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Economia In Quale Università Di Napoli È Migliore?

Economia In Quale Università Di Napoli È Migliore
Ecco la classifica e i punteggi delle prime 10 migliori università di economia :

  • LUIC Cattaneo: 100,5 punti.
  • LUISS di Roma: 98 punti.
  • Università di Milano ‘Cattolica’: 91 punti.
  • Università di Napoli ‘Benincasa’: 91 punti.
  • Università Europea di Roma: 88,5 punti.
  • Roma LUMSA: 87,5 punti.
  • Milano IULM: 87 punti.
  • Roma Unint: 85 punti.

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Dove studiare Economia a Napoli?

ECONOMIA E MANAGEMENT | Università degli Studi di Napoli PARTHENOPE.

Qual è la migliore Università a Napoli?

Federico II University of Naples è la migliore in Napoli per Legge (Legge). Vedi tutte le classifiche in cui Federico II University of Naples è classificata.

Qual è la migliore Università in Campania?

Economia In Quale Università Di Napoli È Migliore Economia In Quale Università Di Napoli È Migliore Università Vanvitelli Per la prima volta l’ università degli studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ entra a far parte del ranking di QS, la classifica degli atenei migliori al mondo. Un ulteriore traguardo raggiunto dal polo universitario campano.

Quanto si paga l’Università a Napoli?

Le fasce di contribuzione sono sette e l’importo totale da pagare per iscriversi ai corsi triennali varia da un minimo di 306,00 euro (prima fascia) a un massimo di 879,00 (settima fascia).446 euro in prima fascia a L’Orientale.

Quanto costa studiare a Napoli?

Sono almeno 10.000 (su circa 45 mila totali) le ragazze ed i ragazzi di altre città e province che prendono casa a Napoli, per seguire i corsi all’Università. Capita di vederli mentre consultano annunci ed avvisi di abitazioni, sui giornali specializzati o, più spesso, sui muri e sui telefoni pubblici, dove sono appiccicati col nastro adesivo trasparente foglietti volanti con le indicazioni degli appartamenti e dei prezzi.

Tra l’affitto della stanza, le spese per il vitto, per i trasporti e per i libri di testo, ragazze e ragazzi che vengono a studiare in città costano alle rispettive famiglie almeno 700, 750 euro ogni trenta giorni. Casa E’ sicuramente la voce di costo che più influisce sul bilancio mensile di uno studente fuorisede, come emerge da una indagine su un campione di un centinaio di ragazze e ragazzi, realizzata dall’Unione degli Universitari.

“I prezzi variano sensibilmente secondo le zone”, premette Andrea Genovese, dell’Udu. “Per una stanza singola, l’affitto parte dai 120-130 euro in periferia, a Soccavo e a Pianura”, prosegue. “Più complessa la situazione a Fuorigrotta, dove il concentrarsi di importanti facoltà (Economia, Scienze), grazie all’apertura del nuovo complesso di Monte Sant’Angelo, ha determinato, negli ultimi anni, un fortissimo aumento dei prezzi (quantificabile nella misura del 20%).

  • Nei palazzi signorili dei “boulevard” (viale Augusto, via Giulio Cesare, via Leopardi) si arriva anche a 200 euro per una stanza doppia e 250 euro per la singola.
  • Prezzi più economici, invece, a via Diocleziano, via Consalvo, via Terracina (150 euro per una doppia)”.
  • Gli studenti dell’area medica preferiscono prendere casa nella zona collinare, più vicina al Policlinico Nuovo.

“Al Vomero e all’Arenella, la base è di 200 euro per un posto letto in doppia; 270 per una singola”, racconta l’indagine promossa dall’Udu e conferma un rapido sguardo agli annunci di Fieracittà e di Bric a Brac, le bibbie del fuori sede che cerca un tetto.

  • Il centro storico continua ad essere frequentato soprattutto dagli studenti di Orientale, Parthenope, del polo umanistico della Federico II e da chi si trasferisce a Napoli per frequentare i corsi al Suor Orsola Benincasa.
  • Una doppia in questa zona costa non meno di 150 euro”, riferisce Genovese.
  • Per una singola si parte dai 220″.

Arrivando, peraltro, con estrema facilità a cifre ancora più alte. Qualche esempio, recente: un signore chiede 340 euro per una singola al Corso Vittorio Emanuele, in un appartamento abitato da altre 2 persone. Una professoressa in pensione pretende 280 euro per locare una singola in via Concezione a Montecalvario, lungo la strada che dalla Rinascente s’inerpica fin dentro i Quartieri Spagnoli: quarto piano senza ascensore, in un appartamento con altre 4 persone.

