(dall’art.52 all’art.59 Codice del Consumo) I. In cosa consiste il diritto di recesso? II. Quando è previsto? III. Entro quando può essere esercitato? IV. Come esercitarlo? V. Gli effetti del recesso VI. Il diritto di recesso nell’ambito di contratti di modesta entità.
- VII. Il diritto di recesso nell’ambito di contratti conclusi telefonicamente. VIII.
- Il diritto di recesso e gli eventuali obblighi di pagamento in capo al consumatore.
- SEZIONE I: IN COSA CONSISTE IL DIRITTO DI RECESSO? Il diritto di recesso, detto comunemente “diritto al ripensamento”, è uno dei più importanti diritti attribuiti al consumatore dal Codice del consumo.
La materia è disciplinata dal decreto legislativo n.21/2014 che ha recepito la direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori. Il diritto di recesso consente al consumatore di cambiare idea sull’acquisto effettuato, liberandosi dal contratto concluso senza fornire alcuna motivazione.
- i contratti di servizi dopo la completa prestazione del servizio se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con l’accettazione della perdita del diritto di recesso a seguito della piena esecuzione del contratto da parte del professionista;
- la fornitura di beni o servizi il cui prezzo è legato a fluttuazioni nel mercato finanziario che il professionista non è in grado di controllare e che possono verificarsi durante il periodo di recesso;
- la fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati;
- la fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente;
- la fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna;
- la fornitura di beni che, dopo la consegna, risultano, per loro natura, inscindibilmente mescolati con altri beni;
- la fornitura di bevande alcoliche, il cui prezzo sia stato concordato al momento della conclusione del contratto di vendita, la cui consegna possa avvenire solo dopo trenta giorni e il cui valore effettivo dipenda da fluttuazioni sul mercato che non possono essere controllate dal professionista;
- i contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell’effettuazione di lavori urgenti di riparazione o manutenzione. Se, in occasione di tale visita, il professionista fornisce servizi oltre a quelli specificamente richiesti dal consumatore o beni diversi dai pezzi di ricambio necessari per effettuare la manutenzione o le riparazioni, il diritto di recesso si applica a tali servizi o beni supplementari;
- la fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;
- la fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;
- i contratti conclusi in occasione di un’asta pubblica;
- la fornitura di alloggi per fini non residenziali, il trasporto di beni, i servizi di noleggio di autovetture, i servizi di catering o i servizi riguardanti le attività del tempo libero qualora il contratto preveda una data o un periodo di esecuzione specifici;
- la fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con la sua accettazione del fatto che in tal caso avrebbe perso il diritto di recesso.
I professionisti sono tenuti a specificare espressamente l’esistenza del diritto o la sua inapplicabilità al caso specifico. Ai sensi dell’articolo 47, comma 2, del Codice del Consumo, le disposizioni relative inter alia al diritto di recesso non si applicano ai contratti negoziati fuori dai locali commerciali in base ai quali il corrispettivo che il consumatore deve pagare è inferiore a 50 euro (cd.
- nel caso di contratti di servizi, dal momento della conclusione del contratto;
- nel caso di contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore per ricevere il bene, acquisisce il possesso fisico dei beni o:
- nel caso di beni multipli ordinati dal consumatore mediante un solo ordine e consegnati separatamente, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico dell’ultimo bene;
- nel caso di consegna di un bene costituito da lotti o pezzi multipli, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico dell’ultimo lotto o pezzo;
- nel caso di contratti per la consegna periodica di beni durante un determinato periodo di tempo, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico del primo bene;
- nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno di conclusione del contratto.
Nel caso in cui il professionista non abbia adempiuto all’obbligo di informare il consumatore sull’esistenza del diritto di recesso (violazione dell’art.49, comma 1, lett. h), il termine per il suo esercizio è esteso a dodici mesi, ulteriori rispetto ai 14 giorni iniziali.
Se il professionista fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso entro dodici mesi dalla conclusione del contratto, il periodo di recesso termina quattordici giorni dopo il giorno in cui il consumatore è stato informato. SEZIONE IV:COME ESERCITARLO? Prima della scadenza del periodo di recesso, il consumatore deve informare il professionista della sua decisione di esercitare il diritto di recesso dal contratto.
A tal fine il consumatore può:
- utilizzare un modulo tipo di recesso di cui all’allegato I, parte B, del Codice del Consumo
- oppure presentare una qualsiasi dichiarazione esplicita della sua decisione di recedere dal contratto.
La comunicazione della volontà di esercitare il diritto di recesso può essere effettuata mediante modalità tradizionali o mediante comunicazioni elettroniche. In particolare, il professionista può prevedere la compilazione elettronica del modulo per l’esercizio del diritto di recesso allegato al Codice del consumo o prevedere tale comunicazione mediante altre forme, come ad esempio tramite la compilazione di apposito form predisposto sul sito internet del professionista.
Il professionista è tenuto, al ricevimento della comunicazione, a confermare senza indugio l’avvenuta ricezione, fornendo al consumatore la conferma del ricevimento della comunicazione su un supporto durevole. L’onere della prova relativa all’esercizio del diritto di recesso conformemente alle norme del Codice del Consumo incombe sul consumatore.
