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Lavoratori Precoci Cosa Dice La Legge?

Lavoratori Precoci Cosa Dice La Legge
Dopo anni di contrattazioni sindacali e politiche, si è introdotta nel nostro sistema la cosiddetta quota 41, che consente ai lavoratori precoci di andare in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica e senza penalizzazioni.

Quando vanno in pensione lavoratori precoci?

Lavoratori precoci: fino al 30 novembre ultima chance per presentare domanda di pensione per il 2022. Requisiti di accesso e modalità di presentazione. – I lavoratori precoci hanno ancora tempo fino al 30 novembre per presentare domanda di pensione per il 2022 : una panoramica sui requisiti di accesso e sulle modalità di presentazione.

Nei giorni in cui sembra urgente trovare una soluzione al ritorno, dal 1° gennaio 2023, della legge Fornero, prende piede nel dibattito politico e tra le forze della maggioranza quota 41, ossia la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e requisiti anagrafici ancora da precisare,

Oggi tutti i lavoratori possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi o con 41 anni e 10 mesi, se donne; quota 41 per il 2023 si tradurrebbe dunque, rispetto alle regole già in vigore, in uno sconto contributivo, di un anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne, se non saranno previsti limiti contributivi diversi.

La proposta dovrebbe essere valida solo per il 2023, in attesa che prenda forma una riforma organica e di lunga durata delle regole pensionistiche ma, lungi dall’essere una novità assoluta nel quadro normativo vigente, sembra piuttosto l’ estensione a tutti i lavoratori delle norme già previste per i precoci che hanno iniziato a lavorare in giovane età.

Vediamo nel dettaglio le regole pensionistiche valide oggi per i lavoratori precoci, le scadenze e le modalità di presentazione della domanda di pensione,

Cosa cambia per i lavoratori precoci?

Adeguamenti all’aspettativa di vita – Per effetto del decreto legge n.4/2019 anche il requisito contributivo per i cd. lavoratori precoci, al pari della pensione anticipata standard, è stato dispensato dall’applicazione degli adegumenti alla speranza di vita istat per il periodo 2019-2026,

  • Pertanto durante questo periodo temporale il requisito contributivo resta pari a 41 anni di contributi.
  • Per coloro che maturano i requisiti contributivi dal 1° gennaio 2019 il citato DL 4/2019 ha introdotto però un meccanismo di differimento nell’erogazione del primo rateo pensionistico pari a tre mesi dalla maturazione del requisito contributivo ( finestra mobile ).

La tavola seguente illustra, pertanto, i requisiti per il conseguimento della pensione anticipata per i lavoratori precoci. Nel contributivo L’agevolazione della cd. quota 41 appena indicata non si applica ai lavoratori precoci nel contributivo puro, cioè coloro privi di contribuzione al 31.12.1995. Unica agevolazione attualmente prevista per questi lavoratori è attribuita dall’articolo 1, comma 7 della legge 335/1995 (Riforma Dini) che prevede un incremento del 50% della contribuzione versata per i periodi lavorativi svolti durante la minore età.

Chi ha diritto al lavoro precoce?

Oggi possono accedere alla pensione con Quota 41 (senza requisito anagrafico) i precoci se rientrano in una delle categorie di soggetti ammessi all’APe Sociale (disoccupati, caregiver, invalidi, gravosi e usuranti). Rientrano nella definizione di precoci i lavoratori entrati nel mondo del lavoro prima del compimento della maggiore età (almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni).

Prima della Riforma Fornero raggiungevano i 40 anni di contributi necessari alla pensione con un’età anagrafica anche antecedente i 60 anni. Oggi hanno diritto ad un assegno di pensione calcolato con il sistema misto e devono aspettare tre mesi per la decorrenza del trattamento, ma godono del blocco degli scatti legati all’aspettativa di vita fino al 2026.

