Istituto Statale Comprensivo

Suggerimenti | Consigli | Recensioni

Norma E Legge Sono La Stessa Cosa?

Norma E Legge Sono La Stessa Cosa
Mentre la legge è un atto, la norma è la conseguenza di questo. La legge è una delle fonti del diritto, la norma è diritto. La norma è un comando che si ricava dall’interpretazione delle fonti del diritto. Le norme sono solitamente desumibili da una formulazione linguistica scritta (costituzione, legge, regolamento)

Che cos’è una norma di legge?

La norma è una regola di condotta, stabilita d’autorità o convenuta di comune accordo e di origine consuetudinaria, che ha per fine di guidare il comportamento dei singoli o della collettività, di regolare un ‘attività pratica, o di indicare i procedimenti da seguire in casi determinati.

Quanti tipi di norme ci sono?

Norme sociali e norme giuridiche: spiegazionec Qual è la differenza fra norme sociali e norme giuridiche? — Fonte: getty-images

Tra norme sociali e norme giuridiche esistono alcune differenze. Le norme sociali si dividono in Norme morali, Norme religiose, Norme di buona educazione. Le norme giuridiche invece si dividono in Costituzione, Leggi, Decreti, Regolamenti, Usi e consuetudini. Mentre le prime non sono obbligatorie, e quindi in caso di mancato rispetto non si applicano sanzioni, le seconde sono obbligatorie, e in caso di inosservanza prevedono una sanzione di tipo civile, penale, amministrativo e disciplinare.

Quali sono le caratteristiche di una norma?

Le caratteristiche della norma giuridica – Le norme giuridiche stabiliscono dunque degli imperativi, positivi o negativi, che l’intera comunità è tenuta ad osservare e la cui omissione si configura come infrazione. Per essere definite tali, devono presentare delle caratteristiche distintive:

la generalità. Una norma giuridica non si rivolge al singolo ma è diretta alla collettività, ovvero a tutti coloro che si trovano nella situazione disciplinata. L’astrattezza. La norma fa riferimento ad una situazione astratta, senza scendere mai nel concreto. Bilateralità. Se da un lato può stabilire un diritto, dall’altro la norme può imporre un dovere in contrapposizione; Relatività. La norma giuridica può essere diversa non solo da Stato a Stato, ma anche nel corso del tempo all’interno di uno stesso Paese. Non è uguale a sé stessa ma risponde alle trasformazioni della società.

Invece, con riferimento al loro contenuto, le norme possono essere permissive, quando concedono agli individui determinati diritti, proibitive quando contengono un divieto e precettive, quando impongono determinati comportamenti. Queste possono poi essere classificate a loro volta come derogabili e inderogabili.

detentive, quando privano una persona della libertà personale, avviando un processo di recupero e reinserimento nella società, come avviene per il carcere; pecuniarie, se prevedono il pagamento di una somma di denaro, come le multe o le ammende, e dunque hanno anche uno scopo preventivo come deterrente per i comportamenti illegali; restrittive, quando limitano le libertà personali dell’individuo, è il caso ad esempio il ritiro della patente.

Quando nasce una norma?

1. Evoluzione del pensiero politico fino allo Stato di Diritto INDICE DEI CAPITOLI 1.1. forme di stato e forme di governo 1.2. evoluzione del pensiero politico 1.3. nascita dello stato di diritto 1.4. nascita della norma giuridica 1.5. forme dello stato di diritto 1.4.

NASCITA DELLA NORMA GIURIDICA La norma giuridica nasce nel momento in cui l’uomo affida la tutela di una parte dei suoi diritti naturali allo stato attraverso il contratto sociale. I tre rappresentanti pi importanti del giusnaturalismo sono: – Hobby: condizioni di vita barbarica e irrazionale. Non tratta il problema della propriet privata.

– Rousseau: l’uomo ha una condizione di vita felice che perde con l’entrata in societ. Parla della natura contrattualistica dello Stato. L’oggetto di quello che egli chiama il “contratto sociale” il trasferimento di tutti o di alcuni diritti, che l’uomo ha nello stato di natura, nello Stato: questo lo porta a trasformarsi da uomo naturale in cittadino.

  • Rousseau, fra i contrattualisti, colui che ha concepito l’alienazione dei diritti di cui sopra nel modo pi totalizzante.
  • L’uomo libero solo quando ubbidisce alla legge che egli stesso si dato: nello stato di natura l’uomo non libero, anche se felice, perch ubbidisce non alla legge, ma ai propri istinti; nella societ civile, fondata sulla disuguaglianza tra oppressori ed oppressi, l’uomo non libero perch ubbidisce a leggi che non sono state poste da lui; l’unico modo perch l’uomo sia libero che egli agisca secondo leggi che egli stesso ha posto.

Il trasferimento totale dei diritti naturali al corpo politico costituito dalla totalit dei contraenti serve a dare leggi in cui l’uomo naturale diventa cittadino riconoscendo nella legge quella stessa legge che egli si sarebbe dato nel suo stato di natura.

Egli condanna la concentrazione di ricchezza per cui la propriet privata un bene per lo Stato (perch deriva dal lavoro) per bisogna evitare la concentrazione della stessa per evitare le disparit sociali. -Locke: vita incerta e precaria: l’uomo ha bisogno della norma giuridica per evitare la precariet.

La norma giuridica serve a difendere la propriet privata che viene considerata un diritto naturale in quanto deriva dal lavoro. Egli elabora una teoria per spiegare la necessit del consenso come legittimazione del potere. A questo proposito Locke distingue 3 tipi di fondamento degli obblighi: ex generatione, ex delicto, ex contractu.

