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Come Studiare Matematica All Universit?

Come Studiare Matematica All Universit
Metodo di studio per la matematica

  1. 1 – Costanza e regolarità nello studio, fin dal primo giorno.
  2. 2 – Capire la matematica.
  3. 3 – Utilizza la memoria visiva.
  4. 4 – L’importanza degli appunti.
  5. 5 – Studio ordinato.
  6. 6 – Esercitazioni e ancora esercitazioni.
  7. 7 – Fare domande.

In che ordine si studia la matematica?

Come studiare matematica: consigli per l’uso La matematica è una delle discipline che, da sempre, gli alunni e i ragazzi in età scolare ritengono la più difficile, quella più ostica. Di solito, infatti, è lo spauracchio di qualunque studente, il quale è sicuro che non riuscirà mai ad avere un buon voto in questa materia.

  1. La prima cosa da chiarire in merito alla matematica è che, purtroppo, è vero: questa disciplina è di gran lunga la più complessa fra tutte, ma non perché sia oggettivamente meno facile da capire.
  2. Il punto è che implica l’assunzione di un punto di vista completamente diverso, e di uno sforzo cerebrale non paragonabile a quello richiesto da altre materie.

Se si studia la storia, ad esempio, l’immaginazione umana corre in aiuto permettendo di immaginare quanto si legge o viene spigato. Può essere difficile ricordare le date a memoria, ma in linea di massima sarà semplice ricordare fatti e avvenimenti. In matematica il processo mentale è inverso: non si ha un dato da poter elaborare, ma si ha un problema da risolvere.

La mente non trova alcun appiglio davanti ad una sequela di numeri e simboli, per questo si trova tanta difficoltà. Come studiare bene la matematica, allora? Si tratta di un’impresa impossibile? Affatto: partendo dal presupposto che abbiamo enunciato, il primo requisito fondamentale è cambiare la propria forma mentale.

Bisogna porsi con un’attitudine diversa davanti a questa materia, che è molto analitica ma anche rigorosa. Una volta appresi alcuni meccanismi di base, il resto sarà una conseguenza naturale. Per studiare matematica dalle basi è necessario porsi degli obiettivi, e non dei limiti di tempo.

Se per studiare letteratura o inglese si può decidere di dedicare una o due ore del proprio tempo e ottenere dei buoni risultati, quando si ha a che fare con formule e teoremi matematici non ci si può porre un limite temporale: questo, infatti potrebbe essere controproducente. Magari in quell’arco di tempo che ci siamo ritagliati non riusciremo a capire il teorema che stiamo studiando; bisogna quindi ribaltare la prospettiva.

L’obiettivo da porsi è padroneggiare perfettamente una formula o un concetto, fino a che non si abbia tutto ben chiaro in testa. In questo modo si potranno ottenere dei risultati molto più concreti. Lo studio della matematica da zero potrebbe spaventare perché non si ha alcun appiglio a cui appoggiarsi, nessun concetto pregresso che possa aiutare a sciogliere i primi nodi della materia, ma in realtà è la condizione migliore da cui partire.

  1. La mente del discente deve essere come un foglio bianco, privo di preconcetti, pronto ad assorbire ogni nuova nozione e a metterla nello spazio giusto.
  2. La matematica, infatti, ha un notevole pregio, spesso non adeguatamente apprezzato dagli studenti, ed è quello di essere estremamente rigorosa.
  3. Quando si è appreso un concetto, o una formula, il passo successivo nel processo di apprendimento non ne sarà altro che la naturale conseguenza.

Questo, però, presenta un altro lato della medaglia: in matematica non si può studiare e poi accantonare quanto imparato. Tutte le nozioni precedenti servono per capire quelle successive, ogni formula rappresenta il presupposto per un’altra formula. Più in generale, la forma logica di ragionamento che permette di risolvere uno specifico problema è la stessa che deve essere usata per risolvere qualunque altro quesito matematico.

Quindi non è possibile, né si deve, cancellare dalla mente quello che si è già imparato ma, mentre si prosegue con il processo di conoscenza, bisogna costantemente ripassare il pregresso: questo è l’unico modo davvero efficace per studiare la matematica. Una grande disciplina è quindi il presupposto essenziale per sapere come studiare matematica velocemente.

Abbiamo detto che quando si studia la matematica non bisogna darsi dei limiti di tempo, perché quello che più conta è capire davvero a fondo l’argomento che si sta studiando piuttosto che farlo rapidamente. Ciò non vuol dire, però, che non si possa imparare come studiare matematica in poco tempo: la chiave di lettura è la disciplina.

  • Nel momento in cui si approccia un determinato argomento i passi da seguire sono sempre gli stessi: prima si studia la teoria, che quasi sicuramente rimarrà poco impressa e dirà poco o niente allo studente.
  • Poi si devono analizzare casi concreti, e infine provare a mettere in pratica la teoria.
  • I passi devono essere svolti esattamente in questo ordine, e infine la fase che deve essere ripetuta più e più volte è lo svolgimento degli esercizi.

Solo la pratica può permettere di ricordare la teoria fino in fondo, e se si riesce a non divagare, a non perdersi in particolari, e nemmeno ad impuntarsi troppo sopra un problema che non si riesce a risolvere, il processo di apprendimento riuscirà ad evolvere in modo più rapido.

  1. Quando si studia in classe, un grande aiuto viene offerto dalla spiegazione del professore, ma anche dalle interrogazioni dei propri compagni.
  2. Il professore che spiega non deve essere subito passivamente, ma deve essere interrotto continuamente per chiedere delucidazioni se non si è ben compreso qualcosa.

Come abbiamo già detto la matematica segue dei processi molto rigorosi: perdere anche solo un passaggio potrebbe inficiare alla corretta comprensione dell’insieme. Ecco perché non bisogna far finta di niente se ci è sfuggito qualcosa, ma sempre fare domande finché il concetto non viene posseduto fino in fondo.

  • Le interrogazioni servono invece come ripasso, e anche gli errori altrui possono essere di grande aiuto per evitare di farli in prima persona e per meglio comprendere i meccanismi più intimi di un processo o di un’equazione.
  • Molto importante è anche che il professore corregga gli esercizi che abbiamo svolto per allenamento.

Fare tanti esercizi, infatti, potrebbe risultare perfettamente inutile se poi non si ha un riscontro circa il procedimento che abbiamo utilizzato, al fine di capire se la soluzione che abbiamo trovato è davvero quella più giusta. Se invece abbiamo commesso degli errori, avere una correzione servirà a capire esattamente in cosa si è sbagliato, perché, e quindi a memorizzare il procedimento corretto.

Come studiare matematica in poco tempo?