Su PMI.it trovi tutte le ultime novità e le informazioni utili per i lavoratori precoci e la Quota 41, con le prospettive di riforma pensioni: quando si può andare in pensione, i requisiti minimi necessari, i benefici previsti, le ultimissime novità sulle pensioni,

Che requisiti servono per andare in pensione con 41 anni di contributi?

Come andare in pensione con 41 anni di contributi? – Questo articolo prende spunto da una domanda ricevuta in chat da un nostro utente: ” Ho 41 anni di contributi e 61 anni di età, oggi posso andare in pensione e come? “. Se avete domande da farci su pensioni, bonus e reddito di cittadinanza, non esitate a scriverci su Telegram,

  • Rispondiamo subito che con questa età non è possibile andare in pensione con 41 anni di contributi accedendo alla pensione di vecchiaia (servono 67 anni) e neppure a Quota 102 (64 anni e 38 di contributi).
  • Tantomeno all’ Ape Sociale (63 anni).
  • Con 41 anni di contributi il nostro utente non riuscirà ad accedere alla pensione anticipata ordinaria entro il 2022, ma avrà bisogno di maturare almeno un altro anno e 10 mesi di contributi, per arrivare ai 42 anni e 10 mesi necessari per uscire dal mondo del lavoro con la legge Fornero.

Rimane una sola ipotesi percorribile per andare in pensione con 41 anni di contributi: Quota 41 per lavoratori precoci, Può essere sfruttata nel caso in cui il nostro utente abbia versato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni, ma deve soddisfare almeno uno di questi requisiti:

  • trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale. Il disoccupato deve aver smesso di ricevere l’indennità di disoccupazione da almeno tre mesi;
  • possedere un’invalidità uguale o superiore al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile;
  • assistere al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità; oppure un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • essere impiegato in attività gravose (addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo);
  • appartenere alle professioni sotto elencate, impiegati per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, oppure per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di attività lavorativa:
    • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
    • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
    • conciatori di pelli e di pellicce;
    • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
    • conduttori di mezzi pesanti e camion;
    • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
    • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
    • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
    • facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
    • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
    • operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
    • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
    • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
    • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
    • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Scopri la pagina dedicata a tutti i modi per andare in pensione in anticipo. Entro fine anno, dunque, il nostro utente difficilmente riuscirà ad andare in pensione, non avendo maturato l’anzianità contributiva necessaria per accedere alla pensione anticipata ordinaria.

  • E se non è in possesso dei requisiti elencati sopra, non potrà neppure sfruttare Quota 41 per lavoratori precoci,
  • Buone possibilità, però, ci sono per il 2023 : il nuovo Governo ha scelto la misura che sostituirà l’attuale Quota 102.
  • Sarà Quota 103, che permetterà ai lavoratori e alle lavoratrici di accedervi con 62 anni di età e 41 di contributi : l’età che avrà il nostro utente l’anno prossimo e l’attuale anzianità contributiva in suo possesso.

Ancora un po’ di pazienza, dunque, Nei prossimi paragrafi vedremo insieme come andare in pensione con 41 anni di contributi nel 2023 e quanto si prende andando in pensione con 41 anni di contributi. Aggiungiti al gruppo Telegram sulle pensioni e sulle notizie legate al mondo della previdenza.

Chi ha iniziato a lavorare a 15 anni quando va in pensione?

Chi ha iniziato a lavorare nel 1995 (o anche prima) può andare in pensione con soli 15 anni di contributi. Ma ci sono dei requisiti da soddisfare. Per andare in pensione a 67 anni di età serve aver maturato almeno 20 anni di contributi.

Quanto si prende di pensione con 41 anni precoci?

