio delle lesioni della cuffia dei rotatori della spalla (Fig.10) e delle lesioni legamentose del ginocchio (Fig.11) e meniscali (Fig.12). Fig.10 Fig.11 Fig.12 L’esame non è invasivo ma la macchina può essere rumorosa durante l’acquisizione delle immagini. Le persone che soffrono di claustrofobia potrebbero non sopportare l’esame, esistono RMN “aperte” ( artroscan ) un pò meno sofisticate e precise ma che permettono lo studio articolare a coloro i quali hanno difficoltà ad eseguire l’esame con apparecchi “chiusi”.

Proprio grazie al fatto che questa macchina non viene considerata nociva talvolta se ne fa un uso improprio ed eccessivo gravando non poco sui costi sociali essendo un’indagine molto onerosa, per questo motivo dovrebbe essere prescritta sempre come risultato di una stretta collaborazione tra il proprio Medico di Medicina Generale ed uno specialista del settore.

Ad esempio, lo studio del ginocchio doloroso o di un’anca dolorosa di un anziano quasi mai necessita di una Risonanza Magnetica ma semplici radiografie standard, molto più veloci ed economiche, in genere forniscono tutte le informazioni necessarie alla formulazione di una diagnosi e della relativa cura.

  1. In campo ortopedico la Risonanza Magetica viene utilizzata più frequentemente per lo studio dei tessuti molli come ad esempio nelle lesioni legamentose e meniscali del ginocchio, le lesioni tendinee nella spalla, lesioni cartilaginee e labrali nell’anca.
  2. Anche per la RMN a volte è utile utilizzare mezzo di contrasto (chelati di Gadolinio) per studiare meglio il distretto interessato.

In ambito ortopedico la RMN ha diversi impieghi :

Studio delle lesioni legamentose del ginocchio. Studio delle lesioni meniscali e cartilaginee del ginocchio. Studio delle lesioni tendinee della spalla. Studio delle lassità legamentose della spalla. Studio del conflitto femoro acetabolare dell’anca. Studio delle lesioni cartilaginee dell’anca. Studio delle lassita di caviglia. Studio delle lesioni osteocondrali della caviglia. Studio delle patologie del rachide. Studio delle lesioni legamentose del polso. Studio delle lesioni osse del polso. Studio delle lesioni legamentose del gomito. Studio delle fratture da stress.

Dopo un’accurata visita da parte del medico ortopedico è molto probabile che dovrete sottoporvi ad un esame diagnostico di questo tipo. Visita la Radiologia dell’Ospedale di Borgotaro dotata delle più moderne attrezzature cliccando qui. Leggi attentamente la scheda informativa sul consenso all’esecuzione di esami cliccando qui,

Come si vedono i bronchi?

La broncoscopia è un esame utilizzato per valutare lo stato dei bronchi. Lo strumento con cui si esegue consente di visualizzare direttamente le vie aeree, introdurre sonde per prelevare campioni di tessuto e instillare farmaci o liquidi di lavaggio.

Come verificare lo stato dei polmoni?

L’esame spirometrico misura la salute dei polmoni e può essere utilizzato per diagnosticare e monitorare le affezioni polmonari. Durante l’esame dovrai espirare quanta più aria possibile, con la massima forza possibile, in un dispositivo chiamato spirometro.

sei o sei stato un fumatore soffri di tosse frequente ti viene il fiato corto quando cammini a un’andatura sostenuta sei preoccupato per la salute dei tuoi polmoni sei già in cura per una malattia polmonare

Cosa significa radiografia in bianco?

Radiografia dell’addome in bianco È la radiografia della parte interna della pancia che contiene le vie urinarie, ovvero l’insieme degli organi attraverso i quali si ha l’eliminazione dell’urina all’esterno (bacinetti renali, pelvi renale, ureteri, vescica ed uretra).

  1. È un esame molto semplice, che sfrutta i raggi X (radiazioni).
  2. Il paziente deve assumere una particolare posizione, indicatagli dall’operatore e tale da far pervenire i raggi X, inviati dallo strumento, sulla parte del corpo in osservazione.
  3. Le strutture di un organismo assorbono i raggi X in modo diverso.

Quelle più dense (ad esempio le ossa) assorbono la radiazione più facilmente di quelle meno dense (ad esempio la pelle, i polmoni, ecc.) e la parte di radiazione non assorbita (che, cioè, ha attraversato i tessuti) può essere “raccolta” su una lastra fotografica.

Si ottiene, così, la radiografia, vale a dire un’immagine in “bianco e nero” in cui i tessuti più densi appaiono chiari e quelli meno densi appaiono scuri, con diverse sfumature di grigio. L’esame è utile per la diagnosi della calcolosi renale, una malattia caratterizzata dalla formazione di calcoli (una specie di pietruzze) nelle vie urinarie, provocata da depositi di calcio o di altri minerali.