Che metodo di studio adottare per studiare matematica

  • Modus operandi
  • Tutti credono che la matematica sia difficile o comunque tale da richiedere una particolare attitudine da parte di chi si dedica ad essa.
  • Non è vero.
  • Lo dimostra il fatto che studenti da 6 a 10 anni apprendono alle scuole elementari molte nozioni di aritmetica e geometria senza trovare difficoltà.
  • Molti proseguono negli studi riuscendo a superare prove di matematica anche molto impegnative.
  • L’unica difficoltà (effettiva) è che si tratta di un argomento dove i fatti concettuali sono legati l’uno all’altro, come una catena composta da tanti anelli: se uno solo non tiene l’intera catena è inservibile.

La matematica è una catena di concetti e procedimenti operativi, ciascuno dei quali è strettamente congiunto a quello che lo precede e a quello che lo segue. Se uno solo non è perfettamente compreso l’apprendimento della matematica è compromesso. Esiste però un facile rimedio: è sufficiente ritornare con uno studio più attento sull’argomento che in un primo tempo era sfuggito alla comprensione immediata,perchè sia possibile andare avanti nell’apprendimento.

  1. studiare un poco ogni giorno, ma ogni giorno un poco.
  2. applicarsi per metà, anche meno, allo studio della teoria e per il resto alla pratica, cioè agli esercizi
  3. non andare avanti di un solo passo se non si è ben arrivati a fondo all’argomento studiato.
  4. ricominciare da capo ogni volta che ci si impunta contro qualche difficoltà.
  5. non usare un solo testo ma due o tre perchè se uno è poco chiaro nella trattazione dell’argomento gli altri possono aiutare a capire esponendo in maniera diversa la stessa cosa.
  6. non avere fretta.
  1. Il modo più efficiente per studiare la matematica, consiste nel sedersi a un tavolo tenendo davanti il libro di testo (in formato cartaceo o elettronico non importa), dei FOGLI DI CARTA BIANCA, UNA MATITA (morbida 2B/0) CON GOMMA E TEMPERINO e quando proprio occorre una riga millimetrata, una squadra e un compasso.
  2. Lo studio inizia con una prima lettura generale del testo; si torna poi a leggere da capo tutto quanto e ci si tiene pronti a scrivere.
  3. Appena capita un esempio, lo si deve riportare sulla CARTA e si cerca di eseguirlo per proprio conto come se si trattasse di un esercizio.
  4. Bisogna inoltre dire che la comprensione di un argomento matematico è direttamente proporzionale dalla quantità degli esercizi svolti su quello specifico argomento.
  5. Come si intuisce, l’attività dello svolgere per conto proprio, in prima persona, SULLA CARTA, l’esercizio o il problema posto è strategico.
  6. Gli esercizi raccolti in questo sito sono tutti risolti, ma lo studente deve cercare di eseguirli autonomamente, con le modalità che abbiamo descritto.
  7. L’eventualità di copiare direttamente la soluzione dei nostri esercizi è l’ultima razio, quando questo accade si dovrebbe accendere una spia dell’allarme.
  8. E’ il caso di approfondire le ragioni del perchè non si riesce ad eseguire l’esercizio, ad esempio ponendo il problema sul, o contattando un’insegnante del nostro per un eventuale pacchetto di lezioni (anche online) o anche verificare se nell’ delle lezioni individuali esiste un insegnante nella tua zona di residenza, che può fornire delle ripetizioni.
  9. Questa eventualità non deve essere trascurata, considerando che matematica, costituisce spesso, in sede d’esame o di scrutinio l’ago della bilancia per l’esito di un anno scolastico o di un intero corso di studi.
  10. Il ricorso ad un servizio di supporto didattico offline/online come il nostro si traduce sempre in una maggiore efficienza e risparmio di tempo nell’esecuzione di un qualsiasi percorso scolastico che preveda la presenza di discipline tecnico/scientifiche.

: Che metodo di studio adottare per studiare matematica

Quanto è difficile la laurea in matematica?

Difficoltà di laurearsi in matematica da » 11/04/2010, 19:48 Salve a tutti =) Volevo chiedere a voi, che avete di certo più esperienza di me, se è vero quanto alcuni dicono circa la laurea in Matematica. Secondo tanti, infatti, per laurearsi in matematica ci vogliono “geni” e tanta tanta bravura e intelligenza, e le persone che alle superiori non avevano minimo 8/9, non possono neanche lontanamente pensare a un corso di laurea di questo tipo. Messaggio: 105 di 190 Iscritto il: 31/01/2010, 20:11 Località: Padova da » 11/04/2010, 21:05 Sicuramente non è un corso facile, ma non è necessario essere geni. io penso bastino un minimo di attitudine, passione e impegno La questione del voto alle superiori poi è molto relativa, all’università si fa matematica diversa e soprattutto fatta in modo diverso. io personalmente in terzo avevo un 6 scarso (ammettiamolo, dovuto a poco impegno e poca voglia di impararmi formule a memoria.) ma ora all’università va benissimo a dispetto di tanta gente che in matematica aveva sfilze di 9-10 e ora si trova indietro di parecchi esami o ha lasciato l’uni. Messaggio: 1470 di 1760 Iscritto il: 26/05/2008, 15:59 da » 11/04/2010, 21:19 è un corso di laurea molto impegnativo, ma non è assolutamente per geni. è fondamentale essere costanti nello studio e seguire le lezioni. Non ha forse neanche senso fare un paragone tra questo corso di laurea e uno umanistico, quale ad esempio legge, per stabilire quale sia il più difficile.

Gioca un ruolo fondamentale la predisposizione di ognuno: Io ad esempio non riuscirei mai a studiare quei volumi spaventosi di diritto e mi trovo bene a studiare matematica. Viceversa, miei amici laureandi in giurisprudenza sostengono di non essere in grado di studiare libri di matematica. Ci sono 10 tipi di persone: Chi conosce il sistema binario e chi no.

Average Member Messaggio: 360 di 636 Iscritto il: 24/09/2009, 15:38 Località: Milano da » 11/04/2010, 23:23 Gufo lascia perdere il discorso dei voti del liceo, non contano niente, ma proprio niente. anche solo al primo anno c’è gente che era abituata ad avere 9/10 in tutto e adesso non riesce a dare esami, e altri che invece avevano dei voti non si interessavano più di tanto, ma avevano interesse e curiosità, e adesso si trovano bene. Nelle scienze si cerca di dire in un modo che sia capito da tutti, qualcosa che nessuno sapeva. Nella poesia, è esattamente l’opposto.P. Dirac Il più semplice scolaro è oggi familiare con delle verità per cui Archimede avrebbe sacrificato la sua vita.E. Renan Senior Member Messaggio: 742 di 1647 Iscritto il: 06/04/2009, 19:10 Località: Biella / Pisa da » 12/04/2010, 11:55 Sisi lo so i voti sono l’ultima cosa a cui dover guardare. Sono solo dei giudizi formali relativi a un momento e a una prova, ma non forniscono indicazioni rispetto all’attitudine, alla passione o ad altre doti di una persona.