Quanto si prende di pensione con 41 anni di contributi: calcolo – Detto questo, vediamo ora quanto si prende di pensione con 41 anni di contributi, Nel caso in cui il lavoratore, in presenza di determinati requisiti, volesse accedere a Quota 41 per lavoratori precoci, deve sapere che questa opzione non prevede nessuna decurtazione dell’assegno, poiché il calcolo della pensione viene effettuato tenendo presente tutti i contributi versati. Lavoratori Precoci Cosa Dice La Legge Quanto si prende di pensione con 41 anni di contributi Questo perché il calcolo della pensione con Quota 41 (ma anche di altre opzioni previdenziali) è effettuato con il sistema misto (meno di 18 anni di contributi al 1° gennaio 1996). Se, invece, il nostro lavoratore avesse avuto più di 18 anni di contributi versati al 1° gennaio 1996, avrebbe ricevuto una pensione calcolata con il sistema retributivo e, sicuramente, più alta,

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Quanto si prende di pensione con 41 anni di contributi? Passiamo ora a un lavoratore di 67 anni, che ha raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia, e ha maturato 41 anni di contributi, con una retribuzione di circa 25.000 euro lordi l’anno, Quanto prenderà di pensione? Con un calcolo sommario possiamo dire che a fronte di uno stipendio di poco superiore ai 1.300 euro, il nostro lavoratore prenderà poco meno di 1.150 euro netti al mese, quindi pressappoco lo stesso importo di Quota 41 per lavoratori precoci.

Se aumentassimo la retribuzione a 30.000 euro lordi l’anno, aumenterebbe anche l’importo della pensione: circa 1360 euro netti al mese, a fronte di uno stipendio di circa 1.600 euro. Passiamo ora a una lavoratrice di 65 anni che, con 41 anni e 10 mesi di contributi è pronta ad accedere alla pensione anticipata ordinaria,

Con una retribuzione di circa 30.000 euro lordi l’anno, potrebbe ricevere una pensione di poco superiore a 1.300 euro netti al mese. Aspettando due anni e accedendo alla pensione di vecchiaia l’importo della sua pensione arriverebbe sotto ai 1.500 euro netti al mese, Non conviene, invece, Opzione Donna, considerato che l’importo della pensione si calcola con il sistema interamente contributivo.

Di conseguenza, la lavoratrice che accede a questa opzione previdenziale rischia d i perdere dal 10 al 30% sull’assegno che riceverebbe se andasse in pensione a 67 anni, Quanto si prende di pensione con 41 anni di contributi e non solo. Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sulle pensioni:

  • Pensione sociale o assegno sociale: quali differenze ;
  • Pensione di invalidità: aumento a 15mila euro. La petizione ;
  • Quattordicesima: quando si pende e quanto spetta ;
  • Riforma delle pensioni, la beffa per i nati negli anni ’60 ;
  • Rivalutazione delle pensioni e nuova Irpef ;

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Quanti anni in meno per lavoro usurante?

Le macro categorie dei lavori usuranti – La normativa per i lavori usuranti è attivabile dai soli lavoratori dipendenti  (sia del settore privato che del pubblico impiego) che abbiano svolto nell’arco della propria vita lavorativa talune attività. Le attività in questione sono riconducibili alle seguenti quattro macro-categorie.

  • –  Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, cioè coloro che svolgono lavori in galleria, cava o miniera; lavori ad alte temperature; lavori in cassoni ad aria compressa; attività per l’asportazione dell’amianto; attività di lavorazione del vetro cavo; lavori svolti dai palombari; lavori espletati in spazi ristretti.
  • –  Lavoratori notturni che lavorano su turni e prestano la loro attività per almeno 6 ore, per un numero minimo di giorni lavorativi all’anno non inferiore a 64; lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo;
  • –  Lavoratori addetti alla linea di catena impegnati all’interno di un processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione di tempi di produzione, che svolgono attività caratterizzate da ripetizioni costanti dello stesso ciclo lavorativo;
  • –  Lavoratori conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo.
  • Per poter accedere alla pensione anticipata per i lavori usuranti, queste attività devono essere state  svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di servizio,  o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.
  • Il vantaggio per questi lavoratori consiste nella possibilità di accedere alla pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero.
  • Gli “usuranti” quindi potranno accedere alla pensione con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, un’età minima pari a 61 anni e 7 mesi ed il quorum della quota 97,6.

Chi può andare in pensione con 41 anni e 10 mesi?

