Cosa Cambia Con La Legge Madia?
Costanzo Franceschi
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Gli incarichi esterni dopo la legge Madia – La legge Madia ha inciso anche sulla possibilità, per la Pubblica Amministrazione, di dare incarichi esterni a persone che non sono dipendenti pubblici, cioè a individui che non sono già contrattualizzati. Come sicuramente saprai, la Pubblica Amministrazione deve prediligere l’assunzione a tempo indeterminato, al fine di garantire stabilità ai propri dipendenti.
Tuttavia, essa può eccezionalmente avvalersi di lavoratori esterni, cioè di persone che, pur non avendo superato un concorso e non essendo, dunque, dipendenti pubblici, possono essere d’aiuto alla Pubblica Amministrazione grazie alle loro comprovate capacità. Secondo la legge, la Pubblica Amministrazione, per rispondere a esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale, può stipulare contratti di lavoro a tempo determinato, contratti di formazione e lavoro e contratti di somministrazione di lavoro a tempo determinato, nonché avvalersi delle forme contrattuali flessibili previste dal codice civile e dalle altre leggi sui rapporti di lavoro nell’impresa.
È fondamentale ricordare che la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni.
- Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative.
- Nel pubblico impiego possono aversi anche impieghi part-time e in regime di telelavoro, nonché l’apprendistato.
- La Pubblica Amministrazione può poi ricorrere ad incarichi individuali esterni, affidati a soggetti non facenti parte del personale in servizio.
Tali contratti possono essere stipulati per fare fronte a specifiche esigenze non fronteggiabili con il personale in servizio, mediante l’utilizzo di soggetti esperti aventi particolare e comprovata specializzazione, anche universitaria. A seguito della riforma Madia, la Pubblica Amministrazione può ricorrere a incarichi esterni alle seguenti condizioni:
l’oggetto della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite dall’ordinamento all’amministrazione conferente, ad obiettivi e progetti specifici e determinati e risultare coerente con le esigenze di funzionalità dell’amministrazione stessa;l’amministrazione deve avere preliminarmente accertato l’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno;la prestazione deve avere natura temporanea ed essere altamente qualificata; non è ammesso il rinnovo e l’eventuale proroga dell’incarico è consentita in via eccezionale, solo per completare il progetto e per ritardi non imputabili al collaboratore, e senza variazioni del compenso già pattuito;devono essere preventivamente determinati durata, oggetto e compenso della collaborazione.
Cosa stabilisce il decreto Madia?
I furbetti del weekend – La legge Madia intensifica la lotta contro l’assenteismo prevedendo specifiche misure per i cosiddetti ” furbetti del weekend “, cioè per coloro che si assentano puntualmente in vista del fine settimana. La legge demanda alla contrattazione collettiva il compito di fissare le condotte e le relative sanzioni in caso di ripetute e ingiustificate assenze dal servizio in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale, nonché con riferimento ai casi di ingiustificate assenze collettive in determinati periodi nei quali è necessario assicurare continuità nell’erogazione dei servizi all’utenza.
Chi ha diritto alla stabilizzazione?
Assunzione a tempo indeterminato, cosa è previsto – Dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni, del personale, anche non più in servizio, del ruolo sanitario e sociosanitario, l’assunzione a tempo indeterminato è permessa per chi:
- sia stato assunto a tempo determinato con procedure concorsuali ivi incluse le selezioni di cui all’articolo 2-ter del Decreto legge n.18 del 17 marzo 2020 (“Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-10”), convertito, con modificazioni, dalla Legge n.27 del 24 aprile 2020 (“Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto legge 17 marzo 2020, n.18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Proroga dei termini per l’adozione di decreti legislativi”)
- abbia maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale almeno diciotto mesi di servizio (seppur non continuativi)
- abbia prestato il servizio di cui al punto precedente per almeno sei mesi nel periodo che intercorre tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.
All’interno delle linee guida si puntualizza che il destinatario delle procedure di stabilizzazione è il personale del ruolo sanitario e quello del ruolo socio-sanitario. Considerata l’assenza di specificazioni deve ritenersi stabilizzabile il personale dei predetti ruoli appartenente a tutti i profili, sia del comparto che della dirigenza.
Quando scade la legge Madia?
Le ultimissime novità normative apportate al Decreto Madia – Inizio col dirvi che il tema della stabilizzazione è fortemente travagliato ed è interessato da importanti modifiche legislative: ultimamente, come vedremo a breve, si discute della stabilizzazione di quanti hanno stipulato “contratti Covid” a termine.
