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Cosa Fare Per Ottenere Permessi Legge 104?

Cosa Fare Per Ottenere Permessi Legge 104
Domanda autorizzazione permessi legge 104 al datore di lavoro – Non è necessario presentare un’apposita domanda di autorizzazione ai permessi legge 104 al datore di lavoro, ma è sufficiente inoltrare una copia del modello SR08_ Hand 2. Alcune aziende e amministrazioni richiedono comunque l’invio di una domanda: bisogna però precisare che l’azienda, o l’amministrazione da cui si dipende, non ha discrezionalità in merito alla concessione dei permessi, ma può esclusivamente verificare l’esistenza dei requisiti per la loro fruizione.

Non esiste un modello prestabilito di domanda, in quanto la forma è libera, non essendo questa obbligatoria. È necessario, in ogni caso, indicare i dati del lavoratore, quelli del disabile, il legame di parentela esistente (unitamente all’assenza di altri familiari disponibili), l’impegno a prestare la propria opera di assistenza ed a comunicare ogni variazione, nonché allegare la certificazione dell’handicap ed altra documentazione necessaria a seconda della situazione.

Nella sezione Fac simile puoi osservare un esempio di domanda permessi legge 104 al datore di lavoro.

Come si richiedono i permessi per la legge 104?

Come fare domanda –

  1. La presentazione delle domande dei permessi retribuiti deve essere effettuata online all’INPS attraverso il servizio dedicato.
  2. In alternativa, si può fare domanda tramite:
  3. Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  4. enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
  5. Il lavoratore agricolo a tempo determinato, oltre a presentare solo all’INPS il modello di domanda, deve inoltrare anche il modulo “” per ciascuno dei mesi interessati.
  6. In caso di adozione nazionale/internazionale, è necessario fornire informazioni relative a:
  • data ingresso in famiglia;
  • data di adozione/affidamento;
  • data di ingresso in Italia;
  • data del provvedimento;
  • tribunale competente;
  • numero provvedimento.

Resta fermo l’obbligo di comunicare tempestivamente all’INPS e al datore di lavoro ogni variazione delle situazioni di fatto e di diritto dichiarate nella domanda. Avverso i provvedimenti di reiezione delle domande di permessi retribuiti, è possibile fare ricorso al comitato provinciale della struttura territoriale INPS competente rispetto alla residenza del lavoratore.

  1. Il ricorso al comitato provinciale non preclude la possibilità di adire le vie giudiziarie.
  2. Il termine ordinario per l’emanazione dei provvedimenti è stabilito dalla legge n.241/1990 in 30 giorni.
  3. In alcuni casi la legge può fissare termini diversi.
  4. Nella sono riportati i termini superiori ai trenta giorni, stabiliti dall’Istituto con Regolamento.

La, oltre ai termini per l’emanazione del provvedimento, indica anche il relativo responsabile. Rapporto di lavoro a tempo parziale in cui la riduzione non riguarda l’orario giornaliero, ma la limitazione a determinati periodi nel corso della settimana, mese o anno.

Come richiedere permessi 104 per un familiare anziano?

Legge 104: come fare domanda? – Innanzitutto, bisogna richiedere un certificato medico per attestare l’intera storia clinica del genitore anziano da assistere. A compilarlo è il medico di base che, una volta visitato il paziente, è tenuto a inviare telematicamente all’INPS l’intera documentazione e a rilasciare il numero di protocollo.

  1. Una volta in possesso del numero di protocollo, bisogna inviare la richiesta della Legge 104 alla sede dell’INPS che, una volta visionata l’anamnesi del medico di base, convocherà l’assistito per essere visitato dalla commissione medica della ASL di appartenenza,
  2. Se la diagnosi non è sufficientemente chiara, la commissione potrà richiedere altri accertamenti.

In caso di esisto positive, si provvederà al rilascio del verbale in cui sarà indicato in maniera chiara e inequivocabile il grado di handicap grave ai sensi della Legge 104 articolo 3 comma 3.

Quali documenti presentare al datore di lavoro per usufruire dei permessi della legge 104?