I calcoli risaltano nella radiografia, perché sono solidi e, dunque, a differenza del tessuto circostante, non si lasciano attraversare dai raggi X. Dura una decina di minuti e non è doloroso.

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LE SEGUENTI ISTRUZIONI VANNO SEGUITE SCRUPOLOSAMENTE PRIMA DI EFFETTUARE L’ESAME  Nei 3 giorni precedenti all’esame il paziente dovrà evitare di mangiare: – pane fresco – frutta e verdura o latte La sera precedente all’esame dovrà effettuare un clistere evacuativo per liberare l’intestino; Il giorno dell’esame il paziente dovrà presentarsi a digiuno da almeno 6 ore. Nessun modulo da scaricare. Nessun modulo da scaricare. : Radiografia dell’addome in bianco

Cosa vuol dire immagine Radiopaca?

Risorse sull’argomento La radiografia convenzionale comporta l’uso di raggi X; il termine RX standard (diretta) è talvolta usato per distinguere le radiazioni ionizzanti usate in modo convenzionale rispetto ad altre tecniche (p. es., TC). Nella radiologia convenzionale, viene generato un fascio di raggi X che viene fatto passare attraverso il paziente fino a una pellicola o a un rivelatore di radiazioni, producendo un’immagine.

I differenti tessuti molli attenuano i fotoni X in modo differente, in base alla densità dei tessuti; più denso è il tessuto, più chiara (radiopaca) è l’immagine. La gamma di densità, da più a meno elevata, è rappresentata da metalli (bianchi, o radiopachi), corticale ossea (meno bianca), muscoli e liquidi (grigi), grasso (grigio più scuro), aria e gas (neri, o radiotrasparenti).

La radiologia tradizionale è la metodica di imaging più facilmente disponibile. In genere, è la metodica di imaging di prima scelta per esaminare gli arti, il torace e, talvolta, la colonna vertebrale e l’addome. Queste aree contengono importanti strutture con densità che differiscono da quelle dei tessuti adiacenti.

Fratture: le strutture ossee radiopache vengono ben visualizzate perché adiacenti ai tessuti molli grigi. Polmonite: l’essudato infiammatorio che riempie i polmoni viene ben rappresentato perché fa contrasto con gli spazi aerei adiacenti più radiotrasparenti. Occlusione intestinale: le anse dell’intestino dilatate, piene d’aria, vengono ben visualizzate tra i tessuti molli circostanti.

Un fascio di raggi X a emissione continua è utilizzato per produrre immagini in tempo reale di organi o strutture in movimento. Il più delle volte viene utilizzata la fluoroscopia

Con mezzi di contrasto (p. es., studi di deglutizione o cateterizzazione coronarica) Durante le procedure mediche per guidare il posizionamento di una guida cardiaca, un catetere o un ago (p. es., in test elettrofisiologici o interventi percutanei coronarici)

La fluoroscopia può essere utilizzata anche in tempo reale per rilevare il movimento del diaframma e di ossa e articolazioni (p. es., per valutare la stabilità di lesioni muscolo-scheletriche). L’accuratezza diagnostica è limitata in molte situazioni. Altri esami di imaging possono avere vantaggi, come fornire un migliore dettaglio o essere più sicuri o più rapidi. Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.

Quale tipo di radiografia è più indicata per individuare una lesione cariosa Interprossimale?

Diagnosi e prevenzione della carie mediante la tecnologia DIFOTI

Marco Bunino, Ivan Zanini Diagnosis and prevention of carious lesions by means of DIFOTI technology L’apparecchiatura DIAGNOcam si è dimostrata efficace nella pratica quotidiana per individuare precocemente lesioni cariose a livello interprossimale; inoltre, è utile nei casi in cui non è possibile procedere con radiografie.

Riassunto Scopo del lavoro. La diagnosi precoce delle carie interprossimali rappresenta una complessa sfida nella pratica quotidiana. Le metodiche tradizionali non permettono di individuare con certezza tutte le lesioni, in particolare quelle di piccole dimensioni.

Lo scopo di questo lavoro è di valutare la capacità di una nuova apparecchiatura (DIAGNOcam, KaVo ® ) di distinguere con maggiore accuratezza le carie interprossimali più piccole. Materiali e metodi. Sono stati valutati 62 pazienti regolarmente inseriti in un programma di prevenzione, due operatori distinti hanno eseguito le radiografie bitewing e una scansione completa delle arcate con il DIAGNOcam.

Ogni operatore ha segnalato le lesioni evidenziate indicando quali fossero da trattare e quali no. Le lesioni definite come da trattare da uno o da entrambi gli operatori sono state in seguito curate. Risultati. Sono state individuate 30 lesioni cariose mediante radiografie bitewing e di queste 22 sono state segnalate come da trattare; sono state rilevate 72 lesioni, di cui 63 da trattare mediante la valutazione con DIAGNOcam.