Alcuni miei coetanei hanno detto che per esempio bisogna avere tanta logica, capire subito le cose e avere una bravura “pratica” (come ad esempio saper fare velocemente i calcoli). Ma a questi non credo tanto perché ho sentito dire da gente più esperta (e anche da voi), che la matematica universitaria punta più che altro su concetti astratti e quindi alla teoria.

A me piacerebbe tantissimo dopo la maturità frequentare questo corso, ma è un po’ presto, si vedrà! Come ha detto blackbishop13 a Padova c’è un corso molto buono di matematica, però purtroppo non ho mai visto nessuna lezione, non so se si possa sinceramente =(.

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“Soles occidere et redire possunt:nobis, cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda.” (Cat.) Junior Member Messaggio: 107 di 190 Iscritto il: 31/01/2010, 20:11 Località: Padova da » 12/04/2010, 13:35 Gufo94 ha scritto: Alcuni miei coetanei hanno detto che per esempio bisogna avere tanta logica, capire subito le cose e avere una bravura “pratica” (come ad esempio saper fare velocemente i calcoli).

bravura pratica. Gufo94 ha scritto: a Padova c’è un corso molto buono di matematica, però purtroppo non ho mai visto nessuna lezione, non so se si possa sinceramente =(. credo proprio che chiunque possa seguire le lezioni che vuole, nell’università che vuole, quando vuole!! tranne magari per i corsi a numero chiuso e le università private, ma non sono sicuro nemmeno su quelle.

  • Io ho seguito lezioni di matematica all’università di Milano, di Torino, senza essere iscritto ovviamente, e ho anche assistito ad alcune lezioni di architettura a Torino, molti miei amici iscritti qui mi raccontano di aver seguito lezioni nelle loro città.
  • Credo proprio che a Padova non sia diverso, quindi ricordati, quando dovrai scegliere, non farti problemi e vai a tutte le lezioni che vuoi! Nelle scienze si cerca di dire in un modo che sia capito da tutti, qualcosa che nessuno sapeva.

Nella poesia, è esattamente l’opposto.P. Dirac Il più semplice scolaro è oggi familiare con delle verità per cui Archimede avrebbe sacrificato la sua vita.E. Renan Senior Member Messaggio: 743 di 1647 Iscritto il: 06/04/2009, 19:10 Località: Biella / Pisa da » 12/04/2010, 14:01 Secondo me non serve essere geni.

Sono indispensabili, però, tanto impegno e tanto passione. Riguardo alle superiori, anche secondo me il voto delle superiori non conta niente. Non è vero, però, che non conta niente ciò che uno hai imparato alle superiori. Parlando soprattutto di analisi 1 e 2, fisica 1 e 2, informatica, secondo me aver studiato bene queste materie alle superiori aiuta tantissimo all’università.

Non voglio dire che non si possa iniziare l’università da zero ed andare magnificamente, però costa molta fatica (e tempo) in più. Personalmente, quindi, ti consiglio di impegnarti a fondo fin da subito in queste materie, cercando di capirle, non per il voto ma per la tua conoscenza! P.S.

  1. Purtroppo, anche presso la facoltà di matematica, qualche conto è richiesto.
  2. Ti consiglio, quindi, di non disprezzare troppo gli esercizi calcolativi.
  3. Se altri non facessero altro che riflettere sulle verità matematiche così in profondo e con continuità come ho fatto io, farebbero le mie scoperte.K.F.

Gauss Senior Member Messaggio: 259 di 1162 Iscritto il: 22/01/2009, 00:48 da » 12/04/2010, 17:57 Bene, allora non vedo l’ora di andare all’università =). Speriamo che questi tre anni di liceo passino presto. Grazie a tutti! “Soles occidere et redire possunt:nobis, cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda.” (Cat.) Junior Member Messaggio: 108 di 190 Iscritto il: 31/01/2010, 20:11 Località: Padova

In che anno si fanno le disequazioni?

Come affrontare il programma di matematica al liceo scientifico – Se dopo la scuola media scegli di andare al liceo scientifico è perché sei consapevole dell’importanza che ricoprono la matematica e la fisica in questo indirizzo. Il programma di matematica dello scientifico segue le linee ministeriali, ma può variare leggermente a seconda degli istituti.

  • operare con gli insiemi,
  • operare con i numeri e applicare le proprietà delle operazioni e delle potenze,
  • scrivere, rappresentare e descrivere le proprietà di una relazione (hai mai sentito parlare del piano cartesiano?),
  • riconoscere le proposizioni e i quantificatori, creare una tabella di verità e convertire nelle basi,
  • operare con i monomi e i polinomi,
  • risolvere problemi,
  • raccogliere a fattori e scomporre prodotti notevoli,
  • operare con le frazioni,
  • risolvere equazioni e disequazioni.

Alcuni di questi argomenti sono già stati trattati alle scuole medie, ma allo scientifico si punta molto sul metodo sintetico per la risoluzione dei problemi, senza dover più mostrare tutti i passaggi. Il filosofo e matematico francese, René Descartes, ossia Cartesio! Per affrontare al meglio il primo anno ti conviene seguire il programma di matematica passo dopo passo.

  • stabilire il grado di una equazione o disequazione,
  • applicare i principi di equivalenza,
  • risolvere equazioni e disequazioni intere, fratte, con termini in valore assoluto,
  • individuare il grado di un sistema,
  • ridurre un sistema lineare alla forma normale,
  • conoscere e dimostrare i teoremi noti: teorema di Euclide, di Pitagora, teoremi sull’equivalenza ecc.,
  • applicare le proprietà delle circonferenze,
  • operare con i radicali, la funzione quadratica,
  • risolvere problemi su omotetia e similitudine.

Di fronte ai problemi matematici ti senti un agnello smarrito? I sistemi lineari a 3 equazioni e 3 incognite sono meno difficili di quello che sembra se per tutto l’anno ti eserciti con la risoluzione delle equazioni. Ci sono molti siti internet come Youmath o Matematicamente che offrono esercizi gratuiti.

Se ti serve un qualcosa di mirato puoi sempre cercare un insegnante di matematica a domicilio, ad esempio delle, Recuperare sarà logico! Al terzo anno del liceo scientifico gli studenti devono avere acquisito una buona padronanza dei concetti matematici di base. Questo permette loro di espandere la loro conoscenza ed esercitarsi su argomenti sempre più complessi.