  1. L’obbligo del figlio di ubbidire al padre nasce dal fatto che ne stato generato, l’obbligo dello schiavo di ubbidire al padrone dipende da un delitto commesso ovvero il castigo per una colpa grave, l’obbligo del suddito di ubbidire al sovrano nasce dal contratto.
  2. Quindi il governante ha bisogno che la propria autorit sia acconsentita perch venga considerata legittima.

Mentre il cittadino di Rousseau un altro uomo (rispetto alla condizione di uomo naturale), il cittadino di Locke semplicemente l’uomo naturale protetto. Successivamente nasce il concetto di rappresentanza politica che prevale su quello quello democratico e che confrontiamo con quello di rappresentanza giuridica per valutare meglio gli effetti prodotti: Rappresentanza giuridica: – gli effetti dell’agire del rappresentante ricadono sul rappresentato – la rappresentanza viene conferita con un atto che si chiama procura e che deve avere la stessa forma richiesta per l’atto da concludere – la rappresentanza si basa su un rapporto fiduciario – il rappresentante vincolato dalla procura (rappresentanza diretta).

Rappresentanza politica: – la capacit di rappresentare gli interessi di una collettivit – c’ una certa distanza fra il rappresentante ed il rappresentato – divieto del mandato imperativo – fa nascere una responsabilit fra rappresentante e rappresentato senza per nessuna sanzione tranne quella di non essere rieletto La Rappresentanza politica prevale sulla democrazia perch, a causa delle differenze sociali, il popolo non in grado di valutare le scelte politiche.

Gli interessi politici vanno rappresentati solo da chi in grado di farlo, ed il popolo non pu farlo perch non ha gli strumenti per compiere tali scelte. Solo nel 1948 si ha la rappresentanza democratica artt.1 e 2 Cost. Repubbl. La prima espressione del concetto di nazione nasce con la Sovranit nazionale: la Nazione agisce per mezzo di rappresentanti che formano l’assemblea legislativa, che elabora la volont generale, che diventa legge, che si rivolge a tutti.

Chi emette la legge?

Glossario – Atto con valore di legge adottato dal Governo in attuazione di una legge delega del Parlamento che ne stabilisce materia, limiti, principi e termini. Il decreto legislativo, dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, viene emanato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

  1. Entra in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione.
  2. Atto con valore di legge adottato dal Governo nei casi straordinari di necessità e urgenza, che viene emanato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
  3. Entra in vigore il giorno stesso o il giorno successivo alla pubblicazione.

Il decreto legge deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, altrimenti perde efficacia sin dall’inizio. Le Camere, tuttavia, possono regolare con una legge i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto legge. Atti normativi di rango immediatamente inferiore alla legge, che sono emanati con decreto del Presidente della Repubblica, adottati previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale.

Quando la norma è valida?

Validità – Validità In teoria generale del diritto è l’appartenenza di una norma ad un sistema di norme (o ordinamento). Una norma giuridica è valida se è conforme ai criteri (relativi al contenuto o alle modalità di produzione o ad entrambi) che il singono ordinamento stabilisce per l’appartenenza ad esso.

Il concetto di (—) è dunque un concetto sostanzialmente internormativo: la (—) di una norma dipende infatti dai suoi rapporti con altre norme (cd. metanorme ) e, in ultima analisi, con la norma fondamentale, Il maggior teorico della validità in senso internormativo è H. Kelsen, Egli, tuttavia, conferendo all’ordinamento giuridico una struttura a gradi, lega indissolubilmente il concetto di (—) in senso internormativo con quello di esistenza specifica di una norma.

Infatti, per Kelsen una norma giuridica esiste solo se è stata prodotta in conformità ad una norma di grado superiore. Solo la norma fondamentale (posta al vertice della piramide normativa) esiste ed è valida, sebbene non sia stata prodotta da nessuno.

  • La confusione attuata da Kelsen tra la questione dell’ appartenenza di una norma ad un sistema di altre norme e la questione dell’ esistenza di un ordinamento giuridico fu invece evitata dal filosofo del diritto britannico Hart,
  • Egli definì la (—) come mera appartenenza di una norma ad un ordinamento e trasformò la kelseniana norma fondamentale in norma di riconoscimento, ossia una norma di diritto positivo che stabilisce i criteri di (—) in un sistela normativo e relativamente alla quale è inutile chiedersi se sia valida o meno.

Il filosofo danese A. Ross, esponente del realismo giuridico attribuì a Kelsen l’uso del concetto di (—) anche in un terzo significato, ossia come sinonimo di forza obbligante, Secondo Ross, invece, la forza obbligante non è una qualità intrinseca di tutte le norme, ma solo di quelle effettivamente operanti in una realtà sociale.

Prescindere dalla effettività della norma e considerare obbligatorie tutte le norme significa, per Ross, accettare l’ideologia del giuspositivismo estremo, che qualifica di per sé giusto ogni diritto positivo. Intorno al concetto di (—) si scontrano i principali orientamenti teorico-giuridici contemporanei.

Il giusnaturalismo, considerando valide le norme conformi al diritto naturale, riduce la (—) alla giustizia e presenta il giudizio di validità come un giudizio di valore. Nel giuspositivismo la (—) prescinde dalla giustizia ed è attribuita esclusivamente alle norme prodotte dai soggetti investiti di autorità dalla norma fondamentale.

Il realismo giuridico, infine, prescinde dalla dimensione normativa interna del diritto (ossia dalla validità formale effettive e dalla giustizia) e considera valide solo le norme effettive, ossia effettivamente applicate dai giudici nei tribunali. I giuristi usano il concetto di (—) anche in riferimento agli atti giuridici, talvolta utilizzando come sinonimi i concetti di efficacia, perfezione, esistenza, giuridicità.