Domanda autorizzazione permessi legge 104 al datore di lavoro – Non è necessario presentare un’apposita domanda di autorizzazione ai permessi legge 104 al datore di lavoro, ma è sufficiente inoltrare una copia del modello SR08_ Hand 2. Alcune aziende e amministrazioni richiedono comunque l’invio di una domanda: bisogna però precisare che l’azienda, o l’amministrazione da cui si dipende, non ha discrezionalità in merito alla concessione dei permessi, ma può esclusivamente verificare l’esistenza dei requisiti per la loro fruizione.

  1. Non esiste un modello prestabilito di domanda, in quanto la forma è libera, non essendo questa obbligatoria.
  2. È necessario, in ogni caso, indicare i dati del lavoratore, quelli del disabile, il legame di parentela esistente (unitamente all’assenza di altri familiari disponibili), l’impegno a prestare la propria opera di assistenza ed a comunicare ogni variazione, nonché allegare la certificazione dell’handicap ed altra documentazione necessaria a seconda della situazione.

Nella sezione Fac simile puoi osservare un esempio di domanda permessi legge 104 al datore di lavoro.

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Chi fa i controlli per la 104?

Chi fa i controlli sulla 104? – Chi fa i controlli sulla 104? Come hai potuto notare, i controlli sulla 104 comprendono due fasi principali: quella sanitaria e quella “amministrativa” se coì vogliamo chiamarla. Per i controlli sanitari la responsabilità di verificare che lo stato di handicap sia in regola è di competenza della Commissione medica dell’Asl.

  1. verbale con esito di conferma : lo stato di disabilità grave è stato accertato e non occorre fare una nuova domanda, a meno che non si inizi un’attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro diverso da quello indicato nella domanda, oppure sia variata la modalità lavorativa (da full time a part time o viceversa);
  2. verbale con esito di mancata conferma : la situazione di disabilità grave non viene più certificata. L’Inps informa l’interessato e il datore di lavoro per cessare il riconoscimento dei permessi;
  3. assenza a visita di revisione : se la persona con disabilità grave non si presenta alla visita di revisione e non dà una giustificazione per l’ assenza entro 60 giorni dalla data di notifica della visita, scatta la revoca di tutti i benefici.

Una volta conclusi i controlli per il requisito sanitario, si passa alle verifiche per controllare che non ci siano abusi legge 104 da parte della persona che ne beneficia. Chi fa i controlli sulla 104 a questo scopo? I controlli sugli usi e abusi dei permessi della legge 104 possono essere eseguiti sia dall’Inps sia dal datore di lavoro, anche affidandosi ad agenzie di investigazione nei limiti dalla legge 300/1970.

  • Dopo aver incaricato l ‘investigatore privato per controllare i movimenti della persona sospetta procurare prove tramite foto, video e altri strumenti utili per una testimonianza valida, il datore di lavoro può segnalare l’abuso ai Carabinieri.
  • Invece, per quanto riguarda l’Inps, può procedere a una segnalazione alla Procura della Repubblica la quale poi è tenuta a portare avanti le indagini.

A questo punto, dopo aver “smascherato” il caregiver disonesto, non resta che pagarne le conseguenze. Continua a leggere per sapere quali sono. Leggi anche questo approfondimento di Invalidità e Diritti su come segnalare gli abusi 104.

Come funziona la 104 per un genitore?

Permessi giornalieri per legge 104 – Il lavoratore che assiste un familiare disabile grave, parente o affine entro il 2° grado (o entro il 3° grado, in specifiche situazioni), ha diritto a 3 giorni di permesso mensile per legge 104, utilizzabili anche in maniera continuativa.

  • I permessi giornalieri per legge 104 per assistere il familiare disabile grave possono essere utilizzati dal lavoratore, a condizione che il familiare non sia ricoverato a tempo pieno.
  • I permessi giornalieri per legge 104 sono sempre retribuiti e coperti da contribuzione figurativa utile per la pensione.

