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Come Trasferirsi Da Un Università All Altra?

Come Trasferirsi Da Un Università All Altra
TRASFERIMENTO AD ALTRO ATENEO – Lo stesso vale per la questione relativa ai costi, Il trasferimento ad altra università prevede infatti:

La compilazione di un modulo, fornito dal proprio ateneo e da riconsegnare in segreteria (attenzione: qualche ateneo prevede invece una procedura online ), da riempire con tutti i dati relativi all’ateneo verso cui si vuole effettuare il trasferimento, il dettaglio degli esami sostenuti, i propri dati anagrafici ed eventualmente l’esito del test d’ingresso alla facoltà Il pagamento di una tassa di congedo che varia da ateneo ad ateneo Un eventuale nulla osta dell’ateneo di destinazione (dipende dal regolamento del corso di studi prescelto), che si esprimerà inoltre in merito al riconoscimento di eventuali esami e alla preparazione effettiva del candidato.

Alcuni atenei specificano che si può ritirare la richiesta di trasferimento entro 7 giorni dall’invio della domanda, ma non si ha diritto al rimborso della tassa di congedo già pagata.

Quanto costa cambiare ateneo?

Accedi a Studenti Online e segui la procedura ‘Trasferimento’ per compilare la domanda e produrre il codice di pagamento della tassa di congedo ad altro ateneo (€ 316 bollo incluso, oppure € 96 bollo incluso se ti sei immatricolato in questo stesso anno accademico, 2022/23, ed effettui il trasferimento su un corso a

Come cambiare università senza perdere l’anno?

Compilare la modulistica per il passaggio – Quando si decide di cambiare facoltà durante l’anno, è importante procurarsi tutti i moduli necessari. In caso contrario la domanda di trasfrimento non verrà accettata perché incompleta. Restando in segreteria, dovremo richiedere un modulo che attesti la nostra uscita dalla facoltà di partenza.

  1. Compilando i fogli per l’abbandono del percorso, inseriremo la facoltà di destinazione.
  2. Potremo altresì specificare qual è il corso di laurea prescelto.
  3. Il modulo in questione va consegnato in segreteria, accompagnato da una marca da bollo.
  4. Ovviamente dobbiamo risultare in regola con i pagamenti delle tasse universitarie, altrimenti non ci verrà concesso il nulla osta per iniziare gli studi presso la nuova facoltà.

Inoltre abbiamo la possibilità di verificare la validità degli esami sostenuti. Alcuni potrebbero essere validi per il nuovo corso di laurea, pertanto non vanno necessariamente sostenuti per una seconda volta. Altri invece verranno inevitabilmente annullati prima del trasferimento, per via della loro incompatibilità col nostro nuovo piano di studi.5 6

Che differenza c’è tra trasferimento e rinuncia agli studi?

C’è differenza tra passaggio di corso e rinuncia agli studi? Il passaggio di corso rappresenta a tutti gli effetti una prosecuzione della carriera dello studente. La rinuncia agli studi, per Legge, configura l’annullamento di quanto fatto in ambito universitario (“come se nulla fosse stato fatto”).

Quanto si paga per la rinuncia agli studi?

Come presentare la rinuncia agli studi La Rinuncia agli studi è una domanda online e, una volta conclusa, prevede il pagamento di un’imposta statale di bollo di 16,00 Euro. Puoi presentarla in qualsiasi momento dell’anno.

Come funziona cambio università?

Per effettuare il Passaggio bisogna: – Pagare un contributo di passaggio; – Presentare il modulo di passaggio sul quale applicare la marca da bollo del valore vigente. Si consiglia, prima di effettuare il passaggio, di registrare l’ISEE e pagare le tasse, per il nuovo anno accademico, anche con la vecchia matricola.

Come fare passaggio di Ateneo?

Il trasferimento da altro ateneo è subordinato alla presentazione di una domanda di valutazione della carriera, che viene sottoposta al corso di studio sulla base dei requisiti previsti dal regolamento didattico del corso di studio prescelto.

Quanti esami si possono convalidare?

Riconoscimento crediti universitari per attività lavorativa – Oltre ai propri esami e voti conseguiti, si può effettuare il riconoscimento crediti universitari per attività lavorativa svolta. Gli atenei italiani, a seguito del decreto n.509 del 1999, hanno ottenuto la possibilità di convalidare anche le conoscenze e competenze apprese in ambito lavorativo,

Quanto costa far convalidare gli esami?

La domanda per la convalida di certificazioni linguistiche, informatiche, tirocinio va in marca da bollo (16 euro). Se presenti la domanda contestualmente all’immatricolazione non è previsto alcun pagamento.

Quanto costa farsi fare un esame universitario?

