Cosa Ha Deciso La Consulta Sulla Legge Elettorale?
Costanzo Franceschi
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Consulta: «Eccessivamente manipolativo» – Per capire sino in fondo le ragioni alla base della decisione della Corte bisognerà attendere il deposito della sentenza, che arriverà entro il 10 febbraio. Quel che è certo già da ora è che la Consulta ha ritenuto inammissibile il quesito perché «eccessivamente manipolativo» nella parte che riguarda la delega al governo, che secondo i promotori del referendum avrebbe consentito «l’autoapplicatività della ‘normativa di risultà», come spiega il comunicato della Corte.
- La Consulta ha sempre ritenuto inammissibile il referendum sulle leggi elettorali, quando si determina un vuoto tale da richiedere una nuova normativa.
- E lo ha fatto in nome del principio che occorre garantire la costante operatività del Parlamento.
- In questo caso sarebbe stato necessario ridisegnare i collegi elettorali uninominali.
I promotori del referendum ritenevano che si potesse utilizzare l’articolo 3 della legge elettorale vigente che attribuisce al governo una delega per la ridefinizione dei collegi, nel caso in cui – come effettivamente avvenuto – si riduca il numero dei parlamentari.
- Referendum bocciato, Salvini: «Bocciatura vergognosa».
- M5S: ora il proporzionale Una strada che invece la Corte ha ritenuto impercorribile.
- Sul tavolo della Consulta non c’era solo l’opzione secca tra il sì al referendum e la bocciatura del quesito.
- Ma anche una terza via: sospendere il giudizio sull’ammissibilità del quesito referendario per intraprendere la via della ‘autorimessionè, facendo propri i dubbi di costituzionalità avanzati dalle parti che si erano costituite in giudizio.
Gli otto consigli regionali avevano acceso il faro soprattutto sulla legge sul referendum, che consente al capo dello Stato di ritardare solo di 60 giorni l’entrata in vigore del referendum e non sino ad una nuova normativa necessaria per colmare i vuoti e cioè in questo caso ridisegnare i collegi.
- Rosso-gialli: avanti col Germanicum Le associazioni contro il referendum (Attuare la Costituzione e il Coordinamento per la democrazia costituzionale) rappresentate dall’avvocato Felice Besostri invece avevano rilevato l’incostituzionalità dell’attuale legge elettorale.
- Se fosse passata questa opzione la Corte avrebbe sospeso il giudizio sul referendum e avanzato davanti a se stessa la questione di costituzionalità di queste norme.
Ma si sarebbe trattato forse di un terreno troppo scivoloso, dove era più difficile trovare una maggioranza solida.
Chi ha cambiato la legge elettorale?
Legge Rosato | |
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Schieramento | PD, FI, LN, AP-CPE, ALA, AUT, GAL, DI, UDC-IDEA, SC |
Date fondamentali | |
Promulgazione | 3 novembre 2017 |
A firma di | Sergio Mattarella |
Qual è il sistema elettorale attuale?
Sistema vigente – Dal 2017 è in vigore un sistema elettorale misto a separazione completa, ribattezzato Rosatellum bis : in ciascuno dei due rami del Parlamento, il 37% dei seggi assembleari è attribuito con un sistema maggioritario uninominale a turno unico, mentre il 61% degli scranni viene ripartito fra le liste concorrenti mediante un meccanismo proporzionale corretto con diverse clausole di sbarramento,
Camera dei deputati | Senato della Repubblica | ||||||
Metodo di elezione | Seggi | % | Metodo di elezione | Seggi | % | ||
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Maggioritario uninominale a turno unico | 148 | 37% | Maggioritario uninominale a turno unico | 74 | 37% | ||
Proporzionale con sbarramento al 3% | 244 | 61% | Proporzionale con sbarramento al 3% | 122 | 61% | ||
Voto degli italiani residenti all’estero | 8 | 2% | Voto degli italiani residenti all’estero | 4 | 2% |
Cosa vuol dire legge elettorale?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Il sistema elettorale è costituito dall’insieme delle regole che si adottano in una democrazia rappresentativa per trasformare le preferenze o voti espressi dagli elettori durante le elezioni in seggi da assegnare all’interno del Parlamento o più in generale di un’ assemblea legislativa, È regolato dalla legge elettorale.
