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Dove È Nata La Prima Università?

Dove È Nata La Prima Università
Parlando di Università nel mondo, le opinioni possono variare a seconda dei punti di vista. Il denominatore comune delle varie scuole di pensiero è quello di considerare l’Università come un’Istituzione e struttura didattica e scientifica di ordine superiore.

La differenza sta nel modo di organizzazione e nelle materie trattate. Alcuni storici considerano l’Università al-Qarawiyyin di Fès, Marocco, fondata nell’859 dall’ereditiera musulmana Fatima El Fihria, la più antica università del mondo, seguita in ordine cronologico dall’Università di al-Azhar del Cairo, in Egitto, fondata nel 975.

Tuttavia, proprio per la natura prettamente religiosa con cui è nata, non sembra oggi corretto attribuire all’Università di al-Qarawiyyin il titolo di università più antica del mondo. Per quanto riguarda l’organizzazione, si può menzionare l’Università di Parma, nata nel 962, come scuola di diritto per formare notai, che assumerà la configurazione di università in senso stretto solo a partire dal 1412.

Fra i primati, è d’obbligo ricordare che nel 1224, nacque a Napoli l’ Università degli studi Federico II, Celebre per essere la più antica università fondata attraverso un provvedimento statale, è ritenuta la più antica università laica e statale del mondo. Per la prima volta nel 1088, fu a Bologna che si sperimentò un tipo di istituzione nuova, indipendente dall’autorizzazione statale e dal controllo del potere pubblico e religioso.

A Bologna, si introdusse una didattica nuova, che prevedeva l’istituzione di molteplici facoltà, e non si limitava più soltanto allo studio di determinate discipline tra cui in primis la teologia. Possiamo dunque, considerare l’ Alma Mater Studiorum, la prima università, nel senso moderno della parola, nel mondo.

  • Furono gli stessi studenti che si organizzarono autonomamente scegliendo i maestri più prestigiosi.
  • Pochi sono al corrente che la Biblioteca Universitaria di Bologna conserva il più antico rotolo esistente del Pentateuco, la prima parte dell’Antico Testamento, in ebraico, risalente alla fine del XII secolo e l’inizio del XIII.

Più di 85.000 studenti iscritti all’Università di Bologna, di cui 8,5% studenti stranieri hanno il privilegio di studiare nell’Università più antica del mondo e percorrere medesime strade, aule e corridoi di moltissimi personaggi illustri che hanno studiato in questo ateneo come: Pier Paolo Pasolini,

Poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista, è uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani. Niccolò Copernico, l’astronomo e matematico polacco che ha rivoluzionato il mondo con la sua teoria eliocentrica. Laura Bassi, È stata un’importante fisica italiana, la seconda donna laureata d’Italia nel 1732.

Si è occupata di: logica, metafisica, filosofia, chimica, idraulica, matematica, meccanica, algebra, geometria, lingue antiche e moderne. Giovanni Pascoli, Il grande poeta ha studiato Lettere a Bologna, allievo di Giosuè Carducci. Nel 1905 prese il suo posto cattedra di letteratura italiana.

Dove è nata la prima università italiana?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Mappa delle università medievali in Europa. Il concetto di università in Europa è nato a Bologna nel 1088 con Irnerio attorno alla facoltà neonata di Giurisprudenza, tanto che l’ Università di Bologna si fregia del motto Alma mater studiorum che vuol dire Madre prolifica degli studi,

Bologna ha creato un metodo che si è imposto come standard dapprima in Europa e poi, gradualmente, nel mondo. Tale metodo è basato su varie novità introdotte nell’ateneo sin dalla sua fondazione: Bologna sperimentò il primo insegnamento libero, vale a dire completamente indipendente dall’autorizzazione statale e dal controllo del potere pubblico e religioso.

Di fatto, l’Università era auto-governata da professori e studenti. La nuova metodica didattica, precorrendo i tempi, s’imperniava su molteplici facoltà e non più limitata a insegnamenti afferenti alla teologia o alle buone maniere. Bologna introdusse le facoltà laiche e aperte a tutti i cittadini, sia che fossero bolognesi, forestieri o stranieri e non più, solamente, ad aristocratici o ecclesiastici.

