Il complicato ciclo vitale delle meduse – Le meduse si riproducono sessualmente e l’uovo fecondato produce una piccola larva in grado di nuotare. Questa forma, detta planula, si fissa al fondo e si trasforma nel polipo, che si accresce nutrendosi di microscopici organismi marini.
- Nelle forme coloniali il polipo può anche riprodursi in forma asessuale, producendo varie copie di se stesso, fino a dare vita a una piccola colonia di suoi simili.
- Quando il polipo ha raggiunto la maturità, produce piccole meduse femminili e maschili che si accrescono in acque libere e si riproducono sessualmente, grazie alla liberazione di uova che vengono fecondate dai maschi.
Nelle meduse propriamente dette, la fase di polipo è presente solo in alcuni gruppi, ma il ciclo vitale di un grande numero di specie è poco conosciuto e non passa anno senza che emerga qualche novità. Una ha fatto recentemente grande scalpore: la scoperta di una medusa che sembra in grado di sconfiggere le regole stesse della vita, diventando.
Come si riproducono le meduse?
Riproduzione – Ciclo vitale degli Scifozoi ( strobilazione ): 1-8 planula e sua metamorfosi fino allo stadio di scifistoma (stadio polipoide); 9-10 strobilazione; 11 liberazione delle efire; 12-14 trasformazione dell’efira in medusa adulta. La riproduzione delle meduse è di tipo sessuale, avviene tramite gameti che generalmente vengono emessi nell’ambiente, dove avviene la fecondazione,
- la femmina depone le uova nel mare;
- il maschio libera gli spermatozoi che le fecondano;
- dallo zigote nasce la planula, una larva che scende e si fissa sul fondale dove poi successivamente assume la forma di un polipo e prende il nome di scifistoma (simile ad una attinia );
la fase asessuale
lo scifistoma si divide in seguito in efire, giovani meduse che diventeranno adulte.
Predatori naturali delle meduse sono soprattutto i cetacei, i pesci palla e le tartarughe marine, che ormai scarseggiano nel Mediterraneo, Altri, come gli Aeolidacea (un sottordine di molluschi) si nutrono delle nematocisti situate sui loro tentacoli, immagazzinandole per scopi difensivi.
Come si chiama la riproduzione delle meduse?
In certi periodi dell’anno, influenzati da fattori ormonali, sono in grado di generare giovani meduse grazie ad un particolare processo di riproduzione asessuale, la strobilazione.
Dove si formano le meduse?
Le meduse Le meduse appartengono a un gruppo di animali invertebrati chiamati cnidari o celenterati. Gli cnidari vivono principalmente nei mari, anche se ve ne sono alcuni che abitano nell’ acqua dolce. Non ci sono specie terrestri. Gli cnidari possono presentare due diverse forme: le meduse e i polipi.
- Le meduse galleggiano e nuotano nell’acqua.
- Hanno il corpo a forma di ombrello.
- Possiedono una bocca nella parte inferiore del corpo, e molti tentacoli, che pendono come una frangia.
- Il corpo è molle e di consistenza gelatinosa.
- I polipi hanno il corpo a forma di sacco.
- Nella parte superiore presentano un’apertura, che serve sia da bocca che da ano, ed è circondata da parecchi tentacoli.
I polipi non si muovono e vivono attaccati alle rocce. Alcuni formano gruppi o colonie costituite da molti polipi, in cui ogni individuo ha uno specifico compito. Le idre d’acqua dolce, gli anemoni di mare e i coralli sono polipi. Certi cnidari sono o polipi o meduse per tutta la loro vita.
- Tuttavia, ci sono altri cnidari che durante una parte della loro vita hanno forma di polipo, e nella restante hanno forma di medusa.
- CHE COSA MANGIANO? Gli cnidari sono predatori molto abili.
- Sono forniti di centinaia di piccoli “proiettili” che attendono il momento opportuno per essere sparati sulle loro vittime! Queste armi sono situate nei loro lunghi e ondulati tentacoli, e sono dette nematocisti; non sono presenti in nessun altro gruppo di animali.
La nematocisti è una capsula contenente al suo interno una sorta di frusta, chiamata filamento. Quando la preda è vicina, le nematocisti estroflettono (cioè, spingono in fuori) i filamenti sulla preda; questi penetrano nella vittima, iniettandole un veleno paralizzante.
- Allora, gli cnidari afferrano la preda con i tentacoli e la introducono nella bocca.