Tuttavia, la definizione di (—) come appartenenza ad un ordinamento, elaborata dalla teoria generale, non appare agevolmente utilizzabile in riferimento anche agli atti giuridici. Una soluzione potrebbe essere offerta dalla introduzione di ulteriori concetti di (—): oltre alla (—) come appartenenza all’ordinamento, si potrebbe configurare ad esempio una (—) come efficacia nell’ordinamento.

See also:  Che Cosa Si Intende Con L’Espressione “Legge Costituzionale”?

Quali sono le norme più importanti?

Fonti del diritto Da dove provengono le norme giuridiche? Le norme provengono delle cosiddette fonti di produzione = sono comportamenti o attività che creano le norme. Come fanno i cittadini a venire a conoscenza delle norme? Vengono a conoscenza tramite le fonti di cognizione = documenti che ci permettono di conoscere le norme perché le contengono.

  • Gerarchia delle fonti Nel nostro Stato ci sono norme più importanti di altre.
  • L’importanza dipende da quale organo crea la norma.
  • Questa scala che c’è d’importanza che c’è tra le norme viene chiamata scala gerarchica = le norme più importanti prevalgono su quelle meno importanti.
  • Al primo posto troviamo la Costituzione e le leggi costituzionali.

Al di sotto ci sono i regolamenti dell’Unione Europea. Sotto ancora ci sono le leggi dello Stato e le leggi regionali. In uno scalino inferiore troviamo i regolamenti e all’ultimo posto gli usi o detti anche consuetudini. Le fonti più importanti prevalgono su quelle meno importanti.

Una norma creata da una fonte di grado superiore non può essere modificata da una fonte inferiore mentre una norma di grado inferiore può essere modificata da una fonte superiore. Questo principio viene detto principio gerarchico, Fra norme create da fonti di pari grado possono sorgere dei contrasti.

Per risolvere questi contrasti si utilizza il criterio temporale : la norma successiva nel tempo può modificare o eliminare la norma anteriore cioè precedente ci pari grado. Principali fonti del diritto 1. Costituzione = legge fondamentale dello Stato.

Contiene i principi sui quali si regge il nostro Stato. Nessuna legge ne del parlamento ne del governo ne della regione può essere in contrasto con la Costituzione.2. Leggi costituzionali = sono sullo stesso piano della Costituzione e quindi hanno la stessa importanza. Servono a integrare o modificare la Costituzione.

Vengono create dal parlamento con una procedura speciale.3. Regolamenti e direttive UE = si trovano subito sotto alla Costituzione e le leggi costituzionali. I regolamenti sono norme immediatamente obbligatorie per tutti gli stati dell’Unione Europea. Le direttive non sono immediatamente obbligatorie per gli stati dell’Unione Europea, ma sono gli stati a dover attuare la direttiva con una propria legge che dice di volerla accettare.4.

Leggi ordinarie ed atti aventi forza di legge = si trovano al di sotto dei regolamenti e delle direttive dell’Unione europea. Le leggi ordinarie sono quelle emanate dal parlamento. Le leggi sostanziali sono invece emanate dal governo e si dividono in: decreti legge e decreti legislativi. I decreti legge vengono emanati in caso di necessità e urgenza (ad esempio, in caso di terremoti, guerre).

Dopo che il governo ha emanato il decreto legge, il parlamento entro 60 giorni, deve convertirlo in legge. Il decreto legislativo è invece emanato del governo su incarico del parlamento, per regolare materie tecniche o complesse.5. Leggi regionali = si trovano sullo stesso piano delle leggi ordinarie e delle leggi sostanziali.

Vengono create dalle Ragione e valgono solo nel suo territorio,6. Codici = leggi che regolano in maniera completa una determinata materia. L’emanazione del codice spetta al governo su incarico del Parlamento. I codici che noi abbiamo sono: codice civile (regola materie come la famiglia e la proprietà); codice di procedura civile (regola il processo civile che riguarda le materie del codice civile); codice penale (indica quali sono i reati e le pene); codice di procedura penale (regola il processo penale); codice della navigazione (regola la navigazione via mare e aerea); codice della strada ( regola la circolazione stradale); 7.

Regolamento = si trova sotto le leggi dello stato. Può essere STATALE o LOCALE. I regolamenti statali sono emanati dal governo e hanno lo scopo di chiarire i criteri di applicazione delle leggi. Ad esempio il codice stradale regola la circolazione stradale indicando quali sono le funzioni dei vari segnali stradali.

Vi è poi il regolamento esecutivo che ha il compito di descrivere le forme e i colori dei segnali stradali. I regolamenti locali invece si chiamano così perché vengono creati dagli enti pubblici, territoriali come il comune e la provincia.8. All’ultimo posto della scala gerarchica ci sono le consuetudini (o usi).

Si tratta di comportamenti ripetuti nel tempo con la convinzione che ci sia una norma che li imponga. In realtà non esiste nessuna norma.

Come vengono emanate le norme?

Nascita e morte delle norme giuridiche L’entrata in vigore delle norme giuridiche corrisponde alla loro “nascita”. Le norme vengono emanate dal Parlamento (o legislatore). In seguito, se sono approvate, vengono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale (mezzo di pubblicità legale).

Dalla data di pubblicazione alla data di entrata in vigore intercorrono 15 giorni durante i quali la legge esiste ma i cittadini non sono obbligati a rispettarla. La “morte” di una legge può avvenire in due modi: per abrogazione o per annullamento. L’abrogazione è l’eliminazione di una legge dall’ordinamento giuridico e può avvenire in tre modi: – abrogazione espressa : quando si scrive espressamente che una legge più vecchia è stata abrogata; – abrogazione tacita : quando il Parlamento fa una legge ma non prevede espressamente l’abrogazione di una legge vecchia e le due leggi sono in contrasto; – referendum abrogativo : quando si chiede ai cittadini di decidere se abrogare una legge o no.

