Cosa Sono Gli Accessori Come Per Legge?
Costanzo Franceschi
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Ad oggi, gli “accessori” sono l’ IVA e il CNA (cassa nazionale avvocati). L’IVA è una imposta, come tutti sanno, cioè soldi che noi professionisti incassiamo ma che dopo dobbiamo versare allo Stato. Il CNA è la cassa previdenziale degli avvocati, l’ente che gestisce la pensione dei legali.
- Anche questa è una specie di “tassa” che noi avvocati incassiamo e poi dobbiamo versare alla cassa.
- E’ per questi motivi che i nostri preventivi indicano il costo separato dagli accessori, perchè il costo è la sola parte che rimane a noi, quella su cui noi basiamo la nostra “politica dei prezzi”, mentre rispetto alle altre voci facciamo solo i cassieri, o portatori d’acqua che dir si voglia, nei confronti di altri enti.
Per calcolare l’ammontare degli accessori a partire da una certa somma, si può utilizzare questo «widget». Inserisci la somma su cui calcolare gli accessori e fai clic su «submit»: Il contributo CNA o CPA è il 4%, da calcolarsi sulla base imponibile e cioè nel nostro caso sui 100€.
- L’IVA, invece, per un meccanismo perverso tipico del nostro fisco italiano, ha come base imponibile il costo della prestazione più il 4% CNA.
- La misura dell’IVA è il 21% di questa base imponibile.
- Sommando tutte le voci, ad esempio, 100€ diventano 125,84.
- Naturalmente, anche volendo noi avvocati non potremmo non applicare queste voci, che sono obbligatorie per legge.
Ci limitiamo ad esprimere sempre il “duplice totale” in tutti i preventivi che facciamo, così l’utente sa esattamente che cosa gli viene a costare la prestazione, specialmente se è un privato che non può “scaricarsi” l’IVA come invece avviene per le aziende.
Cosa si intende per oltre accessori di legge?
Che significa CPA nella parcella dell’avvocato? Ho ricevuto la parcella dall’avvocato che riporta la voce CPA mentre in un’altra non è presente, ma è specificato “oltre accessori”: che significa? La voce CPA (o, come in altri casi è possibile trovare, CAP ) è l’indicazione, in fattura, del contributo dovuto per la previdenza: per legge, infatti, l’ avvocato deve corrispondere alla propria Cassa di Previdenza Avvocati il 4% dell’imponibile su ogni fattura emessa e, sempre per previsione normativa, tale voce va “scaricata” sul cliente.
È quest’ultimo, quindi, che deve corrispondere al professionista, oltre all’onorario imponibile, anche il contributo previdenziale. Tanto per fare un esempio, su una fattura di 100 euro, prima viene calcolato il 4% di CPA (pari a 4 euro) e poi, sulla somma di tali due valori (100 + 4 = 104) viene calcolata l’ IVA ordinaria al 22% (pari a 22,88).
Il totale (sottratta l’eventuale ritenuta d’acconto del 20% sull’imponibile solo nel caso di sostituti di imposta) costituisce l’ammontare della fattura ossia l’importo dovuto dal cliente. Quanto invece alla voce ” oltre accessori ” essa deve intendersi come riferita, estensivamente, a tutte quelle componenti la cui spettanza e/o il cui importo sono sottratti alla disponibilità (più o meno discrezionale) del contribuente (in questo caso l’ avvocato ); si tratta dunque di IVA e Cassa Avvocati,
il rimborso del contributo unificatole spese vive documentate in relazione alle singole prestazioni;le spese forfettarie nella misura del 15% del compenso totale della prestazione.
Cons. St. sent.n.4436/2015. Autore immagine: 123rf com : Che significa CPA nella parcella dell’avvocato?
Cosa si intende per spese e oneri accessori?
Oneri accessori Gli oneri accessori sono spese sostenute dal cliente in aggiunta al costo del servizio finanziario acquistato, rientrano nel costo totale del credito, Tra gli oneri accessori a carico del conduttore rientrano per esempio le spese d’istruttoria, eventuali assicurazioni e altri costi.
- Le spese d’istruttoria, in particolare, sono dei costi accessori calcolati sul totale del finanziamento e vengono applicati sia a prestiti che a mutui.