- Quindi, la spingono all’interno del loro corpo, nella cavità gastrovascolare, dove ha luogo la digestione,
- Gli cnidari assorbono le sostanze di cui hanno bisogno; il resto viene espulso dalla bocca, poiché il loro sistema digestivo è collegato con l’esterno attraverso un solo orifizio che funziona come bocca e come ano.
Le nematocisti della maggior parte degli cnidari non sono pericolose per gli esseri umani, anche se possono produrre un lieve prurito. Le punture di certe meduse, come la caravella portoghese, possono essere invece molto dolorose. COME SI RIPRODUCONO? Gli cnidari possono riprodursi per via sessuata e asessuata.
- I polipi possono riprodursi asessualmente attraverso la gemmazione.
- In questo processo, nel corpo del polipo si formano delle piccole gemme che, quando raggiungono la dimensione giusta, si staccano, dando vita a un nuovo polipo.
- Gli cnidari possono riprodursi anche sessualmente.
- Ci sono cnidari maschi e cnidari femmine; alcune specie sono ermafrodite, il che significa che lo stesso individuo è in grado di produrre cellule maschili e femminili allo stesso tempo.
Alcuni cnidari avvicendano una riproduzione asessuata con una sessuata. Molte meduse si riproducono sessualmente. Producono gameti, i quali si uniscono e danno vita a una larva detta planula. Questa larva si fissa sul fondale marino e si trasforma in un polipo, il quale genera per via asessuata altre nuove meduse.
Come vengono le meduse?
‘La maggior parte degli studiosi concorda nell’attribuire l’aumento di queste specie di medusa a due principali fattori: il riscaldamento degli oceani derivante dal cambiamento climatico e il numero crescente di attività antropiche svolte in mare.
Come nascono i cuccioli di medusa?
di Paolo Galli (ecologo Universit Milano Bicocca) – La riproduzione delle meduse avviene tramite la produzione di uova e spermatozoi che generalmente vengono emessi nell’ambiente dove avviene la fecondazione. Si formano quindi un uovo e poi una larva (planula) che lentamente scende e si fissa sul fondale marino. Il ciclo riproduttivo della medusa Il corpo dello scifostima subisce delle strozzature ciascuna delle quale dar origine a una efira, una piccola medusa a forma discoidale che col tempo diventer adulta.6 luglio 2020 | 06:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT
Quante uova fanno le meduse?
Quante uova fanno le meduse? – Successivamente, il polipo così formato si ciberà e crescerà fino a divenire una medusa adulta. La quantità di piccoli non è definita, come detto questi animali depongono molte uova, alcune specie fino a 500, ma poi non tutti gli esemplari riescono a sopravvivere e svilupparsi in meduse adulte.
Come avviene la riproduzione dei coralli?
Come tutti gli animali, il corallo si riproduce sessualmente (rilasciando sperma e uova) ma anche asessualmente (facendo talee come una pianta)! Scopriamo la misteriosa riproduzione dei coralli. Come tutti gli animali, i coralli si riproducono sessualmente,
Ci sono polipi maschili che producono gameti maschili (sperma) e polipi femminili che producono gameti femminili (uova). I coralli che vivono in una colonia possono avere sia maschi che femmine nella stessa colonia, quindi il corallo è detto ermafrodita. La fecondazione che avviene quando le cellule riproduttive maschili e femminili si incontrano può essere di due tipi: la fecondazione è esterna, e gli spermatozoi incontrano le uova in mare aperto, dopo essere stati espulsi dai polipi.
La fecondazione è interna, i polipi maschili emettono spermatozoi che vengono ricevuti in un polipo femminile in incubazione, Durante la fecondazione, si forma una cellula uovo che dà origine a una “larva planula ” che vaga per qualche tempo nelle correnti marine prima di cadere sul fondo. Come altri animali, il corallo ha la particolarità di potersi riprodurre asessualmente, cioè senza rilasciare cellule sessuali. I coralli si frammentano, sia a causa di perturbazioni naturali (tempeste, cicloni o predatori) sia per azione umana volontaria o involontaria.
- Se il pezzo frammentato, che può essere chiamato una talea, si trova in un ambiente favorevole, continuerà a crescere e a formare una nuova colonia, rafforzando così localmente la copertura del fondale.
- È questa caratteristica che offre agli acquari la possibilità di popolare le loro vasche senza prelevare specie selvatiche.