SEZIONE V:GLI EFFETTI DEL RECESSO L’esercizio del diritto di recesso libera le parti dagli obblighi contrattuali assunti. Ne discende che:
- il consumatore è tenuto alla restituzione dei beni entro 14 giorni dalla data in cui ha comunicato al professionista la sua decisione di esercitare il diritto di ripensamento. Il termine è rispettato se il consumatore rispedisce i beni prima della scadenza suddetta. Il consumatore sostiene solo il costo diretto della restituzione dei beni, purché il professionista non abbia concordato di sostenerlo o abbia omesso di informare il consumatore che tale costo è a carico del consumatore.
- il professionista è tenuto a rimborsare tutti i pagamenti ricevuti dal consumatore, eventualmente comprensivi delle spese di consegna, senza indebito ritardo e comunque entro 14 giorni dal momento in cui è informato della decisione del consumatore di recedere dal contratto. Il professionista esegue il rimborso utilizzando lo stesso mezzo di pagamento usato dal consumatore per la transazione iniziale, salvo che il consumatore non abbia convenuto altrimenti e a condizione che questi non debba sostenere alcun costo quale conseguenza del rimborso. Il professionista non è tenuto a rimborsare i costi supplementari, qualora il consumatore abbia scelto espressamente un tipo di consegna diversa dal tipo meno costoso di consegna offerto dal professionista. Salvo che il professionista abbia offerto di ritirare egli stesso i beni, questo può trattenere il rimborso finché non abbia ricevuto i beni oppure finché il consumatore non abbia dimostrato di aver rispedito i beni.
Nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali in cui i beni sono stati consegnati al domicilio del consumatore al momento della conclusione del contratto, il professionista ritira i beni a sue spese qualora i beni, per loro natura, non possano essere normalmente restituiti a mezzo posta.
È nulla qualsiasi clausola che preveda limitazioni al rimborso nei confronti del consumatore delle somme versate in conseguenza dell’esercizio del diritto di recesso. Il consumatore è responsabile unicamente della diminuzione di valore dei beni risultante da una manipolazione dei beni diversa da quella necessaria per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento dei beni.
Il consumatore non è in alcun caso responsabile per la diminuzione del valore dei beni se il professionista ha omesso di informare il consumatore del suo diritto di recesso. Il consumatore non sostiene alcun costo per la prestazione di servizi o la fornitura di acqua, gas o elettricità durante il periodo di recesso laddove:
- il professionista ha omesso di fornire informazioni circa il diritto di recesso; oppure
- il consumatore non ha espressamente chiesto che la prestazione iniziasse durante il periodo di recesso.
Il consumatore non sostiene alcun costo per la fornitura del contenuto digitale laddove:
- il consumatore non ha dato il suo previo consenso espresso circa l’inizio della prestazione prima della fine del periodo di quattordici giorni; oppure
- il professionista ha omesso di fornire la conferma del contratto.
SEZIONE VI:IL DIRITTO DI RECESSO NELL’AMBITO DI CONTRATTI DI MODESTA ENTITA’ Le norme nazionali in materia di diritto di recesso NON si applicano ai contratti di modesta entità negoziati fuori dei locali commerciali (articolo 47, comma 2, Codice del consumo).
Ai fini della qualificazione di un “contratto di modesta entità”, il limite previsto dalla legislazione nazionale è pari a 50 euro, conformemente a quanto stabilito dalla normativa UE. SEZIONE VII: IL DIRITTO DI RECESSO NELL’AMBITO DI CONTRATTI CONCLUSI TELEFONICAMENTE In generale, l’accordo che scaturisce dalla proposta telefonica avanzata dal professionista nei confronti del consumatore non si perfeziona allorquando il professionista non ponga in essere ulteriori adempimenti funzionali ad una scelta di acquisto consapevole del consumatore.
In particolare, ai sensi dell’articolo 51 comma 6 del Codice del Consumo, quando un contratto a distanza è concluso per telefono, il professionista è tenuto a confermare l’offerta al consumatore tramite invio della conferma della proposta contrattuale per iscritto o su un supporto durevole.
- Tale conferma deve comprendere tutte le informazioni precontrattuali sancite dall’art.51 comma 7 del Codice del Consumo e deve essere inviata dal professionista prima dell’inizio della fornitura del servizio e in ogni caso prima della consegna del bene o del servizio oggetto del contratto.
- Pertanto il consumatore è vincolato solo dopo aver firmato l’offerta o dopo averla accettata per iscritto.
In tali casi il documento informatico può essere sottoscritto con firma elettronica e, se il consumatore acconsente, la conferma può essere effettuata anche su un supporto durevole. Ad ogni modo, l’accettazione telefonica del contratto, anche se registrata, deve essere sempre accompagnata dall’invio delle condizioni dell’offerta per iscritto o su supporto durevole, pena la “non vincolatività” del contratto per il consumatore.
SEZIONE VIII: IL DIRITTO DI RECESSO E GLI EVENTUALI OBBLIGHI DI PAGAMENTO IN CAPO AL CONSUMATORE Il professionista può richiedere il pagamento durante il periodo di recesso di 14 giorni a condizione che il consumatore abbia presentato un’esplicita richiesta di ricevere la prestazione oggetto del contratto prima di esercitare il diritto di recesso.