Quando è stata approvata la legge elettorale?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Legge elettorale italiana del 1946 | |
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Titolo esteso | Legge 30 marzo 1957, n°361 “Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati.” |
Stato | Italia |
Tipo legge | legge ordinaria |
Legislatura | II |
Date fondamentali | |
Promulgazione | 30 marzo 1957 |
A firma di | Giovanni Gronchi |
Abrogazione | 19 aprile 1993 |
Testo | |
Rimando al testo | su Normattiva |
La legge elettorale del 1946 fu la normativa proporzionalistica che, con alcune variazioni, strutturò il funzionamento delle elezioni politiche italiane dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1993,
Qual è la soglia di sbarramento?
Italia – La Legge elettorale italiana del 2005, il cosiddetto Porcellum, reintroducendo il sistema elettorale proporzionale dopo 12 anni (cioè dopo la Legge Mattarella che aveva invece introdotto un sistema misto) contemplava per l’elezione della Camera tre diverse soglie di sbarramento: al 4% per i partiti non coalizzati, al 2% per i partiti coalizzati, al 10% per le coalizioni, mentre al Senato le soglie erano diverse, 8% per i partiti non coalizzati, 3% per i partiti coalizzati e 20% per le coalizioni.
- La Legge elettorale del 6 maggio 2015, n.52, c.d.
- Italicum, nella sua versione definitiva, che non prevedeva coalizioni, aveva introdotto invece una soglia di sbarramento del 3% per tutti i partiti alla Camera dei Deputati (in una prima versione era invece prevista una soglia di sbarramento nazionale al 12% per le coalizioni, al 4,5% per i partiti coalizzati e all’8% per i partiti non coalizzati).
La legge elettorale approvata nell’ottobre 2017 e ribattezzata Rosatellum bis prevede invece una soglia di sbarramento nella quota proporzionale pari al 3% su base nazionale, sia al Senato sia alla Camera. In alternativa sono comunque ammessi i partiti che hanno raggiunto il 20% su base regionale: questo criterio si applica in linea generale al Senato, e per le sole minoranze linguistiche alla Camera.
Cosa vota il popolo?
Le elezioni politiche sono le elezioni che in Italia eleggono il Parlamento della Repubblica. Sono regolate dalla Costituzione della Repubblica Italiana e dalla vigente legge elettorale.
Quanti sono gli elettori in Italia 2022?
Domenica 25 settembre 2022 si terranno le elezioni politiche, a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere, alle quali potranno partecipare 50.869.304 elettori, di cui 4.741.790 all’estero, in cui sono compresi anche i diciottenni che per la prima volta, dopo la recente modifica dell’art.
Quanto dura il mandato elettorale?
Italia – In Italia gli organi costituzionali a ricevere un mandato elettorale sono il Parlamento ed il Presidente della Repubblica, Il Parlamento viene eletto con suffragio universale, ed il suo mandato, detto legislatura, dura cinque anni. Il Presidente della Repubblica, invece, ha un mandato di sette anni che gli è affidato dal Parlamento riunito in seduta comune,
Qual è la funzione del corpo elettorale?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Il corpo elettorale rappresenta l’insieme delle persone alle quali viene riconosciuto il diritto di esercitare l’elettorato attivo, e cioè il diritto di eleggere i propri rappresentanti, e l’elettorato passivo, e cioè il diritto di essere eletto, e solitamente rappresenta un sottoinsieme dei cittadini,
A cosa serve la campagna elettorale?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. La campagna elettorale è l’insieme delle attività di propaganda politica svolte da partiti politici, movimenti e liste civiche in favore dei propri candidati ad una qualsiasi carica elettiva, volte a conquistare la fiducia degli elettori e convincerli a concedergli il proprio voto, tipicamente attraverso promesse elettorali,
Quale fu l’effetto principale della legge elettorale varata dal governo Depretis nel 1882?
Il risultato fu l’allargamento del suffragio da circa 620.000 a oltre 2 milioni di aventi diritto al voto. Fu cambiato anche il meccanismo di elezione. I collegi uninominali furono sostituiti da collegi plurinominali, ai quali era attribuito un numero di seggi variabile tra 2 e 5.
Chi ha fatto la legge porcellum?
La legge fu formulata principalmente dall’allora ministro per le riforme istituzionali Roberto Calderoli, che tuttavia qualche mese dopo la definì «una porcata» in un’intervista televisiva durante il programma Matrix, allora condotto da Enrico Mentana.
Cosa dice la legge sul silenzio elettorale?
Nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali.
Quali sono i tipi di consultazione elettorale previsti dal nostro ordinamento?