Conclusioni. La valutazione tramite le sole radiografie non permette di distinguere tutte le lesioni, mentre con l’utilizzo del DIAGNOcam vengono individuate anche lesioni di piccole dimensioni, che sovente non richiedono ancora un intervento invasivo, ma possono essere monitorate o trattate diversamente.

Con il DIAGNOcam non sono individuabili lesioni al di sotto di restauri conservativi o protesici, perché la trasmissione luminosa viene bloccata da questi. L’utilizzo dell’apparecchiatura è utile anche durante la fase di trattamento perché permette di effettuare una rimozione selettiva del tessuto dentale.

  • Summary Aim of the study,
  • Early detection of interproximal caries is a difficult challenge in daily practice.
  • The traditional methods do not allow to identify with certainty all lesions, particularly those of small size.
  • The purpose of this study was to evaluate the ability of a new equipment (DIAGNOcam, KaVo ® ) to identify the interproximal caries of small dimensions.

Materials and Methods.62 patients, regularly inserted in a prevention protocol, were evaluated. Two independent operators performed bitewing X-rays and a complete scan of the arches with the new system. Each operator indicated which lesions were to be treated and which were not.

  • The lesions, defined to be treated from one or both of the operators, were subsequently cured. Results.
  • Bitewing X-rays identified 30 carious lesions and 22 of these were considered in need of treatment.
  • On the other hand, DIAGNOcam allowed the detection of 72 lesions, including 63 to be treated.
  • Conclusions.

X-rays cannot always detect lesions while the use of DIAGNOcam allow the identification even of small lesions, which often do not yet require an invasive but may be monitored or treated differently. With the DIAGNOcam are not identified lesions to below conservative and prosthetic restorations because the light transmittance is blocked by these.

  1. The use of the apparatus is also useful during the treatment phase because it allows to carry out a selective removal of healthy tissue to reach the lesion.
  2. L’ odontoiatria moderna si pone, tra i vari obiettivi l’intercettazione e l’arresto delle lesioni decalcificanti iniziali mediante terapie non invasive e di remineralizzazione, la diagnosi precoce delle lesioni cariose e il loro eventuale trattamento precoce 1,
See also:  Ml Come Si Legge?

L’individuazione precoce delle carie sulle superfici occlusali e interprossimali rappresenta una sfida quotidiana nella vita professionale di ogni odontoiatra. Oltre alla valutazione di presenza/assenza della lesione, deve essere anche valutato lo stadio di avanzamento per determinarne la necessità di monitoraggio o trattamento 2,

  • Le metodiche diagnostiche tradizionali (ispezione visiva e mediante strumenti manuali) presentano dei limiti per cui le lesioni più piccole o nascoste possono non essere individuate 3,
  • Le radiografie bitewing, sebbene rimangano un mezzo diagnostico fondamentale, non permettono di individuare carie di piccole dimensioni 4,

Negli ultimi anni sono state introdotte in commercio apparecchiature che, attraverso vari sistemi, permettono di effettuare una valutazione più accurata delle superfici occlusali 5 e interprossimali. Come Si Legge Una Radiografia 1a. Bitewing: sospetto carie mesiale 26 Come Si Legge Una Radiografia 1b. Immagine DIAGNOcam: carie con coinvolgimento della dentina Come Si Legge Una Radiografia 1c. Situazione clinica iniziale Come Si Legge Una Radiografia 1d. Intervento mirato nel punto della lesione In particolare è disponibile, dall’autunno del 2012, un’apparecchiatura (DIAGNOcam, KaVo ® ) che sfrutta la tecnologia DIFOTI (digital fiber optical transillumination) per valutare le lesioni interprossimali dei denti posteriori (premolari e molari).

  • Lo strumento è composto da una telecamera con una sorgente di luce di 780 nm, una connessione USB a un computer con un software dedicato.
  • I bracci elastici con fibre ottiche trasmettono la luce attraverso la gengiva e l’osso alveolare fino alla radice dentale e poi verso la corona dentale.
  • L’immagine creata mostra il dente dalla sua superficie occlusale.

Questo studio ha come obiettivo di comparare la diagnosi eseguita mediante radiografie bitewing con quella eseguita mediante questo nuovo sistema per meglio definirne vantaggi e limiti. Materiali e metodi 62 pazienti sono stati sottoposti a visite di controllo periodiche presso uno studio odontoiatrico privato per un periodo di 4 mesi. Come Si Legge Una Radiografia 1e. Cavità che raggiunge la dentina Come Si Legge Una Radiografia 1f. Trattamento ultimato Il primo operatore (ZI) ha effettuato una valutazione clinica mediante sistemi di ingrandimento e l’esecuzione di radiografie bitewing con un sistema ai fosfori (Gendex ® DenOptix). L’analisi delle radiografie è stata eseguita con un monitor ad alta definizione variando esposizione e contrasto delle immagini con il software dedicato per meglio rilevare le eventuali lesioni cariose.