Stanze care, dunque, e situazioni abitative spesso fatiscenti: impianti elettrici al di fuori delle norme di sicurezza, condizioni igienico-sanitarie poco dignitose, sovraffollamento. “Mi è capitato di fare visita ad un amico in un appartamento di studenti in via Duomo”, racconta, per esempio, Fabio Santoro, responsabile della Sinistra giovanile, già rappresentante nell’Azienda per il diritto allo studio della Federico II ed ora all’Università Parthenope.

“Originariamente la casa era di 3 stanze, ma il proprietario, alzando mura di cartongesso, ne ha ricavate 9, che affitta agli studenti. Tutti ammassati, tra doppie e singole, con un unico bagno”. Rigorosamente a nero, ovviamente: il contratto di locazione è infatti mera utopia.

Raccontano i ragazzi dell’Udu: “A febbraio 2003 il Comune di Napoli avviò una indagine conoscitiva. Ebbene, a fronte delle decine di migliaia di richieste di borse di studio per fuorisede, risultavano solo 450 contratti di locazione registrati. E’ una situazione che, oltre a danneggiare gli studenti, causa evasione fiscale”.

Una realtà ben nota, per esempio, a Pierino Di Silverio, che si è trasferito a Napoli per frequentare Medicina ed è stato anche rappresentante in consiglio di facoltà per la Confederazione degli Studenti. Riflette: “Napoli, pur essendo una città universitaria, non ha una politica dell’accoglienza, per le ragazze ed i ragazzi che si trasferiscono in città per motivi di studio.

  • Le case sono generalmente fatiscenti e care e l’orientamento è affidato alla buona volontà delle associazioni studentesche.
  • Una realtà che vivono anche i ragazzi europei i quali arrivano a Napoli per l’Erasmus.
  • Servirebbero strutture universitarie delegate a facilitare l’incontro tra chi offre e chi cerca casa e a garantire la qualità del servizio”.

La mancanza del contratto rende più complicato ricorrere in giudizio contro abusi e vessazioni. Capita perfino che lo studente non conosca nemmeno il proprietario, che per la locazione a nero si affida a strane e non meglio definite figure di intermediari.

E’ il caso, per esempio, di alcuni appartamenti in via Sedile di Porto, gestiti da un parcheggiatore abusivo della zona, non è dato sapere a nome di chi. Senza contratto, inoltre, lo studente non può richiedere la borsa di studio da “fuorisede” (per un importo di 4.200 euro), più sostanziosa di circa 2000 euro, rispetto a quella da pendolare (2.320 euro).

Negli ultimi anni l’ente per il diritto allo studio, prendendo atto della situazione di illegalità diffusa, si è limitato peraltro a pretendere solo l’esibizione delle bollette delle utenze pagate dal fuori sede. I contratti agevolati, questi sconosciuti Per contrastare il fenomeno dell’illegalità e dell’evasione fiscale, associazioni degli inquilini e gruppi studenteschi avevano pensato, qualche anno fa, di introdurre anche a Napoli una particolare forma di contratto, destinato appunto agli studenti.

Lo strumento, però, non è decollato. Prevedeva la possibilità di fittare anche singole stanze e per brevi periodi e di cedere la stanza ad un altro studente, pro tempore. Garantiva, inoltre, prezzi calmierati. E’ fallito. Tra i motivi, certamente l’assoluta mancanza di controlli sugli alloggi in nero, per cui, ancora oggi, chi fitta senza contratto ha la quasi certezza di farla franca.

“Forse, però, ha influito negativamente anche il fatto che non sono stati previsti adeguati sgravi ed incentivi per i proprietari”, riflette Santoro. “In altre città ci sono e il contratto per studenti funziona”. Le residenze universitarie: pochi posti per tanti studenti La mancanza di posti letto nelle residenze universitarie contribuisce a far lievitare i prezzi delle stanze singole e doppie destinate agli universitari.

Le case dello studente per gli iscritti alla Federico II sono 2 – la Paolella e la De Amicis – e garantiscono circa 200 posti. Un’altra residenza, nel quartiere Montecalvario, è stata inaugurata lo scorso anno e accoglie meno di un centinaio di studenti del Suor Orsola. Resta ancora da realizzare gran parte del piano di edilizia universitaria approvato ormai alcuni anni fa dalla Regione Campania.

Prevedeva la realizzazione, entro il 2004, di 4200 posti letto in tutta la regione, dei quali 1920 a Napoli (proposta dagli allora Assessori Nicolais e Di Lello). Per fare un paragone, a Padova, un’altra città universitaria, i posti letto offerti dalle residenze sono 1000, a Torino 500, a Palermo quasi 1000.

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Spese Varie Agli esborsi per l’affitto, bisogna aggiungere una media di 40 – 50 euro mensili per luce, acqua, gas e condominio. Vitto Protesta Genovese: “La chiusura delle mense universitarie ha determinato un ulteriore aggravio di costi per i fuorisede. Alla Federico II, si va avanti con il sistema dei ristoranti convenzionati.