Ne esistono nell’ordinamento italiano tre tipi: abrogativo, consultivo e approvativo.
Cosa prevedeva la legge Acerbo del 1923 volta a riformare il sistema elettorale italiano?
Il meccanismo elettorale – La Legge Acerbo prevedeva l’adozione di un sistema proporzionale con premio di maggioranza, all’interno di un collegio unico nazionale, suddiviso in 16 circoscrizioni elettorali, A livello circoscrizionale ogni lista poteva presentare un numero di candidati che oscillava da un minimo di 3 a un massimo dei due terzi di quelli eleggibili (non più di 356 su 535).
- Oltre al voto di lista era ammesso il voto di preferenza e ogni elettore poteva esprimere sino a 3 preferenze nel caso in cui i seggi assegnati alla circoscrizione fossero più di 20 e sino a 2 negli altri casi.
- Il risultato nel collegio unico era decisivo per determinare la distribuzione dei seggi: nel caso in cui la lista più votata a livello nazionale avesse superato il 25% dei voti validi, avrebbe automaticamente ottenuto i 2/3 dei seggi della Camera dei deputati, eleggendo in blocco tutti i suoi candidati; in questo caso tutte le altre liste si sarebbero divise il restante terzo dei seggi, sulla base di criteri simili a quelli della legge elettorale del 1919,
Nel caso in cui nessuna delle liste concorrenti avesse superato il 25% dei voti, non sarebbe stato assegnato alcun premio di maggioranza e la totalità dei seggi sarebbe stata ripartita tra le liste concorrenti in proporzione ai voti ricevuti ancora secondo i principi della legge elettorale del 1919.
Quante schede elezioni politiche 2022?
Ai 46.127.514 elettori in Italia che domenica 25 settembre si recheranno alle urne per l’elezione dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica saranno consegnate due schede: una rosa per la Camera, una gialla per il Senato.
Quanto dura una legislazione?
In Italia – Lo stesso argomento in dettaglio:, In una legislatura parlamentare ha durata di 5 anni, a parte i casi in cui avvenga uno scioglimento anticipato delle (da parte del in base all’art.88 della Costituzione). Originariamente, la del 1948 prevedeva durate differenti per la legislatura della e del, laddove per quest’ultimo era prevista una durata di 6 anni, uno in più rispetto alla Camera.
In quale Paese nel 1832 si realizzò una significativa riforma elettorale?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Questo dipinto di Sir George Hayter (ora nella National Gallery di Londra ) commemora l’approvazione del Reform Act del 1832 La Legge del 1832 sulla Rappresentanza del Popolo ( The Representation of the People Act 1832 ) – comunemente nota come il Reform Act 1832, o anche come La Grande Riforma – è un atto del Parlamento che ha introdotto ampie modifiche al sistema elettorale inglese e gallese.
- In accordo al suo preambolo, la riforma era diretta a “prendere le misure necessarie per correggere vari abusi che hanno prevalso a lungo nella scelta dei Membri del Parlamento.” La riforma era stata a lungo richiesta prima del 1832, ma sempre senza successo.
- L’atto che finalmente entrò in vigore era stato proposto dai Whigs, guidati dal primo ministro Lord Grey,
Esso incontrò subito una forte opposizione nel Parlamento da parte dei Tories, che avevano governato il paese per molto tempo (l’opposizione fu particolarmente notevole nella Camera dei Lord ). Tuttavia, a causa della pressione dell’opinione pubblica, alla fine la legge passò.
In quale anno in Italia venne approvata la legge elettorale nota come legge Acerbo?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Legge Acerbo | |
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Titolo esteso | Legge 18 novembre 1923, n.2444. Modificazioni alla legge elettorale politica, testo unico 2 settembre 1919, n.1495. |
Stato | abrogata |
Tipo legge | Ordinaria |
Legislatura | XXVI |
Proponente | Giacomo Acerbo |
Schieramento | PNF, PLI, PLD, PDSI, PA, PPI, PRI |
Date fondamentali | |
Promulgazione | 18 novembre 1923 |
A firma di | Vittorio Emanuele III |
Abrogazione | 2 settembre 1928 |
Testo | |
Rimando al testo | Legge 18 novembre 1923, n.2444. Modificazioni alla legge elettorale politica, testo unico 2 settembre 1919, n.1495. |
Giacomo Acerbo, redattore della legge che portò il suo nome La legge 18 novembre 1923, n.2444, nota come Legge Acerbo (dal nome del deputato Giacomo Acerbo che ne redasse il testo), fu una legge elettorale del Regno d’Italia, adottata alle elezioni politiche italiane del 1924,
Quale fu l’effetto principale della legge elettorale varata dal governo Depretis nel 1882?