Precedentemente alla creazione di questa Università e alla diffusione del suo metodo, vi erano principalmente tre modelli di insegnamento nel mondo: quello praticato da dotti precettori, chiamati nelle regge nobiliari a crescere nobili rampolli ; quello religioso, praticato in istituti di teologia diretti eminentemente a formare i futuri sacerdoti ; le scuole di carattere filosofico, legate a una specifica disciplina (come potevano essere la metafisica o il diritto) e concepite come aggregazioni di seguaci impegnate a discutere la dottrina di un maestro comune,

Un esempio di istituto a carattere religioso è l’ Università al-Qarawiyyin : fondata nel IX secolo come luogo di educazione religiosa e discussione politica, fu sino al XIX secolo una madrasa, ossia una scuola di teologia islamica; soltanto nel 1963 assunse il carattere di università nell’accezione moderna,

Dove sono state fondate le prime università?

La prima università al mondo è stata fondata da una donna Pareva assodato: l’Università più antica al mondo sarebbe quella di Bologna, fondata nel 1088, seguita dagli atenei di Oxford e di Modena. Napoli, voluta dall’imperatore Federico II, fu la prima pubblica e risale al 1224.

  1. Questa classifica, però, non tiene conto della Università marocchina di Fes, fondata da una donna, Fatima Al-Fihriya, più di 200 anni prima, e aperta nell’867 dell’anno Gregoriano.
  2. Fatima, ricca discendente di un mercante di origini arabe, el Qurayshi de La Mecca, trasferitosi nell’800 circa in Marocco, volle destinare tutti i suoi beni, ereditati dal padre e dal marito, all’educazione e alla cultura, religiosa e non, creando un centro culturale che comprende ancora oggi una Moschea (la più vasta dell’Africa), l’Università e una importante biblioteca che custodisce libri antichi e preziosi.

Insieme alla sorella Maryam, Fatima fondò madrase (scuole pubbliche), sibil (fontane pubbliche) e gama’a (moschee). La sfida più grande l’affrontò quasi sessantenne, allorché si dedicò a realizzare il suo sogno: far costruire, in 18 anni, l’Università Al Qarawiyyin (in onore della città Al Qayrawan da dove venivano i suoi antenati).

  1. La mecenate fece il voto di osservare il digiuno finché il complesso culturale non fosse completato; interessante è anche la promessa di Fatima di costruirlo soltanto con materiali locali.
  2. In breve l’Università, nata dalla tenace volontà di una donna, si guadagnò la fama di “Atene dell’Islam” e divenne un centro culturale molto vivace dove si studiavano, oltre al Corano e alla Fiqh, anche grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica.

L’Università fu sede di formazione accademica ed intellettuale per moltissimi studenti, musulmani e non, come Ibn Khaldoun, Ibn Arabi, il francese Gerberto di Aurillac che divenne poi Papa Silvestro II e tanti altri illustri personaggi, fondatori di varie scuole.

  1. L’università Al Qarawiyyin va ricordata anche per il grande ed importante ruolo che ebbe nelle relazioni e negli scambi culturali e accademici tra il mondo Islamico e l’Europa nel Medioevo.
  2. Un esempio che permette di far luce sul vero ruolo e contributo che hanno sempre avuto le donne musulmane all’interno delle società, un ruolo in completa antitesi rispetto all’epoca contemporanea.

: La prima università al mondo è stata fondata da una donna

Chi fondò la prima università?

Domanda di: Mirco Sorrentino | Ultimo aggiornamento: 19 luglio 2022 Valutazione: 5/5 ( 20 voti ) Le università più antiche del mondo: L’università è stata fondata da una donna, Fatima Al-Fihriya, ricca discendente di un mercante di origini arabe, che volle destinare tutti i suoi beni, ereditati dal padre e dal marito, all’educazione e alla cultura, religiosa e non, creando un centro culturale che comprende ancora,

In che anno nascono le università?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Studenti raffigurati in un frammento dell’arca di Giovanni da Legnano, Opera di Pierpaolo dalle Masegne, 1383, Bologna, Museo medievale, Le università nel Medioevo iniziarono a formarsi nei primi decenni del XII secolo per continuare nel XIII secolo (tranne quella di Bologna, fondata nel 1088); furono l’evoluzione di un modello di insegnamento impartito soprattutto nelle scuole delle chiese cattedrali e dei monasteri,

La loro fioritura fu un rilevante fenomeno culturale e sociale, iscritto nella più generale temperie che è stata definita, da Charles Homer Haskins, come Rinascimento del XII secolo, Le scuole formate presso le sedi monastiche o vescovili vedevano crescere la domanda di istruzione. In alcuni luoghi, tra i primi Bologna e Parigi, studenti e professori si associarono e crearono quelle scuole, che chiamarono università, per la presenza di studenti provenienti anche da altre nazioni.