Vi ricordo qui soltanto che, in un primo tempo, il decreto cosiddetto “mille-proroghe” (d ecreto-legge 31 dicembre 2020, n.183 ) con l’art.1 comma 8, aveva disposto l’inserimento del seguente periodo al comma 11-bis dell’art.20 del Decreto Madia (d.lgs.n.75/2017): ” ai fini del presente comma il termine per il requisito di cui al comma 1, lettera c), e al comma 2, lettera b), è stabilito alla data del 31 dicembre 2021, fatta salva l’anzianità di servizio già maturata sulla base delle disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto “.
Il Decreto Mille proroghe, in altre parole, aveva disposto la prima estensione del termine per la maturazione dei 36 mesi della stabilizzazione, fino al 31 dicembre 2021, ma soltanto per il personale sanitario. Solo successivamente, con la conversione in legge del decreto Mille proroghe (avvenuto con la legge 26 febbraio 2021 n.21), tutti i precari degli Amministrazioni, ivi compresi quindi i dipendenti dei Comuni e degli altri enti locali, sono stati ammessi a beneficiare della estensione del termine ultimo per il conseguimento dell’anzianità di servizio di 36 mesi fino alla data del 31 dicembre 2022.
Tanto per il personale sanitario, quanto per il personale delle Amministrazioni pubbliche generalmente intese, Comuni e altri enti locali, la maturazione del periodo dei 36 mesi utile ai fini della stabilizzazione “diretta” (ex comma 1 dell’art.20 Madia) o “indiretta” (o mediante concorso, ex comma 2 dell’art.20 Madia), potrà avvenire entro il 31 dicembre 2022 ; Inoltre le procedure per la stabilizzazione potranno continuare ad essere attivate sino al 31 dicembre 2022,
Cosa prevede la legge Bassanini?
Riformare il sistema scolastico italiano, organizzandolo sulla base di una rete di istituzioni scolastiche dotate di autonomia funzionale ed estendendo anche all’organizzazione scolastica il regime delle autonomie funzionali già introdotto per le Università e per le Camere di commercio.
Che cosa prevede la riforma della pubblica amministrazione?
Qual è l’obiettivo della riforma? Sviluppare la capacità amministrativa a livello centrale e locale con il rafforzamento dei processi di selezione, formazione, promozione, mobilità dei dipendenti pubblici, lo snellimento della burocrazia, la digitalizzazione delle procedure amministrative.
Come si calcolano i 36 mesi per la stabilizzazione?
Come si calcola il termine di 36 mesi per il contratto a tempo determinato La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con principio n.11 del 6 marzo 2008, ha analizzato la nuova disciplina del contratto a termine introdotta dall’art. unico, commi da 39 a 43, della legge 24 dicembre 2007 n.247.
- Le nuove disposizioni, in particolare, sono volte a ribadire il principio per cui il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la regola e non l’eccezione, mentre il ricorso a contratti a termine deve essere giustificato con un’esigenza di carattere temporaneo o non stabile.
- Le motivazioni all’origine del termine, inoltre, devono essere oggettive e verificabili (in modo da evitare un uso fraudolento di questo istituto contrattuale), devono sussistere al momento della stipula e il datore di lavoro ha l’obbligo di provare l’effettiva sussistenza delle ragioni che giustificano l’apposizione del termine.
Per questo motivo, tali ragioni devono essere inserite nel contratto di assunzione e in questo modo essere vengono “cristallizzate”, cioè rese immutabili con il passare del tempo. La Fondazione, infatti, ha precisato che le parti, durante la stipula del contratto, non possono limitarsi a ripetere semplicemente la formula normativa, ma devono indicare le ragioni dell’assunzione a termine ed riportarne una sufficiente descrizione.
- Il limite dei 36 mesi La legge 24 dicembre 2007, n.247, ha disposto che i contratti a termine possono ripetersi e succedersi per un massimo di 36 mesi, decorsi i quali il rapporto si trasforma automaticamente per diventare a tempo indeterminato.
- Rientrano nel limite di 36 mesi, in particolare, i periodi di lavoro svolti con le stesse mansioni ovvero con quelle “equivalenti” e, dopo 36 mesi, si applica il periodo di tolleranza di venti giorni e la corrispondente maggiorazione retributiva.
Il contratto stipulato per la prima volta, dunque, non è interessato dalla nuova norma e può avere durata superiore a 36 mesi, mentre per gli altri è necessario valutare se le tipologie di mansioni siano o meno equivalenti, ovvero se intrattengano o meno un legame di equivalenza professionale generalmente regolamentato dai contratti collettivi applicati.