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A cosa servono le meduse nel mare?
cosa fare quando incontri.una medusa – WWF Italia > > > cosa fare quando incontriuna medusa Spesso ci si chiede cosa fare quando si incontra un animale in difficoltà. Magari passeggiando sulla spiaggia in riva al mare, ci è capitato di incontrare degli animali feriti e non sapere come comportarci. Scopri insieme a noi cosa fare! Le meduse hanno un ruolo ecologico fondamentale, infatti, non solo si nutrono del plancton, mantenendone sempre sotto controllo la presenza, ma favoriscono anche l’ossigenazione delle acque e sono il principale nutrimento di alcune specie chiave della catena alimentare. Se ti imbatti in una medusa durante una nuotata, puoi osservarla in sicurezza con maschera e boccaglio, altrimenti, se intimorito, cerca di non avvicinarti troppo e spostarti tenendo conto della presenza delle correnti che potrebbero spingere la medusa verso di te. Inoltre ricordati che puoi avvertire tu gli altri bagnanti della presenza della medusa per evitare inconvenienti. Se incontri o vieni punto da una medusa, non prelevarla per portarla fuori dall’acqua e lasciarla a secco sulla battigia, non solo è un’azione ingiustificata ma è anche sanzionabile penalmente dall’articolo 544 ter. del Codice penale sul maltrattamento degli animali. Ricordalo anche ad altri bagnanti che vedi compiere queste azioni! Se osservi una o più meduse appena prelevate e lasciate sul bagnasciuga puoi provare in sicurezza, ad esempio con un retino, a ricollocarle in acqua. Altrimenti puoi comunicare la loro presenza ad un bagnino che valuterà la situazione per evitare incidenti. Se ti imbatti in uno “sciame” di meduse piuttosto consistente in una determinata spiaggia, puoi contattare la Capitaneria di porto al 1530 che deciderà nel caso come intervenire. : cosa fare quando incontri.una medusa – WWF Italia
Come fa la medusa a vivere?
Immortalità biologica – Differenze strutturali tra polipo e medusa La maggior parte delle specie di meduse ha una durata di vita relativamente fissa, che, a seconda della specie, varia da alcune ore a molti mesi. La medusa di T. nutricula è l’unica forma nota per aver sviluppato la capacità di ritornare allo stato di polipo, attraverso un processo di transdifferenziazione che richiede la presenza di alcuni tipi di cellule (dal tessuto della superficie della campana e del sistema dei canali circolatori).
Queste subiscono una sorta di regressione ad una fase totipotente, dalla quale poi possono moltiplicarsi e differenziarsi in cellule diverse. Esperimenti di laboratorio hanno rivelato che tutte le meduse di T. nutricula, sia quelle appena nate sia quelle completamente mature, sono in grado di trasformarsi nuovamente in polipi.
La trasformazione della medusa è caratterizzata da un deterioramento della campana e dei tentacoli, con la successiva crescita del perisarco e degli stoloni, e infine dei polipi. Questi si moltiplicano ulteriormente formando una colonia. Questa capacità di invertire il ciclo vitale in risposta a condizioni avverse è probabilmente unica nel regno animale e consente alla medusa di aggirare o perlomeno ritardare la morte, rendendo T.
Perché le meduse vengono a riva?
Meduse morte sulle spiagge del Gargano, “noce di mare” incubo dei pescatori: intervista a Lucrezia Cilenti Si sono semplicemente spiaggiate le meduse avvistate sulla battigia in diverse località del Gargano nelle ultime settimane. Complici anche le spiagge deserte, fa una certa impressione la quantità di meduse morte passeggiando a riva.
- Beninteso, non si tratta di un’ecatombe, ma se ne trovano diverse a pochi metri di distanza.
- Nel mare incredibilmente cristallino dell’ottobrata ne sono state avvistate numerose anche in acqua.
- Per quanto il fenomeno possa essere inquietante “non è così preoccupante”, e non è collegato al riscaldamento globale o all’inquinamento.
“Non c’è una moria massiva a carico delle meduse, vero è che abbiamo un aumento di zooplancton gelatinoso negli ultimi dieci anni”, a spiegarlo è Lucrezia Cilenti, ricercatrice e biologa, referente della sede Cnr-Irbim (Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Lesina.
Ad agosto FoggiaToday aveva già parlato dell’ e della favorita dall’innalzamento delle temperature. “La moria può essere dovuta a senescenza e anche se avviene a largo delle coste le meduse non sono dotate di movimento proprio ma si lasciano trasportare dalle correnti”, Muoiono anche di vecchiaia, insomma.