L’annullamento è l’eliminazione da parte della corte costituzionale di una legge, poiché tale legge è in contrasto con la Costituzione (legge più importante del nostro ordinamento giuridico).

Qual è la norma più importante?

Che cosa è la gerarchia delle norme – Nel nostro ordinamento vige il Principio della Gerarchia delle Fonti, che può essere rappresentato con una piramide al cui vertice è posta la costituzione, più in basso vi sono le leggi ordinarie ed ancora sotto vi sono posti i regolamenti e gli usi.

Come si distinguono le norme?

Classificazione – Secondo il contenuto una norma si può distinguere tra norme precettive, proibitive e permissive. Le prime impongono un comportamento, le seconde proibiscono un comportamento mentre le terze lo permettono. Altra distinzione è in base alla loro derogabilità (Norme Relative che a loro volta sono divise da parte della dottrina in Norme Dispositive che regolano un rapporto ma che la volontà delle parti può derogare e Norme Suppletive che trovano applicazione solo quando i soggetti privati non abbiano provveduto a normare un particolare aspetto contrattuale, in relazione al quale la legge sopperisce disciplinando ciò che i privati hanno lasciato privo di regolamentazione) o inderogabilità (Norme Cogenti o Norme Imperative, o Norme Assolute, o Norme di Ordine Pubblico).

Il diritto pubblico è sempre inderogabile nel senso che è del tutto irrilevante la volontà del destinatario del comando. Nell’ambito del diritto privato invece esistono oltre alle norme inderogabili anche norme derogabili ovvero norme la cui applicazione può essere evitata mediante un accordo tra le parti interessate.

Si può, inoltre, distinguere tra Diritto Generale e Diritto Locale. Solitamente le norme giuridiche appartengono al primo tipo poiché trovano uguale applicazione in tutto il territorio Statale. La Costituzione però attribuisce alle Regioni una autonomia legislativa in deterimanate materie potendo quindi creare norme valide solo in territorio locale e pertanto rientrano nel Diritto Locale.

Inoltre per speciali esigenze o circostanza o come residuo di norme passate esistono delle norme che valgono solo per parti del territorio dello Stato. Anche gli usi si distinguono in generali e in locali e prevalgono i secondi sui primi. Altra distinzione è quella tra Diritto Comune e Diritto Speciale.

Il primo contiene norme dettate in generale per tutti i rapporti di un determinato tipo mentre il secondo forma un insieme proprio e caratteristico il quale sodisfa particolari esigenze della vita e si riferisce a materie, a circostanza ben determinate, o a persone che esercitano tipiche funzioni o attività.

  • Il Diritto Speciale non è in antitesi con il Diritto Generale infatti anch’esso ammette un’applicazione analogica nel suo ambito.
  • Se c’è un Diritto Speciale le sue norme prevalgono su quelle di Diritto Generale secondo una regola che è valida per tutto il diritto: in toto iure generi per speciem derogatur.

Altra distinzione è tra Diritto Normale e Diritto Eccezionale (anticamente: ius singulare). Il secondo è quello che devía, a causa di esigenze particolari che esso deve sodisfare, dai princípi che reggono tutto un ramo del diritto o un istituto giuridico.

Esso non si può estendere per analogia e si carattereizz aper la sua contraddizione al sistema delle altre norme. Il Diritto Speciale, invece, è applicazione del sistema, con adattamenti a un ramo che ha speciali esigenze. Esso ha sempre carattere generale e astratto riguardando a tutte le persone e a tutti i rapporti di quella categoria che viene regolata.

Diverso è il concetto di Privilegio (Diritto Singolare in senso moderno) che è una norma speciale emanata per singoli individui (Lex in Privos Lata) in favore se prevede speciali benevolenze oppure in disfavore (privilegi odiosi) come quando si toglie a qualcuno l’una o l’altra esplicazione del Diritto di Libertà, di Residenza, di Commercio, ecc.

Il privilegio, con il suo riferimento a un caso particolare, si distingue dalla norma eccezionale che contiene sempre un comando astratto per una categoria di persone o per una situazione giuridica, ed è in più forte contrasto con il principio della generalità e uguaglianza delle norme (privilegia ne inroganto – frammento dalle “leggi delle dodici tavole”, 451-450 a.C.).

: Le Norme Giuridiche e la loro Classificazione

Quando una norma è positiva?

la Norma giuridica è una prescrizione generale ed astratta che identifica ed enuncia gli interessi presenti in un gruppo sociale o determina le procedure per la loro tutela e la loro realizzazione. Tale elemento giuridico viene prodotto per mezzo delle fonti del diritto e ha l’obiettivo di garantire la stabilità del gruppo sociale e gli interessi collettivi.

A differnza delle norme sociale, le norme giuridiche presentano una sanzione che verrà applicata a tutti coloro che non seguono l’atto normativo stesso. La sanzione rappresenta quindi l’elemento che distingue la norma giuridica da quella sociale ed imprime maggior forza ed importanza alla prima. Vediamo di seguito quali sono i 5 caratteri della norma giuridica: Positività : la norma giuridica deve enunciare un interesse effettivamente vigente nel gruppo sociale oppure predisporre le procedure per il suo soddisfacimento.

Coattività : la norma giuridica è coattiva in quanto la sua inosservanza prevede una sanzione che verrà applicata ai soggetti non rispettosi. Esteriorità : la norma giuridica provviene da un’autorità esterna e non è autodefinita dai cittadini, Generalità : si riferisce a categorie di fatto o all’insieme di tutti i soggetti senza fare riferimento a singoli individui o determinate situazioni.