La Fondazione ha rilevato che, per il computo di 36 mesi, si pone il problema della conversione di periodi che non coincidono con il mese esatto o con multipli dello stesso: in questo caso il calcolo deve essere effettuato sulla base del calendario comune, in base al quale 36 mesi corrispondono ad un periodo complessivo di 1.095 giorni.
Trascorso il termine dei 36 mesi, tuttavia, può essere stipulato un ulteriore contratto a patto che venga sottoscritto presso la Direzione provinciale del lavoro e con l’assistenza di un rappresentante sindacale. Questa modalità, infatti, consente di verificare l’effettiva natura del contratto e di verificare l’esistenza di una reale volontà da parte del lavoratore di prorogare il contratto a termine.
– i contratti di inserimento. Il diritto di precedenza I lavoratori assunti a tempo determinato beneficiano di due diritti di precedenza in caso di assunzioni future da parte del datore di lavoro: – il lavoratore assunto con contratto a termine che abbia prestato attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro i successivi dodici mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine; – il lavoratore assunto a termine per lo svolgimento di attività stagionali ha diritto di precedenza nelle nuove assunzioni a termine da parte dello stesso datore di lavoro per le stesse attività stagionali. Il regime transitorio Per calcolare i periodi di lavoro in relazione ai quali deve essere calcolato il limite di 36 mesi, la legge ha regolamentato un periodo transitorio in cui: – i contratti in corso al 1 gennaio 2008 possono superare sia il limite dei 36 mesi sia il termine del regime transitorio stabilito al 31 marzo 2009 senza essere soggetti alla conversione in contratto a tempo indeterminato; – nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2008 ed il 31 marzo 2009 non viene verificato il superamento del limite di 36 mesi e la successione dei contratti a termine non è soggetta a vincoli temporali. Tuttavia, se il rapporto avviato in tale periodo va oltre il 31 marzo 2009 e se, sommandosi con il periodo già lavorato entro il 31 dicembre 2007, supera il termine di 36 mesi, esso deve considerarsi a tempo indeterminato. Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, principio n.11 del 6 marzo 2008
: Come si calcola il termine di 36 mesi per il contratto a tempo determinato
A cosa fa riferimento la stabilizzazione dei lavoratori?
Home Page – Soluzioni di Flessibilità Offrire ai propri collaboratori le migliori soluzioni contrattuali previste dalla legge nella direzione di un progressivo miglioramento e stabilizzazione dei lavoratori, è fondamentale innanzitutto per l’eticità delle relazioni aziendali, ma anche per gli obiettivi di produttività e competitività delle organizzazioni.
Chi ha introdotto il lavoro precario?
Legge Biagi
Legge 30/2003 | |
---|---|
Schieramento | FI, AN, LN, CCD-CDU/UDC, NPSI, PRI |
Date fondamentali | |
Promulgazione | 14 febbraio 2003 |
A firma di | Carlo Azeglio Ciampi |
Che cosa è la stabilizzazione?
Fr. stabilisation]. – 1. L’operazione di stabilizzare, il fatto di stabilizzarsi o di venire stabilizzato, con riferimento a strutture, sistemi e apparati, materiali e prodotti, cui è opportuno assicurare o aumentare la stabilità, la capacità di resistere a forze e sollecitazioni esterne (v.
Come funziona l’istituto del comando?
Pubblica amministrazione: comando e distacco, come muoversi
Prima del comando è opportuno che le amministrazioni interessate alla si accordino sul riparto dei costi: per esempio potrebbe essere sufficiente anche un intervento della Conferenza dei Sindaci che individui i criteri di riparto dei costi del dipendente in via autonoma ovvero una determina relativa al riparto dei costi generali dell’Ufficio, ai quali dovrà partecipare pro quota, anche l’Ente comandante. Qualora il lavoratore venga assegnato ad altro Ente in posizione di comando (e quindi l’assegnazione è giustificata dalla sussistenza di un interesse proprio dell’ente ricevente), l’amministrazione che ne utilizza le prestazioni: a) è tenuta a rimborsare all’amministrazione di appartenenza del personale l’onere relativo al trattamento fondamentale, secondo modalità e tempistica opportunamente preventivamente concordate; b) è tenuta ad erogare direttamente al personale il trattamento economico accessorio, secondo le regole e modalità fissate dalla propria contrattazione decentrata integrativa, sopportandone quindi i relativi oneri.