La prima università è solitamente considerata quella di Bologna che appare come un unico corpo organizzato fin dal 1088 (il riconoscimento ufficiale lo ebbe nel 1158), sebbene inizialmente il diritto fosse l’unica materia insegnata. Alla metà del XII secolo, sul modello bolognese, emerse l’ Università di Parigi, che riceverà la sanzione ufficiale nel 1200 da re Filippo II e da papa Innocenzo III nel 1215.

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Quale e l’università più antica d’Europa?

L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna ha origini molto antiche. È stata fondata nel 1088 per garantire insegnamenti liberi e indipendenti dalle scuole ecclesiastiche, diventando così la più antica università del mondo occidentale. È inoltre un’università nata dagli studenti per gli studenti.

Perché nascono le Università?

L’Università medievale – Le Università medievali nascono fra l’ XI e il XII e sostituiscono poco a poco le Scuole Cattedrali. Le Scuole Cattedrali, presenti in molte città europee, erano gestite da religiosi e si chiamano così perché funzionavano all’interno delle cattedrali o delle canoniche delle parrocchie.

Lo scopo era quello di formare il futuro clero, ma col tempo vi furono ammessi anche i laici. In esse venivano insegnate le discipline del Trivium (Lingua latina o Grammatica, Retorica e Dialettica) e del Quadrivium (Artitmetica, Geometria, Astronomia e Musica. Veniva impartito anche lo studio della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio con lo scopo di fornire ai discenti l’insegnamento delle scienze naturali.

Poiché le Scuole Cattedrali non avevano solide basi istituzionali ed il loro successo era legato soltanto al prestigio del singolo docente, col tempo si trasformarono in corporazioni che comprendevano sia il corpo docente che gli studenti della medesima città.

Inizialmente si chiamarono Studia generalia e richiamavano studenti anche fuori dalla giurisdizione cittadina e ai licenziati veniva rilasciato il titolo di Jus ubique docendi, cioè la possibilità di insegnare ovunque. Solo più tardi, quando la corporazione fu consolidata, si cominciò ad utilizzare il termine Universitas,

Anche se mancano molte testimonianze scritte relative a questa fase, si può affermare che le Università erano ben integrate nel tessuto sociale del territorio ed esercitavano una grande influenza culturale anche a livello europeo. Le più antiche e prestigiose università furono Parigi, per la teologia, Bologna, per il diritto e Salerno per la medicina.

Prima del XIII secolo, furono fondate anche le Università di Coimbra, Oxford e Montpellier. Le Università erano organizzate in facoltà e gli studi avevano una durata che poteva essere anche di quindici anni, come la facoltà di medicina e teologia di Parigi Oltre ad avere un numeroso personale specializzato necessario per ricoprire i vari ruoli, le grandi Università potevano contare fino a ventimila studenti e questo costituiva una notevole fonte di guadagno per la città.

Pertanto, le città che ospitavano le università videro poco a poco incrementare le loro attività commerciali e dovettero anche darsi strutture adeguate per rispondere alle esigenze della folla di studenti e di docenti. Col tempo, le Università, a seguito di aspre lotte, si resero sempre più indipendenti dal potere comunale, dai poteri laici come i signori ed i sovrani e dal potere religioso, come i vescovi.

Quando nascono le Università secolo?

La nascita delle università – Una delle novità del XII secolo è stata la nascita delle Università, istituzioni in cui gli studenti avevano una parte attiva: partecipavano alle elezioni delle autorità accademiche e finanziavano e gestivano in parte l’Università stessa.

Quali sono le Università più antiche in Italia?

Per i corridoi delle università più antiche del mondo sono passate le più grandi menti di sempre, da Copernico a Stephen Hawking. Luoghi che vantano secoli di età, attorno ai quali aleggiano leggende che hanno contribuito alla creazione di veri miti dell’istruzione.

  • E se Cambridge nasconde una storia rocambolesca, l’ università più antica del mondo è quella di Bologna : nonostante esistano esempi precedenti, è lei ad aver dato vita al concetto moderno di università.
  • Ma andiamo con ordine.
  • Università più antica del mondo: a Bologna o in Marocco? Come accennato in precedenza, l’ Università di Bologna è la più antica del mondo, musa ispiratrice degli altri atenei europei che, successivamente, iniziarono a nascere seguendo la sua stessa struttura.