Il risultato fu l’allargamento del suffragio da circa 620.000 a oltre 2 milioni di aventi diritto al voto. Fu cambiato anche il meccanismo di elezione. I collegi uninominali furono sostituiti da collegi plurinominali, ai quali era attribuito un numero di seggi variabile tra 2 e 5.
Quale fu la conseguenza del referendum in materia elettorale del 1991?
Storia del movimento per l’introduzione del sistema elettorale maggioritario in Italia – Nel gennaio 1988, dopo annose discussioni e iniziative sfortunate, il politico democristiano Mario Segni con altri 30 esponenti di primo piano del mondo dell’economia, del sindacalismo, della cultura (fra gli altri Carlo Bo, Umberto Agnelli, Luca Cordero di Montezemolo, Rita Levi-Montalcini, Giuseppe Tamburrano, Antonino Zichichi ) lanciò il Manifesto dei 31, con il quale si chiedeva l’introduzione di una legge elettorale uninominale a doppio turno ispirata al modello francese,
- Il 14 gennaio Segni annunciò che dal Manifesto sarebbe nato un nuovo movimento di opinione,
- Il 22 aprile nacque a Roma il Movimento per la Riforma Elettorale e vi aderiscono circa 130 personalità, di cui la metà parlamentari,
- L’idea iniziale era quella di raccogliere le firme per una iniziativa di legge popolare, finché un anno dopo si fece strada l’idea di agire per via referendaria,
Il 1º febbraio 1990 Segni ed altri depositarono presso la Corte di Cassazione la richiesta di referendum per eliminare nella legge elettorale per il Senato quella norma che rendeva i 238 collegi uninominali effettivi solo se un candidato raggiungeva il 65% dei voti,
L’elezione dei senatori avveniva, teoricamente, con criterio uninominale, ma a causa della soglia percentuale troppo alta si tornava a una ripartizione proporzionale in ambito regionale. Con il referendum, tolto di mezzo il tetto minimo del 65%, sarebbe diventato senatore (per i tre quarti dei seggi riservati al sistema maggioritario) chi avesse avuto la maggioranza relativa,
Un secondo referendum venne depositato alla Cassazione una settimana dopo per chiedere l’abrogazione della preferenza plurima per la Camera dei deputati e avere così un proporzionale puro con un’unica preferenza per elettore, in modo da evitare il sistema delle cosiddette cordate tra candidati e la conseguente corruzione nella cattura dei voti,
Il 13 marzo venne depositata una terza richiesta di referendum volta ad estendere il sistema elettorale maggioritario dei Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti anche a quelli superiori, Il 10 aprile partì la raccolta delle firme, e il 2 agosto in Cassazione furono depositate circa 600.000 firme a quesito,
Il leader radicale Marco Pannella ci tenne a distinguere l’obiettivo dei radicali rispetto a quello degli altri partiti: «È pregiudiziale che respingiamo di accogliere fra noi chi vuole usare il referendum per risultati opposti a quelli per i quali lo chiediamo.
- È un punto pregiudiziale di chiarezza, e di lealtà, verso l’opinione pubblica, il dovere di una politica leale e chiara»,
- Il messaggio era diretto soprattutto al PDS e al PLI che pur sostenendo il referendum elettorale, proponevano riforme diverse dal sistema maggioritario ad un turno.
- Il grosso del Palazzo reagì all’iniziativa con molta ostilità: Bettino Craxi precisava che la sua «grande riforma» era ben altra cosa, definendo i referendum «pericolosi», così come la segreteria democristiana e Giorgio La Malfa che dichiararono la propria contrarietà.
Oltre a quello radicale, Segni raccolse consensi importanti: si schierarono con lui Ciriaco De Mita, una parte del PDS vicina al segretario Achille Occhetto e una parte dei liberali, C’era stata inoltre una polemica di Pannella con Segni e gli altri promotori di area cattolica e comunista: i radicali avrebbero preferito promuovere solo i referendum nettamente maggioritari su Senato e Comuni per non offrire alla Corte costituzionale la «scappatoia» di ammettere il quesito meno significativo, quello sulla preferenza unica; tuttavia il Partito Radicale che pur aveva obiezioni anche di merito sul referendum relativo alla preferenza unica contribuì alla raccolte firme,