Secondo l’ non spetta al dipendente comandato l’indennità di trasferta secondo la disciplina di cui all’art.41 del CCNL 14 settembre 2000. L’istituto del comando o distacco riguarda una temporanea assegnazione di una sede di servizio diversa da quella abituale (che diventa una temporanea sede ordinaria di servizio) presso un altro ente che si avvantaggia delle prestazioni del lavoratore interessato.
La condizione del rapporto in comando è diversa di quella del rapporto in trasferta. Nel primo caso (comando) il dipendente cessa temporaneamente di essere alle dipendenze funzionali dell’ente di appartenenza per passare alle dipendenze funzionali di altro datore di lavoro (pubblico o privato); in questo periodo lo stesso dipendente acquisisce anche una nuova ordinaria sede di lavoro; l’onere per il pagamento della retribuzione (fondamentale e accessoria) e a carico del datore di lavoro che effettivamente fruisce delle prestazioni del lavoratore.
Nel secondo caso ( trasferta ) il dipendente continua ad essere a tutti gli effetti alle dipendenze funzionali dell’ente di appartenenza, ma gli è ordinato di prestare la propria attività, in via del tutto eccezionale e temporanea, in una località diversa dalla propria ordinaria sede di servizio; per questo motivo ha diritto ad una diaria (che compensa il disagio) ed al rimborso delle spese sostenute.
Quali sono i contratti L2?
Tipologia di contratti di locazione interessati alla registrazione – La registrazione telematica è possibile per le seguenti tipologie di contratti di locazione:
- L1 Locazione di immobile ad uso abitativo
- L2 Locazione agevolata di immobile ad uso abitativo
- L3 Locazione di immobile a uso abitativo (contratto assoggettato ad IVA)
- L4 Locazione finanziaria di immobile a uso abitativo
- S1 Locazione di immobile a uso diverso dall’abitativo
- S2 Locazione di immobile strumentale con locatore soggetto ad IVA
- S3 Locazione finanziaria di immobile a uso diverso dall’abitativo
- T1 Affitto di fondo rustico
- T2 Affitto di fondo rustico agevolato
- T3 Affitto di terreni ed aree non edificabili, cave e torbiere
- T4 Affitto di terreni edificabili o non edificabili destinati a parcheggio (contratto assoggettato ad IVA)
Nella categoria L1 rientrano le seguenti tipologie di contratti di locazione di immobile ad uso abitativo:
- a canone libero, durata 4 anni + 4 (stipulati ai sensi dell’art.2, c.1 della legge 431/98)
- a canone concordato, durata 3 anni + 2 (stipulati ai sensi dell’art.2, c.3 della legge 431/98)
- di natura transitoria, durata massima 18 mesi (stipulati ai sensi dell’art.5, c.1 della legge 431/98)
- di natura transitoria per studenti universitari (stipulati ai sensi dell’art.5, cc.2 e 3 della legge 431/98)
- di durata non superiore a 30 giorni, soggetti a registrazione in caso d’uso (tariffa parte II, art.2 bis, del DPR 131/86).
Nella categoria L2 rientrano i contratti di locazione a canone concordato, durata 3 anni + 2 e i contratti di locazione di natura transitoria per studenti universitari, aventi ad oggetto immobili ubicati in comuni ad alta densità abitativa, come tutti gli altri contratti di locazione per i quali è previsto un regime fiscale agevolato (art.8 della legge 431/1998).
Quanti sono i precari nella pubblica amministrazione?
Gli statali con contratto precario sono 340.116
Dipendenti a tempo indeterminato | Dipendenti precari | |
---|---|---|
Regioni | 434.809 | 39.138 |
Regioni a stat. speciale | 90.141 | 10.757 |
Autorità indip. | 2.256 | 164 |
Altri | 47043 | 4688 |
Cosa deve essere specificato in un contratto di lavoro?
Il contratto deve contenere la data di assunzione, l’unità di assegnazione, il tipo e la durata del rapporto di lavoro (con l’eventuale periodo di prova), e l’inquadramento, il livello, la qualifica e la retribuzione del prestatore di lavoro.
Quale legge ha introdotto l’autonomia scolastica?
Dall’ autonomia scolastica della Legge 59/1997, regolamentata dal DPR 275/1999, al documento ‘La Buona Scuola, la vera autonomia : valutazione, trasparenza, apertura, burocrazia zero’
Cosa dice la legge 59 del 97?
La legge n.59 / 1997 (c.d. Bassanini) attribuisce la delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa.
Cosa sono gli accordi con la pubblica amministrazione?