Lavoratori e lavoratrici senza contribuzione al 31.12.1995 – I lavoratori e le lavoratrici, con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, possono conseguire la pensione anticipata, a partire dal 1° gennaio 2012, con gli stessi requisiti di anzianità contributiva (41 anni 1 mese per le donne e 42 anni e 1 mese per gli uomini) previsti per i lavoratori e le lavoratrici con contribuzione al 31.12.1995.

  • Successivamente, i citati requisiti di anzianità contributiva sono stati incrementati alla speranza di vita.
  • Pertanto, nel triennio 2016-2018 il requisito contributivo previsto per le donne era pari a 41 anni e 10 mesi e per gli uomini 42 anni e 10 mesi.
  • Dal 1° gennaio 2019 il previsto incremento della speranza di vita pari a 5 mesi è stato disapplicato a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legge n.4/2019 (art.15) convertito con modificazioni in legge n.26 del 28 marzo 2019.

La norma ha stabilito la non applicazione dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026 degli adeguamenti della speranza di vita e l’introduzione della “finestra mobile” trimestrale. A decorrere dal 1° gennaio 2027, i requisiti contributivi saranno ulteriormente adeguati, con cadenza biennale, agli incrementi della speranza di vita che verranno stabiliti.

Pertanto, il requisito contributivo per l’accesso alla pensione anticipata rimane confermato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, fino al 31 dicembre 2026, ma con l’ attesa di 3 mesi dalla maturazione di tali requisiti contributivi (cosiddetta “finestra”), Nella seguente tabella sono riportati i requisiti per il diritto alla pensione anticipata dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026.

Pensione anticipata dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026

Anno Anzianità contributiva (anni e mesi) Donne Uomini Decorrenza
2019-2026 41 e 10 42 e 10 Decorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti contributivi

Per il personale a tempo indeterminato del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM) la decorrenza è fissata rispettivamente al 1° settembre e al 1° novembre dello stesso anno solare in cui si prevede la maturazione del requisito per la pensione anticipata.

  • Ai fini della maturazione del requisito contributivo viene considerata tutta la contribuzione accreditata tranne quella derivante dalla prosecuzione volontaria, mentre quella accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del 18° anno di età è moltiplicata per 1,5.
  • ULTERIORE PENSIONE ANTICIPATA Per i lavoratori e le lavoratrici con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996 è stata introdotta, a partire dal 01.01.2012 una ulteriore possibilità di pensionamento anticipato, al compimento di 63 anni di età per uomini e donne, successivamente adeguata agli incrementi della speranza di vita, come descritto in tabella, a condizione che risultino in possesso di almeno 20 anni di contribuzione effettiva e che l’importo minimo di pensione alla decorrenza non risulti inferiore a 2,8 volte quello dell’assegno sociale (1.288,78 euro mensili nel 2021).

Il requisito anagrafico è stato adeguato agli incrementi della speranza di vita nel triennio 2013/2015 pari a 3 mesi, nel triennio 2016/2018 pari a 4 mesi, nel biennio 2019/2020 pari a 5 mesi. Nessun ulteriore incremento è previsto per gli anni 2021-2022. Ai fini del raggiungimento dei 20 anni di contribuzione “effettiva” è utile solo quella effettivamente versata (obbligatoria, volontaria, da riscatto) con esclusione di quella accreditata figurativamente a qualsiasi titolo. Per conseguire la pensione anticipata e tale ulteriore possibilità di pensionamento anticipato è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

Quando si può andare in pensione a 57 anni?

QUANDO È POSSIBILE PER LE LAVORATRICI ANDARE IN PENSIONE CON ANTICIPO A 57 ANNI. La pensione anticipata è un traguardo che agognano quasi tutti i, Ma in alcuni casi per le lavoratrici diventa essenziale. La donna, a differenza dell’uomo, solitamente non è impegnata solo nell’attività lavorativa.