Ai sensi dell’art.57, comma 3, se il consumatore ha presentato una richiesta di attivazione della fornitura, prestazione del servizio o consegna del bene durante il periodo di recesso, egli è responsabile del pagamento al professionista di un importo proporzionale a quanto è stato fornito fino al momento in cui il consumatore ha informato il professionista dell’esercizio del diritto di recesso, rispetto a tutte le prestazioni previste dal contratto.
Quando non è previsto il diritto di recesso?
Il diritto di recesso si applica ai contratti negoziati fuori dai locali commerciali oppure è stato esteso anche agli acquisti nei locali? – Il diritto di recesso può essere esercitato solo per contratti conclusi a distanza o negoziati fuori dai locali commerciali (art.52 Codice del Consumo), pertanto non può essere esercitato nel caso di acquisti effettuati in negozio.
Quando si può recedere da un acquisto?
Per quanti giorni è valido il diritto di recesso? – Per gli acquisti fuori dai locali commerciali, ad esempio online, si può esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni. Per gli acquisti in negozio, invece, non esiste diritto di recesso!
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- Per approfondimento:
- Testo del, emanato con il Decreto legislativo 6 settembre 2005, n.206, relativo al riassetto delle disposizioni vigenti in materia di tutela dei consumatori
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Il calcolo del termine di opposizione a decreto ingiuntivo è di vitale importanza per non perdere il diritto a far valere le proprie ragioni opponendosi a un decreto ingiuntivo ‘sbagliato’ nella sostanza o nella forma. Nel valutare l’onerosità dell’acquisto di un immobile vanno considerate una serie di spese accessorie e sapere quando e come si calcola l’imposta di registro sulla prima casa può essere molto utile.
La Corte costituzionale ha anticipato la sentenza con la quale ha dichiarato legittimo l’obbligo vaccinale e ineludibile quindi l’obbligo di pagamento delle sanzioni senza possibilità di ricevere alcuna retribuzione per il periodo di sospensione. Il costo dell’assicurazione proposta in occasione di un prestito o di un mutuo concorre a determinare la usurarietà del finanziamento e attribuisce al cliente il diritto di ottenere lo stralcio di ogni somma pattuita in conto interessi! Dall’inizio delle ostilità in Ucraina si è iniziato subito a parlare dell’articolo 5 NATO, sia da parte della Russia che dei Paesi confinanti le aree interessate.
Vediamo cos’è e cosa comporta concretamente. Chiunque abbia investito in FTX può giustamente sentire il sangue gelare nelle vene da quando la nota piattaforma ha dichiarato bancarotta e si sente parlare di una presunta truffa FTX dalle dimensioni colossali : Diritto di recesso in negozio e restituzione dei soldi spesi
Quando si può restituire un prodotto acquistato in negozio?
Chi compra al negozio o in una fiera non ha diritto al ripensamento. Per cui egli ha la possibilità di restituire il prodotto solo in due casi: difetto di costruzione o sopravvenuta rottura o danneggiamento di una componente.
Quali sono le modalità di recesso del consumatore?
Il consumatore può recedere, senza dare alcuna giustificazione e senza penalità, inviando al venditore una comunicazione scritta tramite raccomandata a/r entro 10 giorni lavorativi dalla data di conclusione del contratto (per i servizi) o di consegna della merce (per i beni).
Come recedere da un ordine di acquisto?
Come esercitare il diritto di recesso – Per esercitare il diritto di recesso, il consumatore dovrà adottare una delle modalità previste dall’ articolo 54 del codice del consumo, ovvero potrà compilare ed inviare un modulo online nel caso di acquisti tramite e-commerce, oppure potrà comunicare con una qualsiasi altra dichiarazione esplicita, la sua decisione di recedere dal contratto.
In entrambi i casi, tale comunicazione dovrà essere inviata prima della scadenza del periodo di recesso. In alternativa, il venditore può offrire al consumatore l’opzione di compilare e inviare elettronicamente il modulo di recesso tipo riportato all’allegato I, parte B, o una qualsiasi altra dichiarazione esplicita sul sito web del professionista, per poi comunicargli la conferma di ricevimento su supporto durevole.
E’ sul consumatore che grava l’onere di dimostrare di aver correttamente esercitato il diritto di recesso.
Come recedere da un acquisto?
(dall’art.52 all’art.59 Codice del Consumo) I. In cosa consiste il diritto di recesso? II. Quando è previsto? III. Entro quando può essere esercitato? IV. Come esercitarlo? V. Gli effetti del recesso VI. Il diritto di recesso nell’ambito di contratti di modesta entità.
- VII. Il diritto di recesso nell’ambito di contratti conclusi telefonicamente. VIII.
- Il diritto di recesso e gli eventuali obblighi di pagamento in capo al consumatore.
- SEZIONE I: IN COSA CONSISTE IL DIRITTO DI RECESSO? Il diritto di recesso, detto comunemente “diritto al ripensamento”, è uno dei più importanti diritti attribuiti al consumatore dal Codice del consumo.
La materia è disciplinata dal decreto legislativo n.21/2014 che ha recepito la direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori. Il diritto di recesso consente al consumatore di cambiare idea sull’acquisto effettuato, liberandosi dal contratto concluso senza fornire alcuna motivazione.