- Queste spese vengono inizialmente sostenute dall’istituto di credito e poi rimborsati dal cliente.
- Le modalità di rimborso sono discrezionali, di norma è prevista la restituzione in un’unica soluzione, in aggiunta alla prima rata, soprattutto in caso di prestiti di piccola entità.
In alternativa, alcuni istituti di credito scelgono di rateizzare i costi su tutta la durata del finanziamento. Altri oneri accessori che potrebbero essere eventualmente previsti a fronte della concessione del credito sono le eventuali assicurazioni stipulate per garantire alla banca erogatrice del credito il rimborso del prestito in caso di situazioni eccezionali, come perdita del lavoro, infortunio o morto del richiedente.
Tali assicurazioni potrebbero essere obbligatorie o facoltative a seconda di quanto previsto dall’istituto di credito. Tra gli oneri accessori potrebbero essere previste anche ulteriori spese da sostenere in caso di ritardo dei pagamenti, Tali spese variano in funzione di quanto previsto dal contratto e, quindi, variano da un istituto di credito all’altro.
Va inoltre sottolineato, al fine della valutazione sulla convenienza del finanziamento richiesto, che gli oneri accessori non rientrano nel computo del TAN, ma in quello del TAEG, Quest’ultimo infatti tiene conto non solo delle spese previste per il finanziamento relative agli interessi da corrispondere, ma anche tutti gli oneri accessori come le spese d’istruttoria e le assicurazioni.
Cosa si intende per spese legali?
§ 1. Spese legali e spese processuali – I costi di un giudizio possono essere di varia natura. Più in particolare le parti devono sostenere complessivamente:
Spese legali : sono le spese che ciascuna parte deve versare al legale che la assiste e difende nel giudizio, quantificabili sulla base di parametri stabiliti dalla legge ( D.M.10 marzo 2014, n.55 ). Nel nostro ordinamento infatti, sia nel caso in cui venga celebrato un processo civile (art.82 c.p.c.) che nel caso di un processo penale (artt.96 e 97 c.p.p) la parte – fatte salve le eccezioni di legge – deve valersi dell’assistenza di un avvocato. Spese processuali : sono le spese legate alla giustizia e all’attività degli organi giurisdizionali e devono essere tendenzialmente versate allo Stato. A titolo esemplificativo e non esaustivo, possiamo elencare le marche da bollo richieste per gli adempimenti di cancelleria, il contributo unificato dovuto per l’iscrizione a ruolo della causa, le spese di notifica, quelle di consulenza tecnica d’ufficio, ecc.
Cosa sono gli oneri accessori in un condominio?
Gli oneri accessori, nell’ambito del contratto di locazione, sono le spese condominiali riguardanti la manutenzione e la gestione ordinaria dell’immobile di cui fa parte anche l’abitazione locata ad uso abitativo.
Cosa sono le spese accessorie in economia?
Spese accessorie – Cosa sono le spese accessorie? Le spese accessorie vengono sostenute per trasferie il bene o fornire il servizio e sono accessorie alla prestazione principale. Leggi maggiori informazioni su come compilare un,
Le spese accessorie sono delle spese complementari a beni o servizi oggetto della transazione certificata dalla fattura.Esistono due tipi di spese accessorie: quelle effettuate dal fornitore per conto del cliente e quelle di terzi anticipate dal fonitore.A seconda che si tratti dell’uno o dell’altro tipo di spesa, il trattamento ai fini IVA è diverso.
Come si dividono le spese?
La ripartizione delle spese fra i proprietari di piani diversi – Secondo le previsioni di cui all’art.1124 la spesa subisce una divisione per metà. Per la prima metà si tiene conto del valore del singolo piano, o porzione di esso, che si servono delle scale.
Quando l’avvocato chiede troppo?
Compenso eccessivo avvocato: cos’è successo? – Con la sentenza n.9 del 2018 il Consiglio Nazionale Forense stabilisce che per verificare se il compenso richiesto dall’avvocato sia eccessivo bisogna effettuare un giudizio di comparazione fra l’attività espletata e la misura di compenso ritenuta proporzionata, compenso quest’ultimo che poi può essere confrontato con quello ritenuto eccessivo.