Alla fine del terzo anno gli studenti devono essere in grado di:

  • risolvere equazioni e disequazioni di grado superiore al secondo
  • risolvere sistemi di disequazioni in valore assoluto e irrazionali
  • individuare le funzioni suriettive, iniettive e biettive
  • calcolare le distanze geometriche da un punto medio
  • risolvere problemi di geometria analitica su retta, circonferenza, parabola, iperboli, archi
  • conoscere, rappresentare e determinare l’equazione di una parabola
  • risolvere equazioni con tangenti, archi, ellissi
  • conoscere le trasformazioni e le rotazioni geometriche
  • riconoscere crescita o decrescita esponenziale e logaritmica
  • rappresentare dati statistici

Nell’ultimo periodo dell’anno vengono introdotti alcuni elementi di statistica che sono fondamentali per interpretare un grafico e analizzare i dati. Sapresti interpretare i dati sulla mobilità giovanile con le nozioni di statistica imparate a scuola? Per affrontare al meglio il programma di matematica del terzo anno di liceo scientifico potresti cercare di analizzare dei dati che ti sono vicini e tracciare i relativi grafici: i dati sull’occupazione giovanile, l’apprendimento delle lingue straniere, l’uso dei social network ecc.

Se riporti la matematica nella tua vita quotidiana è più facile capirla, perché le dai una dimensione reale e ne capisci l’impatto e l’importanza. Prova ad applicare le nozioni matematiche studiate in classe alla sociologia, alla filosofia, alla geostoria o persino alla lingua latina, facendo studi statistici sugli elementi che compongono una determinata materia.

Al quarto anno di liceo, ormai, gli studenti dello scientifico sono perfettamente in grado di usare i calcoli matematico e algebrico e usare i grafici per rappresentare i dati. Durante il quarto anno di liceo gli studenti impareranno a:

  • risolvere equazioni esponenziali e logaritmiche
  • conoscere e rappresentare le funzioni seno, coseno, tangente, cotangente, funzioni logaritmiche, funzioni goniometriche
  • risolvere equazioni goniometriche
  • applicare i teoremi ai triangoli
  • applicare la trigonometria alla fisica
  • operare con i numeri complessi
  • calcolare le probabilità
  • calcolare l’area di solidi notevoli
  • analizzare le distribuzioni singole e doppie di frequenze

Oltre allo studio di funzioni ed equazioni, il programma di matematica del quarto anno del liceo scientifico mette alla prova gli studenti con la trigonometria, il calcolo delle probabilità, i numeri complessi. Per prepararsi al meglio esercitati con dei quiz di matematica anche durante l’estate.

Ci sono i summer camp o le dove il ragionamento astratto viene reso più interattivo grazie ai giochi di squadra. Il quinto anno di liceo è anche l’anno degli esami di stato, A seconda dell’indirizzo, matematica potrebbe essere il soggetto della terza prova d’esame. I ragazzi quindi, oltre ad andare avanti con il programma di matematica devono anche ripassare con metodo tutti gli argomenti trattati durante l’anno in vista degli esami.

Le abilità matematiche che i maturandi devono sviluppare sono quelle di:

  • applicare le proprietà delle funzioni
  • determinare dominio, segno di funzioni e periodicità
  • calcolare limiti, continuità e discontinuità di una funzione
  • calcolare le derivate, gli asintoti di una funzione
  • determinare i massimi, i minimi e i flessi
  • studiare una funzione e tracciare il suo grafico
  • rappresentare rette, piani e sfere nello spazio cartesiano
  • calcolare gli integrali definiti e indefiniti
  • risolvere le equazioni differenziali
  • determinare le distribuzioni di probabilità

Funzioni, integrali e differenziali possono davvero mettere in difficoltà gli studenti. Non farti cogliere impreparato e, accanto al programma scolastico di matematica, esercitati in maniera autonoma e mirata, chiedendo una mano a chi padroneggia al meglio la materia e può aiutarti a superare le lacune.

Le lezioni private a quattr’occhi sono la soluzione migliore per prepararsi al meglio, ma in alternativa puoi anche ricorrere alle ripetizioni online per guadagnare tempo! Affidati a un insegnante di matematica online o a domicilio che ti darà degli esercizi extra e ti aiuterà a fare il punto con un programma di ripasso ben organizzato.

Il programma di matematica in prima media si concentrerà principalmente su: 1. I numeri decimali, lo sviluppo del calcolo mentale, l’utilizzo della calcolatrice, 2. La scoperta della proporzionalità e la rappresentazione dei dati, 3. La costruzione e il riconoscimento delle figure, 4.

  • conoscere i concetti matematici di base: regole, proprietà, teoremi ecc.,
  • applicare le tecniche di calcolo oltre alle regole,
  • risolvere i problemi,
  • classificare i dati che gli si presentano,
  • usare la terminologia, i simboli e i grafici matematici,
  • esporre le regole,
  • passare dal linguaggio matematico al linguaggio parlato e vice-versa

Continua a leggere per saperne di più! Gli studenti delle medie in classe seconda, dovranno approfondire ciò che hanno iniziato a studiare l’anno prima. Un lavoro che continuerà fino all’ultimo anno. Lavoreranno per lo più su: 1. Il calcolo dei numeri relativi, il calcolo letterale 2.

I calcoli di aree e volumi 3. Le percentuali 4. L’implementazione di strumenti statistici 5. La rappresentazione delle figure nello spazio e la considerazione della simmetria In terza media, gli alunni lavoreranno su: 1. Calcolo numerico: numeri interi, decimali, relativi, di proporzionalità, di calcolo letterale 2.

Primi concetti di funzione 3. Figure di base e proprietà di configurazione 4. Dati statistici e probabilità 5. Riduzione e ampliamento, cambiamenti di unità. In generale il programma di matematica del biennio si concentra su:

Cosa si fa dopo la Laurea in matematica?

I laureati in matematica trovano lavoro? Con il progresso dell’ informatica e della potenza dei calcolatori molte aree si sono aperte all’elaborazione matematica in vari settori come ad esempio la finanza, la biologia, la metereologia, la diagnostica medica, il trattamento delle immagini generando così nuove opportunità di lavoro per i laureati in matematica.

Contemporaneamente, le conoscenze matematiche nel mondo del lavoro sono rimaste indietro rispetto a questi sviluppi in ambito informatico, così avere nel proprio staff dei laureati in matematica oggi viene considerato un vantaggio in situazioni che spesso sono molto competitive. Oltre all’insegnamento e alla carriera accademica quali sono gli sbocchi professionali dei laureati in matematica? Gli sbocchi professionali dei laureati in matematica sono molti: le banche, le società di assicurazioni, gli istituti di sondaggi, le società di consulenza o di certificazione, le società di progettazione e sviluppo software, i centri e le società che operano in ambito medico, biomedico e farmacologico, in ambito ecologico e nelle sezioni ricerca e sviluppo di grandi imprese, nel settore dei trasporti, delle telecomunicazioni, aereospaziale.