Gli accordi amministrativi sono forme consensuali dell’ esercizio della potestà amministrativa, istituzionalizzate dalla l.n.241/1990 sul procedimento amministrativo e riformate dalla l.n.80/2005. Sono espressione del nuovo principio generale contenuto nella l.n.241/1990, secondo il quale la pubblica amministrazione, nell’adozione di atti di natura non autoritativa, agisce secondo le norme di diritto privato salvo che la legge disponga diversamente.
Sono previsti due tipi di accordi: fra pubblica amministrazione e privati e fra amministrazioni pubbliche. Gli accordi fra privati e pubblica amministrazione, – Si tratta di strumenti che favoriscono la partecipazione dei privati interessati al procedimento e, più in generale, all’ azione amministrativa.
L’art.11 della l.n.241/1990, prevede che l’amministrazione procedente possa concludere, senza pregiudizio dei diritti dei terzi e nel perseguimento del pubblico interesse, due tipi di accordi con i privati interessati: l’ accordo sostitutivo che ha come fine l’emanazione di un atto in sostituzione del provvedimento finale ed è soggetto agli stessi controlli del provvedimento amministrativo, e l’accordo preliminare o integrativo che comporta la determinazione del contenuto discrezionale del provvedimento finale.
Gli accordi in questione devono essere stipulati, a pena di nullità, in forma scritta, salvo che la legge disponga altrimenti; si applicano i principi del codice civile in materia di obbligazioni e contratti in quanto compatibili, salvo l’ipotesi di recesso unilaterale dall’accordo da parte dell’amministrazione per sopravvenuti motivi di pubblico interesse e salvo l’obbligo di provvedere alla liquidazione di un indennizzo per gli eventuali pregiudizi subiti dal privato; con questa deroga la legge vuole specificare che pur trattandosi di forme contrattuali, espressione di potestà non autoritativa, è, comunque, sempre presente il vincolo del perseguimento dell’interesse pubblico (tale particolare forma di recesso è stata in realtà accostata dalla dottrina alla potestà generale di autotutela e, in particolare, alla revoca del provvedimento da parte dell’amministrazione, su cui si vedano le voci: Autotutela.
Diritto amministrativo e Revoca. Diritto amministrativo ). A garanzia del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione (art.97 Cost.), è previsto che la stipulazione dell’accordi sia preceduta da una determinazione dell’organo che sarebbe competente per l’adozione del provvedimento.
Le controversie in materia di formazione, conclusione ed esecuzione degli accordi amministrativi sono riservate alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. L’art.11 della legge citata prevede che gli accordi si debbano concludere senza arrecare pregiudizio dei diritti dei terzi; questi ultimi, in caso di accordi lesivi, hanno la possibilità di opporvisi, ma l’impugnazione potrà essere fatta solo nei confronti degli accordi sostitutivi, in quanto idonei a produrre effetti diretti nella situazione giuridica soggettiva dei terzi, mentre per quanto riguarda gli accordi integrativi, non essendo idonei di per sé a incidere all’esterno, saranno impugnabili esclusivamente insieme al provvedimento finale.
La competenza a decidere sull’impugnazione segue i normali criteri di ripartizione della giurisdizione, essendo devoluta al giudice amministrativo relativamente alla lesione di un interesse legittimo e al giudice ordinario in caso di lesione di un diritto soggettivo (su cui si fa rinvio alla voce Giurisdizione amministrativa ).
Gli accordi fra pubbliche amministrazioni, – Gli accordi amministrativi fra amministrazioni pubbliche, rientranti nell’ambito degli accordi organizzativi, sono strumenti di semplificazione dell’azione amministrativa e di coordinamento tra amministrazioni. Sottoposti a una disciplina generale contenuta nell’art.15 della l.n.241/1990 che prevede la facoltà per le pubbliche amministrazioni di concludere degli accordi tra loro per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune, questi accordi sono dei veri e propri contratti aventi lo scopo di permettere la rapida e contestuale ponderazione di interessi pubblici concorrenti.
Come previsto per gli accordi tra pubblica amministrazione e privati, a essi si applicano i principi del codice civile in materia di obbligazioni e di contratti in quanto compatibili ma, diversamente dai primi, hanno soprattutto il fine di vincolare gli organi amministrativi nell’esercizio delle rispettive competenze, di predeterminare i tempi entro cui vanno esercitate, di quantificare i rispettivi impegni finanziari e di stabilire le conseguenze degli eventuali impedimenti.
Quanto può durare un comando nella pubblica amministrazione?