Esami in Vendita all’Università – Esamopoli esami in vendita e raccomandazioni nelle facoltà – Video esami in vendita Studenti che pagano il docente o l’assistente per superare un esame, docenti disposti a tenere un esame facile in cambio di un pagamento, esami in vendita con denaro o altra merce di scambio.

  • Esami in vendita e a luci rosse e caccia alla raccomandazione.
  • Un fatto comunissimo per tanti di noi, se per esame intendiamo visite diagnostiche, analisi di routine, ticket ecc, un po’ meno se si tratta di esami universitari.
  • Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si compra.
  • Si direbbe rileggendo cinicamente Lavoisier.

Principio o, se volete, “legge di mercato”, applicabile a beni, per lo più materiali, servizi, prestazioni di vario genere ma ora anche ad opinioni, valori, idee, convinzioni, persino coscienze in qualche caso. Ce lo testimoniano le indagini demoscopiche sui ragazzi, gli scandali accademici, le cronache giudiziarie recenti e passate.

Sono centinaia gli aspiranti dottori che farebbero carte false per un voto in più sul libretto (e un pensiero in meno per la testa). Servizio delle Iene su Esamopoli Bastano pochi ingredienti: denaro (parecchio), canali “preferenziali” e, soprattutto, prof compiacenti col vizietto dell’illecito. Tanti ne parlano di esami in vendita.

Alcuni per esperienza (più o meno diretta), altri per sentito dire. Spettacolarizzazione o no, però, gli esami in vendita – Esamopoli (come l’hanno battezzata giornali ed esperti) c’è, esiste, Caduto ormai da un pezzo l’alibi della “leggenda metropolitana”, della fantasticheria, del fantomatico gossip accademico, il fenomeno degli esami in vendita si conferma, oggi più che mai, fenomeno urgente e complesso.

  1. Un business perverso, spiegano chi l’ha studiato, lievitato negli anni fino a guadagnare le dimensioni di un autentico mercato.
  2. Un sub-mercato, meglio, che stringe all’angolo tutti, nessun escluso: studenti, professori, assistenti, famiglie, segreterie.
  3. Possibile? L’intera la galassia universitaria italiana trasformata in borsa nera, piazza di spaccio, gigantesco “esamificio” in cui bastano poche, semplici mosse per superare prove mai sostenute e/o contrattare votazioni “generose” (previa intesa col malandrino di turno) fino al miracolo definitivo: tramutare imbarazzati silenzi in pirotecnici 30 e lode? Forse per l’apocalisse c’è ancora tempo o forse no.

In ogni caso i segnali dicono che ci stiamo arrivando. Perchè mettere esami in vendita e chi è disposto a comprare ? C’è lo studente “bloccato intenzionato a lasciarsi alle spalle un “mattone” (l’esame più odiato, ripetuto o semplicemente temuto), il fuoricorso pentito, disposto a scialacquare fortune pur di recuperare il tempo perduto, il lavoratore/la lavoratrice che sogna il profumo della pergamena ma che proprio non ha tempo per carte e sudori leopardiani, la mamma, il babbo o tutti e due appassionatamente (professionisti in prima linea) che hanno fretta di vederle il proprio somaro incoronato di alloro, lo sfaccendato impenitente che paga l’intero pacchetto (all inclusive, esami più laurea) per driblare abilmente quell’infame trafila volgarmente detta curriculum.

Non manca più nessuno: nemmeno lo sborone che promette votoni a parenti ed amici per semplice libidine personale. C’è n’è per tutti i gusti, insomma. Ma, soprattutto, ce n’è per tutte le tasche. Perché ogni mercato ha i suoi indici, i suoi listini, le sue domande e, contestualmente, le sue offerte. Ma soprattutto ogni mercato ha una flessibilità da rispettare.

E la borsa dell’esame tarocco non fa certo eccezione. Esami comprati. Richieste anche per tesi e lauree fasulle Il sud nell’occhio del ciclone per gli esami in vendita – Difficile stabilire una geografia delle “università truffaldine”. Intercettazioni a tappeto e piogge di avvisi di garanzia setacciano lo Stivale.

  1. Per quanto gli atenei meridionali paiano, stando alle cronache, incamminati verso l’ennesimo, triste primato.
  2. Gli scandali più rumorosi si fanno registrare a Messina, Bari e Palermo, dove decine di professori, segretari e perfino bidelli sono finiti in manette dietro l’accusa di associazione a delinquere.
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Ma guai in vista anche per decine di studenti, inseriti anch’essi nei fascicoli delle procure per associazione a delinquere e truffa aggravata. Tariffe e prezzi varibili per gli esami in vendita. Ad ogni ateneo, insomma, le sue spine (cioè prof accomodanti, alias corrotti).