I laureati in matematica sono particolarmente ricercati in ambiti in cui sono necessarie conoscenze informatiche ad alto contenuto matematico (quali la grafica, la crittografia) o quelli che richiedono buona familiarità con i metodi scientifici di indagine e una buona comprensione degli strumenti matematici (quali ad esempio la modellizzazione, la soluzione numerica di sistemi di equazioni differenziali in ambito metereologico e l’analisi di sistemi complessi).

  • I matematici sono richiesti e molto apprezzati dai loro datori di lavoro perchè, grazie alla loro formazione, hanno la capacità di affrontare i problemi in maniera logica, analitica e creativa e sono in grado di concepire o adattare modelli per le diverse realtà delle aziende.
  • Nelle imprese si apprezza molto la formazione mentale data dalla matematica e la capacità di adattamento e flessibilità dei matematici nei confronti di nuove idee.
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Si potrebbero avere degli esempi concreti? Il sito http:mestieri.dima.unige.it contiene una cinquantina di storie professionali di laureati di tutte le università italiane. Le storie, raccolte nell’ambito del progetto I Mestieri del Matematico, sono raccontate in prima persona e descrivono le professioni di matematici nei più svariati settori: dalla meterologia alla finanza, dalle assicurazioni alla farmacologia, dalla ricerca all’insegnamento.

  1. Leggile. Forse potranno esserti utili per capire che strada percorrere per realizzare le tue aspirazioni e seguire i tuoi interessi.
  2. I laureati in matematica dell’ateneo genovese trovano lavoro? Il Consiglio di corso di laurea in matematica dell’ateneo genovese ha instituito un osservatorio sull’occupazione dei suoi laureati.

Ogni cinque anni viene fatta una indagine statistica sulla totatità dei laureati di quegli anni e viene redatto un rapporto, che viene reso pubblico sul sito del corso di laurea. Il rapporto relativo al quinquennio 2000-2005 si può trovare in Indagine 2000-2005 Quale valore ha oggi la laurea in matematica? Una laurea in matematica è un patrimonio di valore per la tua futura carriera.

  • Forse deciderai di scegliere una strada nella quale le conoscenze matematiche non sono essenziali, ma scoprirai che le abilità che hai acquisito con i tuoi studi in matematica si dimostreranno estremamente utili e saranno molto apprezzate nel tuo ambiente di lavoro.
  • Fra queste l’abilità di pensare in modo razionale e di analizzare i dati in modo scientifico, la capacità di affrontare difficoltà e problemi nuovi trovando soluzioni adatte alle esigenze specifiche dell’azienda.

In cosa consiste il lavoro di un ricercatore in matematica? La gente pensa che il matematico sia un solitario, che studia teorie prodotte dai grandi pensatori di qualche secolo fa. Non e` così: ogni giorno in tutto il mondo viene pubblicato un grandissimo numero di articoli di matematica, contenenti risultati originali, spesso ottenuti in collaborazione.

Quanto ci vuole a laurearsi in matematica?

Il Corso di Laurea in Matematica ha la durata di 4 anni, durante i quali lo studente deve seguire le lezioni e superare gli esami di (almeno) 15 insegnamenti. Gli studi forniscono una conoscenza delle metodologie, delle strutture e delle applicazioni della Matematica.

Qual è la cosa più difficile in matematica?

Enigmi matematici irrisolti: l’ipotesi di Riemann – Questo problema è considerato da molti matematici come uno dei più difficili di tutti i tempi, E in effetti l’ipotesi di Riemann non è mai stata risolta. E’ sicuramente il motivo per cui oggi, pochi ricercatori ci lavorano sopra: per paura di “sprecare” la loro carriera su un enigma la cui soluzione sembra impossibile da trovare. Come Studiare Matematica All Universit La famosa funzione zeta su cui si basa l’ipotesi di Riemann! Questa congettura si fonda su una domanda a cui i matematici cercano di rispondere da 2000 anni: l’origine dei numeri primi, Continuando i lavori del suo professore, il matematico Gauss, il tedesco Reimann ha messo a punto la funzione zeta,

Qual è la cosa più difficile di matematica?

Il teorema di Fermat, il problema più difficile mai esistito.

Qual è il corso di Laurea più difficile?

I parametri e i criteri utilizzati per identificare la difficoltà – Secondo i dati di uno studio di un’università britannica esistono alcuni fattori che permettono di individuare la difficoltà di un percorso di studi universitario; eccoli di seguito:

  • Percentuale di voti bassi
  • Tasso di superamento degli esami
  • Media dei voti
  • Percentuale di studenti fuori-corso

Pur essendo un’indagine che non prende in considerazione il nostro Paese si tratta comunque di un’analisi che rispecchia in parte la situazione italiana, dove l e lauree più difficili registrano percentuali di fuori corso piuttosto alte che vanno dal 60% fino a superare l’80%.

  • Anche Almalaurea conferma quanto fin qui detto.
  • I dati raccolti per effettuare le statistiche sui percorsi universitari confermano che la difficoltà di un indirizzo di studi è determinata in gran parte dalla percentuale di studenti in corso e fuori corso.
  • I dati raccolti rivelano una realtà nota a tutti, ossia che Giurisprudenza è la facoltà più difficile in assoluto; questo perché l’82% degli studenti si laurea fuori corso.

Nella classifica dei corsi di laurea più difficili, secondo le percentuali della stessa Almalaurea, quello in medicina si attesterebbe addirittura tra i più facili. A sorpresa solo il 18,5 dei laureati risulta fuori-corso. Chiaramente l’affermazione, in questo caso, è fortemente contestabile.

Quante ore al giorno si studia all’università?

Studiare 8 o 10 ore al giorno fa male? Vediamo quante ore studiare al giorno all’università – Il tempo da dedicare allo studio universitario varia molto da persona a persona, in quanto dipende dalle abilità, dalla disciplina e dall’efficienza di ogni individuo.

  • Quindi, quanto bisogna studiare al giorno per avere dei risultati? Le ore giornaliere da dedicare allo studio dovrebbero essere circa 6, distribuite in maniera uniforme tra la mattina e il pomeriggio, con l’aggiunta di piccole pause ogni 2-3 ore di lavoro.
  • È importante evitare di concentrare lo studio in un unico momento della giornata, ad esempio la sera, perché ciò potrebbe portare a stress fisico e mentale e compromettere la capacità di apprendimento.

Inoltre, uno studio intensivo potrebbe risultare poco efficace nel lungo periodo, in quanto potrebbe portare alla perdita di motivazione e lucidità mentale il giorno seguente. Fare delle brevi pause regolari è fondamentale per mantenere alta la concentrazione e ripristinare la freschezza mentale.

  1. Ciò potrebbe contribuire ad avere un rendimento migliore nello studio.
  2. Tuttavia, è importante trovare il giusto equilibrio tra studio e pause, in modo da non rischiare di diventare troppo distratti o di interrompere troppo frequentemente il lavoro.
  3. In conclusione, se dovessimo dire quante ore bisogna studiare al giorno, dovremmo precisare che non esiste un tempo di studio universale che funzioni per tutti.