La combinazione dei venti, delle correnti e della marea determina lo spiaggiamento e restano sul bagnasciuga. Il riscaldamento del mare c’entra nella misura in cui contribuisce all’aumento dello zooplancton gelatinoso. “Negli ultimi dieci anni abbiamo anche la presenza delle cubomeduse, non di quella australiana, per intenderci la vespa di mare, ma la Carybdea marsupialis che è quella cubomedusa che ha quattro lunghi flagelli molto urticanti e di cui bisogna fare attenzione.
Anche quello è un fenomeno che è favorito dall’innalzamento della temperatura”, Sono diverse le specie che popolano l’Adriatico e proliferano nelle acque del Gargano da dieci anni a questa parte. “Le più abbondanti sono i cosiddetti polmoni di mare – spiega Lucrezia Cilenti – meduse di grandi dimensioni, molto appariscenti ma che hanno uno scarso potere urticante e sono quelle che hanno un anello blu alla base del cappello.
Poi ci sono le meduse quadrifoglio che sono abbondanti per esempio nella laguna di Varano ma che per effetto del ricambio delle acque escono anche lungo le nostre coste. Non hanno dei tentacoli lunghi, e sul cappello sono evidenti le gonadi che formano proprio una specie di quadrifoglio di colore rosa aranciato.
- Molto bella e appariscente, la troviamo soprattutto al largo verso le Isole Tremiti, è la Cassiopea Mediterranea che dall’alto sembra un uovo fritto e ha dei tentacoli piuttosto evidenti, non lunghi ma corti e tozzi, dove ci sono molti pesciolini che vanno a mangiare ciò che la medusa rilascia”.
- L’immagine della Cassiopea quest’estate ha fatto il giro del web con post virali che ne segnalavano la presenza anche alle Isole Tremiti, accompagnati da un simpatico messaggio in prima persona in cui avvertiva: “io sono innocua, non infilzatemi, non uccidetemi per il gusto di farlo”, con l’invito a riportala in acqua qualora trovata in prossimità della riva.
In autunno, piuttosto, l’incubo dei pescatori si chiama “noce di mare”. “In questo periodo sono molto evidenti e massicci, ne ho visti anche io stessa alle Isole Tremiti, ma sono numerosissimi anche nelle nostre lagune, gli ctenofori, genere Mnemiopsis leidyi, detti volgarmente noce di mare, che danno dei problemi ai pescatori tradizionali, in quanto si accumulano nelle reti da pesca e sono causa anche di un decadimento delle popolazioni di piccoli pesci come le acciughe e le sardine.
- Queste fioriture di ctenofori, proprio perché mangiano le larve di pesce, possono portare ad un abbattimento delle popolazioni di questi piccoli pelagici.
- Questo è il periodo in cui ce ne sono di più.
- Verso settembre ottobre c’è questa esplosione di ctenofori”.
- La ricercatrice si compiace della maggiore attenzione ai fenomeni della natura che si riscontra anche sui social: “Fa piacere, vuol dire che incominciamo ad essere sensibili a queste tematiche”.
: Meduse morte sulle spiagge del Gargano, “noce di mare” incubo dei pescatori: intervista a Lucrezia Cilenti
Come mai le meduse pungono?
Perché pungono? – Quando si è al mare occorre prestare attenzione alle meduse, perché hanno dei tentacoli urticanti, Ma perché le meduse pungono? La sensazione di prurito che si ha quando ci si imbatte in una medusa dipende dai tentacoli, rivestiti da cellule urticanti che si attivano quando entrano in contatto con un corpo estraneo.
Quando ci sono le meduse in acqua?
Animali Che cosa fare quando si viene punti da una medusa? – Si possono toccare le meduse non urticanti? Meglio di no, anche se il loro veleno, per noi, è quasi innocuo. Anche i tentacoli delle meduse innocue, infatti, hanno i cnidocisti (i piccoli organelli cellulari che contengono il veleno) che possono restare sul palmo della mano e, se non le laviamo e poi ci tocchiamo gli occhi (o altre parti delicate), possiamo trasferire il veleno e provocare un’infiammazione.
- Di cosa è fatto il liquido urticante delle meduse? Da una miscela di tre proteine: una con effetto paralizzante, una con effetto infiammatorio e una neurotossica.