A casa, infatti, è chiamata a cucinare, lavare, stirale e rassettare oltre che a occuparsi dei figli. Proprio per questo doppio impegno le donne arrivano alle soglie della pensione esauste e hanno bisogno di tirare un po’ il freno. Ecco quando è possibile la pensione anticipata donne a 57 anni di età, con e senza requisito contributivo alto.

QUANDO LE DONNE POSSONO ANDARE IN PENSIONE PRIMA La donna può utilizzare tutte le misure pensionistiche previste dalla generalità dei lavoratori. Ma vediamo quando le è possibile uscire dal mondo del lavoro a 57 anni di età. Se ha iniziato a lavorare molto presto può utilizzare, ad esempio, la Quota 41.

  1. In questo caso deve aver versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere i 19 anni di età.E,
  2. Si tratta di una misura, quindi, che permette l’uscita alle lavoratrici che hanno versato il primo contributo a 16 anni e non hanno mai smesso.
  3. Stesso discorso vale per la pensione anticipata ordinaria, che permette l’accesso alle lavoratrici che hanno iniziato a lavorare a 15 anni e non hanno mai smesso.
See also:  Cosa Vuol Dire Promulgazione Della Legge?

A 57 anni si troveranno con i 41 anni e 10 mesi di contributi necessari per l’accesso. UNA MISURA PER LE LAVORATRICI INVALIDE Una misura che permette alle donne invalide di lasciare il lavoro a 57 anni è la pensione di vecchiaia anticipata. È necessario lavorare nel settore privato e aver versato almeno 20 anni di contributi.

  • Proprio come per la pensione di vecchiaia ordinaria.
  • Ma serve anche avere invalidità almeno all’80%.
  • Per le donne sono richiesti almeno 56 anni di età.
  • E allora perché il pensionamento è a 57 anni? La misura prevede una finestra di attesa di 12 mesi per la decorrenza della pensione e di fatto il primo pagamento si riceve solo a 57 anni.

PENSIONE ANTICIPATA DONNE A 57 ANNI, QUANDO È POSSIBILE PER LE LAVORATRICI Le donne possono pensionarsi a 57 anni anche se sono disoccupate e hanno una pensione complementare. Utilizzando la RITA, infatti, si può anticipare fino a 10 anni rispetto alla pensione di vecchiaia, che è riconosciuta a 67 anni.

aver compiuto i 57 anni; essere disoccupata da almeno 24 mesi; aver versato almeno 20 anni di contributi; aver versato almeno 5 anni di contributi nel fondo pensione integrativo.

: QUANDO È POSSIBILE PER LE LAVORATRICI ANDARE IN PENSIONE CON ANTICIPO A 57 ANNI.

Chi può andare in pensione a 55 anni?

Requisiti per andare in pensione a 55 anni – Per andare in pensione a 55 anni ci sono diversi modi e si variano in base alla professione, al periodo contributivo e allo stato di salute del contribuente. In ognuno di questi casi serve che vengano rispettati dei requisiti imprescindibili.

Chi ha svolto lavori usuranti o notturni Gli invalidi dal 74% I caregiver che stanno assistendo da almeno sei mesi coniugi o famigliari fino al secondo grado portatori di handicap grave

Cosa dice la legge 41?

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali,

Quanto si percepisce con la pensione anticipata?

Dettaglio Prestazione: Pensione anticipata La pensione anticipata è il trattamento di pensione che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.

La pensione anticipata è in vigore dal 1° gennaio 2012 (articolo 24, commi 10 e 11, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n.214) e ha sostituito la precedente che è rimasta accessibile per coloro che hanno maturato i relativi requisiti entro il 31 dicembre 2011, ovvero, per i destinatari delle cd.

norme di salvaguardia. La pensione anticipata è prevista per gli iscritti :

  • all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che include il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
  • alla Gestione Separata INPS;
  • alle forme sostitutive dell’AGO, come ad esempio il Fondo Volo (per i dipendenti da aziende di navigazione aerea) e la Gestione sport e spettacolo (per i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti);
  • alle forme esclusive dell’AGO, come ad esempio le Gestioni dei dipendenti pubblici (dipendenti dello Stato, degli enti locali, del settore sanità, ufficiali giudiziari e gli insegnanti d’asilo dipendenti dei comuni, delle scuole elementari parificate ).