Successivamente, un altro operatore (BM) ha eseguito una scansione completa delle arcate con il DIAGNOcam, evidenziando tutte le lesioni visibili e indicando quali dovessero essere trattate e quali necessitassero di monitoraggio nel tempo, utilizzando come riferimento la classificazione proposta in un precedente lavoro 6,

Eventuali denti non visibili completamente nelle radiografie (per esempio, ottavi) non sono stati inseriti nello studio, le radiografie non sono state ripetute ed è stata data come attendibile la diagnosi mediante DIAGNOcam. I dati sono stati confrontati e solo le lesioni diagnosticate come «da trattare» da uno o da entrambi gli operatori sono state trattate. Come Si Legge Una Radiografia 2a. Lesione mesiale su 25 Come Si Legge Una Radiografia 2b. Presenza di lesione anche a livello distale Come Si Legge Una Radiografia 2c. Situazione clinica iniziale 2d. Carie mesiale Le altre sono state inserite in un programma di monitoraggio a breve termine. La seduta operativa ha previsto l’esecuzione di fotografie dell’elemento in questione prima della preparazione cavitaria e al termine della preparazione.

Tutti i casi sono stati realizzati mediante isolamento del campo operatorio con diga di gomma e la rimozione delle carie è stata effettuata con l’ausilio di sistemi di ingrandimento, utilizzando strumenti rotanti nella prima fase di escavazione per terminare con escavatori manuali al vanadio (Figura 1).

È stato segnalato il coinvolgimento della dentina.2e. Trattamento mirato lesione distale 2f. Entrambe le cavità coinvolgono la dentina Risultati Nel periodo di 4 mesi sono stati analizzate le radiografie e le immagini DIAGNOcam di 62 pazienti, di età compresa tra i 17 e i 66 anni (34,3 + 13,06).

  • Sono state individuate 30 lesioni mediante le radiografie bitewing, di queste 22 erano da trattare; mediante l’analisi con DIAGNOcam sono state intercettate 72 lesioni di cui 63 da trattare.
  • Le lesioni non trattate sono state inserite in un programma di prevenzione e controlli ravvicinati (6 mesi).61 carie su 63 raggiungevano la dentina, nessuna lesione coinvolgeva la camera pulpare.

Nessun caso ha determinato fenomeni di sensibilità post-operatoria.3a. Nessuna carie visibile 3b. Carie secondaria mesiale a 26 3c. Visione clinica della lesione Discussione Questo studio è stato effettuato per valutare l’efficacia diagnostica del DIAGNOcam nell’intercettazione precoce delle lesioni cariose interprossimali, confrontandola con le metodiche tradizionalmente utilizzate.

L’esame obiettivo, seppur eseguito in condizioni ottimali (assenza di placca batterica, perfetta asciugatura, utilizzo di sistemi ingrandenti) non permette di valutare in maniera sicura le superfici interprossimali. La transilluminazione mediante fibra ottica è un valido strumento per la diagnosi a livello dei denti anteriori e posteriori 7 (Strassler dice che funziona anche dietro), ma mediante il DIAGNOcam migliora la visualizzazione delle lesioni e le immagini che si ottengono possono essere salvate per un preciso monitoraggio nel tempo.4a.

Esame radiografico: carie 24D e decalcificazione mesiale a 25 4b. Visione occlusale con DIAGNOcam, aspetto irregolare della lesione distale 4c. Situazione iniziale: carie su 24 visibile clinicamente Le radiografie bitewing sono attualmente l’esame di elezione per la valutazione delle carie interprossimali, ma molte lesioni possono non essere individuate 8-10,

Mediante il DIAGNOcam si individuano lesioni anche molto piccole, che non necessariamente devono essere trattate, ma che possono essere monitorate frequentemente senza determinare il rischio stoc astico connesso all’esecuzioni di indagini radiografiche. Altro aspetto rilevante è che con le radiografie, in caso di trattamento precoce di piccole carie, diventa difficile avere un approccio minimamente invasivo, in quanto non si hanno indicazioni sulla posizione in senso vestibolo linguale della carie, con il conseguente rischio di rimuovere più tessuto sano del necessario.4d.

Cavità estesa alla dentina 4e. White spot mesiale su 25 4f. Ricostruzione del dente 4g. Caso finito Con l’immagine che si ottiene con la transilluminazione (Figura 2) si può intervenire esattamente dove è presente la lesione, utilizzando strumenti di piccole dimensioni.

Con le radiografie possono risultare nascoste carie secondarie situate vestibolarmente o lingualmente all’otturazione pre-esistente. Con la transilluminazione queste lesioni possono essere individuate e trattate precocemente (Figura 3). Questa metodica presenta come limite il fatto che la luce non attraversa materiali come l’amalgama, il composito o i metalli, per cui tutte le carie secondarie al di sotto di questi materiali non risultano visibili.

La classificazione proposta 6 indica come da trattare le lesioni che hanno raggiunto un’ampia area di contatto con la dentina, mentre posso essere monitorate quelle che presentano un contatto puntiforme. Le carie che hanno ormai superato la giunzione smalto dentina in maniera importante (D3-D4) 11 sono probabilmente meglio valutabili radiograficamente perché viene visualizzato il rapporto con la cavità pulpare.