- i contratti di servizi dopo la completa prestazione del servizio se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con l’accettazione della perdita del diritto di recesso a seguito della piena esecuzione del contratto da parte del professionista;
- la fornitura di beni o servizi il cui prezzo è legato a fluttuazioni nel mercato finanziario che il professionista non è in grado di controllare e che possono verificarsi durante il periodo di recesso;
- la fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati;
- la fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente;
- la fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna;
- la fornitura di beni che, dopo la consegna, risultano, per loro natura, inscindibilmente mescolati con altri beni;
- la fornitura di bevande alcoliche, il cui prezzo sia stato concordato al momento della conclusione del contratto di vendita, la cui consegna possa avvenire solo dopo trenta giorni e il cui valore effettivo dipenda da fluttuazioni sul mercato che non possono essere controllate dal professionista;
- i contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell’effettuazione di lavori urgenti di riparazione o manutenzione. Se, in occasione di tale visita, il professionista fornisce servizi oltre a quelli specificamente richiesti dal consumatore o beni diversi dai pezzi di ricambio necessari per effettuare la manutenzione o le riparazioni, il diritto di recesso si applica a tali servizi o beni supplementari;
- la fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;
- la fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;
- i contratti conclusi in occasione di un’asta pubblica;
- la fornitura di alloggi per fini non residenziali, il trasporto di beni, i servizi di noleggio di autovetture, i servizi di catering o i servizi riguardanti le attività del tempo libero qualora il contratto preveda una data o un periodo di esecuzione specifici;
- la fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con la sua accettazione del fatto che in tal caso avrebbe perso il diritto di recesso.
I professionisti sono tenuti a specificare espressamente l’esistenza del diritto o la sua inapplicabilità al caso specifico. Ai sensi dell’articolo 47, comma 2, del Codice del Consumo, le disposizioni relative inter alia al diritto di recesso non si applicano ai contratti negoziati fuori dai locali commerciali in base ai quali il corrispettivo che il consumatore deve pagare è inferiore a 50 euro (cd.
- nel caso di contratti di servizi, dal momento della conclusione del contratto;
- nel caso di contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore per ricevere il bene, acquisisce il possesso fisico dei beni o:
- nel caso di beni multipli ordinati dal consumatore mediante un solo ordine e consegnati separatamente, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico dell’ultimo bene;
- nel caso di consegna di un bene costituito da lotti o pezzi multipli, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico dell’ultimo lotto o pezzo;
- nel caso di contratti per la consegna periodica di beni durante un determinato periodo di tempo, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico del primo bene;
- nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno di conclusione del contratto.
Nel caso in cui il professionista non abbia adempiuto all’obbligo di informare il consumatore sull’esistenza del diritto di recesso (violazione dell’art.49, comma 1, lett. h), il termine per il suo esercizio è esteso a dodici mesi, ulteriori rispetto ai 14 giorni iniziali.
Se il professionista fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso entro dodici mesi dalla conclusione del contratto, il periodo di recesso termina quattordici giorni dopo il giorno in cui il consumatore è stato informato. SEZIONE IV:COME ESERCITARLO? Prima della scadenza del periodo di recesso, il consumatore deve informare il professionista della sua decisione di esercitare il diritto di recesso dal contratto.
A tal fine il consumatore può:
- utilizzare un modulo tipo di recesso di cui all’allegato I, parte B, del Codice del Consumo
- oppure presentare una qualsiasi dichiarazione esplicita della sua decisione di recedere dal contratto.
La comunicazione della volontà di esercitare il diritto di recesso può essere effettuata mediante modalità tradizionali o mediante comunicazioni elettroniche. In particolare, il professionista può prevedere la compilazione elettronica del modulo per l’esercizio del diritto di recesso allegato al Codice del consumo o prevedere tale comunicazione mediante altre forme, come ad esempio tramite la compilazione di apposito form predisposto sul sito internet del professionista.
Il professionista è tenuto, al ricevimento della comunicazione, a confermare senza indugio l’avvenuta ricezione, fornendo al consumatore la conferma del ricevimento della comunicazione su un supporto durevole. L’onere della prova relativa all’esercizio del diritto di recesso conformemente alle norme del Codice del Consumo incombe sul consumatore.
SEZIONE V:GLI EFFETTI DEL RECESSO L’esercizio del diritto di recesso libera le parti dagli obblighi contrattuali assunti. Ne discende che:
- il consumatore è tenuto alla restituzione dei beni entro 14 giorni dalla data in cui ha comunicato al professionista la sua decisione di esercitare il diritto di ripensamento. Il termine è rispettato se il consumatore rispedisce i beni prima della scadenza suddetta. Il consumatore sostiene solo il costo diretto della restituzione dei beni, purché il professionista non abbia concordato di sostenerlo o abbia omesso di informare il consumatore che tale costo è a carico del consumatore.
- il professionista è tenuto a rimborsare tutti i pagamenti ricevuti dal consumatore, eventualmente comprensivi delle spese di consegna, senza indebito ritardo e comunque entro 14 giorni dal momento in cui è informato della decisione del consumatore di recedere dal contratto. Il professionista esegue il rimborso utilizzando lo stesso mezzo di pagamento usato dal consumatore per la transazione iniziale, salvo che il consumatore non abbia convenuto altrimenti e a condizione che questi non debba sostenere alcun costo quale conseguenza del rimborso. Il professionista non è tenuto a rimborsare i costi supplementari, qualora il consumatore abbia scelto espressamente un tipo di consegna diversa dal tipo meno costoso di consegna offerto dal professionista. Salvo che il professionista abbia offerto di ritirare egli stesso i beni, questo può trattenere il rimborso finché non abbia ricevuto i beni oppure finché il consumatore non abbia dimostrato di aver rispedito i beni.
Nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali in cui i beni sono stati consegnati al domicilio del consumatore al momento della conclusione del contratto, il professionista ritira i beni a sue spese qualora i beni, per loro natura, non possano essere normalmente restituiti a mezzo posta.
È nulla qualsiasi clausola che preveda limitazioni al rimborso nei confronti del consumatore delle somme versate in conseguenza dell’esercizio del diritto di recesso. Il consumatore è responsabile unicamente della diminuzione di valore dei beni risultante da una manipolazione dei beni diversa da quella necessaria per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento dei beni.
Il consumatore non è in alcun caso responsabile per la diminuzione del valore dei beni se il professionista ha omesso di informare il consumatore del suo diritto di recesso. Il consumatore non sostiene alcun costo per la prestazione di servizi o la fornitura di acqua, gas o elettricità durante il periodo di recesso laddove:
- il professionista ha omesso di fornire informazioni circa il diritto di recesso; oppure
- il consumatore non ha espressamente chiesto che la prestazione iniziasse durante il periodo di recesso.
Il consumatore non sostiene alcun costo per la fornitura del contenuto digitale laddove:
- il consumatore non ha dato il suo previo consenso espresso circa l’inizio della prestazione prima della fine del periodo di quattordici giorni; oppure
- il professionista ha omesso di fornire la conferma del contratto.
SEZIONE VI:IL DIRITTO DI RECESSO NELL’AMBITO DI CONTRATTI DI MODESTA ENTITA’ Le norme nazionali in materia di diritto di recesso NON si applicano ai contratti di modesta entità negoziati fuori dei locali commerciali (articolo 47, comma 2, Codice del consumo).
Ai fini della qualificazione di un “contratto di modesta entità”, il limite previsto dalla legislazione nazionale è pari a 50 euro, conformemente a quanto stabilito dalla normativa UE. SEZIONE VII: IL DIRITTO DI RECESSO NELL’AMBITO DI CONTRATTI CONCLUSI TELEFONICAMENTE In generale, l’accordo che scaturisce dalla proposta telefonica avanzata dal professionista nei confronti del consumatore non si perfeziona allorquando il professionista non ponga in essere ulteriori adempimenti funzionali ad una scelta di acquisto consapevole del consumatore.
In particolare, ai sensi dell’articolo 51 comma 6 del Codice del Consumo, quando un contratto a distanza è concluso per telefono, il professionista è tenuto a confermare l’offerta al consumatore tramite invio della conferma della proposta contrattuale per iscritto o su un supporto durevole.
- Tale conferma deve comprendere tutte le informazioni precontrattuali sancite dall’art.51 comma 7 del Codice del Consumo e deve essere inviata dal professionista prima dell’inizio della fornitura del servizio e in ogni caso prima della consegna del bene o del servizio oggetto del contratto.
- Pertanto il consumatore è vincolato solo dopo aver firmato l’offerta o dopo averla accettata per iscritto.
In tali casi il documento informatico può essere sottoscritto con firma elettronica e, se il consumatore acconsente, la conferma può essere effettuata anche su un supporto durevole. Ad ogni modo, l’accettazione telefonica del contratto, anche se registrata, deve essere sempre accompagnata dall’invio delle condizioni dell’offerta per iscritto o su supporto durevole, pena la “non vincolatività” del contratto per il consumatore.
SEZIONE VIII: IL DIRITTO DI RECESSO E GLI EVENTUALI OBBLIGHI DI PAGAMENTO IN CAPO AL CONSUMATORE Il professionista può richiedere il pagamento durante il periodo di recesso di 14 giorni a condizione che il consumatore abbia presentato un’esplicita richiesta di ricevere la prestazione oggetto del contratto prima di esercitare il diritto di recesso.
Ai sensi dell’art.57, comma 3, se il consumatore ha presentato una richiesta di attivazione della fornitura, prestazione del servizio o consegna del bene durante il periodo di recesso, egli è responsabile del pagamento al professionista di un importo proporzionale a quanto è stato fornito fino al momento in cui il consumatore ha informato il professionista dell’esercizio del diritto di recesso, rispetto a tutte le prestazioni previste dal contratto.
Quali sono i diritti del consumatore?
I diritti dei consumatori – All’interno del Codice del Consumo si trovano i diritti fondamentali riconosciuti a consumatori e utenti. Questi sono:
Alla tutela della salute; Alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi; All’adeguata informazione e ad una corretta pubblicità; All’esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealtà (aggiunto nel 2007); All’educazione al consumo; Alla correttezza, alla trasparenza ed all’equità nei rapporti contrattuali; Alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti; All’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza
Vediamo nello specifico in cosa consistono.
Cosa fare se il venditore non accetta il reso?
Cosa fare se venditore rifiuta reso – Le leggi in vigore permettono ad ogni acquirente di esercitare il diritto di recesso e non prevedono la possibilità per un venditore di rifiutare un reso a meno che non sussistano situazioni eccezionali. Nel caso in cui ci si ritrovi a ricevere merce o prodotti che non vanno bene, non conformi a quanto visto o con qualche difetto, si ha diritto a fare un reso e ricevere relativo rimborso dal venditore.
tentare una conciliazione; provvedere ad inviare formale comunicazione di diffida; agire in giudizio.