Tuttavia, la regola delle circa 6 ore di studio al giorno, con l’aggiunta di piccole pause regolari, potrebbe rappresentare una buona linea guida per mantenere un’efficace routine di studio e una buona salute mentale.

Quando si studiano i polinomi?

Sui “polinomi” In matematica (come sappiamo dai nostri studi universitari e da un qualunque sito internet attendibile, ad esempio Wolfram ), Una funzione F: x → a n x n + a n – 1 x n –1 + a 2 x 2 + a 1 x + a 0 con a n ≠ 0 viene chiamata funzione polinomiale di grado n ; a i viene chiamato coefficiente di grado i,

I coefficienti possono essere costanti, variabili o termini più complessi (purché non contenenti x). L’ equazione F(x) = 0 viene chiamata equazione polinomiale di grado n. Il termine F(x) viene chiamato polinomio in x di grado n, Come la parola poligono deriva dalle parole greche polís (molto) e gonia (angolo), a mo’ di “figura dai molti angoli”, così la parola polinomio deriva dalle parole greche polís e ónoma (nome, espressione), a mo’ di “espressione costituita dalla somma di molte espressioni”.

Si parla anche di trinomio, binomio e monomio per indicare un polinomio che è somma di 3, 2 o 1 termine, cioè in cui solo 3, 2 o 1 tra gli a i sono diversi da 0. Per parlare di grado di un polinomio occorre specificare o che sia chiaro dal contesto qual è la variabile a cui riferirlo.

Ad esempio A+A·B ³ può essere pensato come un polinomio (in particolare, un binomio) di 3° grado in B, ma, trasformato in A·(1+B ³ ), può essere considerato anche un polinomio (in particolare, un monomio) di 1° grado in A, o può essere considerato come un polinomio di grado 0 in y: la variabile y non compare in esso, quindi rispetto ad y è una costante.

La variabile rispetto alla quale un termine viene considerato un polinomio a volte viene chiamata indeterminata, Nell’ambito delle studio delle funzioni a due input si considerano anche i polinomi in 2 (o più ) indeterminate, Ad es. (x,y) → k x ³ ·y ² + x·y + y/4 + π è una funzione polinomiale a 2 input di grado 5; i gradi vengono calcolati sommando le potenze a cui sono elevate le due indeterminate, x e y.

  • Nei libri di testo ( solo ) italiani ( solo ) del primo biennio molto spesso si trova,
  • Si chiama monomio ogni funzione che consiste in un prodotto di fattori numerici e di potenze aventi come basi lettere e come esponenti numeri naturali.
  • Si chiama polinomio una somma di due o più monomi. Ma,
  • Il polinomio in x x 2 / k + x non rientra nella definizione del libro.

Ad essere rigorosi non rientrerebbe neanche: 3x (non è la somma di due monomi, a meno che non lo trasformi in 0+3x) e neanche −x x ² x−a (a meno che non si ammettano opportune manipolazioni algebriche). • Viene confuso grossolanamente il concetto di funzione con quello di termine : il termine x+7 è diverso dalla funzione A → A+7 ! • Poi, nel triennio, non terrà alcun conto di tutte queste definizioni: si considereranno solo i polinomi in x, e anche quelli in cui compaiono altre lettere sotto al segno di frazione o all’interno di una radice quadrata o ! È attraverso “definizioni” errate di questo tipo (in genere date prima di “introdurre” i concetti) che si distrugge, sistematicamente, l’attenzione dei ragazzi alle definizioni e la comprensione del ruolo di esse.

Quando e perché studiare i polinomi? In molti libri di testo italiani del primo biennio superiore (ed anche della scuola di base) vengono studiati i “polinomi” mettendone a punto proprietà che sono invece dei numeri : la possibilità di riordinare una somma o un prodotto, la proprietà distributiva,,

E viene escluso lo studio di funzioni di base, essenziali per la rappresentazione dei più comuni fenomeni reali (come ad esempio x → a+b/x ). Perché studiare le funzioni polinomiali? Perché alla fine del biennio (dopo aver avviato lo studio delle funzioni in generale) se ne possono mettere a fuoco alcune caratteristiche che le distinguono dalle altre funzioni: • perché tra i polinomi in una indeterminata (i “polinomi”, non la cosa descritta nell’esempio iniziale) è possibile definire, in analogia con i numeri interi, una divisione con resto ; • perché vale il teorema del resto ( non la “regola del resto” !!! – vedi ); • perché (in conseguenza di esso) sappiamo che il numero delle soluzioni di una equazione polinomiale non supera il grado; • e perché con le funzioni polinomiali possiamo approssimare le altre funzioni (e “capire” come è possibile che un computer riesca a calcolare seno, esponenziale, ).

Sono solo queste le cose essenziali relative ai polinomi su cui ha senso soffermarsi (alla fine del biennio e nel triennio). Nota, I polinomi in 2 o più indeterminate sono fattorizzabili in modo univoco, e, quindi, tra due di essi si può trovare un massimo comune divisore. Ma per essi non si può definire, in generale, una divisione con resto (in cui il polinomio resto abbia grado minore del grado del polinomio divisore): x+2 diviso per x fa 1 con resto 2 (infatti x·1+2 = x+2); d’altronde (x+2)/x = x/x+2/x = 1+2/x; invece il rapporto tra x+y ed x, (x+y)/x, che posso trasformare in 1+y/x, non posso pensarlo come una divisione con risultato 1 e resto y in quanto y ha lo stesso grado del divisore, x; non posso in alcun modo pensare a x+y come Q(x,y)·x+R(x,y) con R(x,y) di grado inferiore a quello di x.

Altro Esistono il massimo comune divisore e il minimo comune multiplo tra polinomi?

Il massimo comune divisore tra due numeri interi positivi è il massimo numero intero positivo per cui entrambi sono divisibili, il massimo comune divisore tra due polinomi è un polinomio di massimo grado per cui entrambi sono divisibili (o, volendo, è il polinomio monico – ossia con coefficiente direttivo 1 – di grado massimo per cui entrambi sono divisibili). Ad esempio 3·x ² −6·x−9 e 6·x ² −6 sono entrambi divisibili per 3(x+1), ma lo sono anche per x+1, per 2x+2, per x/2+1/2, √3·x+√3, Volendo scegliere un rappresentante, si prende il polinomio monico x+1.
f = function(x) f = function(x) 3*x^2-6*x-9; g = function(x) 6*x^2-6 plot(f,-2,2,col=”blue”) abline(h=0,v=0); abline(h=axTicks(2),v=axTicks(1),lty=3) plot(g,-2,2,col=”red”,add=TRUE); points(-1,0)
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In molti libri di testo si fa fare, invece, anche il m.c.d o il m.c.m. dei coefficienti direttivi! Questo è un tipico esempio di cosa errata: al non farla si risparmia tempo e non si creano danni. Principio dell’identità dei polinomi: che significa? quando ha senso enunciarlo? Il teorema di identità dei polinomi afferma che due polinomi sono “formalmente uguali” se e solo se lo sono “funzionalmente”, ossia che due funzioni polinomiali di grado n e m x → a n x n + a n – 1 x n –1 + a 2 x 2 + a 1 x + a 0 e x → b m x m + b m – 1 x m –1 + b 2 x 2 + b 1 x + b 0 sono uguali se e solo se m=n e per ogni i minore od uguale ad n a i = b i,

Nei libri scolastici più diffusi (nel capitolo in cui si studiano le funzioni polinomiali in una variabile) si trova in questa forma: se due polinomi assumono lo stesso valore per tutti i valori attribuiti all e loro variabil i, allora sono identici. Il principio (al di là della forma che ne danno i libri di testo) è del tutto incomprensibile per gli alunni.