See also:  Cosa Dice La Legge Sulle Case Mobili?

Chi scrive le norme?

In Italia a fare le norme sono: circa 1.100 Organi Tecnici, tra commissioni, sottocommissioni e gruppi di lavoro, composti da oltre 6.000 esperti italiani in UNI e nel mondo, che rappresentano chi utilizzerà e beneficerà delle norme, dai produttori ai consumatori, dai commercianti alla Pubblica Amministrazione.

Qual è la durata di una norma?

Efficacia nel tempo : irretroattività – Una norma diventa obbligatoria dal momento in cui entra in vigore, vale a dire dopo che è trascorsa la VACATIO LEGIS ( periodo di tempo di solito di 15 giorni che va dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale all’entrata in vigore): da quel momento in poi è obbligatorio rispettarla.

  • Gli effetti della norma si produrranno da quel preciso momento in poi e non si applicano a fatti accaduti prima della sua entrata in vigore: è il principio di irretroattività.
  • La norma termina la sua efficacia quando si estingue.
  • Non c’è una durata predefinita, ma semplicemente una norma viene eliminata quando non serve più, quando viene sostituita da una migliore oppure quando contiene dei difetti.

Una norma si estingue per abrogazione o per annullamento. ABROGARE significa cancellare una norma da un preciso momento in poi, lasciando però inalterati gli effetti che essa ha prodotto fino a quel momento: ciò può avvenire in modo tacito ( sostituendo la norma con un’altra più recente) o in modo espresso ( approvandone una che afferma esplicitamente di abrogarne un’altra) Un cittadino è obbligato a rispettare una norma dal momento della sua entrata in vigore fino a quello della sua estinzione

Chi può abrogare le leggi?

La legge determina le modalità di attuazione del referendum. –

Il referendum abrogativo previsto dall’art.75 Cost. stabilisce che 500.000 cittadini o 5 Consigli regionali, possono proporre all’intero corpo elettorale ” l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”, Per legge si intende una legge in senso formale, cioè approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario; per “atto avente valore di legge” si intendono i decreti legge e i decreti legislativi (adottati dal Governo su legge delega del Parlamento).

La Corte Costituzionale si pronuncia sull’ammissibilità del referendum. Sono escluse dal referendum abrogativo le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Non è possibile abrogare disposizioni di rango costituzionale, gerarchicamente sovraordinate alla legge ordinaria.

La Corte costituzionale ha esplicitato ulteriori criteri di ammissibilità dei referendum con una copiosa giurisprudenza. Perché il referendum sia valido deve essere raggiunto il quorum di validità e cioè devono partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto.

  1. Perché la norma oggetto del referendum stesso sia abrogata deve essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
  2. Hanno diritto a partecipare al referendum tutti cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
  3. La legge 25 maggio 1970, n.352 “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo” dispone le modalità di attuazione della procedura referendaria.

Torna all’inizio del contenuto

Quali sono i due tipi di norme giuridiche?

Tipologie di norme giuridiche – Le norme giuridiche possono essere di diverso tipo: -Norme precetto: norme che servono per regolare un comportamento specifico. -Norme sanzione: o “norma perfetta” sono le norme che includono una sanzione per chi viola le norme.

-Norme sulla produzione: sono le norme che regolano il diritto. -Norme organizzative: sono le norme che regolano il funzionamento delle istituzioni. Le norme si possono dividere anche in base alla loro applicazione: -Derogabili: vengono applicate in base all’interesse dei singoli. -Suppletive: regolano un rapporto in mancanza della volontà delle parti.

-Inderogabili: la loro applicazione è obbligatoria. A cura di Luca, con revisione testuale di Giorgia. Leggi in diritto Efficacia delle leggi Leggi – Efficacia temporanea

Cosa significa applicare una norma?

Applicazione della Legge – Diritto Privato 2013 Applicazione, cioè tradurre una regola concreta riferita ad un singolo caso. Il compito istituzionale di applicare e far rispettare la legge è affidato alla Magistratura.

  • L’applicazione della legge è composta da due momenti:
  • – Individuazione
  • – Interpretazione
  • Precetto: Significato della norma giuridica, che si individua attraverso l’interpretazione.

Fattispecie: Ipotesi di fatto, che può essere astratta (descritta ipoteticamente) o concreta (fatti verificatesi). Può essere semplice (unico fatto) o complessa (pluralità di fatti), può essere a formazione progressiva (fatti che si succedono nel tempo).