Dal 13 agosto 2022, fermo restando il limite complessivo di 3 giorni, per l’assistenza allo stesso individuo con disabilità grave, il diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti che possono fruirne in alternativa tra loro. Nel caso in cui il lavoratore debba assistere più disabili gravi può ottenere permessi per ciascuno dei disabili di cui si prende cura, a condizione che l’assistito sia il coniuge o un parente di 1° grado oppure di 2° grado (in specifiche situazioni).

Quanto tempo prima si deve chiedere un permesso?

Il preavviso di tre giorni è la regola; ragioni di urgenza, che devono eventualmente essere comunicate al datore di lavoro, possono consentire il godimento del permesso anche in deroga al preavviso minimo previsto.

Quanti giorni di preavviso per permesso 104?

I permessi 104 vanno concordati? – Nel caso dei permessi per la legge 104, il preavviso al datore di lavoro privato non è stabilito per legge. Ciò non toglie che sia nell’interesse del lavoratore andare incontro alle esigenze dell’azienda: ovvero, concordare l’assenza dal lavoro col massimo preavviso possibile.

Chi sceglie i giorni della 104?

Permessi legge 104: chi decide i giorni? La programmazione Il datore può chiedere al lavoratore di programmare i 3 giorni di permesso mensile a determinate condizioni. Chi fruisce dei permessi della cosiddetta “legge 104” ha diritto ai permessi retribuiti “orari” o “giornalieri”, permessi per i quali il datore di lavoro può richiedere una programmazione preventiva.

Il lavoratore maggiorenne disabile, nell’ambito di ciascun mese, può usufruire alternativamente di permessi retribuiti :– orari (2 ore al giorno);– giornalieri ( 3 giorni nel mese, in maniera continuativa o frazionata).Il tipo di permesso richiesto (giornaliero o orario) può essere cambiato dal lavoratore da un mese all’altro previa modifica della domanda precedentemente presentata.La variazione può essere eccezionalmente consentita anche nell’ambito di ciascun mese, nel caso in cui sopraggiungano esigenze improvvise e non prevedibili all’atto della richiesta dei permessi, le quali devono essere opportunamente documentate dal lavoratore.Possono altresì beneficiare di permessi retribuiti, i lavoratori dipendenti che siano:– genitori (naturali, adottivi ed affidatari) del disabile;– parenti ed affini entro il 2° grado del disabile (con dovute eccezioni ).Il datore di lavoro deve verificare solo l’esistenza dei presupposti di legge per la concessione delle agevolazioni, non potendo per il resto più intervenire o sindacare la fruizione dei permessi stessi, La programmazione dei permessi Il datore di lavoro ha facoltà di richiedere al lavoratore una programmazione dei 3 giorni di permesso mensile, a condizione che :– il lavoratore che assiste il disabile sia in grado di individuare preventivamente le giornate di assenza;– non venga compromesso il diritto del disabile ad avere una effettiva assistenza ;– tale programmazione segua criteri condivisi con i lavoratori e le loro rappresentanze.Il lavoratore ha tuttavia la possibilità di modificare unilateralmente la giornata in precedenza programmata per la fruizione del permesso, spostandola ad altra data, fermo il principio che le esigenze di assistenza e di tutela del disabile devono prevalere sempre sulle esigenze organizzative imprenditoriali. La domanda Il soggetto interessato a ottenere i permessi deve presentare domanda all’INPS in modalità esclusivamente telematica allegando i documenti che provino la disabilità.Il lavoratore deve comunicare tempestivamente, ed in ogni caso nel termine di 30 giorni, le eventuali variazioni delle notizie o delle situazioni inizialmente dichiarate.