Tuttavia, prima di allora, esistevano tre modelli d’istruzione: l’insegnamento elargito dai precettori, quello religioso, svolto in istituti teologici, e quello filosofico. LEGGI ANCHE Dormire nei club delle università: un’alternativa (molto esclusiva) all’hotel Considerando questi aspetti e, soprattutto, gli esempi d’insegnamento religioso, l’ Università al-Qarawiyyin, fondata nell’ 859 da Fatima Al-Fihriya, è uno degli istituti d’istruzione più antichi al mondo.

Ma non rientra nella classifica delle università: il centro di studi di Fez, in Marocco, fu fino al XIX secolo una madrasa dedicata unicamente a studi teologici e divenne un ateneo con accezione moderna solo nel 1963. Università più antiche del mondo: le grandi escluse Per stilare la classifica delle università più antiche del mondo si è scelto di escludere alcuni atenei decisamente famosi, su tutti quello di Parigi,

Il motivo è semplice: le università presenti nella lista sono quelle ancora in attività o che, comunque, non sono rimaste ferme per più di un secolo. E la storia dell’ Università di Parigi parla chiaro: fondata nel 1170, venne chiusa nel 1793 e poi fondata nuovamente nel 1896.

  • LEGGI ANCHE Parigi: cosa vedere e cosa fare E ancora, non è detto che l’anno di fondazione di una schola (scuola di diritto volta alla formazione medica, teologica o notarile) coincida con il riconoscimento di studium generale, simile al concetto moderno di università.
  • Come nel caso dell’ Università di Pavia : nata nel 825 come schola, divenne studium solo nel 1361.

Università più antiche del mondo: quali sono? La lista delle università più antiche al mondo tiene quindi conto delle scholae più antiche, ancora in attività, che hanno ottenuto la configurazione di studium generale prima del 1500 e la cui attività non è rimasta ferma per più di cento anni.

  1. Se la prima in classifica è l’Università di Bologna, in seconda posizione si trova Oxford (Oxford), frequentata da intellettuali come Lewis Carroll e T.S. Eliot.
  2. Medaglia di bronzo all’ Università di Salamanca, in Spagna, seguita Cambridge e, in quinta posizione, dall’ Università di Padova,
  3. Le università più antiche del mondo, quindi, sono: • Università di Bologna • Università di Oxford • Università di Salamanca • Università di Cambridge • Università di Padova Università più antica d’Italia: Bologna e le altre E se l’Università di Bologna e di Padova occupano di diritto le prime due posizioni della classifica italiana, il terzo posto va all’ Università di Napoli Federico II,

Fondata prima del 1230 per volere di Federico II di Svevia, è seguita in quarta posizione dall’ Università di Siena e dall’ateneo di Macerata, sul cui anno di fondazione non si placa la discussione. Spazio, poi, all’ Università La Sapienza di Roma e all’ Università di Perugia, fuori dalle prime cinque posizioni ma meritevoli di essere menzionate.

Fatta eccezione per l’Università di Bologna e quella di Padova, le più antiche d’Italia sono: • Università di Napoli Federico II • Università di Siena • Università di Macerata • Università La Sapienza di Roma • Università di Perugia Sei curioso di sapere q uanti anni hanno le università più antiche del mondo ? A partire dall’Università di Bologna, in assoluto la più antica, passando per Oxford e Cambridge fino ad arrivare a La Sapienza di Roma: sfoglia la gallery per scoprire tutte le curiosità su questi atenei leggendari.

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Quali sono le migliori facoltà di medicina in Italia?

Miglior università medicina – Le migliori università di medicina in Italia sono Pavia, Milano-Bicocca e Bologna. Le prime 3 posizioni della classifica Censis per medicina 2022 sono identiche a quelle 2021. Più esattamente: Pavia cresce di molti punti e passa da 98,5 a 108 punti; Milano-Bicocca cresce di soli 2 punti e raggiunge quota 100 da 98; anche Bologna migliora in modo significativo, passando da 91 a 99,5 punti.