  • Ed ogni “spina”, i suoi tariffari.
  • Ma quanto sono disposti a spendere i nostri ragazzi per un esame? In media, secondo i dati raccolti da carabinieri e guardia di finanza, un all inclusive (esami + laurea) costerebbe in Italia attorno ai 15 mila euro,
  • Per un esame “abbordabile” si viaggia, invece, sui 300/400 euro, mentre per uno ” tosto” le cifre sembrerebbero oscillare tra un minimo di 1000 fino a un massimo di 2500/3000 euro,

Esami a peso d’oro, pagati come macchine di lusso. Il valzer dei listini, comunque, rimane aperto. Vendita esami I docenti coinvolti e promotori, perchè mettere gli esami in vendita, Vacanze alla moda, macchine, vestiti, orologi di marca, ma anche affitti, mutui, arretrati, alimenti da passare ecc.

Qualcuno persino per “motivi politici”, Come successo all’ Università di Cassino, dove un docente avrebbe promesso di far superare l’esame ai suoi studenti, qualora questi avessero votato la moglie, candidata PDL alle elezioni comunali del 2011 a Frusinate. Rinvio a giudizio per lui, l’accusa: voto di scambio.

Ma c’è pure chi agli esami in vendita preferisce prassi più “alternative”. Come alla Statale di Roma dove un prof di tedesco aveva messo a punto un sistema tutto suo. Uno stratagemma raffinato, un ricatto per essere “spicci”. Bastava comprare i libri nuovi, curati cioè dal prof,(spesa variabile da 60 a 90 euro)ed esame aggiudicato! Durante l´interrogazione il docente verificava uno a uno, attentamente, i testi poi chiedeva un argomento a piacere e, mentre lo studente rispondeva, “vidimava” il libro con la biro, di solito annerendo una lettera nella prima pagina della bibliografia.

  • Un art attack da “trenta e lode”.
  • I più accorti, di solito, preferiscono parlare di affari all’aperto, fuori dalle università per gli esami in vendita.
  • Bar e parcheggi sono luoghi perfetti per negoziare.
  • Si sale in macchina, passaggio di denaro cash, assegni o altro e fine delle operazioni.
  • I sistemi più gettonati sono due: il take away, consegna di apposita busta con risposte a test o a domande da porre in sede d’esame, e il libretto pre-firmato con annessa promessa di verbalizzazione successiva,

In molti casi, tuttavia, le contrattazioni sembrerebbero avvenire alla luce del sole tanto che spesso gli studenti riferiscono in massa (e con comprensibile disincanto) di prassi consolidate negli anni, file clientelari davanti agli uffici, reti di ganci, informatori, intermediari, e si dimostrano informatissimi circa nomi, cognomi, orari, tariffe ed offerte.

Basta andare a ricevimento o prendere appuntamento. Dopodiché ognuno scopre le carte. Vendita di esami in cambio di presatazioni in natura. Ma se è vero che pecunia non olet, figuriamoci rapporti di altra natura. Un’idea, quella di barattare il proprio corpo con voti, tesi, raccomandazioni, che sempre più spesso fa la mano morta a quei ragazzi e a quelle ragazze e venuti su col mito della spintarella.

Come se non ci fosse scelta. Disincanto, disagio, autostima ai minimi storici. Ogni alibi sembra quello giusto. Non resta che vendere e svendersi. Mettere il cartellino al talento, dare in liquidazione ideali ed anima. E allora meglio farsi raccomandare? Appena 2 anni fa, è stata resa nota una clamorosa indagine condotta su un campione di 16128 studenti di tutta Italia.

  1. Ebbene il 57% delle ragazze e il 39 degli uomini si sono detti disponibili ad offrire prestazioni sessuali ai professori dalla mano lunga in cambio del passaggio all’esame di ammissione.
  2. La domanda era: “Secondo te è più importante studiare o trovare una “raccomandazione”?”.
  3. Solo il 12 % ha risposto studiare.

Morale: gli esami a luci rosse non sono per gli sprovveduti! Anche se spesso l’ingenuità può giocare brutti scherzi. “Come accaduto a quattro studentesse dell’università di Catania, che nell’ottobre 2009, hanno denunciato alla trasmissione Le Iene (Italia 1, servizio di Matteo Viviani) le avances ricevute da Elio Rossitto, ex docente di economia, che aveva promesso loro “aiuto” nello studio salvo poi uscire alla scoperto con richieste che definire “esplicite” è un puro esercizio di bon ton.” Guarda il video degli esami in vendita in chiusura articolo. Come Trasferirsi Da Un Università All Altra Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.

  • Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale.
  • Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno.
  • Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.

Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.

Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.

Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).

I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.

Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.

  • Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis.
  • L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla.
  • Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
  • Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.

Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.

Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione.

Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.

Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone.

Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria.

La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati.

Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.

  1. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente.
  2. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”.
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“L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.

  1. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore.
  2. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G.

Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove).

Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata).

La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità.

Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità.

Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte.

  1. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
  2. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit.

corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G.

Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C.

Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus.

Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande.

Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi – redazioni in tutta Italia.

Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale.

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Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano.

  1. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria.
  2. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.

Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa.

La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.

Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa.

Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.

Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale).

  • Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale.
  • Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno.
  • Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.

Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d’informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro.

Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.

Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.

Cosa succede se non do la rinuncia agli studi?

Cosa succede se non presenti la rinuncia agli studi? – Anche se non si frequenta e non sostengono esami per anni, senza la presentazione ufficiale della rinuncia agli studi, lo studente continua ad accumulare debiti con l’ateneo. Inoltre se al momento della rinuncia ci sono tasse arretrate la segreteria accrediterà quella somma nel versamento previsto.

Questa però non è una prassi definita in maniera univoca per tutti gli ordinamenti universitari, è bene quindi controllare il regolamento ad hoc stabilito dal proprio ateneo. Diverso invece è il caso del congelamento degli esami, una pratica particolare che può comportare lo «stallo» momentaneo della carriera.

Si tratta di un’interruzione temporanea della carriera limitata a specifici casi con differenti tempistiche. Nello specifico si va da un periodo di sei mesi fino a un anno accademico nel caso della nascita di un figlio mentre, nei casi di grave infermità, questo limite decade e si estenderà fino a un massimo di tutti gli anni accademici riguardanti l’infermità.

Non di meno, anche queste eventualità vanno segnalate alla segreteria competente dell’ateneo presentando la relativa documentazione prima di iscriversi al corso per cui si chiede la sospensione. La pratica va poi ripresentata per ogni anno accademico di sospensione, sempre in anticipo rispetto al termine ordinario delle iscrizioni.

: Rinuncia agli studi: cos’è, perché è importante e che succede se non la fai

Quanti anni sono validi gli esami universitari?

Gli esami decadono dopo 8 anni accademici senza attività didattica. Cosa significa? Gli esami sostenuti ‘scadono’ quando non sostieni più nessuna prova per 8 anni accademici, calcolati a partire dall’anno dell’ultimo esame dato.

Come non pagare rinuncia agli studi?

Rinuncia agli Studi senza pagare le tasse – Non è possibile effettuare una rinuncia agli studi senza pagare le tasse, ma ci sono delle eccezioni. Le regole variano da ateneo a ateneo, ma, in alcuni casi, chi presenta la domanda entro i termini di pagamento delle tasse universitarie e non ha sostenuto nessun esame può essere esonerato dal pagamento.

Come recuperare esami universitari dopo 10 anni?

Ripresa degli studi dopo la decadenza | Sapienza Università di Roma 1. Domanda di riconoscimento esami a seguito di decadenza, Coloro che risultano decaduti, anche provenienti da altre università italiane, possono iscriversi a un corso di ordinamento D.M.270/04 e presentare domanda di riconoscimento degli esami sostenuti. Essi devono:a) accedere a Infostud e ottenere un numero di matricola se non già in possesso. Caricare (se non già presente) il proprio documento di identità dalla sezione “Profilo>Documenti personali”;b) effettuare le procedure di accesso previste per il corso prescelto; c) presentare alla Segreteria amministrativa studenti del corso prescelto, entro le scadenze previste per l’immatricolazione, domanda di riconoscimento esami in bollo. La domanda deve essere presentata utilizzando il modulo “Domanda” disponibile sul sito di ateneo nella pagina Modulistica studenti.

Coloro che risultano iscritti alla Sapienza, incorsi nella decadenza, salvo che chiedano il reintegro in Corsi di studio di Facoltà diverse da quella a cui erano iscritti, non effettuano una nuova immatricolazione, bensì presentano domanda di reintegro in bollo. Coloro che provengono da altre università italiane devono allegare alla domanda di riconoscimento a seguito di decadenza una autocertificazione degli esami sostenuti, dei relativi settori scientifico disciplinari (Ssd) e crediti acquisiti.

2. Contributi, Per il riconoscimento esami a seguito di decadenza è necessario versare, entro i termini di immatricolazione previsti per ciascun corso di studio: a) un diritto fisso di 290 euro per ciascun anno accademico recuperato fino ad un massimo di 2.300 euro;b) la prima rata dei contributi di iscrizione per l’a.a.2022-2023;c) la tassa regionale per il diritto allo studio per l’a.a.2022-2023; d) l’imposta di bollo.