Precisiamo che quando si usa PayPal o altro sistema simile, tutto viene generalmente gestito sul sito attraverso cui si è effettuato il pagamento.
Come funziona il reso della merce?
Come fare reso della merce e ottenere rimborso Il venditore ha quattordici giorni per restituire l’importo speso. Se, per qualsiasi ragione, il consumatore non è soddisfatto del proprio ordine può fare il reso della merce e ottenerne il rimborso, Con la restituzione dell’articolo acquistato, il cliente potrà richiedere al venditore il rimborso dell’intero importo speso per l’acquisto della merce restituita.
Quando il commerciante deve restituire i soldi?
Quando il negoziante è obbligato al cambio merce? – Il Codice del Consumo prevede che il diritto alla sostituzione o alla riparazione (nei casi più gravi, si può persino richiedere la restituzione dei soldi) diventi però obbligatorio per il commerciante nel caso in cui la merce sia difettosa o presenti dei malfunzionamenti.
Quanto tempo ho per annullare un ordine?
Come annullare un ordine su Amazon? – 1) Annullare un ordine su Amazon entro 30 minuti dall’acquisto Ecco come fare: Dopo aver avuto acceso al proprio account di Amazon, bisogna aprire la sezione “I miei ordini”. Una volta individuato e selezionato il prodotto che s’intendi annullare, basta clicca sul pulsante “Rimuovi articoli”.
Nel caso in cui non si riuscisse a trovare il prodotto il cui ordine si vuole annulare, c’è la funzione “cerca i miei ordini”, posizionata in alto a destra dello schermo. Dopodiché, bisogna indicare il motivo della cancellazione dal menù a tendina “Seleziona il motivo della cancellazione”. Fatto questo l’ordine sarà stato rimosso e il pacco non verrà più spedito.
L’utente riceverà una mail di conferma da Amazon e quanto già stato addebitato sulla carta di credito o su Paypal verrà restituito.2) Annullare un ordine su Amazon dopo 30 minuti dall’acquisto E’ possibile anche annullare un ordine dopo 30 minuti, persino dopo diversi giorni.
- In tal caso, dopo aver avuto accesso al proprio account ed essere andati alla voce “I Miei ordini”, bisogna cliccare sul pulsante “Contatta il Venditore”.
- Dopodiché, dal menù a tendina, va selezionato il pulsante “Annulla Ordine” e, sempre dal menù a tendina, indicato il motivo della cancellazione sotto ” Seleziona il motivo della cancellazione “.
Sarà inviata, anche in questo caso, un’email di conferma e, se già addebitato, l’importo sarà restituito sulla carta dell’utente. Bisogna però badare bene che il prodotto non sia già stato spedito, Infatti, nel caso in cui l’ordine sia entrato nel processo di spedizione – sul sito compare “Status: in spedizione” – oppure sia già stato spedito – Status: spedito – non è più possibile avvalersi della procedura appena descritta.
Bisognerà invece attendere che il pacco venga consegnato a domicilio.3) Annullare un ordine su Amazon dopo la consegna del corriere Il cliente, anche dopo la consegna del pacco da parte del corriere, ha 14 giorni di tempo per esercitare il suo diritto di recesso e annullare l’acquisto, Per farlo, non bisogna fornire nessuna spiegazione o motivazione particolare, ma unicamente rispedire il pacco al mittente.
Bisognerà allegare la ricevuta di consegna, al fine di fornire la prova dell’avvenuta consegna del pacco, al cui interno si lascerà un foglio di carta con scritto: “Intendo esercitare il diritto di recesso concesso dal codice del consumo e chiedo che mi venga restituito l’importo già pagato, pari ad euro”.
Come esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni?
Come esercitare il diritto di recesso – Il diritto di recesso si esercita con l’invio entro il termine di quattordici (14) giorni di una comunicazione scritta alla sede del professionista mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, È possibile inviare la comunicazione, entro lo stesso termine, anche mediante telegramma, telex, posta elettronica e fax, a condizione che sia confermata mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento entro le quarantotto ore successive.
- Nella raccomandata è sufficiente inserire i propri dati, quelli relativi all’ordine e all’acquisto effettuati, comunicando l’intenzione di recedere dal contratto, con l’intimazione di restituire il prezzo pagato entro il termine tassativo di 30 giorni.
- Qualora nell’informativa riguardante il diritto di recesso o nell’offerta di vendita o nelle clausole di contratto, ciò sia espressamente previsto, il consumatore può esercitare il diritto di recesso procedendo alla diretta ed immediata restituzione del bene, senza l’onere della preventiva comunicazione.
Chiaramente il consumatore sarà liberato ed avrà diritto alla restituzione di quanto pagato al professionista, al netto delle spese di consegna e rispedizione ( sempre a carico del consumatore ), solamente dal momento in cui il venditore, controllata la merce ed attestatane l’integrità e la perfetta corrispondenza a quanto venduto, confermerà il tutto.
Quale clausola le parti possono stabilire per l’esercizio del diritto di recesso?