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Entro il 3° grado se il genitore o il coniuge del disabile: – hanno compiuto i 65 anni, oppure – sono anch’essi affetti da patologie invalidanti a carattere permanente indicate con DI (art.2, c.1 lett. d), DI 21 luglio 2000 n.278), oppure – sono deceduti o mancanti per assenza naturale, giuridica (es.

celibato) o per situazioni di assenza continuative, giuridicamente assimilabili alle precedenti e certificate dall’autorità giudiziaria o dalla pubblica autorità (Circ. INPS 3 dicembre 2010 n.155). E ciò anche se le condizioni indicate si riferiscono ad uno solo dei soggetti interessati. Il parente o affine di 3° grado interessato deve inviare al centro medico legale INPS la documentazione sanitaria sullo stato di salute del coniuge o del genitore; inoltre deve autocertificare all’INPS la relazione di parentela con il disabile e la sussistenza dei requisiti per la fruizione dei permessi (Mess.

INPS 25 gennaio 2011 n.1740). Circ. INPS 29 aprile 2008 n.53. Risp. Interpello Min. Lav.27 gennaio 2012 n.1. Autore immagine: 123rf com : Permessi legge 104: chi decide i giorni? La programmazione

Come assentarsi dal lavoro per assistere un genitore?

Cos’è il congedo straordinario? – Il congedo straordinario è stato introdotto nel nostro Paese con la legge 104/1992, che tratta le questioni inerenti all’assistenza di familiari disabili, Si tratta di un periodo di aspettativa dal lavoro, concesso ai dipendenti che hanno la necessità di aiutare un familiare con un handicap particolarmente grave, e non autosufficiente.

  1. Lo Stato ha previsto un’ agevolazione di questo tipo per consentire ai propri cittadini di mantenere un equilibrio tra esigenze personali e lavorative.
  2. Il caso più frequente è quello in cui i genitori, entrambi anziani e non più in grado di badare a loro stessi, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti nelle normali attività quotidiane.

Un figlio, ha quindi la possibilità di fare una domanda per ottenere un’aspettativa per dedicarsi alle necessità della madre e del padre. Leggi Anche: Permessi legge 104: cosa sono e chi ne ha diritto? Il periodo massimo concesso dallo Stato corrisponde a 2 anni per l’intera vita lavorativa e per singolo soggetto non autosufficiente,

  • Ciò significa che, se un figlio chiede 1 anno di congedo per fare fronte alle esigenze del padre anziano, successivamente il fratello può fare domanda solamente per un altro anno.
  • Il riferimento normativo è dato dalla famosa Legge 104 del 5 febbraio 1992 che si riferisce all’assistenza, l’interazione sociale e i diritti delle persone handicappate, e dei caregiven.

Negli anni essa ha subito svariate modifiche e integrazioni per adattarsi al meglio alle situazioni attuali. Leggi Anche: Legge 104: le agevolazioni per i disabili Il presupposto su cui si basano le norme è l’ autonomia e l’ integrazione che può avvenire solamente se si garantisce al soggetto in difficoltà un sostegno adeguato, anche da un punto di vista pratico ma anche psicologico, da parte di un familiare.

Per avere un congedo straordinario un lavoratore deve inviare una specifica domanda all’Inps, in via telematica attraverso il sito web dell’istituto, utilizzando il codice pin ricevuto al momento dell’iscrizione, telefonando al contact center, o con l’aiuto di un patronato. Inoltre, è necessario inoltrare la richiesta anche al datore di lavoro, per informarlo della situazione.

Per legge non è obbligatorio dare un preavviso in azienda, ma è in ogni caso consigliabile farlo, comunicando la decisione almeno 30 giorni prima, per consentire al responsabile del personale di organizzare le attività aziendali. Leggi Anche: Congedo matrimoniale: cos’è e chi ne ha diritto?

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Cosa posso fare con la 104 di mia madre?

Cosa si può fare durante i permessi legge 104 – Come noto, il cosiddetto caregiver – ovvero, il familiare che presta assistenza alla persona affetta da handicap grave – può attingere a 3 giorni di permesso retribuito al mese, eventualmente frazionabili in ore.

  1. Nello specifico, come si interpreta il concetto di assistenza per la legge 104 e cosa si può fare durante i permessi ? Per rispondere a questa domanda conviene ricordare, anzitutto, la finalità della legge: ovvero, la tutela della salute psico-fisica della persona disabile.
  2. Questa finalità deve essere intesa in senso lato e non coincide esclusivamente con l’assistenza personale presso l’abitazione del familiare.