  1. Quindi, qual è la migliore facoltà di medicina in Italia ? Tra gli atenei statali, anche quest’anno la migliore facoltà di medicina è Pavia, che scalza Milano-Bicocca medicina per il 2° anno consecutivo.
  2. Invece, qual è la peggiore facoltà di medicina in Italia ? Premettendo che non è possibile dirlo perché questo punteggio non misura soltanto la qualità dell’insegnamento, l’ultima posizione della classifica Censis per medicina è occupata dalla facoltà di Chieti e Pescara, come nel 2021 ma con 1,5 punti in più, 69 invece che 67,5.
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La precedono Palermo, in penultima posizione con 70,5 punti, e Salerno, a pari punti con Catanzaro e Bari, tutte a 71,5. Inoltre, notiamo che dalla classifica Censis 2022/2023 viene fuori che le migliori università di medicina si trovano al Centro Nord.

  1. Ad eccezione di Foggia, che quest’anno entra nella Top Ten in 7^ posizione.
  2. Mentre la facoltà di medicina di Sassari scende dalla 10^ alla 14/15^ posizione con lo stesso punteggio de La Sapienza, anche se i suoi punti sono cresciuti da 83,5 a 85.
  3. Ricordiamo che la classifica delle migliori università italiane stilata dal Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, è considerata molto attendibile nell’ambiente universitario.

Tuttavia, nella scelta della facoltà di medicina in cui studiare ci sono altri aspetti da prendere in considerazione. Continua a leggere per sapere quali. Ecco la classifica delle migliori università di medicina completa e aggiornata al 2022 *:

  1. Pavia – 108
  2. Milano Bicocca – 100
  3. Bologna – 99,5
  4. Padova – 96,5
  5. Milano – 96
  6. Perugia – 92
  7. Foggia – 90
  8. Genova – 89,5
  9. Modena e Reggio Emilia – 87,5
  10. Piemonte Orientale – 87,5
  11. Verona – 87
  12. Roma Tor Vergata – 85,5
  13. Trieste – 85,5
  14. Roma La Sapienza – 85
  15. Sassari – 85
  16. Cagliari – 84
  17. Ferrara – 84
  18. Parma – 84
  19. Insubria – 83,5
  20. Marche – 83
  21. Torino – 83
  22. Firenze – 82,5
  23. Messina – 81,5
  24. Udine – 81,5
  25. Pisa – 81
  26. Brescia – 80,5
  27. Siena – 76,5
  28. Catania – 75,5
  29. Molise – 75,5
  30. Napoli Federico II – 74,5
  31. Campania, Vanvitelli – 73,5
  32. L’Aquila – 72,5
  33. Bari – 71,5
  34. Catanzaro – 71,5
  35. Salerno – 71,5
  36. Palermo – 70,5
  37. Chieti e Pescara – 69

In quale città italiana fu fondata la celebre Scuola medica?

La Scuola Medica Salernitana – Filosofia – Rai Cultura Una puntata speciale di GAP ( Generazioni alla prova ), realizzata nel 2013 da Francesco Iannello, che racconta la storia della Scuola Medica Salernitana, la più antica e celebre istituzione medica del mondo occidentale, che si può considerare la manifestazione culturale e scientifica più rilevante dell’intero Medioevo,

  • Lo storico della Filosofia Aniello Montano (Acerra, 1941 – 2015) e lo storico dell’antichità Giovanni Pugliese Carratelli (Napoli 1911 – Roma 2010) ne ricostruiscono le origini, a partire dalla prima testimonianza scritta risalente al IX secolo d.C.
  • Fino ad alcune iscrizioni su statue, ritrovate nell’antica città greca di Elea (Velia per i romani), rinvenute nel corso di scavi archeologici nella seconda metà del secolo scorso.

Nata secondo la leggenda nell’Alto Medioevo dall’incontro di quattro maestri, un ebreo, un arabo, un greco e un salernitano, in realtà la Scuola Medica Salernitana ha radici molto più antiche, che affondano nella scuola filosofica e politica fondata a Crotone dal filosofo greco Pitagora nel VI secolo a.C.

  1. Una medicina olistica che, come raccontano Luciano Mauro, direttore del Giardino della Minerva di Salerno e Giuseppe Lauriello, primario emerito dell’ Ospedale Giovanni da Procida di Salerno, aveva i suoi riferimenti più importanti nella tradizione classica ippocratico galenica.
  2. Il corpo umano era considerato nella sua interezza come un microcosmo all’interno del macrocosmo della natura.

Importante, come spiega Mariella Pasca, ideatrice del Museo virtuale della Scuola medica salernitana, fu il ruolo che all’interno della Scuola ebbero le donne. Nel XI secolo a Salerno le donne esercitavano la professione di medico e scrivevano trattati di medicina.