Questo è un altro esempio delle cose presenti nei libri di testo da buttare via, Altra cosa potrebbe essere (in classi molto ” buone “) affrontare il problema intrecciandosi a riflessioni sui fasci di grafici di funzioni o (estendendosi ai polinomi in 2 indeterminate) a considerazioni legate alle espressioni polinomiali in cos(x) e sin(x) : cos(x) ² e 1−sin(x) ² sono diverse formalmente ma sono uguali se pensate come funzioni di x (il motivo per cui le cose non funzionano in questo caso è che cos(x) e sin(x) non sono “variabili indipendenti”).

  1. Nella “matematica dei matematici” il teorema di identità è importante in quanto non funziona nel caso di alcuni tipi di polinomi.
  2. Ad esempio se consideriamo i polinomi che hanno coefficienti nella struttura che i matematici indicano con Z 2, ossia l’insieme dotato delle operazioni: 0(+)0=0, 1(+)0=0(+)1=1, 1(+)1=0; 0(·)0=0, 1(·)1=1, 1(·)0=0(·)1=0 i polinomi x+1 e x ³ +1 sono diversi mentre le funzioni x → x+1 e x → x ³ +1 coincidono.

Senza considerazioni di questo tipo, non si capisce il senso di una sua presenza in libri di testo della scuola superiore (l’unica interpretazione benevola è che gli autori le abbiano orecchiate da studenti, senza capirle, e le ripropongano nei libri di testo).

Cosa si studia Dopo i polinomi?

I polinomi sono espressioni matematiche definite mediante somme e differenze di termini costituiti da una parte numerica, detta coefficiente, e da una parte letterale. In termini rigorosi un polinomio è un’espressione algebrica composta da somme e differenze di monomi.

In questo corso proponiamo tutto quel che serve sapere sui polinomi a coefficienti reali, rivolgendoci agli studenti delle scuole superiori e agli universitari che vogliono effettuare un ripasso. Dalle definizioni di monomio e di polinomio ai prodotti notevoli, dai metodi di scomposizione di polinomi, presentati uno ad uno, fino ad arrivare al metodo di Ruffini e alle frazioni algebriche.

Lo studio dei polinomi è cruciale per affrontare i successivi sviluppi dell’Algebra, sia dal punto di vista teorico, sia in ottica pratica. È quindi fondamentale comprendere le definizioni, i teoremi e tutti i relativi metodi di risoluzione degli esercizi.

Un esempio? Saper scomporre un polinomio permette di risolvere facilmente tantissimi tipi di equazioni e disequazioni, 😉 Entriamo nel dettaglio degli argomenti trattati nel corso. Per cominciare vedremo cosa sono i monomi, ossia la prima e più semplice tipologia di espressione algebrica che affronteremo, e impareremo a svolgere le principali operazioni tra monomi.

In partiremo ufficialmente con lo studio dei polinomi, ne proporremo la definizione e mostreremo come svolgere le prime operazioni polinomiali : addizione e sottrazione, moltiplicazione tra polinomi e monomi, prodotto tra polinomi, divisione tra polinomi e monomi.

  1. Oltre che sulle definizioni ci soffermeremo anche su numerosi esempi ed esercizi svolti, evidenziando le condizioni richieste da ciascuna operazione e mettendovi in guardia dagli errori più comuni.
  2. Nel blocco entriamo nel vivo del corso e impariamo a lavorare con i polinomi.
  3. Più precisamente, studiamo le varie tecniche di sviluppo dei polinomi e, all’inverso, i vari metodi di scomposizione dei polinomi,

A tal proposito studieremo i prodotti notevoli, ossia regole ricorrenti che consentono di sviluppare e di scomporre i polinomi velocemente e senza particolari calcoli. Ne proporremo una panoramica generale, dopodiché li analizzeremo uno ad uno in modo da proporre esempi svolti, trucchi di calcolo ed errori comuni.

  • Oltre ai prodotti notevoli ci soffermeremo anche su particolari tecniche di scomposizione polinomiale come, ad esempio, il raccoglimento totale, il raccoglimento parziale, la regola del trinomio notevole con somma e prodotto e l’identità di Sophie Germain.
  • In ci occupiamo ancora di scomposizioni polinomiali e proponiamo un argomento lievemente più avanzato, a favore di chi ha già studiato le equazioni e ci legge in modalità di ripasso: il metodo di scomposizione dei polinomi di secondo grado con le equazioni.

Nel gruppo di lezioni affrontiamo teoremi e metodi fondamentali: il concetto di radice di un polinomio, l’operazione di divisione tra polinomi, la regola di Ruffini per la scomposizione polinomiale, il teorema del resto e le nozioni di MCD e mcm tra polinomi.

  • Concludiamo infine con lo studio delle frazioni algebriche e con un approfondimento per gli studenti che si cimentano nelle Olimpiadi della Matematica.
  • Nient’altro da aggiungere, o quasi.
  • Come di consueto le lezioni sono corredate da formule, regole, esempi e trucchetti di ogni tipo.
  • Inoltre sono corredate da schede di esercizi svolti e proposti, ordinati per difficoltà, con suggerimenti e soluzioni.

Se ancora non bastasse, sappiate che da quando YM è nato abbiamo risposto a decine di migliaia di domande, e che si è parlato parecchio di polinomi. Qualche utente con ogni probabilità ha fatto domande sullo specifico argomento che vi interessa, dunque potete: – usare il comando di ricerca presente in cima ad ogni pagina; – sfogliare le discussioni del Forum sui polinomi ; – dare un’occhiata alle D&R della categoria ” Superiori – Algebra “.

In che anno si fanno le funzioni?

Uno degli argomenti più importanti della matematica sono le funzioni. Queste si studiano soprattutto nell’ultimo anno delle superiori e costituiscono l’oggetto principale su cui verte di solito la seconda prova dell’esame di maturità del liceo scientifico.