Assegnazione temporanea presso altra amministrazione (Comando) 1. Il dipendente, a domanda può essere assegnato temporaneamente (comando) presso un’altra Amministrazione? Il dipendente può, a domanda, essere assegnato temporaneamente ad altra Amministrazione anche di diverso comparto che ne faccia richiesta.
- L’assenso verrà rilasciato dalla Direzione Generale del Personale Civile, in presenza di presupposti favorevoli, sentito eventualmente il Direttore dell’ Ente di servizio dell’interessato o l’ organo programmatore competente.2.
- Quanto può rimanere il dipendente in posizione di comando presso un’altra Amministrazione? La posizione di comando, ai sensi dell’art.4 del C.C.N.L., integrativo, sottoscitto in data 16.05.2001, non può superare la durata di 12 mesi, rinnovabile una sola volta.
Deroghe al suddetto limite temporale sono specificamente previste dal comma 7 del medesimo art.4, e precisamente: – qualora norma di legge o di regolamento preveda l’utilizzo di appositi contingenti di personale in assegnazione temporanea presso altra Amministrazione; – per il personale richiesto da Uffici di diretta collaborazione di Ministri o Sottosegretari; – per gli Enti di nuova costituzione fino alla definizione delle relative piante organiche.3.
Quale Amministrazione ha l’ onere della spesa per il personale comandato? L’art.4 del C.C.N.L., intergrativo sottoscritto in data 16.05.2001 attribuisce l’onere della spesa per il personale comandato all’Amministrazione di destinazione.4. In quale misura spetta il trattamento accessorio al personale in posizione di comando? Al personale in posizione di comando spetta il trattamento accessorio nella misura prevista dall’ Amministrazione di destinazione, essendo quest’ultimo correlato all’attività effettivamente espletata.5.
La riforma Madia: cosa cambia per i servizi pubblici e le società partecipate
Il dipendente può revocare l’assenso alla posizione di comando? La posizione di comando può cessare prima del termine previsto (12 mesi, rinnovabile una sola volta) qualora venga meno l’interesse dell’Amministrazione che l’ha richiesto o qualora l’Amministrazione di appartenenza non conceda l’ulteriore proroga, ovvero per l’effetto del ritiro dell’assenso da parte dell’interessato.
In quest’ultimo caso il dipendente dovrà presentare la revoca come da modulo pubblicato sul sito istituzionale della Direzione Generale per il personale civile – sezione modulistica.6. In quali ipotesi la posizione di comando può superare i 2 anni (12 mesi rinnovabili una sola volta)? Quando la richiesta dell’Amministrazione interessata viene formulata all’Amministrazione di appartenenza del dipendente ai sensi dell’art.13 della legge 4 novembre 2010, n.183.
Tale disposizione aggiunge all’art.30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, il comma 2-sexies con il quale viene previsto che le pubbliche amministrazioni, per motivate esigenze organizzative risultanti dai documenti di programmazione, possono utilizzare in assegnazione temporanea personale di altre amministrazioni per un periodo non superiore a tre anni.
7. Il dipendente con figli minori fino a tre anni può richiedere l’ assegnazione temporanea ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l’altro genitore esercita la propria attività lavorativa? L’art.42 bis del D.lgs 26 marzo 2001, n.151 prevede tale opportunità a condizione della sussistenza di un posto vacante e disponibile corrispondente alla posizione retributiva posseduta dall’interessato/a.
Tale assegnazione temporanea può avvenire in ambito Difesa o anche presso altra Amministrazione previo assenso sia dell’Amministrazione di appartenenza e sia di quella di destinazione per un periodo complessivamente non superiore ai tre anni. Anche in tale caso l’onere della spesa è a carico dell’Amministrazione di destinazione.8.
Quando si può richiedere l’assegnazione temporanea ai sensi dell’art.42 bis D.lgs 151/2001? Il beneficio può essere richiesto entro il compimento del terzo anno di vita del minore e, il periodo di assegnazione, qualora concesso, avrà una durata di tre anni decorrenti dalla data di presentazione in servizio (es.
al dipendente potrà essere concessa l’assegnazione temporanea fino al raggiungimento dei 5 anni di età del proprio figlio nel caso in cui la domanda è stata presentata al compimento del 2° anno di vita dello stesso).9. Quale documentazione deve essere prodotta all’amministrazione per poter ottenere l’assegnazione temporanea ai sensi dell’art.42 bis D.lgs 1 51/2001 ? Il dipendente dovrà produrre: – autocertificazione attestante il proprio stato di famiglia, ai sensi della normativa vigente, in cui si evince la presenza di un figlio di età inferiore ai tre anni; – attestazione del datore di lavoro del coniuge ove venga indicata la sede dove esercita la propria attività lavorativa e la costanza del rapporto di lavoro o autocertificazione sottoscritta dal coniuge ai sensi della normativa vigente.