  • Bisogna prestare molta attenzione all’aspetto dell’immagine ottenuta per transilluminazione, perché se l’area scura non è omogenea probabilmente non si tratta ancora di una lesione cavitata e può essere quindi ricontrollata nel tempo (Figura 4e).
  • Conclusione Il DIAGNOcam rappresenta un valido aiuto nella pratica quotidiana nell’individuazione precoce delle lesioni cariose a livello interprossimale e nell’attuazione di metodiche minimamente invasive risulta indispensabile in tutti quei casi in cui non è possibile eseguire indagini radiografiche.

Non è una metodica alternativa alle metodiche diagnostiche tradizionali, che rimangono indispensabili quando sono presenti restauri conservativi o protesici. Corrispondenza Marco Bunino [email protected] Conflitto di interessi Questo lavoro è stato realizzato senza nessun contributo economico o di apparecchiature da parte delle aziende citate.

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Helv Odontal Acta 1966; 1:1–18. Diagnosi e prevenzione della carie mediante la tecnologia DIFOTI – Ultima modifica: 2016-07-15T08:50:24+00:00 da Redazione : Diagnosi e prevenzione della carie mediante la tecnologia DIFOTI

Cosa si vede da una radiografia alla schiena?

A cosa serve l’RX della colonna vertebrale completa? – L’esame radiografico della colonna vertebrale consente di ottenere immagini del tratto cervicale, dorsale e lombo-sacrale e di identificare alterazioni congenite (scoliosi), acquisite, processi degenerativi o post-traumatici.

Che radiografia fare per il mal di schiena?

Quanto dura e come si svolge una radiografia della colonna lombare – Per eseguire una radiografia della colonna lombare sono sufficienti pochi minuti. Di solito il paziente viene fatto distendere su un lettino e sottoposto all’azione di uno scanner in grado di elaborare in pochi secondi delle immagini dettagliate della colonna, utili al medico per produrre estemporaneamente la propria diagnosi.

Cosa si vede con la radiografia ai polmoni?

Perché eseguire una radiografia torace – La radiografia torace permette di osservare e valutare parti ossee (clavicola, sterno, coste) e non: i polmoni, il cuore, i vasi sanguigni, la presenza eventuale di liquido o aria nella pleura (sierosa che riveste i polmoni) e nel pericardio (sierosa che riveste il cuore).

Quali sono gli esami per vedere se c’è un tumore?

La diagnosi precoce delle recidive – Al termine dei cicli di trattamento prescritti dall’oncologo dopo l’individuazione del tumore è importante continuare a sottoporsi a periodici esami di controllo, Questi esami costituiscono infatti lo strumento più importante per una diagnosi precoce nel caso di eventuali recidive, cioè nel caso il tumore si ripresenti.

Per molti tumori uno dei controlli più utilizzati è la valutazione dei livelli di particolari marcatori tumorali, sostanze prodotte dal tumore e presenti nel sangue. Per esempio, una paziente che ha affrontato in precedenza un trattamento per tumore ovarico si dovrà sottoporre a prelievi di sangue per il dosaggio di un marcatore chiamato CA125; nel caso, invece, di un uomo con un precedente carcinoma della prostata si andrà a valutare il livello di PSA,

I controlli, semplici prelievi di sangue, devono essere effettuati a intervalli di tempo abbastanza ravvicinati nel periodo immediatamente successivo al trattamento del tumore primario, per diventare poi sempre meno frequenti con gli anni in caso non si verifichino variazioni significative.

  1. Se invece i livelli dei marcatori aumentano, sarà il medico a suggerire l’intervento più adatto.
  2. Oltre alla valutazione dei livelli dei marcatori tumorali esistono altri esami utili a diagnosticare in modo precoce le recidive: ogni tumore ne prevede alcuni specifici, dalla TC alla radiografia, dalla colonscopia all’ ecografia eccetera.

Per questo invitiamo il lettore a consultare la scheda relativa al tumore di suo interesse nella sezione Guida Tumori di questo sito,

Come capire se si tratta di frattura?

Fratture Il termine frattura designa l’ interruzione della continuità di un osso ; questo avviene in genere a seguito di un trauma, come per esempio una caduta. La frattura può essere diretta o indiretta : nel primo caso la frattura si colloca nella zona traumatizzata, nel secondo caso la frattura interessa un osso distante dalla parte colpita.

Come capire se si è rotto l’osso?

Frattura: tipologia e trattamento Sono diversi i traumi che il nostro corpo può subire in seguito, per esempio, a una caduta o a un movimento sbagliato. La lussazione interessa soprattutto la spalla ed è la fuoriuscita della testa dell’omero dalla cavità glenoide, ossia quella rientranza ossea in cui questa parte è alloggiata.