Coloro che hanno maturato il requisito contributivo dal 30 gennaio 2019 in poi (ossia dalla data di entrata in vigore del decreto-legge 28 gennaio 2019, n.4) conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi tre mesi dalla maturazione del predetto requisito, cosiddetta ” finestra “, secondo le disposizioni vigenti nella gestione a carico della quale è liquidata la pensione.

  • La “finestra” non trova applicazione per coloro che hanno maturato il requisito contributivo entro il 31 dicembre 2018,
  • I lavoratori dipendenti privati o autonomi percepiscono il trattamento pensionistico dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, mentre i lavoratori dipendenti pubblici iscritti alle Gestioni esclusive dell’AGO dal giorno successivo alla cessazione dal servizio.
  • In caso di cumulo dei periodi assicurativi, ai sensi della legge 228/2012, il trattamento pensionistico decorre dal primo giorno del mese successivo all’apertura della relativa “finestra”.
  • Il personale del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM) consegue il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico rispettivamente dal 1° settembre e dal 1° novembre dell’anno di maturazione del prescritto requisito,

Possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini, In base alle norme vigenti, tale requisito (in vigore dal 1° gennaio 2016) è previsto fino al 31 dicembre 2026, Per la valutazione della contribuzione versata occorre tenere presente che:

  • per il raggiungimento del predetto requisito contributivo è utile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata;
  • per i lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione prima del 1° gennaio 1996, alcune gestioni a carico delle quali è liquidato il trattamento pensionistico prevedono che, del predetto requisito contributivo (42 anni e 10 o 41 anni e 10 mesi), almeno 35 anni di contribuzione siano al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti;
  • per i lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996, ossia coloro che possono accedere al trattamento pensionistico con il sistema di calcolo contributivo, non è valutabile la contribuzione derivante dalla prosecuzione volontaria, mentre quella accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del diciottesimo anno di età è moltiplicata per 1,5.

I soli lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996, inoltre, possono chiedere la pensione anticipata al compimento del requisito anagrafico di 64 anni di età, da adeguare a decorrere dal 2023 agli incrementi della speranza (il requisito dei 63 anni, infatti, è stato innalzato dal 1° gennaio 2013 per effetto degli intervenuti adeguamenti alla speranza di vita), a condizione che risultino soddisfatti i seguenti ulteriori requisiti:

  • almeno 20 anni di contribuzione effettiva (con esclusione, pertanto, della contribuzione figurativa );
  • ammontare della prima rata di pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato). Per il 2021 l’importo è di 1.288,78 euro (460,28 x 2,8).
  1. Per questa tipologia di pensione non si applica, in materia di decorrenza, la cosiddetta ” finestra “, ossia il differimento del pagamento della pensione trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
  2. Per conseguire la pensione anticipata è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente,
  3. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratore autonomo.

Per chi ha iniziato a contribuire dal 1.1 1996 la pensione di vecchiaia si può ottenere?

Pensione con 15 anni di contributi per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996: l’opzione Dini – Anche quest’anno vale quanto previsto dall’ opzione contributiva descritta dalla Legge Dini, ( Art.1, c.12, 23 e 40 lett. c), L.335/1995 ), ossia che per i lavoratori che ” al 31 dicembre 1995 possono far valere un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni (basta anche un solo contributo versato) possono optare per la liquidazione del trattamento pensionistico esclusivamente con le regole del sistema contributivo pari o superiore a 15 anni di cui almeno 5 nel sistema medesimo “.

Chi ha iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996 e può vantare almeno cinque anni di contributi dopo questa data, può quindi andare in pensione con 15 anni di contributi al compimento dei 67 anni. Si tratta però di un’opzione meno conveniente rispetto a quella offerta dalla Legge Amato: l’Opzione Dini bisogna accettare un ricalcolo contributivo della pensione, con tutte le conseguenze negative del caso, mentre ciò non è richiesto per chi usufruisce della deroga Amato.