Mobilità interna 1. Qual è la procedura da seguire per poter ottenere il trasferimento presso Enti della Difesa? Le domande di trasferimento presentate dal personale appartenente all’area tecnico-amministrativa centrale dovranno essere trasmesse alla Direzione generale del personale civile dal proprio Ente di servizio con motivato parere del Direttore dell’ente stesso.
Le domande di trasferimento presentate, invece, dal personale appartenente all’Area Tecnica industriale e all’area tecnico operativa dovranno essere trasmesse alla Direzione generale del personale civile dall’Organo programmatore di F.A, con motivato parere espresso dal medesimo Organo programmatore e corredate dalla valutazione del titolare dell’ente di servizio dell’interessato.
Quali categorie rientrano nella pubblica amministrazione?
Quali sono categorie, qualifiche e mansioni nel pubblico impiego 2022? – In sintesi le categorie nel settore del pubblico impiego sono dirigenti, quadri, impiegati e operai. L’insieme dei compiti che il dipendente pubblico è tenuto ad adempiere in esecuzione del contratto di categoria rappresenta le mansioni ovvero l’oggetto della prestazione di lavoro.
Mansioni, qualifiche e categorie sono tre concetti differenti nel mondo del lavoro, compreso il settore del pubblico impiego, ed è quindi importante capire le differenze e il significato alla luce degli ultimi aggiornamenti 2022. L’insieme dei compiti che il dipendente pubblico è tenuto ad adempiere in esecuzione del contratto di categoria rappresenta le mansioni ovvero l’oggetto della prestazione di lavoro.
La qualifica è la sintesi di un complesso di attività richieste al lavoratore. Infine la categoria è la classificazione vera e propria del lavoratore pubblico. In alcun caso il dipendente pubblico può essere trasferito da un’unità produttiva all’altra se non per ragioni tecniche, organizzative e produttive.
Due regole fondamentali previste nella Costituzione stabiliscono che nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. E che i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge affinché siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Vediamo quindi:
Mansioni e qualifiche dipendenti pubblici, differenze, spiegazioni Quali sono categorie nel pubblico impiego 2022
Cosa prevede il d lgs 33 2013 art 7 bis in tema di riutilizzo dei dati pubblicati?
Art.7-bis. Riutilizzo dei dati pubblicati (DLGS_33/2013) 1. Gli obblighi di pubblicazione dei dati personali diversi dai dati sensibili e dai dati giudiziari, di cui all’articolo 4, comma 1, lettere d) ed e), del legislativo 30 giugno 2003, n.196, comportano la possibilità di una diffusione dei dati medesimi attraverso siti istituzionali, nonché il loro trattamento secondo modalità che ne consentono la indicizzazione e la rintracciabilità tramite i motori di ricerca web ed il loro ai sensi dell’articolo 7 nel rispetto dei principi sul trattamento dei dati personali.2.
La pubblicazione nei siti istituzionali, in attuazione del presente decreto, di dati relativi a titolari di organi di indirizzo politico e di uffici o incarichi di diretta collaborazione, nonché a dirigenti titolari degli organi amministrativi è finalizzata alla realizzazione della trasparenza pubblica, che integra una finalità di rilevante interesse pubblico nel rispetto della disciplina in materia di protezione dei dati personali.3.
Le pubbliche amministrazioni possono disporre la pubblicazione nel proprio sito istituzionale di dati, informazioni e documenti che non hanno l’obbligo di pubblicare ai sensi del presente o sulla base di specifica previsione di o regolamento, nel rispetto dei limiti indicati dall’articolo 5-bis, procedendo alla indicazione in forma anonima dei dati personali eventualmente presenti.4.
- Nei casi in cui norme di o di prevedano la pubblicazione di atti o documenti, le pubbliche amministrazioni provvedono a rendere non intelligibili i dati personali non pertinenti o, se sensibili o giudiziari, non indispensabili rispetto alle specifiche finalità di trasparenza della pubblicazione.5.
- Le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto a una funzione pubblica e la relativa valutazione sono rese accessibili dall’amministrazione di appartenenza.