- «Non ci sono antidoti specifici per questi veleni – spiega Boero – che tuttavia sono termolabili, cioè si degradano ad alte temperature».
- Cosa si prova quando si è punti? Una reazione infiammatoria locale che dà bruciore e dolore.
«La pelle si arrossa e compaiono piccole rilevatezze dette pomfi, ma dopo circa 20 minuti la sensazione di bruciore si esaurisce e resta la sensazione di prurito» spiega Francesco Sacrini, specialista in dermatologia presso l’Istituto Clinico Humanitas di Milano.
Il grado di dolore-bruciore varia a seconda delle aree colpite e diventa insopportabile in caso sia colpita più del 50% della superficie corporea. Cosa fare quando si è punti? Stare calmi, respirare normalmente, uscire subito dall’acqua e poi lavarsi la parte colpita con acqua di mare. «Restare in acqua è pericoloso perché si possono avere anche reazioni gravi come lo shock anafilattico» consiglia Mario Aricò, dermatologo presso l’Università di Palermo e primario della divisione di dermatologia all’ospedale Giaccone di Palermo.
Precisa Sacrini: «La prima cosa da fare è lavarsi con acqua di mare e non con acqua dolce perché questa favorirebbe la scarica del veleno delle cnidocisti. L’acqua di mare, invece, è fondamentale per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e per diluire la tossina non ancora penetrata».
- Rimedi della nonna: funzionano? I rimedi fai da te quali a pplicare sulla parte una pietra (o acqua) calda, strofinare con sabbia calda, lavare con ammoniaca (o urina), aceto o alcool, non solo sono inutili, ma possono anche peggiorare la situazione.
- Il calore di una pietra o della sabbia non servono assolutamente perché per annullare le tossine bisognerebbe raggiungere 40-50 gradi.
Nemmeno l’ammoniaca e l’urina che la contiene servono: non sono disattivanti della tossina delle meduse e potrebbero ulteriormente infiammare la parte colpita. Qual è la medicazione da fare? Per avere un’immediata azione antiprurito e per bloccare la diffusione delle tossine è bene non grattarsi e applicare un gel astringente al cloruro d’alluminio. Una medusa botte di mare ( Rhizostoma octopus ). © Hans Leijnse/ NiS/Minden Pictures/contrasto Come evitare, infine, che sulla pelle resti la cicatrice? Non bisogna esporre la parte al sole, ma tenerla coperta finché non è finita l’infiammazione che può durare anche due settimane. L’area di pelle colpita dalle meduse, infatti, tende a scurirsi perché resta sensibile alla luce solare.
- Occhialini, maschera e tute anti-medusa aiutano? Nuotare con gli occhialini o la maschera aiuta a guardare sott’acqua e a scorgere eventuali pericoli e una tuta da surf può proteggere la pelle.
- Utili anche le nuove tute anti-medusa ideate e prodotte in Australia, in vendita in Italia on-line,
- E le creme antimedusa? In letteratura medica le creme dette “antimedusa” sono state formulate studiando i meccanismi di protezione utilizzati dal pesce pagliaccio,
Le creme antimedusa, attualmente in commercio, sono associate a filtri solari. Si basano, come descritto in lavori scientifici, principalmente su 4 principi: rendono scivolosa la pelle e di conseguenza difficile l’aggrapparsi dei tentacoli delle meduse; confondono il meccanismo di ricognizione della medusa; bloccano il sistema di attivazione delle cellule urticanti e combattono la pressione osmotica che si forma all’interno dei nematocisti,
- È possibile avere una risposta variabile a seconda della specie di medusa, dalla corretta applicazione e dal tempo di permanenza in acqua.
- Rimane sempre valido il consiglio di non tuffarsi quando nel mare sono presenti le meduse.
- Infine, è vero che le meduse amano i mari puliti e caldi? La loro presenza non significa necessariamente che l’acqua sia pulita anche se, come tutti gli animali, le meduse non amano l’inquinamento.
Dice Boero: «Ci sono specie che prediligono le acque fredde (incluse quelle artiche), e specie che prediligono quelle calde. Proprio come succede per i pesci: ci sono quelli tropicali, quelli artici, quelli costieri, quelli di profondità». C’è una stagione in cui le meduse popolano di più i mari? Di solito, le meduse diventano più abbondanti dopo la primavera.
Perché le meduse sono immortali?