Fonte: https://www.money.it/pensione-iniziato-lavorare-1995-15-anni-contributi Pagina 1 di 1 1 : PENSIONE: CHI HA INIZIATO A LAVORARE NEL 1995 (O PRIMA) CI VA CON 15 ANNI DI CONTRIBUTI

Quanto valgono i contributi prima dei 18 anni?

IN PENSIONE A 67 CON 18 ANNI DI CONTRIBUTI PER I NATI NEL 1955 E 1956 Andare in pensione senza completare i 20 anni di contribuzione minima richiesta è senza dubbio una cosa complicata anche per chi ha raggiunto i 20 anni di contributi. Infatti per chi non ha raggiunto il minimo contributivo la pensione rischia di slittare a 71 anni in determinati casi.

  • O in alternativa, questi soggetti corrono il concreto rischio di non andare proprio in pensione, lasciando silente (non utilizzata e quindi perduta) la contribuzione versata.
  • Una soluzione alternativa ai 20 anni di contributi però esiste.
  • Ma riguarda alcune particolari situazioni dove si può raggiungere una pensione facendo diventare come fossero 20 anni, 18 o 19 anni di versamenti.
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Naturalmente per il diritto alla pensione, perché se il lavoratore ha versato 18 anni di contributi la pensione verrà calcolata proprio sui 18 anni e non sui 20. LA PENSIONE CONTRIBUTIVA OFFRE UN VANTAGGIO CHE POCHI CONOSCONO Esistono dei periodi di lavoro o di assenza dal lavoro che possono valere di più per quanto concerne il diritto alla pensione.

Per esempio, l’entrata in vigore ad agosto del 1995, prevede la maggiorazione contributiva per il lavoro precoce. Nulla a che vedere con i precoci della Quota 41, perché per questa misura previdenziale il precoce è chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età e per uscire dal lavoro deve avere un anno di versamenti prima del compimento di quella età.

Per quanto riguarda ciò che prevede l’articolo prima citato, che riguarda “i principi generali, il sistema di calcolo dei, i requisiti di accesso e il regime dei cumuli”, il precoce è chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età. Per chi ha una carriera iniziata prima della maggiore età, ogni periodo di versamento fino al raggiungimento dei 18 anni vale 1,5 volte.

  • IN PENSIONE A 67 CON 18 ANNI DI CONTRIBUTI PER I NATI NEL 1955 E 1956 Chi è nato nel 1955 e quindi compie 67 anni nel 2022 se ha lavorato a partire dai 16 anni può andare in pensione a 67 con 18 anni di contributi.
  • Ripetiamo, la pensione è calcolata come importo su 18 anni di versamenti.
  • I 20 anni di contribuzione minima saranno completati dalla maggiorazione contributiva dei due anni di lavoro prima dei 18 anni di età.

Questo però vale solo per le pensioni contributive e cioè per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1996. Quindi la possibilità è solo teorica dal momento che un lavoratore nato nel 1955 non può avere contributi prima della maggiore età. In particolare se ha iniziato a lavorare solo a partire dai 41 anni di età per rispettare il vincolo del sistema contributivo.

  • Lo stesso vale per chi è nato nel 1956 e punta a questa soluzione “atipica” per il 2023.
  • LA MAGGIORAZIONE PER I FIGLI In pensione a 67 con 18 anni di contributi per i nati nel 1955 ed anche 1956.
  • Sempre per chi ha il primo contributo versato dopo il 1995, in questo caso le donne, c’è la maggiorazione di 4 mesi.

Questo per ogni figlio avuto fino a massimo un anno di abbuono. In questo caso, una donna che ha avuto 3 figli, che ha iniziato a lavorare dopo i 41 anni di età se nata nel 1955, può pensionarsi nel 2022 con 19 anni di contributi versati godendo di un vantaggio di 12 mesi di contributi (4 mesi per figlio).