La multa penitenziale – Le parti possono prevedere nel regolamento contrattuale un corrispettivo per il diritto di recesso: si tratta della c.d. ” multa penitenziale ” di cui al terzo comma dell’art.1373 c.c., che subordina l’effetto del recesso all’esecuzione della prestazione.
Quanto tempo si ha per recedere da un contratto?
2) contratti conclusi a distanza – Si tratta di acquisti effettuati attraverso tecniche di comunicazione a distanza, utilizzando, per esempio, telefono, televisione, fax o internet, Quindi in entrambe queste tipologie di contratto, concluso fuori dai locali commerciali o senza la presenza fisica del venditore (a distanza), il legislatore europeo ha previsto un diritto di ripensamento gratuito per la cosiddetta parte debole del contratto, ovvero il consumatore.
Ci sono però alcune eccezioni : per alcuni tipi di beni e servizi non è comunque possibile recedere, ad esempio se si tratta di contratti del tempo libero, di beni confezionati su misura o di beni sigillati. Non è peraltro possibile recedere da un contratto concluso fuori dai locali commerciali se il corrispettivo pagato non è superiore a 50 Euro.
Tale limite di valore non vale invece per i contratti conclusi a distanza. Il termine per esercitare il diritto di recesso è di 14 giorni di calendario dalla data di conclusione del contratto nel caso di servizi e dal ricevimento della merce nel caso di un bene.
- Il termine è prorogato di un anno se il professionista non informa correttamente a proposito del diritto di recesso.
- Per comunicare al professionista la decisione di esercitare il diritto di recesso, il consumatore può utilizzare il modulo tipo di recesso che gli era stato consegnato oppure presentare una qualsiasi altra dichiarazione esplicita,
L’onere della prova incombe sul consumatore. Meglio evitare, dunque, una comunicazione telefonica. Inoltre la merce va rispedita al venditore a spese del consumatore. Qui invece potete scaricare gratuitamente il modulo standard di recesso, Lettera tipo – Modulo standard di recesso Questo modulo può essere compilato per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali entro 14 giorni (di calendario) dal ricevimento dei beni o dalla data di conclusione del contratto nel caso di fornitura di un servizio.13.5 Kb
Come scrivere diritto di ripensamento?
Con la presente, io sottoscritto _, nato a _, residente in _ Via _ n. _, C.F. _, intendo formalmente recedere dal contratto _ con Voi stipulato in data _, avente ad oggetto _, ritenendomi pertanto definitivamente libero da qualsiasi obbligo contrattuale nei Vostri confronti.
Cosa succede se annullo una proposta di acquisto?
Assegno per proposta di acquisto casa: cosa succede in caso di recesso da parte del venditore – Parliamo ora in concreto della restituzione dell’assegno dopo la proposta di acquisto, Per capire meglio la situazione, è il caso di ricordare che, quando si discute della proposta di acquisto, quest’ultima ha effetto solo nel momento in cui viene accettata.
- Essenziale a tal proposito è che venga inizialmente firmata dal venditore e, successivamente, controfirmata dall’aspirante nuovo proprietario.
- L’accettazione deve essere comunicata al compratore dal proprietario o, quando presente, dall’eventuale agente immobiliare.
- Essenziale è rammentare che, dopo aver presentato la proposta di acquisto, chi l’ha presentata è vincolato, Ciò significa che, per un determinato lasso di tempo, non ha la facoltà di revocarla.
Se ti è capitato almeno una volta di avere a che fare con la caparra versata in sede di proposta di acquisto, avrai sicuramente sentito chiamare in causa il concetto di proposta irrevocabile (regolamentata dall’). Attenzione: la presenza dell’aggettivo ” irrevocabile ” non vuole assolutamente dire che non si possa procedere all’annullamento.
- Si può fare eccome! Bisogna però mettersi nell’ottica del fatto che, se ci si trova nelle vesti dell’aspirante compratore e ci si tira indietro, il venditore ha la facoltà di trattenere la caparra.
- Chiarita questa doverosa premessa, vediamo cosa succede in caso di recesso del venditore (che ha ovviamente la possibilità di esaminare diverse proposte di acquisto o di cambiare idea per qualsiasi motivo).
Se il venditore si ritira dopo la proposta di acquisto, il soggetto in questione è tenuto a restituire all’aspirante compratore una somma pari al doppio dell’assegno versato. Essenziale è sottolineare che, da parte del venditore, non esiste alcun vincolo.
- Come già accennato, parliamo di un soggetto che ha tutta la libertà di esaminare altre proposte di acquisto.
- L’accettazione sopra citata può essere revocata.
- Quello che conta è che la notizia della revoca venga comunicata all’aspirante compratore prima dell’accettazione.
- Tornando un attimo agli obblighi del venditore che si è tirato indietro dopo l’accettazione della proposta di acquisto, ricordiamo che, nell’eventualità del ricorso a un’agenzia, è tenuto a versare la provvigione alla suddetta realtà.
Il motivo è molto semplice ed è legato al fatto che, nonostante l’esito non positivo dell’accordo relativo alla proposta di acquisto, l’agenzia ha comunque portato a termine il suo compito. Oltre a questa somma, bisogna considerare anche la provvigione dovuta dall’aspirante acquirente.
Che cos’è il recesso unilaterale?