In una visione unitaria dell’uomo come un corpo che tra le sue funzioni ha anche quelle di pensare e di parlare, è chiaro che la medicina e la filosofia sono in rapporto diretto. Empedocle di Agrigento e Ippocrate di Coo dicevano che il medico cura anche con le parole: le parole del medico sono farmaci.

Aniello Montano : La Scuola Medica Salernitana – Filosofia – Rai Cultura

Perché l’Università di Napoli si chiama Federico II?

Cenni storici | Università Federico II È dal 1992 che l’Università di Napoli è stata intitolata a Federico II, a sottolineare le sue antichissime origini, risalenti al 5 giugno 1224, quando l’imperatore svevo, nonché re di Sicilia, da Siracusa emanò l’editto istitutivo.

A differenza che a Bologna e in altre città, lo Studio napoletano nacque con un atto imperiale, volto a formare i gruppi dirigenti necessari al governo dello Stato. Questa origine laica non avrebbe però impedito pesanti intromissioni della Chiesa nella sua vita culturale. La storia plurisecolare dell’Università di Napoli ebbe molti momenti oscuri e battute d’arresto, ma anche slanci innovativi che attirarono sui suoi docenti l’attenzione del mondo universitario e accademico europeo.

Anche nelle fasi più difficili mai perse la forza di attrazione su una popolazione studentesca provinciale che nella formazione universitaria vedeva delle prospettive di ascesa sociale e di elevazione culturale. : Cenni storici | Università Federico II

Quando sono nate le università in Italia?

Dal medioevo all’unità italiana – Casa dello Studente dell’ Università di Firenze La penisola italiana già nel medioevo ospitava alcune università come l’ Alma Mater Studiorum a Bologna, la cui fondazione risalirebbe al 1088, l’università di Padova nata nel 1222 o l’ università degli studi di Napoli creata da Federico II di Svevia nel 1224.

Nel corso dei secoli ne sorsero altre, come lo Siciliae Studium Generale a Catania nel 1434; il Regno di Sardegna aveva emanato nel 1848 la prima legge organica di riforma degli studi superiori con il Regio Decreto 4 ottobre 1848 n.818 (detta legge Boncompagni dal promotore Carlo Boncompagni di Mombello ), di indirizzo centralistico e laicistico.

La legge prevedeva un controllo governativo delle scuole di ogni ordine e grado, sia statali sia libere, attraverso il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, cui competevano gli ordinamento degli studi, i piani didattici, l’approvazione dei programmi dei corsi e dei libri e dei trattati adottati.

  • La legge eliminò anche il nulla osta vescovile per la nomina dei professori.
  • Con la legge 22 giugno 1857 e con il successivo regolamento furono aboliti i consigli universitari e i loro compiti affidati ai rettori e, per le parti di competenza, ai consigli delle facoltà universitarie,
  • Negli anni 1859 – 1860, con l’aumentare degli stati annessi al Regno di Sardegna durante il processo di unificazione nazionale e subito dopo l’ unità d’Italia cominciò, tra gli altri, a porsi anche il problema dell’unificazione universitaria, aumentava anche il numero di università.

Dal Regno delle Due Sicilie furono ereditate l’Università di Napoli e quelle siciliane di Messina, Palermo e Catania. Dal Granducato di Toscana le università di Siena, Pisa, e l’Istituto di Studi superiori e di perfezionamento di Firenze. Dalla Lombardia l’Università di Pavia, dal Regno di Sardegna le università di Torino, Genova, Cagliari e Sassari.

  • Con l’ annessione di gran parte dello Stato Pontificio, vennero inglobate ne territorio del Regno le università di Bologna, Ferrara, Urbino, Perugia, Macerata e Camerino.
  • Infine, nel 1866 si aggiunse l’Università di Padova, e dopo il 1870 quella di Roma.
  • Dal punti di vista normativo, la prima fondamentale impostazione fu data dalla legge Casati del 1859 (“Legge sul riordinamento della pubblica istruzione”), varata in occasione della fusione immediata di Lombardia e Piemonte.

L’assetto dato all’istruzione superiore da questa legge fu caratterizzato dal monopolio statale (non erano ammesse università private) e da un forte accentramento ministeriale, con nomina regia di docenti ordinari e straordinari e definizione delle commissioni che devono esaminarli.