Non sono invece ostensibili, se non nei casi previsti dalla legge, le notizie concernenti la natura delle infermità e degli impedimenti personali o familiari che causino l’astensione dal lavoro, nonché le componenti della valutazione o le notizie concernenti il rapporto di lavoro tra il predetto dipendente e l’amministrazione, idonee a rivelare taluna delle informazioni di cui all’articolo 4, comma 1, lettera d), del legislativo 30 giugno 2003, n.196.6.
Restano fermi i limiti all’accesso e alla diffusione delle informazioni di cui all’articolo 24, commi 1 e 6, della 7 agosto 1990, n.241, e successive modifiche, di tutti i dati di cui all’articolo 9 del legislativo 6 settembre 1989, n.322, di quelli previsti dalla normativa europea in materia di tutela del segreto statistico e di quelli che siano espressamente qualificati come riservati dalla normativa nazionale ed europea in materia statistica, nonché quelli relativi alla diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di e la vita sessuale.7.
La di cui all’articolo 27 della 7 agosto 1990, n.241, continua ad operare anche oltre la scadenza del mandato prevista dalla disciplina vigente, senza oneri a carico del bilancio dello Stato.8. Sono esclusi dall’ambito di applicazione del presente i servizi di aggregazione, estrazione e trasmissione massiva degli atti memorizzati in banche dati rese disponibili sul web.
Quali tra le altre pà non sono soggette all’obbligo di contrattualizzazione del pubblico impiego?
Caratteristiche generali – La modifica delle fonti di disciplina del rapporto non si esaurì nella privatizzazione, intesa come passaggio da una fonte unilaterale pubblicistica ad una fonte unilaterale privatistica quale il codice civile, ma consistette anche nel dare pieno riconoscimento alla contrattualizzazione: superando la necessità dell’atto normativo statale di recepimento dell’accordo, si ebbe l’attribuzione ad una disciplina bilaterale (il contratto collettivo nazionale di lavoro ) del compito di disciplinare i più importanti istituti della materia.
Con la privatizzazione del diritto del lavoro pubblico, è stato quindi anche introdotto un modello di contrattazione unitario valido per tutto l’impiego pubblico, essenzialmente coi vari CCNL, di comparto, mantenendo tuttavia in vigore la disciplina speciale solo per alcune categorie particolari di pubblici dipendenti.
Per tale ragione, la cd. privatizzazione dell’impiego pubblico, avviata con il D.Lgs.29/1993, non è estesa a tutte le amministrazioni pubbliche, in quanto sono rimaste in regime di diritto pubblico gli ambiti connessi alla difesa, all’ ordine pubblico e al credito (v.
- Art.1 D.Lgs.165/2001).
- Le amministrazioni pubbliche, nella materia del rapporto di lavoro, in cui applicano prevalentemente la disciplina del codice civile italiano, delle leggi sul lavoro e dei contratti collettivi, operano con i poteri del privato datore di lavoro.
- La pubblica amministrazione italiana è vincolata all’applicazione dei contratti collettivi stipulati dal suo rappresentante legale unico ARAN e adempiono agli obblighi assunti dalla data di sottoscrizione assicurandone l’osservanza.
I lavoratori sono invece vincolati dallo stesso contratto collettivo in virtù della clausola di rinvio al CCNL contenuta nel contratto individuale di lavoro, che ciascun lavoratore privatizzato deve sottoscrivere (per i lavoratori ancora in regime di diritto pubblico, invece, sussiste ancora l’atto unilaterale di nomina in ruolo).
Mentre nel privato non ci sono vincoli legislativi, nella fase precedente la sottoscrizione dell’accordo, nel pubblico impiego invece è stata dettata una specifica disciplina legislativa inerente alla compilazione delle delegazioni rappresentative delle due parti, quanto al procedimento di conclusione dell’accordo.
Le pubbliche amministrazioni, nella contrattazione collettiva nazionale (ma non in quella integrativa, nazionale o decentrata) sono rappresentate dall’ Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), dotata di personalità giuridica e sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Cosa si intende per accesso civico generalizzato?
Accesso civico generalizzato – Chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall’ art.5 bis d.lgs.n.33/2013 e dalle Linee Guida ANAC – Delibera n.1309/2016 adottate ai sensi dell’art.5bis, comma 6, del d.lgs.33/2016,
In quale delle seguenti materie la legge 124 2015 ha delegato al Governo il compito di adottare tra gli altri un decreto legislativo per il riordino della disciplina?
La legge di riforma della pubblica amministrazione (articoli 16 e 18 della legge 7 agosto 2015 n, 124 ) ha previsto una delega per il riordino della disciplina in materia di partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche. In attuazione della delega è stato emanato il decreto legislativo 19 agosto 2016, n.