Tutto questo perché un avvocato faceva ricorso al CNF in merito ad una sanzione disciplinare emessa dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trieste. Ma cosa è successo? Un professionista aveva chiesto la somma di quasi 4.450 euro a due clienti, assistiti dallo stesso in un procedimento di affidamento di minori.
La cifra menzionata non era univoca, ma veniva addebitata a ciascuno degli assistiti, per un ammontare di circa 9 mila euro. L’avvocato, nel suo operato, aveva redatto il ricorso introduttivo e aveva partecipato alle prime due udienze: questo tipo di opera giustificava il compenso di cui sopra.
Sopraggiunge un secondo avvocato che, una volta conclusosi il processo di affidamento dei minori (con esito positivo), viene delegato per la cura e l’assistenza nella pratica successoria a tutela dei minori stessi. Nello studio della pratica l’avvocato si accorge della parcella sproporzionata pagata dai due clienti.
Prima di adire il COA, il secondo professionista chiede chiarimenti al primo avvocato il quale riconosce l’errore attribuendolo al software di calcolo della parcella. Nello stesso tempo promette di restituire la somma complessiva di 2 mila euro ai suoi ex clienti.
omessa fatturazione dei circa 9 mila euro. compensi manifestamente sproporzionati rispetto all’attività professionale svolta nel procedimento. Nello specifico il doppio compenso (4.450 euro a ciascun cliente) non era giustificato dato che i due assistiti (erano due nonni) avevano identica posizione processuale.
L’avvocato in questione difendeva la sua posizione indicando l’effettiva attività svolta, più ampia rispetto a quella individuata dalle notule. Ne seguono vicissitudini di diverso genere che conducono il COA di Trieste a comminare la sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio della professione per un periodo massimo di 3 mesi.
Alla suddetta decisione l’avvocato propone ricorso presso il Consiglio Nazionale Forense che, analizzati i documenti, le leggi in vigore al momento della vicenda e il lavoro svolto dal professionista, si pronuncia con una sentenza destinata ad essere principio fondamentale per stabilire quando il compenso dell’avvocato può essere considerato eccessivo.
Di fatto il CNF accoglie parzialmente le ragioni del professionista in merito proprio all’eccessiva sproporzione del compenso, elemento su cui il COA di Trieste aveva preso come riferimento per l’applicazione della sanzione disciplinare.
Come tutelarsi da un avvocato?
Come denunciare un avvocato scorretto Nonostante l’avvocato sia la persona che dovrebbe far rispettare sempre la legge, si può avere la sfortuna di trovare un avvocato imbroglione che non si comporta esattamente come dovrebbe: come si reagisce in casi come questo? È possibile denunciare un avvocato scorretto ? A chi va inoltrata la segnalazione e cosa rischia di preciso l’avvocato ? Un che ha un comportamento poco conforme alle regole, perché inadempiente o perché ha messo in atto un comportamento antigiuridico, può essere denunciato al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, tramite la descrizione di quanto accaduto.
- invia gli atti relativi alla denuncia al Consiglio distrettuale di disciplina, che potrà valutare di emettere una sanzione nei confronti dell’avvocato;
- può decidere, nei casi di maggiore gravità, di sospendere l’avvocato dall’esercizio della professione o di radiarlo dall’ordine.
Quanto costa un’ora di avvocato?
I costi di una consulenza legale Solitamente, per i pareri legali o consulenze, che dir si voglia viene richiesto un compenso variabile che di media si muove da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro. Invece, il costo sale e va da 200 fino a 1.000 euro per una consulenza scritta.
Cosa comprendono gli accessori?
Sono considerati accessori gioielli, guanti, borse, cappelli, cinture, sciarpe, orologi, occhiali da sole, spille, calze, cravatte, scaldamuscoli, leggings e bretelle.
Cosa significa oltre IVA e CPA?
Quando l’avvocato presenta al cliente la propria parcella, oltre all’onorario, ai diritti e alle spese vive sostenute, sul documento sono obbligatoriamente aggiunte anche altre due voci: IVA al 22% e CPA al 4% (Cassa Previdenza Avvocati).