Perciò cosa si può fare con la 104? Per fare un esempio pratico di attività compatibili con la legge 104, fare la spesa è un comportamento lecito? Sì, se questa azione è svolta in favore del disabile e non per pura convenienza personale. Come principio generale, è necessario che l’assistenza sia svolta in modo continuativo, ma è consentito un certo margine di flessibilità.

Quanto si perde con la 104?

Indennità di congedo straordinario 2022: importi, limiti, calcolo e quanto si perde Sono stati aggiornati, con la circolare Inps 35/2022, i massimali per la cosiddetta indennità di, strumento riconosciuto ai sensi della legge n.104 del 1992, nonché il limite massimo entro cui viene riconosciuta la relativa contribuzione figurativa,

Uno dei vantaggi che ha un lavoratore che richiede il congedo straordinario retribuito per assistere un familiare con handicap grave ai sensi della, è infatti quello di ricevere – per tutta la durata dell’aspettativa – una indennità calcolata tenendo conto dell’ ultima paga base ricevuta, pur senza prestare attività lavorativa.

Durante il periodo indennizzato, dunque, non si perde nulla – o quasi – del proprio stipendio, in quanto il congedo straordinario viene pagato, entro certi limiti, al 100% dell’ultima retribuzione percepita per un massimo di due anni.

Come assentarsi dal lavoro per assistere un genitore?

Cos’è il congedo straordinario? – Il congedo straordinario è stato introdotto nel nostro Paese con la legge 104/1992, che tratta le questioni inerenti all’assistenza di familiari disabili, Si tratta di un periodo di aspettativa dal lavoro, concesso ai dipendenti che hanno la necessità di aiutare un familiare con un handicap particolarmente grave, e non autosufficiente.

Lo Stato ha previsto un’ agevolazione di questo tipo per consentire ai propri cittadini di mantenere un equilibrio tra esigenze personali e lavorative. Il caso più frequente è quello in cui i genitori, entrambi anziani e non più in grado di badare a loro stessi, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti nelle normali attività quotidiane.

Un figlio, ha quindi la possibilità di fare una domanda per ottenere un’aspettativa per dedicarsi alle necessità della madre e del padre. Leggi Anche: Permessi legge 104: cosa sono e chi ne ha diritto? Il periodo massimo concesso dallo Stato corrisponde a 2 anni per l’intera vita lavorativa e per singolo soggetto non autosufficiente,

  • Ciò significa che, se un figlio chiede 1 anno di congedo per fare fronte alle esigenze del padre anziano, successivamente il fratello può fare domanda solamente per un altro anno.
  • Il riferimento normativo è dato dalla famosa Legge 104 del 5 febbraio 1992 che si riferisce all’assistenza, l’interazione sociale e i diritti delle persone handicappate, e dei caregiven.

Negli anni essa ha subito svariate modifiche e integrazioni per adattarsi al meglio alle situazioni attuali. Leggi Anche: Legge 104: le agevolazioni per i disabili Il presupposto su cui si basano le norme è l’ autonomia e l’ integrazione che può avvenire solamente se si garantisce al soggetto in difficoltà un sostegno adeguato, anche da un punto di vista pratico ma anche psicologico, da parte di un familiare.

  • Per avere un congedo straordinario un lavoratore deve inviare una specifica domanda all’Inps, in via telematica attraverso il sito web dell’istituto, utilizzando il codice pin ricevuto al momento dell’iscrizione, telefonando al contact center, o con l’aiuto di un patronato.
  • Inoltre, è necessario inoltrare la richiesta anche al datore di lavoro, per informarlo della situazione.

Per legge non è obbligatorio dare un preavviso in azienda, ma è in ogni caso consigliabile farlo, comunicando la decisione almeno 30 giorni prima, per consentire al responsabile del personale di organizzare le attività aziendali. Leggi Anche: Congedo matrimoniale: cos’è e chi ne ha diritto?