La medusa immortale, Turritopsis nutricula, è stata scoperta qualche anno fa da ricercatori dell’Università di Lecce. La sua prerogativa dipende dal fatto che è capace di invertire il proprio ciclo biologico e di sfuggire così alla morte. ( Da dove viene il nome medusa? – Le meduse sono inutili? ) Doppio ciclo Di piccole dimensioni, ha un diametro di appena 4 millimetri, si sviluppa seguendo due stadi: nel primo è simile a un piccolo polipo, è infatti dotata di tentacoli utili per la caccia sottomarina, nel secondo si trasforma in medusa, con lo sviluppo di più tentacoli (passa da una decina a oltre 80).
- Una volta raggiunta la maturità sessuale e dopo essersi riprodotta, non muore.
- Scende sul fondo del mare e torna allo stadio giovanile da cui si era sviluppata.
- Per gli scienziati questo ringiovanimento è reso possibile, a livello cellulare, a causa di un fenomeno conosciuto come “transdifferenziamento”.
Il mutamento è dovuto all’azione delle cellule che da altamente specializzate si ri-trasformano in cellule non specializzate, tipiche della fase giovanile. Cellule, come quelle muscolari, che sono capaci di perdere la loro specializzazione morfologica e ritornare a uno stadio totipotente attraverso il quale possono essere prodotte nuove cellule con differenti caratteristiche.
Dove hanno il cervello le meduse?
Le meduse sono prive di cervello, di cuore e hanno un sistema nervoso elementare: alcune, però, hanno gli occhi con il cristallino, la cornea e la retina, simili ai nostri. Ma la loro vista è comunque sfocata, perché non riescono a elaborare le informazioni raccolte.
Quando ci sono le meduse il mare è pulito?
Che la presenza delle meduse indichi che il mare sia pulito è solo una diceria, per cui sfatiamo questo mito: avvistare delle meduse in mare non è sinonimo di una buona qualità delle acque, La presenza delle meduse potrebbe essere dovuta a diversi fattori, ognuno legato alle esigenze della specie.
Quanto dorme una medusa?
‘Come quando senti l’odore del caffè al mattino’ semplifica Sternberg. Infine, le meduse sono state tenute sveglie per 6-12 ore a notte, colpendole con degli spruzzi d’acqua: il giorno seguente si sono mostrate più sonnolente e propense a diventare quiescenti.
Che succede se uccidi una medusa?
Non è legale uccidere le meduse in Italia: attenzione alle multe Non si possono uccidere le meduse e trascinarle sulla sabbia facendole morire al sole. A dirlo è la legge. Questo comportamento, infatti, oltre ad essere crudele, è un vero e proprio reato.
I maltrattamenti per cattiveria e incuria sugli animali non sono punibili solo se inflitti ad animali domestici come cani o gatti: evitare la “crudeltà senza necessità” riguarda tutti gli animali e le meduse non sono da meno. Per questo motivo il nostro ordinamento prevede pesanti sanzioni applicabili anche a chi con leggerezza pesca meduse o animali marini per il mero piacere di farlo.
Le conseguenze per chi uccide le meduse possono essere davvero spiacevoli: la multa da 5mila a 30mila euro o la reclusione da 3 a 18 mesi, Anche se possono far paura, questo comportamento non è mai giustificato: ecco, allora, cosa prevede il Codice penale. Come detto, il nostro ordinamento giudiziario punisce gli atti di violenza sugli animali, non solo su quelli domestici più comuni, ma anche sugli animali selvatici e marini, Per questa ragione uccidere senza motivo le meduse costituisce un reato a tutti gli effetti.
E le conseguenze sanzionatorie si aggravano se l’animale, prima di morire, è stato torturato con sofferenze inutili. La norma di riferimento è l’ articolo 544-ter del che recita: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.” Ancora, l’art.544-bis del codice penale punisce, con la reclusione da quattro mesi a due anni, la condotta di chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale,
Che tipo di animale è la medusa?
Anatomia delle meduse: semplicemente efficienti – Le meduse (Classe Scyphozoa) appartengono al grande gruppo degli cnidari (Phylum Cnidaria), insieme ad e, Il loro corpo è caratterizzato da una simmetria radiale e si sviluppa concentricamente intorno ad un asse centrale: girando intorno ad una medusa la vedremo infatti sempre uguale, indipendentemente dall’angolazione da cui la osserviamo! La forma di questi animali è inconfondibile: il loro corpo (detto ombrella ) ricorda una campana, dal cui margine inferiore si dipartono, rivolti verso il basso, decine di tentacoli.