  1. I soggetti che compiono l’interpretazione sono:
  2. – Interpretazione giurisprudenziale, data dal giudice, essa vincola le parti;
  3. – Interpretazione dottrinale, data dagli studenti del diritto;
  4. – Interpretazione autentica, data dal legislatore, essa agisce con effetto retroattivo, quindi le questioni non ancora passate in giudicato, verranno risolte con questa interpretazione.
  5. L’interpretazione della legge segue tre criteri:
  6. – Criterio letterale, cioè non si può attribuire altro senso se non quello fatto palese dalla parole;
  7. – Criterio teleologico, cioè bisogna individuare lo scopo che la disposizione persegue.
  8. Altri criteri usati:
  9. – Criterio logico, escludere le norme non comprese, si considerano quelle simili, si escludono le assurde;
  10. – Criterio storico, analisi delle motivazioni del perché l’istituto è stato introdotto nel passato;
  11. – Criterio sociologico, conoscere gli aspetti economico-sociali dei rapporti regolati;
  12. – Criterio equitativo, interpretazione volta ad evitare contrasti col senso di giustizia;
  13. – Criterio sistematico, cioè che nessuna norma vive sola ma vive in un sistema con il quale occorre coordinarla.
  14. L’interpretazione può essere:
  15. – Dichiarativa, quando si riconosce alla disposizione un significato corrispondente al suo tenore letterale.
  16. – Correttiva, si attribuisce alla disposizione un significato diverso da quello che appare, e può essere:
  17. – Evolutiva, le norme col passare del tempo e il cambiamento del loro contesto culturale ed economico possono modificarsi nel tempo attraverso delle disposizioni.
  18. – Restrittiva, quando si escludono ipotesi che dovrebbero rientrare nella previsione ma che in realtà esulano dall’intenzione della norma stessa.
  19. Analogia :
  20. Quando una legge manca nell’ordinamento il giudice ( Lacuna ) non può non decidere, perché vige il principio della completezza dell’ordinamento, devono perciò essere applicate norme che “regolano casi simili o materie analoghe”, esso è un procedimento delicato e non si può applicare in caso di norme penali o eccezionali. Esistono 2 tipi di Analogia:
  21. – Analogia Legis,si ha con l’applicazione di una legge simile;
  22. – Analogia Iuris, si guardano i principi dell’ordinamento giuridico (buona fede, diligenza).
  23. Retroattività :
  24. La legge non ha effetto retroattivo (in teoria, tranne che per le norme penali), leggi e regolamenti devono entrare in vigore a partire dal 15° giorno della loro pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, per consentire a tutti attraverso la vacanza della legge di conoscere la nuova norma.
  25. Le norme cessano attraverso:
  26. – Abrogazione, essa è disposta da una norma dello stesso grado o superiore;
  27. – Incostituzionalità ;
  28. – Referendum abrogativo ;
  29. – Scadenza del termine,
  30. L’abrogazione può essere:
  31. – Tacita, quando la vecchia norma va in contrasto con quella nuova e viene abrogata automaticamente;
  32. – Espressa, quando la nuova norma contiene la volontà espressa di abrogare la norma precedente.
  33. Disposizioni Transitorie : Regolano il passaggio che avviene tra la vecchia legge e la nuova legge, regolando così i casi pendenti tra una vecchia ed una nuova legge.
  34. Ultrattività : Stabilita dal legislatore, quando dice che i casi pendenti, tra vecchia e nuova legge, verranno giudicati con la vecchia legge.
  35. Desuetudine : Può abrogare un uso ma non una norma.

Applicazione della legge nello spazio: Le nostre leggi sono valide solo in Italia, se stranieri entrano in Italia devono sottostare al nostro ordinamento giuridico. I diritti della personalità sono in ogni qual modo tutelati. Le leggi straniere non sono applicabili se in contrasto con i principi fondamentali della convivenza sociale.

Quali sono le norme non giuridiche?

Spieghiamo le norme. Portare rispetto ai genitori, attraversare sulle strisce, non danneggiare gli oggetti degli altri. Dunque, le norme sono comportamenti che dobbiamo rispettare o evitare, ad esempio, per non essere sgridati dai nostri genitori, per non essere investiti sulla strada, per non dover pagare i guai causati alle cose altrui.

  1. Però non tutte le norme, hanno lo stesso valore.
  2. Quest’ultime fanno riferimento infatti a momenti differenti della vita, ai quali possiamo conferire superiore o inferiore valore: • Norme sociali, che sono degli atteggiamenti che concedono una vita in comune più civile e in pace.
  3. Ad esempio, concedere il posto a sedere al più anziano, dare un saluto alle persone che conosciamo oppure mangiare in modo decoroso.

Dunque, esse sono norme “di buona e bella educazione”. In Italia, queste regole sono lasciate in eredità anche nel Galateo. • Norme morali, suggerite dalla coscienza. Ad esempio, essere sinceri oppure non diffamare un compagno per le sue problematiche, anzi aiutarlo come meglio si crede.

  1. Norme religiose, decretate dalla religione in cui qualsiasi persona ne appartiene.
  2. Ad esempio, il precetto di consacrare gli avvenimenti per un cattolico o limitare i cibi durante il mese del ramadan per un musulmano.
  3. Ma spesso la differenza tra tali tipi di norme non è chiara e ben definita, infatti, alcuni comportamenti come portare rispetto ai nostri genitori, sono valutati un dovere sia dalla religione, dalla morale e dalla comunità in cui viviamo.

Le norme sociali, morali, religiose, ovvero quelle non giuridiche, hanno una caratteristica in comune, non sono obbligatorie. La loro rilevanza nella nostra vita dipende soltanto da noi, per cui siamo noi che decidiamo se rispettare tali regole. Esse possono essere trasgredite senza una punizione, oppure con una conseguenza molto ristretta.

  • Ad esempio, se trasgrediamo una norma sociale perché ci comportiamo in modo scorretto e maleducato, riceviamo semplicemente un rimprovero.
  • Sono molto differenti invece quelle regole chiamate norme giuridiche.
  • Esse sono le norme stabilite dallo Stato e tutti sono obbligati a rispettarle.
  • La loro trasgressione causa infatti conseguenze molto più serie rispetto alla trasgressione delle norme non giuridiche, difatti se non si rispetta una norma giuridica si affronterà una punizione chiamata sanzione.
See also:  Cosa Prevede La Legge Finanziaria 2019?

Ad esempio, Matteo guida di sera verso casa dopo aver bevuto con la sua comitiva di amici. La polizia lo ferma e il suo tasso alcolico risulta superiore a 1,5. La pena che dovrà affrontare Matteo comprende in una sanzione detentiva, cioè che Matteo può andare in carcere.