La spalla può assumere una posizione innaturale e il dolore può essere più o meno intenso. Si tratta della rottura di un osso, che spesso viene provocata da una caduta. La frattura è la rottura di un osso, spesso provocata da una caduta. Si tratta della rottura di un osso, che spesso viene provocata da una caduta.

Le ossa sono sempre collegate a vasi sanguigni, nervi, organi interni, quindi le fratture devono essere sempre trattate con cura facendo attenzione ad evitare movimenti inutili. I sintomi più comuni sono: un forte dolore nel punto della lesione che aumenta con il movimento (spesso si avverte il rumore dell’osso che si è rotto), il punto della rottura appare gonfio e arrossato, l’arto lesionato appare deformato se paragonato all’altro arto.

  • Fattori di rischio Conoscere i fattori di rischio che possono portare alle fratture significa ridurre la loro incidenza.
  • Le fratture vertebrali sono spesso spontanee o dovute allo sforzo sostenuto nel sollevare un peso; le fratture del femore, dell’omero o del polso, invece, sono conseguenti a una caduta.
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I fattori di rischio si distinguono, generalmente, in:

ambientali: superfici scivolose, imperfette o instabili, mobili troppo alti che comportano il dover salire su scale o sedie, scale non fornite di corrimano o con gradini di diverse dimensioni, e qualsiasi altra situazione in cui aumenta il rischio di cadere o di un trauma fisico. clinici: dovuti alla presenza di malattie concomitanti che compromettono la stabilità e l’equilibrio, favorendo le cadute, come l’artrosi o l’artrite reumatoide, disturbi del ritmo cardiaco, improvviso calo della pressione arteriosa, scarsa coordinazione dei movimenti e in generale situazioni di alterazione dell’equilibrio.

Tipi di frattura La frattura si definisce:

composta, quando due o più frammenti di osso a livello dell’interruzione rimangono nella posizione anatomica (questo tipo di frattura può non essere del tutto evidente all’esame radiografico) scomposta, quando i monconi o i frammenti sono spostati rispetto alla pozione anatomica (è in genere visibile una deformazione dell’osso) esposta, quando anche la cute è stata lacerata e la lesione è quindi esposta all’aria, con rischio di infezioni.

Cosa fare Se la frattura è esposta (cioè le estremità dell’osso lacerano la pelle), il primo intervento consiste nel controllo dell’emorragia In generale, è bene chiamare un’ambulanza. In questo caso non fate nulla, evitate di muovere l’infortunato e limitatevi a rendere l’attesa più confortevole, per esempio coprendolo con una coperta.

evitare nel modo più assoluto massaggi più o meno energici della parte colpita, così come qualsiasi manovra atta a “rimettere a posto” l’osso spostato evitare di togliere gli indumenti a meno che non stringano eccessivamente o ci sia un’emorragia per una frattura esposta; in tal caso è preferibile tagliarli non muovere mai un infortunato del quale si sospetti la frattura della colonna vertebrale poiché il minimo movimento, danneggiando il midollo spinale, potrebbe avere conseguenze disastrose.

Come immobilizzare un osso fratturato

La fasciatura non deve mai avvolgere il punto della lesione ma deve sempre essere applicata al di sopra e al di sotto della stessa, perché il gonfiore dovuto al trauma potrebbe ostacolare la circolazione Applicate prima la fascia al di sopra della lesione e poi quella al di sotto: ciò favorisce il corretto posizionamento dell’arto Se utilizzate una stecca, tra l’arto lesionato e il supporto, inserite qualcosa che serva da imbottitura La fasciatura deve essere sufficientemente stretta da impedire il movimento ma non troppo da impedire la circolazione Controllate sempre il colore delle unghie: se tende a diventare bluastro sarà necessario allentare la fasciatura

Trattamento La terapia è conservativa (gessi) nella maggior parte delle fratture composte mentre è chirurgica in quelle scomposte e/o esposte. Queste ultime, conducono spesso alle infezioni per contaminazione batterica, nonostante si intervenga correttamente.

Le fratture guariscono in genere in circa 30 giorni nei segmenti di modeste dimensioni ed in 3-6 mesi nelle ossa lunghe degli arti. La lussazione è una perdita permanente del contatto tra le superfici articolari delle ossa che segue un trauma o un’esagerata forzatura dei movimenti. Interessa soprattutto la spalla (raramente l’anca), che può assumere una posizione innaturale provocando un dolore più o meno intenso.

Si accompagna a lacerazioni più o meno estese della capsula articolare e dei legamenti. La forza che provoca la lussazione può essere diretta o indiretta:

diretta, quando la forza traumatizzante agisce su uno dei capi articolari, mentre l’altro rimane fisso indiretta, quando la forza traumatizzante agisce a distanza e si trasmette all’articolazione con un meccanismo in cui l’arto agisce da leva.