L’accentramento era mitigato da margini di libertà accademica sia nell’organizzazione della didattica, sia nella libera concorrenza tra i docenti, sia nella libertà riconosciuta agli studenti di regolare “l’ordine degli studi” e degli esami, pur in presenza di un piano di studi ufficiale. Nel 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia sotto il governo Cavour, Francesco De Sanctis diventò il primo ministro della Pubblica Istruzione dell’Italia unita, carica che mantenne anche sotto il governo Ricasoli fino al 1862,

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De Sanctis presentò al Senato, nel 1862, una proposta di legge sull’istituzione di scuole «normali» per la preparazione dei docenti di ginnasi e licei. Egli si ispirava a esempi come l’ École Normale Supérieure di Parigi, i liberi seminari in Germania, il “seminario filologico” di Pavia e la Scuola Normale Superiore di Pisa,

  • Il progetto, di soli cinque articoli, proponeva l’istituzione presso alcune università di scuole normali superiori, in cui l’insegnamento sarebbe stato affidato, con una piccola indennità aggiuntiva, agli stessi docenti universitari.
  • Alcune personalità del tempo, come Giosuè Carducci e Piero Gobetti, si espressero in questo senso, intendendo manifestare la preoccupazione di mantenere nell’ambito statale i grandi istituti scientifici di importanza nazionale senza disperdere nelle autonomie l’istruzione superiore.

In un disegno di legge di Carlo Matteucci, presentato al Senato 1861, si individuava nell’eccesso degli istituti, «creati in ogni Stato della penisola in concorrenza gli uni con gli altri, con la conseguente dispersione degli uomini migliori, e nella ricerca di originalità nelle forme di organizzazione, il difetto principale delle istituzioni universitarie italiane» e propone di costituire pochi e completi centri di studi superiori, gli unici abilitati a rilasciare le lauree, nei quali si raccogliessero i docenti più affermati, le collezioni più ricche e le migliori dotazioni per la ricerca e le applicazioni pratiche.

  • La proposta di Matteucci, nominato nel frattempo ministro dell’Istruzione, divenne legge nel 1862 (31 luglio 1862) e classificò in primari e secondari gli atenei italiani.
  • Le università di Bologna, Pavia, Pisa, Napoli, Palermo e Torino (e in seguito anche Padova e Roma) furono classificate di prima classe, mentre le università di Cagliari, Catania, Genova, Siena, Macerata, Messina, Modena e Parma furono classificate come di seconda classe, usufruendo, di conseguenza, di minori finanziamenti statali.

L’ispirazione statalista fondata sul principio del monopolio dello Stato nell’istruzione superiore della legge Casati fu riaffermata nella successiva riforma voluta da Carlo Matteucci nel 1862. Questa riforma portò avanti anche un disegno di riduzione degli atenei allora esistenti.

  1. La direzione amministrativa e disciplinare furono affidate al Consiglio accademico, organismo collegiale composto dal rettore e dai presidi delle facoltà.
  2. Gli atenei italiani vennero suddivisi in due classi.
  3. Nella prima classe –a pieno finanziamento statale – furono inserite solo le 6 sedi universitarie di Bologna, Napoli, Palermo, Pavia, Pisa, Torino.

Matteucci si oppose all’introduzione in Italia di “università libere” da affidare all’iniziativa dei municipi, delle province e anche di private associazioni, convinto che le università avessero bisogno dell’intervento dello Stato per superare le difficoltà economiche e per conseguire l’obiettivo della formazione di una élite dirigente moderna, efficiente e uniforme.

  1. Vi erano però eccezioni al principio monopolistico: tra queste i 4 atenei a governo autonomo di Camerino, Ferrara, Perugia e Urbino, tutti negli Stati già pontifici.
  2. Il 1868 assunse la carica di ministro della Pubblica Istruzione sotto il Gabinetto di Luigi Menabrea, Emilio Broglio, che la ricoprì fino al 1869,

Broglio emanò un nuovo “Regolamento universitario” tendente ad armonizzare quello di Brioschi e Matteucci con lo spirito della legge Casati. In esso, le facoltà, pur essendo suscitatrici di libera cultura, dovevano altresì provvedere ai fini professionali. Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Nel 1872 vengono soppresse le facoltà di Teologia delle Università del Regno. Questo fatto, oltre a vari episodi come la destituzione di professori che si rifiutarono di giurare fedeltà al re e allo Stato italiano culminati il 12 marzo 1876 con la chiusura dell’università di Palazzo Altemps a Roma, costituita dai professori che avevano rifiutato il giuramento di fedeltà al re, costituisce la base delle spinte per la fondazione di un’università cattolica, che si vedranno concretizzate nel 1921 con l’inaugurazione dell’ Università Cattolica di Milano e poi nel 1924 dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore,