Cosa significa applicare una norma?

Applicazione della Legge – Diritto Privato 2013 Applicazione, cioè tradurre una regola concreta riferita ad un singolo caso. Il compito istituzionale di applicare e far rispettare la legge è affidato alla Magistratura.

  • L’applicazione della legge è composta da due momenti:
  • – Individuazione
  • – Interpretazione
  • Precetto: Significato della norma giuridica, che si individua attraverso l’interpretazione.

Fattispecie: Ipotesi di fatto, che può essere astratta (descritta ipoteticamente) o concreta (fatti verificatesi). Può essere semplice (unico fatto) o complessa (pluralità di fatti), può essere a formazione progressiva (fatti che si succedono nel tempo).

  1. I soggetti che compiono l’interpretazione sono:
  2. – Interpretazione giurisprudenziale, data dal giudice, essa vincola le parti;
  3. – Interpretazione dottrinale, data dagli studenti del diritto;
  4. – Interpretazione autentica, data dal legislatore, essa agisce con effetto retroattivo, quindi le questioni non ancora passate in giudicato, verranno risolte con questa interpretazione.
  5. L’interpretazione della legge segue tre criteri:
  6. – Criterio letterale, cioè non si può attribuire altro senso se non quello fatto palese dalla parole;
  7. – Criterio teleologico, cioè bisogna individuare lo scopo che la disposizione persegue.
  8. Altri criteri usati:
  9. – Criterio logico, escludere le norme non comprese, si considerano quelle simili, si escludono le assurde;
  10. – Criterio storico, analisi delle motivazioni del perché l’istituto è stato introdotto nel passato;
  11. – Criterio sociologico, conoscere gli aspetti economico-sociali dei rapporti regolati;
  12. – Criterio equitativo, interpretazione volta ad evitare contrasti col senso di giustizia;
  13. – Criterio sistematico, cioè che nessuna norma vive sola ma vive in un sistema con il quale occorre coordinarla.
  14. L’interpretazione può essere:
  15. – Dichiarativa, quando si riconosce alla disposizione un significato corrispondente al suo tenore letterale.
  16. – Correttiva, si attribuisce alla disposizione un significato diverso da quello che appare, e può essere:
  17. – Evolutiva, le norme col passare del tempo e il cambiamento del loro contesto culturale ed economico possono modificarsi nel tempo attraverso delle disposizioni.
  18. – Restrittiva, quando si escludono ipotesi che dovrebbero rientrare nella previsione ma che in realtà esulano dall’intenzione della norma stessa.
  19. Analogia :
  20. Quando una legge manca nell’ordinamento il giudice ( Lacuna ) non può non decidere, perché vige il principio della completezza dell’ordinamento, devono perciò essere applicate norme che “regolano casi simili o materie analoghe”, esso è un procedimento delicato e non si può applicare in caso di norme penali o eccezionali. Esistono 2 tipi di Analogia:
  21. – Analogia Legis,si ha con l’applicazione di una legge simile;
  22. – Analogia Iuris, si guardano i principi dell’ordinamento giuridico (buona fede, diligenza).
  23. Retroattività :
  24. La legge non ha effetto retroattivo (in teoria, tranne che per le norme penali), leggi e regolamenti devono entrare in vigore a partire dal 15° giorno della loro pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, per consentire a tutti attraverso la vacanza della legge di conoscere la nuova norma.
  25. Le norme cessano attraverso:
  26. – Abrogazione, essa è disposta da una norma dello stesso grado o superiore;
  27. – Incostituzionalità ;
  28. – Referendum abrogativo ;
  29. – Scadenza del termine,
  30. L’abrogazione può essere:
  31. – Tacita, quando la vecchia norma va in contrasto con quella nuova e viene abrogata automaticamente;
  32. – Espressa, quando la nuova norma contiene la volontà espressa di abrogare la norma precedente.
  33. Disposizioni Transitorie : Regolano il passaggio che avviene tra la vecchia legge e la nuova legge, regolando così i casi pendenti tra una vecchia ed una nuova legge.
  34. Ultrattività : Stabilita dal legislatore, quando dice che i casi pendenti, tra vecchia e nuova legge, verranno giudicati con la vecchia legge.
  35. Desuetudine : Può abrogare un uso ma non una norma.

Applicazione della legge nello spazio: Le nostre leggi sono valide solo in Italia, se stranieri entrano in Italia devono sottostare al nostro ordinamento giuridico. I diritti della personalità sono in ogni qual modo tutelati. Le leggi straniere non sono applicabili se in contrasto con i principi fondamentali della convivenza sociale.

Che cosa significa interpretare una norma giuridica o legge?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. L’ interpretazione giuridica, nel diritto, è l’attività volta a chiarire e stabilire il significato delle disposizioni, ossia degli enunciati nei quali si articola il testo di un atto normativo, in vista della loro applicazione nei casi concreti.

Cosa deve avere un sito per essere a norma di legge?

Hai un sito web, ma sei sicuro sia a norma di legge? Occhio che se mancano 3 tasselli rischi multe salate! – Al giorno d’oggi, il tuo (personal) Brand deve essere presente offline, ma soprattutto online se vuole aprire le porte a nuovi mercati e rendersi visibile a nuovi (potenziali) clienti.

E il primo biglietto da visita virtuale che ti mostra e ti presenta al mondo è il tuo sito web. Quando realizzi un sito web, sai che occorrono pagine, articoli, form di contatto, immagini di un certo tipo, icone ma ci sono alcuni elementi ormai imprescindibili che devono essere presenti sul tuo sito, pena il pagamento di sanzioni.