Il recesso unilaterale rappresenta una causa estintiva ordinaria di qualsiasi rapporto di durata a tempo indeterminato, rispondendo all’esigenza di evitare la perpetuità del vincolo obbligatorio, la quale è in sintonia con il principio di buona fede nell’esecuzione del contratto.
Quando il recesso è unilaterale?
Il recesso unilaterale è una facoltà che può essere esercitata dal contraente laddove essa sia prevista dalla legge o dal contratto. La risoluzione, invece, avviene con il consenso delle parti oppure può essere dichiarata dal giudice in presenza di determinati presupposti.
Come posso recedere da un contratto già firmato?
Annullare un contratto di acquisto già firmato leggi in vigore – Se si firma un contratto e si tratta di un contratto di acquisto da cui si vuol retrocedere, è possibile annullare lo stesso esercitando il diritto di recesso previsto dalla legge. In questo caso, in base a quanto stabilito dalle norme in vigore, per annullare un contratto già firmato basta semplicemente restituire la merce al venditore e inviare relativa raccomandata a/r al professionista.
È possibile inviare la comunicazione anche tramite telegramma, fax, posta elettronica, a condizione che invio e ricezione siano confermati tramite raccomandata con avviso di ricevimento entro le quarantotto ore successive. Il, e quindi la possibilità di annullare un contratto, si può esercitare entro il quattordicesimo giorno dalla data di acquisto o in cui si riceve il bene acquistato, nel caso di acquisto online.
Autore: Chiara Compagnucci pubblicato il 28/02/2022 alle ore 18:00 : Come posso fare se ho firmato un contratto ma lo voglio annullare secondo leggi 2022
Cosa fare se il venditore non accetta il reso?
Cosa fare se venditore rifiuta reso – Le leggi in vigore permettono ad ogni acquirente di esercitare il diritto di recesso e non prevedono la possibilità per un venditore di rifiutare un reso a meno che non sussistano situazioni eccezionali. Nel caso in cui ci si ritrovi a ricevere merce o prodotti che non vanno bene, non conformi a quanto visto o con qualche difetto, si ha diritto a fare un reso e ricevere relativo rimborso dal venditore.
tentare una conciliazione; provvedere ad inviare formale comunicazione di diffida; agire in giudizio.
Precisiamo che quando si usa PayPal o altro sistema simile, tutto viene generalmente gestito sul sito attraverso cui si è effettuato il pagamento.
Quanti tipi di recesso esistono?
Il recesso è l’atto con cui una parte si ritira dal contratto, la cui caratteristica è di avere efficacia ex nunc, Categoria: Diritto civile Recesso dal contratto di Paolo Franceschetti Nozione Il recesso è l’atto con cui una parte si ritira dal contratto, la cui caratteristica è di avere efficacia ex nunc, Ai sensi dell’ articolo 1373 : Se a una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto tale facoltà può essere esercitata fino a che il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione.
- Nei contratti ad esecuzione periodica o continuata tale facoltà può essere esercitata anche successivamente ma il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione.
- Il recesso può essere convenzionale o legale.
- Il recesso legale si ha in tutti i casi in cui la legge lo prevede espressamente (ad esempio all’ articolo 1537 ), la quale, impropriamente, usa spesso il termine “revoca”, oppure l’ articolo 1385 (v.
Cass.7762/2013). Quello convenzionale si ha quando il diritto di recesso trova la sua fonte nell’accordo delle parti; si precisa che la clausola che attribuisce ad una delle parti la facoltà di recesso deve essere espressa in modo inequivocabile, in modo da non lasciare dubbi all’interprete.
- Caratteri e natura giuridica Il recesso costituisce quindi un atto negoziale, unilaterale, costitutivo, di secondo grado, recettizio, con cui si esercita – almeno secondo l’opinione prevalente – il diritto potestativo di sciogliere il contratto.
- Qualcuno ha sostenuto anche che trattasi di un negozio astratto, ma, attesa la definizione e la concezione di causa che noi abbiamo accolto, l’opinione ci pare da respingere senza troppe discussioni.
Anche se qualcuno ne dubita è sicuramente possibile subordinare l’atto di esercizio del diritto di recesso a termine o condizione, quando questa possibilità sia frutto di una pattuizione bilaterale. Come dice l’articolo 1373 in modo inequivocabile il recesso può essere esercitato in ogni tempo nei contratti ad esecuzione periodica o continuata.
- Nei contratti ad esecuzione istantanea, invece, come una vendita, o un mutuo, o una permuta, il recesso può essere esercitato solo fino a che il contratto non ha avuto esecuzione.
- Per l’esercizio del diritto di recesso deve essere previsto un termine, altrimenti si applicherà il termine di prescrizione decennale valevole in generale per tutti i diritti.
Il recesso nei contratti ad effetti reali Anche per quanto riguarda il recesso è sorta questione sull’applicabilità dell’istituto ai contratti ad effetti reali. L’opinione negativa – che è prevalente in giurisprudenza – si basa su due argomenti. Anzitutto c’è da considerare che il recesso da un contratto ad effetti reali istantanei, in realtà produrrebbe un ritrasferimento in capo all’originario alienante; a meno di non voler considerare il recesso efficace ex tunc ; il punto, però, è che la retroattività degli effetti non potrebbe essere posta arbitrariamente dalle parti, ma solo dal legislatore, specie perché con essa si pregiudicano i diritti dei terzi.