Le lussazioni si possono associare a fratture delle terminazioni ossee. Oltre alla spalla possono essere interessate da lussazioni il gomito, il collo del piede e il ginocchio. I sintomi più comuni di una lussazione sono il dolore fortissimo al momento del trauma, che aumenta con i tentativi di movimento, e la deformità del profilo articolare, dovuta allo spostamento dei due estremi ossei e al versamento di sangue.

Cosa fare La prima cosa da fare in caso di lussazione è sostenere (tenere alzato) e immobilizzare l’arto leso, per evitare un accumulo di sangue. Si può poi applicare un impacco freddo per limitare l’ematoma e praticare una fasciatura non rigida. La riduzione (sistemazione) della lussazione, però, deve essere eseguita rigorosamente da personale esperto, che, con opportune manovre, farà slittare di nuovo le ossa nella posizione corretta.

Nel caso di lussazione della spalla, che a volte si può ripresentare, l’infortunato può in certi casi indicare al soccorritore quali movimenti compiere per ridurre direttamente la lussazione.È importante che la lussazione venga ridotta il più presto possibile: più tempo passa e più importanti diventano le alterazioni della capsula e le possibilità di complicazioni.

Come si fa a capire se una frattura è guarita?

Un osso fratturato provoca dolore in fase di guarigione? | EXOGEN Ultrasound Bone Healing System Il dolore è la risposta naturale dell’organismo a una frattura ossea. Immediatamente dopo aver subito l’infortunio, si avverte in genere un dolore intenso o acuto proveniente sia dalla frattura sia da altre lesioni ai tessuti circostanti.

  1. Sfortunatamente, il dolore non viene percepito solo in questa fase, bensì può permanere anche durante il processo di guarigione della frattura.
  2. Fasi del dolore durante il processo di guarigione di una frattura In generale, sono tre le fasi del dolore a seguito di una frattura ossea, indicate come dolore acuto, dolore subacuto e dolore cronico.

Il dolore acuto di solito si verifica immediatamente dopo aver subito la lesione. Dopo circa una settimana o due, in genere il dolore inizia ad attenuarsi. A questo punto, comincia il processo di guarigione dell’osso fratturato e del tessuto molle circostante, per cui sono necessarie un paio di settimane.

  • Il dolore solitamente percepito in questa fase è definito come dolore subacuto.
  • L’ultima fase del dolore è rappresentata dal dolore cronico.
  • Questo tipo di dolore si protrae a lungo anche dopo la guarigione di frattura e tessuti molli.
  • Le fratture possono causare tutti o alcuni di questi tipi di dolore.

Dolore acuto subito dopo l’infortunio Subito dopo aver subito una frattura, si avverte un dolore intenso. In questa fase, vengono spesso prescritti farmaci per attenuare il dolore acuto, che diminuirà con il tempo. In seguito a una frattura ossea, potrebbero rendersi necessari un intervento chirurgico per il riallineamento dell’osso fratturato, l’ingessatura, il ricorso a un altro dispositivo che mantenga immobile l’osso fratturato o altri trattamenti medici.

  • Indipendentemente dal metodo utilizzato per la cura della frattura ossea, la soluzione è riallineare le estremità ossee e immobilizzare la frattura per diverse settimane in modo da stabilizzare l’osso per favorirne la guarigione.
  • Al fine di agevolare al massimo questa fase del processo di guarigione, è molto importante attenersi alle istruzioni del medico curante, in particolare per quanto riguarda il riposo, oltre ad evitare movimenti superflui così da consentire la corretta guarigione dell’osso fratturato.

Dolore subacuto in fase di guarigione dell’osso Dopo circa una settimana o due, il dolore peggiore sarà passato. A questo punto, comincia il processo di guarigione dell’osso fratturato e del tessuto molle circostante, per cui sono necessarie un paio di settimane.

Il dolore solitamente percepito in questa fase è definito dolore subacuto. Il dolore subacuto è causato principalmente dall’assenza di movimento, necessario per favorire la guarigione ossea. L’inattività può irrigidire i tessuti molli intorno alla lesione e indebolire i muscoli. Inoltre, in fase di guarigione della frattura potrebbero svilupparsi tessuto cicatriziale e infiammazione nei tessuti molli, comportando ulteriore dolore e difficoltà di movimento.

Spesso, in questa fase del recupero si consiglia di iniziare la terapia fisica. I fisioterapisti possono contribuire a ridurre la rigidezza mediante esercizi volti a rafforzare i muscoli indeboliti e migliorare la capacità di movimento. Questo permetterà di ridurre il dolore e migliorare la funzionalità dell’organismo compromessa dalla lesione.

Dolore cronico dopo la guarigione Quando si subisce una frattura, generalmente il processo di guarigione richiede del tempo ma alla fine il dolore scompare. Purtroppo, questo non accade per tutti. Alcuni possono continuare a manifestare dolore anche molto tempo dopo che la frattura e i tessuti molli sono guariti.

Questo è quello che viene definito dolore cronico. Il dolore cronico può essere causato da danno di un nervo, sviluppo di tessuto cicatriziale, aggravamento dell’artrite sottostante o altre cause. Fortunatamente, spesso questo tipo di dolore può essere trattato.