  1. Nel 1873 diventa ministro Ruggero Bonghi che rimarrà in carica fino al 1876,
  2. Il 25 marzo 1876 Michele Coppino succede a Bonghi, rimanendo in carica fino alla fine del 1877,
  3. Nel 1873, diverse scuole veterinarie del Regno d’Italia furono autorizzate a rilasciare la laurea in Zooiatria, che fino a quel momento era prerogativa esclusiva della Scuola veterinaria di Parma,

Al tempo, la zooiatria e la zootecnica erano considerate attività strategiche per gli stati, oltre che per le necessità delle attività agricole e di allevamento, soprattutto per gli usi militari della cavalleria, Con decreto del 21 gennaio 1874, vengono create “Scuole Normali” presso le università di Napoli, Roma, Padova e Torino.

  • Nel gennaio 1881, dopo ripetute richieste, entra nel governo come ministro della Pubblica Istruzione il medico Guido Baccelli, che ricoprirà il mandato fino al 1884, poi nuovamente dal 1893 al 1896 e infine tra il 1898 e il 1900,
  • Nel 1888 diventa ministro Paolo Boselli che rimarrà in carica fino al 1891,

Gli succede Pasquale Villari, in carica fino al 1892, quando viene nominato Ferdinando Martini che rimarrà in carica fino al 1893, Pochi mesi dopo il suo insediamento il ministro Martini elaborò, con Carlo Francesco Ferraris, l’ennesima riforma dell’università, che includeva, questa volta, la chiusura degli atenei di Macerata, Messina, Modena, Parma, Siena e Sassari.

Quali sono state le prime università italiane?

Cronologia sintetica – Le prime università nella penisola italiana apparvero già nel medioevo, nei secoli XI, XII e XIII, promosse e sostenute dalle rigogliose vitalità comunali allora esistenti. Le università attualmente in funzione costituite prima del 1500 sono le seguenti 17, in ordine di data di costituzione: l’ Università di Bologna “Alma Mater Studiorum” (anno di fondazione 1088), l’ Università degli Studi di Modena (1175), l’ Università degli Studi di Padova (1222), l’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” (1224), l’ Università degli Studi di Siena (1240), l’ Università degli Studi di Macerata (1290), l’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (1303), l’ Università degli Studi di Perugia (1308), l’ Università degli Studi di Firenze (1321), l’ Università degli Studi di Camerino (1336), l’ Università degli Studi di Pisa (1343), l’ Università degli Studi di Pavia (1361), l’ Università degli Studi di Ferrara (1391), l’ Università degli Studi di Torino (1404), l’ Università degli studi di Parma (1413), l’ Università degli Studi di Catania (1434), l’ Università degli Studi di Genova (1481).

Successivamente, dal 1500 al 1850 sono state costituite altre otto università: l’ Università degli Studi di Urbino (1506), l’ Università degli Studi di Messina (1548), l’ Università degli Studi di Sassari (1617), l’ Università degli Studi dell’Aquila (1596), l’ Università degli Studi di Cagliari (1626), l’ Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” (1732), l’ Università degli Studi di Palermo (1805), la Scuola Normale Superiore di Pisa (1810).

Nei settant’anni dal 1850 al 1920 sono state costituite cinque università statali: il Politecnico di Torino (1859), il Politecnico di Milano (1863), l’ Università di Venezia “Ca’ Foscari” (1868), l’ Università per Stranieri di Siena (1917) e l’ Università degli Studi di Napoli “Parthenope” (1919), nonché due università private: l’ Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli (1864) e l’ Università commerciale Luigi Bocconi di Milano (1902).

Dal 1920 al 1940, nel periodo fascista, sono state costituite cinque università statali: l’ Università degli Studi di Milano (1923), l’ Università degli Studi di Trieste (1924), l’ Università degli Studi di Bari (1925), l’ Università per stranieri di Perugia (1925), l’ Istituto Universitario di Architettura di Venezia (1926) e due università private: l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1921), che poi ha costituito sedi in varie altre città d’Italia, e la Libera Università Santa Maria Assunta di Roma – LUMSA (1939).

Nel secondo dopoguerra (dal 1945 ad oggi) sono state costituite 33 università statali, dodici università private tradizionali e undici università private telematiche,