- l’epidermide, lo strato più esterno, che funge da barriera verso l’ambiente circostante;
- la gastrodermide, lo strato più interno, che riveste la cavità gastrovascolare;
- e infine la mesoglea, una massa gelatinosa che si frappone tra gli altri due strati e che favorisce il galleggiamento dell’animale. Proprio alla mesoglea, che conferisce alle meduse il caratteristico aspetto gelatinoso (jelly), si deve il nome inglese di jellyfish,
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Come si difende una medusa?
Il segreto della puntura delle meduse (Foto: : JOE KLAMAR/Getty Images) JOE KLAMAR La prima cosa che ci viene in mente quando sentiamo la parola è il dolore che si prova quando i suoi tentacoli vengono a contatto con la nostra pelle, arrossandola e infiammandola.
- Sebbene la maggior parte di questi, ovvero il phylum di animali che comprende coralli, idre e meduse, siano provvisti di veleni non letali (a parte alcuni rari casi) per noi esseri umani, riescono comunque a provocare sensazioni come forte, bruciore e prurito.
- Ma perché? Per difendersi o paralizzare le prede le meduse usano le nematocisti, organi urticanti contenenti speciali aghi biologici pieni di liquido urticante**,** che iniettano ad altissima velocità.
E ora, a meglio il meccanismo d’azione di questi speciali aghi è stato il team di ricercatori della University of Haifa and Technion–Israel Institute of Technology. “In risposta ai cambiamenti chimici nell’ambiente o al contatto fisico, aumenta la pressione all’interno dell’ago che viene espulso a un’accelerazione di oltre 50 milioni di metri al secondo, ovvero 100 volte l’accelerazione di un proiettile”, spiega sul Journal of the Royal Society Interface Uri Shavit, autore dello studio.
Ricerche precedenti avevano già evidenziato come le meduse siano in grado di difendersi con una reazione meccanica tra le più veloci nel mondo animale. E, in particolare, la velocità degli aghi delle meduse potrebbe essere causata dal loro potenziale osmotico : quando la piccola struttura di soli 10 micron di diametro viene anche solo sfiorata, la pressione aumenta in virtù delle diverse caratteristiche chimiche dell’acqua di mare al di fuori del corpo e quella all’interno dell’organismo, facendo scattare il veleno all’esterno.
: Il segreto della puntura delle meduse
Dove si trova la medusa più pericolosa al mondo?
Physalia physalis – La più pericolosa di tutti è la Physalia physalis, nota anche come Caravella Portoghese, negli ultimi anni avvistata al largo di Sicilia, Sardegna e Calabria. Tecnicamente, anche se il suo aspetto può trarre in inganno, non è una medusa ma un sifonoforo.
Chi si nutre di meduse?
Meduse e altri organismi gelatinosi
- Le meduse sono organismi planctonici che fanno parte del phylum dei cnidari la cui classe degli scifozoi annovera le specie più grandi dette scifomeduse.
- Il loro corpo, di consistenza gelatinosa, è formato per il 98% di acqua e può essere immaginato come un sacco leggermente appiattito, dove si riconoscono una zona superiore convessa, l’ esombrella o ombrello e una regione inferiore concava, detta subombrella al cui centro è posta la bocca che si collega alla cavità gastrovascolare mediante una struttura tubulare chiamata manubrium o manubrio,
- Dal margine subombrellare si propagano dei tentacoli urticanti a scopo di difesa e di predazione.
Le meduse così descritte, generalmente rappresentano solo uno stadio del loro ciclo vitale, la fase medusoide, che si conclude dopo la riproduzione sessuata con la formazione di un polipo (da non confondere con il mollusco cioè il polpo) nella fase polipoide, che rimane ancorato al fondale.
- L’alimentazione dei cnidari avviene grazie a un numero variabile di tentacoli che circondano l’apertura e con i quali catturano piccole prede come il plancton o particelle alimentari in sospensione nell’acqua.
- Predatori naturali delle meduse sono soprattutto i cetacei, i pesci medusofagi come il pesce luna e le tartarughe marine.
- Alla classe degli Scifozoi appartengono meduse che si osservano generalmente lungo le nostre spiagge.