Come funziona quota 41 precoci?

Dettaglio Prestazione: Pensione per i lavoratori precoci È una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci ), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione,

stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n.604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi; invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile; assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n.104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti; hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n.67 (attività usurante di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo); sono ricompresi tra le categorie di lavoratori dipendenti di seguito elencate e hanno svolto l’attività lavorativa cd. gravosa per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa:

operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza; insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido; facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati; personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti; operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca; pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative; lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011; marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Il requisito contributivo di 41 anni può essere perfezionato, su domanda dell’interessato, anche cumulando i periodi assicurativi ai sensi della legge 24 dicembre 2012, n.228. Per accedere al beneficio della riduzione del requisito contributivo per lavoratori precoci è necessario presentare una domanda di riconoscimento del beneficio entro il 1° marzo di ciascun anno e solo in caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, presentare la domanda di pensione anticipata.

Quando ci sarà quota 41?

Il sottosegretario leghista al Lavoro: a gennaio non si tornerà pienamente alla legge Fornero. Avremo una Quota 41 con 61 o 62 anni per il solo 2023, come misura ponte verso la riforma organica che faremo il prossimo anno. Spenderemo meno di 1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori.

  • Ai primi di dicembre si conoscerà la ricetta del Governo Meloni sulle pensioni.
  • E’ quanto ha fatto intendere ieri il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, in una intervista al quotidiano de «La Repubblica» anticipando che dal 2023 non si tornerà pienamente alla Legge Fornero con l’obiettivo di anticipare 50.000 uscite dal lavoro.

«Avremo una Quota 41 con 61 o 62 anni per il solo 2023, come misura ponte verso la riforma organica che faremo il prossimo anno. Spenderemo meno di 1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori. Pensavamo anche a un bonus per chi resta a lavorare, ma la prudenza di bilancio ci induce a rinunciare», ha detto Durigon, aggiungendo che, anche con Quota 102 del governo Draghi, è stato così: una misura ponte pensata per 16 mila persone e scelta dalla metà.

Chi ha iniziato a lavorare a 18 anni quando va in pensione?

Cosa prevede il sistema previdenziale – L’ordinamento previdenziale consente la pensione anticipata, eredità della pensione di anzianità cancellata dalla legge Fornero, quando gli anni di contribuzione sono considerevoli. In questi casi, l’età anagrafica viene leggermente ridotta rispetto a quanto previsto per la pensione di vecchiaia.

  • Dal 2012, in base al decreto legge 201/2011, nel triennio 2016-2018 sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne per la pensione anticipata, innalzando l’asticella di quasi 3 anni in più rispetto ai vecchi requisiti.
  • Così, un lavoratore che ha iniziato a lavorare a 18 anni, con la vecchia normativa, avrebbe potuto ritirarsi dal lavoro all’età di 58 anni (18 + 40 = 58) mentre oggi deve aspettare i 60 anni e 10 mesi se uomo, i 59 anni e 10 mesi se donna.

Requisiti che sono destinati ad aumentare, visto che, come è noto, l’età pensionabile è agganciata alla speranza di vita. Nel 2019-2020, così, serviranno 43 anni e 3 mesi per gli uomini, 42 e 3 mesi per le donne. E guardando ancora oltre, nel 2050 serviranno 46 anni e 3 mesi per i lavoratori, 45 e 3 per le lavoratrici.

Chi può andare in pensione a 55 anni?

Requisiti per andare in pensione a 55 anni – Per andare in pensione a 55 anni ci sono diversi modi e si variano in base alla professione, al periodo contributivo e allo stato di salute del contribuente. In ognuno di questi casi serve che vengano rispettati dei requisiti imprescindibili.

Chi ha svolto lavori usuranti o notturni Gli invalidi dal 74% I caregiver che stanno assistendo da almeno sei mesi coniugi o famigliari fino al secondo grado portatori di handicap grave