Terapia fisica Esercizio Farmaci

Questi trattamenti non assicurano la risoluzione del dolore cronico, ma possono contribuire a ridurlo e mantenerlo sotto controllo. La maggior parte delle persone è in grado di tenere sotto controllo il proprio dolore cronico, in modo che non costituisca un ostacolo allo svolgimento delle attività quotidiane, con conseguente miglioramento della qualità della vita.

  • Tuttavia, per una piccola percentuale di persone che soffrono di dolore cronico persistente, il dolore può essere sintomo di inadeguata guarigione.
  • Altri sintomi possono includere dolorabilità ossea, tumefazione e un forte dolore percepito in profondità all’interno dell’osso.
  • Se correttamente allineate e immobilizzate, la maggior parte delle fratture ossee guarisce.

Tuttavia, perché questo sia possibile, le ossa fratturate necessitano di un adeguato apporto di sangue al sito. Qualsiasi condizione che possa compromettere la circolazione sanguigna al sito della frattura può ritardare o impedire la guarigione ossea.

Un metodo comprovato per accelerare il processo di guarigione ossea è la stimolazione ultrasonica quotidiana del tessuto osseo fratturato. EXOGEN è un dispositivo che eroga una concentrazione ridotta di onde ultrasoniche all’osso fratturato. È stato dimostrato che questa stimolazione contribuisce ad accelerare i processi coinvolti nella guarigione ossea.

* *The clinical relevance of in vivo findings is unknown. : Un osso fratturato provoca dolore in fase di guarigione? | EXOGEN Ultrasound Bone Healing System

Perché fare una radiografia?

A cosa serve una radiografia? – L’esame radiologico, o radiografia, viene principalmente effettuato per documentare la degenerazione ossea (nota come artrosi), l’alterazione infiammatoria (artrite), eventuali metastasi o lesioni ossee in genere, le fratture in seguito a traumi. Discorso a parte riguarda la radiografia del torace e dell’addome dei quali si parlerà nelle relative sezioni.

Che differenza c’è tra radiografia e risonanza magnetica?

Informazioni utili sulla risonanza magnetica – Una risonanza magnetica o RM è una tecnologia più recente rispetto alla TAC o alla radiografia e non prevede l’utilizzo di radiazioni o di raggi X ma che si basa sulla fisica dei campi magnetici. Si tratta di una procedura abbastanza semplice: il paziente si sdraia su un lettino in posizione supina e viene inserito in un “tubo” aperto alle estremità nel quale viene sottoposto ad un forte campo magnetico.

  • Grazie a questo procedimento i nostri protoni acquistano energia e seguono l’andamento del campo magnetico.
  • Una volta che quest’ultimo viene spento, gli atomi tornano a muoversi nella direzione originale emettendo così un segnale che verrà intercettato per creare un’immagine.
  • Il referto, rappresentato su diversi piani (sagittale, coronale e assiale), sarà molto più dettagliato rispetto a quello di un esame RX.

La procedura non comporta alcun rischio per l’essere umano che a seconda del caso, potrà anche ripetere l’esame a breve distanza di tempo. La risonanza magnetica viene solitamente effettuata per esaminare i diversi organi, lo scheletro o le articolazioni, a seconda della patologia presentata dal paziente.

Cosa si vede da una radiografia all’addome?

In cosa consiste Si tratta di un esame radiologico che sfrutta la tecnologia dei raggi X per evidenziare in modo differente le diverse strutture che si trovano all’interno dell’addome. Nelle immagini prodotte dall’esame, infatti, le ossa appaiono molto più chiare e compatte rispetto agli altri tessuti, e sono quindi facilmente distinguibili, mentre gli organi sono più suri.

  1. Per la durata dell’esame (in genere non più di cinque minuti) l’addome viene scansionato con un’apparecchiatura radiografica posta in un’apposita saletta protetta.
  2. Le tecniche sono diverse a seconda della precisa finalità dell’esame, e il paziente può essere in disteso su un lettino o in piedi.
  3. L’esposizione ai raggi X, in ogni caso, non è pericolosa e la procedura non è invasiva.

A cosa serve La radiografia dell’addome viene utilizzata soprattutto per l’individuazione di calcoli renali o alla colecisti. In alcuni casi può essere utilizzata anche per ricercare corpi estranei o per sospette occlusioni o perforazioni intestinali.

  1. Spesso si tratta di un esame di monitoraggio o preliminare ad altri approfondimenti, affidati in genere a risonanze magnetiche e Tac del torace.
  2. Come prepararsi Se la radiografia è prescritta per sospetti calcoli è bene non assumere cibi contenenti fibre per almeno un giorno.
  3. Inoltre è consigliabile svolgere un clistere un’ora prima dell’inizio dell’esame.

Dopo l’esame Una volta terminata la radiografia, il paziente può riprendere le normali attività quotidiane.