La pericolosità di questi organismi è data dalle cellule urticanti chiamate appunto cnidociti, che si trovano sui tentacoli e possono provocare ustioni con bruciore. Generalmente le meduse non rappresentano un grave pericolo per l’uomo, tuttavia, nei mari tropicali australiani esistono specie molto temibili, come la vespa di mare, Chironex fleckeri, il cui veleno può essere fatale anche per l’uomo.
A cosa servono le meduse nel mare?
cosa fare quando incontri.una medusa – WWF Italia > > > cosa fare quando incontriuna medusa Spesso ci si chiede cosa fare quando si incontra un animale in difficoltà. Magari passeggiando sulla spiaggia in riva al mare, ci è capitato di incontrare degli animali feriti e non sapere come comportarci. Scopri insieme a noi cosa fare! Le meduse hanno un ruolo ecologico fondamentale, infatti, non solo si nutrono del plancton, mantenendone sempre sotto controllo la presenza, ma favoriscono anche l’ossigenazione delle acque e sono il principale nutrimento di alcune specie chiave della catena alimentare. Se ti imbatti in una medusa durante una nuotata, puoi osservarla in sicurezza con maschera e boccaglio, altrimenti, se intimorito, cerca di non avvicinarti troppo e spostarti tenendo conto della presenza delle correnti che potrebbero spingere la medusa verso di te. Inoltre ricordati che puoi avvertire tu gli altri bagnanti della presenza della medusa per evitare inconvenienti. Se incontri o vieni punto da una medusa, non prelevarla per portarla fuori dall’acqua e lasciarla a secco sulla battigia, non solo è un’azione ingiustificata ma è anche sanzionabile penalmente dall’articolo 544 ter. del Codice penale sul maltrattamento degli animali. Ricordalo anche ad altri bagnanti che vedi compiere queste azioni! Se osservi una o più meduse appena prelevate e lasciate sul bagnasciuga puoi provare in sicurezza, ad esempio con un retino, a ricollocarle in acqua. Altrimenti puoi comunicare la loro presenza ad un bagnino che valuterà la situazione per evitare incidenti. Se ti imbatti in uno “sciame” di meduse piuttosto consistente in una determinata spiaggia, puoi contattare la Capitaneria di porto al 1530 che deciderà nel caso come intervenire. : cosa fare quando incontri.una medusa – WWF Italia
Quanto dura la vita di una medusa?
Quanto campa una medusa? – Vive circa due anni, anche in acque profonde (oltre 500 m). Compie migrazioni verticali giornaliere, raggiungendo la su- perficie soprattutto di notte. Nome comune: medusa luminosa Diametro ombrello: 6-12 cm, eccezionalmente fino a 15-20 cm.
Perché le meduse sono immortali?
La medusa immortale, Turritopsis nutricula, è stata scoperta qualche anno fa da ricercatori dell’Università di Lecce. La sua prerogativa dipende dal fatto che è capace di invertire il proprio ciclo biologico e di sfuggire così alla morte. ( Da dove viene il nome medusa? – Le meduse sono inutili? ) Doppio ciclo Di piccole dimensioni, ha un diametro di appena 4 millimetri, si sviluppa seguendo due stadi: nel primo è simile a un piccolo polipo, è infatti dotata di tentacoli utili per la caccia sottomarina, nel secondo si trasforma in medusa, con lo sviluppo di più tentacoli (passa da una decina a oltre 80).
Una volta raggiunta la maturità sessuale e dopo essersi riprodotta, non muore. Scende sul fondo del mare e torna allo stadio giovanile da cui si era sviluppata. Per gli scienziati questo ringiovanimento è reso possibile, a livello cellulare, a causa di un fenomeno conosciuto come “transdifferenziamento”.
Il mutamento è dovuto all’azione delle cellule che da altamente specializzate si ri-trasformano in cellule non specializzate, tipiche della fase giovanile. Cellule, come quelle muscolari, che sono capaci di perdere la loro specializzazione morfologica e ritornare a uno stadio totipotente attraverso il quale possono essere prodotte nuove cellule con differenti caratteristiche.
Quanto tempo impiega una medusa a morire fuori dall’acqua?
Per quanto tempo le meduse possono resistere fuori dall’acqua? – Una medusa estratta dall’acqua e lasciata al sole ci mette circa dai 40 ai 50 minuti per sciogliersi completamente. Se, entro questo lasso di tempo non ritorna nelle parti più profonde del mare o non entra più a contatto con le correnti della marea, il suo organismo viene isolato e si disidrata completamente.