Quanto guadagna in media un laureato in matematica?

Quanto si guadagna con la Laurea in Matematica? – Lo stipendio minimo e massimo di un Matematici, attuari e statistici – da 1.521 € a 4.846 € al mese – 2023. Un Matematici, attuari e statistici percepisce generalmente tra 1.521 € e 2.856 € lordi il mese all’inizio del rapporto di lavoro.

Cosa fa un matematico in banca?

Financial Engineer Il MATEMATICO FINANZIARIO è la figura professionale che conosce la realtà finanziaria di riferimento, si occupa dell’analisi dei dati e delle statistiche per procedere alla valutazione di prodotti finanziari, assicurativi (specialmente di quelli complessi) e previdenziali definendone prezzi e rischi.

Cosa si studia in 4 superiore matematica?

CONTENUTI DEL PROGRAMMA: La retta e il piano cartesiano; la parabola; la circonferenza; Funzioni: esponenziali, logaritmiche; gi angoli e le funzioni goniometriche; calcolo del dominio delle funzioni. TRIGONOMETRIA Teoremi sui triangoli rettangoli; teoremi sui triangoli qualunque.

Cosa si studia in matematica in prima superiore?

In questa sezione ho trattato gli argomenti che, generalmente, si fanno in prima superiore. Naturalmente non tutte le prime classi in tutte le scuole d’Italia fanno lo stesso programma, però ho voluto dare questa struttura al sito, per garantire un orientamento nella ricerca di un determinato argomento. Come avrai già capito dall’indice qui in alto gli argomenti trattati in questo modulo sono:

I numeri relativi e le espressioni con essi, anche e soprattutto nelle frazioni numericheI monomi, i polinomi e le operazioni con essi.La scomposizione in fattori di un polinomio e le frazioni algebricheLe equazioni di primo grado intere, letterali e fratteLe disequazioni di primo grado

In questo sito, non vedrete finestre che si aprono all’improvviso o filmati che partono e ostruiscono la visuale nè tantomeno banner che si aprono qua e là disturbando la lettura (diciamolo!). Per sostenere questo progetto, ho preferito dei video con cui lasciare dei messaggi positivi agli studenti che visitano il sito o comunque dei video “discreti” i cui contenuti sono legati al mondo della scuola. “SCHEMI DI MATEMATICA” per il biennio e per il triennio delle scuole superiori. Sono due testi molto bene organizzati, pratici, accessibili a tutti grazie al linguaggio semplice e diretto. Sono sicuro che saranno utili alleati in vista di verifiche, compiti in classe, test, esami o semplicemente per svolgere i compiti a casa. Per saperne di più, clicca QUI (Biennio) oppure QUI (Triennio) Per consulenze o per segnalazioni di vario tipo puoi contattarmi sui social o via mail La mia mail è: [email protected]

Che cosa si studia in prima media?

Scopri il Metodo di Studio da vicino – Dal 20 al 25 febbraio 2023, una serie di incontri in diverse location, durante i quali Matteo Salvo racconterà, a ragazzi e genitori, come imparare il metodo per studiare meno, meglio e anche divertendosi. Che cosa si studia in prima media? In prima media si studia l’italiano, la matematica, l’inglese (come lingua straniera principale), una seconda lingua straniera, tecnologia, storia, geografia, scienze naturali, musica, arte e immagine e scienze motorie.

  • Come si fa a studiare alle medie? Per studiare alle medie è necessario organizzare il proprio tempo libero e dedicare il giusto tempo allo studio ogni giorno.
  • Il metodo tradizionale del “leggere, sottolineare e ripetere” potrebbe risultare lento e poco stimolante.
  • Si consiglia di rendere lo studio più creativo e “attivo”, utilizzando mappe mentali personalizzate per prendere appunti, tecniche di memorizzazione per tenere a mente le date e gli argomenti più importanti in modo da studiare per spiegare gli argomenti e trarre il massimo dallo studio.

Quante ore di studio alle medie? L’ideale sarebbe dedicare 4-5 ore di studio al giorno, dividendole in sessioni da 40 minuti di studio, 5 di ripasso e 15 di pausa. Come memorizzare velocemente alle medie? Utilizzando delle tecniche apposite, pensate proprio per i ragazzi in quanto sono personalizzate, creative e divertenti.

Cosa si studia di matematica al primo superiore?

Liceo scientifico – I anno Insiemi numerici (numeri naturali, interi, razionali, reali). Insiemistica e logica. Relazioni e funzioni. Monomi e polinomi, prodotti notevoli, divisione tra polinomi e scomposizione di polinomi. Equazioni lineari intere. Frazioni algebriche.

Equazioni lineari fratte, equazioni di grado superiore al primo risolvibili con scomposizione in fattori. Enti geometrici fondamentali, triangoli, rette perpendicolari e parallele, parallelogrammi e trapezi. II anno Disequazioni lineari e fratte, sistemi di disequazioni, equazioni e disequazioni con un modulo.

Sistemi lineari di equazioni (metodo di sostituzione, del confronto, di riduzione, di Cramer). Determinanti di matrici, metodo di Sarrus. Radicali e operazioni con i radicali. Retta cartesiana. Equazioni di secondo grado e applicazioni, parabola, equazioni di grado superiore al secondo (monomie, binomie, trinomie, fattorizzabili), sistemi di grado superiore al primo.

Disequazioni di secondo grado. Probabilità. Circonferenze e poligoni, equivalenza tra superfici, teoremi di Euclide e di Pitagora, proporzionalità e similitudine. III anno Equazioni e disequazioni con uno o due moduli, equazioni e disequazioni irrazionali. Funzioni, successioni e progressioni. Coniche (parabola, circonferenza, ellisse, iperbole).

Funzioni e formule goniometriche, equazioni e disequazioni goniometriche. IV anno Formule trigonometriche. Trasformazioni geometriche. Funzioni esponenziali e logaritmiche. Numeri complessi. Calcolo combinatorio, probabilità. V anno Limite di una funzione (per x tendente a un numero reale, a + infinito o – infinito), limiti notevoli.

  1. Funzioni continue e teoremi sulle funzioni continue, punti di discontinuità, asintoti.
  2. Funzioni derivate, regole di derivazione (somma, prodotto, composizione).
  3. Massimo e minimo di una funzione.
  4. Derivata seconda e concavità di una funzione.
  5. Teoremi di Fermat, Rolle, Lagrange, L’Hopital.
  6. Studio completo di una funzione (dominio, zeri e segno, simmetrie, limiti, segno della derivata prima, segno della derivata seconda).

Integrali indefiniti e definiti, teorema fondamentale del calcolo integrale, tecniche di integrazione (per parti, per sostituzione. Cenni agli integrali di volume. Equazioni differenziali di primo e secondo ordine. Geometria analitica nello spazio.