Ma le leggi cambiano con la stessa velocità dello scirocco estivo e star dietro alle norme e agli aggiornamenti può essere un impegno non indifferente (sia per un webmaster che di siti da aggiornare ne ha diversi, sia per un singolo che deve comunque trovare il tempo e il modo di aggiornare i contenuti richiesti in tempi rapidi).

  • Per essere certa di non incorrere in problemi e sanzioni ho fatto giusto un paio di domande a Andrea Giannangelo – CEO, iubenda – per capire quali sono ad oggi a quali norme deve rispondere un sito (o anche un App).
  • Ciao Andrea e grazie per aver accettato di dare una risposta ai miei dubbi.
  • Cosa deve essere presente, per legge, in ogni sito web o App? Oltre agli elementi che fanno di un sito un efficacissimo strumento di dialogo tra utenti, però, esistono anche dei requisiti che il webmaster deve rispettare essere in regola con la legge e garantire i diritti degli utenti.

Ad esempio, la pubblicazione dei dati obbligatori, cioè tutti i dati della società (o ditta individuale) che devono essere ben visibili e trovabili da parte degli utenti: quindi meglio inserirli nel footer o nella pagina dei contatti. Se poi sei portatore sano di Partita Iva occhio perché va specificata necessariamente in homepage.

  1. Termini e Condizioni
  2. Privacy Policy
  3. Cookie Policy

Vediamo nel dettaglio cosa sono e a cosa servono questi 3 tasselli fondamentali di ciascun progetto web. Termini e Condizioni I Termini e Condizioni sono conosciuti con nomi spesso molto diversi: Termini di Servizio, Condizioni Generali, Termini e Condizioni, (T&C), TOS, Note Legali.

In qualunque modo siano chiamati, corrispondono al documento che regola il rapporto contrattuale tra il titolare del servizio fornito tramite l’App o il sito web e l’utente. Nei Termini e Condizioni, in sostanza, il titolare del presidio web fornisce all’utente le condizioni di utilizzo ma anche le regole che devono essere seguite nell’interazione con i contenuti di un sito web o un’App e le eventuali modalità di cancellazione o sospensione di registrazione utenti, ad esempio.

Attenzione però, non parliamo solamente di un contratto a tutela degli utilizzatori di un sito o App : tra le finalità di questo documento si trovano anche tutte le clausole relative alle limitazioni di responsabilità in caso di malfunzionamenti, controversie e rimborsi relativi al servizio fornito.

Da questo punto di vista si evince quanto siano indispensabili, a maggior ragione, per i siti e-commerce. Privacy Policy La Privacy Policy è una dichiarazione sul trattamento dei dati degli utenti raccolti dal titolare di un sito web o App. Si tratta di una dichiarazione obbligatoria in quasi tutti gli Stati per quei presidi web in cui c’è una raccolta, anche tramite terzi,di informazioni personali degli utenti come nome e cognome, indirizzo email, immagini o altre elementi che possano identificare un utente, inclusi i dati raccolti con il semplice accesso, quali IP o cookie.

In Europa, i riferimenti legislativi sono la Data Protection Directive (95/46/EC) e la ePrivacy directive (2002/58/EC, come rivisto dal 2009/136/EC). Queste sono le direttive che vengono convertite in leggi da ciascun Stato Membro e dettano i requisiti minimi da rispettare per tutelare la privacy delle persone.

  1. In tali direttive si esprime un punto chiave fondamentale: l’utente deve essere informato sui processi di raccolta dei dati personali.
  2. Il proprietario di un sito o di un’App deve pubblicare una Privacy Policy comprensibile e chiara, che informi gli utenti circa l’identità e i dettagli di contatto del proprietario del presidio web e le categorie di dati personali raccolte; le finalità di trattamento dei dati e l’eventuale condivisione degli stessi con terze parti; i diritti degli utenti in fatto di revoca del consenso e cancellazione dei dati.

Cookie Policy Dal 2 giugno 2015 anche in Italia occorre osservare gli adempimenti previsti dalla normativa europea sui Cookie, Poiché tali Cookie – installati automaticamente da quasi ogni sito web – consentono di tracciare in vari modi i comportamenti degli utenti, si è provveduto a “mettere dei paletti” sempre a tutela degli utenti.

  • aver preparato e pubblicato una cookie policy;
  • aver mostrato esplicitamente all’utente un banner informativo con la richiesta di consenso all’installazione dei cookie (per le tipologie di Cookie per cui questo obbligo si applica);
  • aver richiesto il consenso ad ogni utente prima di procedere.

In questi requisiti non rientrano i cookie c.d. tecnici. Nella Cookie Policy dovrà apparire un elenco dei cookie installati dal sito, con i relativi scopi per cui sono utilizzati. Il grande tema che si pone di fronte a ciascun webmaster è quello di dover produrre tali Policy e testi vari: si tratta di un argomento spinoso, che prevede una conoscenza specifica sulle tematiche legal unita a competenze tecniche per un’implementazione efficace e rispondente alle richieste di legge (come nel caso della disabilitazione provvisoria dei Cookie fino all’esplicito consenso dell’utente).

  • A tal proposito, il nostro parere è uno e uno soltanto: rivolgiti a chi si occupa di tali argomenti in maniera professionale, evitando di copiare o di improvvisarti esperto legale.
  • L’improvvisazione comporta perdite di tempo e possibili sanzioni da parte del Garante della Privacy, qualora non avessi adempiuto in maniera corretta alle normative.

Ci sono svariate soluzioni rapide, economiche e sicure per superare anche questo ostacolo: tra i vari plugin ed estensioni che si possono trovare sul web, si segnalano le soluzioni di iubenda, con cui – ad esempio – poter ottenere Privacy e Cookie Policy aderenti alla legge, in pochi click,