Un meccanismo di fatto anti-economico, che non riesce poi ad assicurare nemmeno una dignitosa copertura: il numero di pasti giornaliero erogato è molto limitato”. Negli anni scorsi alcuni controlli hanno evidenziato truffe ai danni dell’Edisu, da parte di alcuni ristoratori, complici taluni studenti.

Funzionava così: lo studente lasciava la tessera magnetica personale al gestore, che la strisciava più volte nella macchina che registrava i pasti erogati, che la Regione avrebbe dovuto pagare. Risultava, dunque, che il ristoratore avesse fornito agli studenti pranzi e cene in numero superiore alla realtà.

In cambio elargiva qualche cestino non dovuto, provviste da mettere in frigo e, in alcuni casi, anche somme di danaro. Il sistema sarebbe ancora in uso, racconta chi frequenta le case dei fuorisede, in qualche ristorante del centro cittadino, dove mangiano ragazze e ragazzi di uno degli atenei partenopei.

  1. Nel frattempo, hanno chiuso praticamente tutte le mense universitarie cittadine, gestite direttamente dalle aziende per il diritto allo studio.
  2. Ultima quella dell’Orientale, non si sa per quanto, causa infiltrazioni d’acqua.
  3. Il pasto completo costava 2.50 euro.
  4. La qualità, riferisce chi la frequentava, era discreta.

Chi non mangia a mensa o nei ristoranti convenzionati spende 160 euro, secondo l’Udu. Di più, obietta Simone Truocchio, uno studente siciliano della Parthenope: “Cinque euro al giorno, per pranzo, cena e colazione, non bastano. Se non rinuncio alla frutta e ad un secondo spendo tra gli otto e i 10 euro al giorno.

  1. In un mese se ne vanno circa 300 euro, per mangiare”.
  2. Trasporti 35 euro mensili per l’abbonamento UnicoNapoli, con la possibilità, tuttavia, di fruire anche dell’agevolazione annuale per i non residenti (210 euro complessivi).
  3. La voce trasporti non si limita però alla sola domanda di mobilità interna al territorio cittadino.

“Per un fuorisede, c’è da conteggiare anche la necessità di far ritorno, periodicamente, nel proprio luogo d’origine, servendosi di autobus o treni”, riflettono quelli dell’Udu. Chi abita in Campania generalmente torna a casa ogni settimana: 6 viaggi al mese, il cui costo dipende dalla distanza da percorrere.

  1. Per queste ragazze e ragazzi la spesa media mensile per la mobilità si aggira sui 60 euro.
  2. Diversa la situazione di chi abita in altre regioni: abruzzesi, siciliani, calabresi, lucani.
  3. Cultura e Tempo libero Dalla indagine condotta, dall’Udu, emerge, per queste voci di spesa, una media di 60 euro mensili.

Cinema, soprattutto. Tra le sale più frequentate dagli studenti fuori sede ci sono l’Astra (adesso è chiusa per lavori) e l’Adriano, dove il lunedì proiettano i film in seconda visione a poco più di 3 euro, ed il Modernissimo, con sconti il giovedì per gli universitari.

Sono tantissimi, però, le ragazze ed i ragazzi che escono molto poco, la sera, vuoi per le ristrettezze economiche, vuoi perché hanno timore a rientrare tardi a casa, vivendo in quartieri dove furti e rapine sono piuttosto frequenti. Bartolomeo Ruggiero, un tranquillo ragazzo di un piccolo centro del Cilento, ha frequentato l’università a Napoli, ma non conserva un buon ricordo della città.

“Non mi sono mai trovato a mio agio, per il caos e il degrado. Dopo la laurea sono stato per periodi anche piuttosto lunghi altrove: Pisa, Roma. Mi sono sempre adattato bene. A Napoli no, aspettavo il giovedì sera per scappare a casa e, dal lunedì al mercoledì, dopo le otto di sera non uscivo praticamente mai”.

Due anni fa, racconta, è incappato in una brutta avventura: una rapina, pistola alla mano, in uno dei vicoli a ridosso di via Foria. Pochi soldi e il cellulare portati via; tanto spavento. I luoghi d’incontro Tramontata l’epoca di piazza San Domenico e di Piazza del Gesù resiste, in centro storico, il bar Lazzarella, a Calata Trinità Maggiore, come luogo di incontro degli universitari fuori sede.

Piazza Bellini piace, ma i prezzi tutt’altro che abbordabili di alcuni dei più famosi caffè della zona scoraggiano chi deve arrivare a fine mese con 500 euro. Chi non rinuncia a ballare, frequenta una piccola discoteca sul lungomare, sede a volte di vere e proprie feste per gli universitari.

  1. Tra i teatri, il Nuovo e la Galleria Toledo sicuramente sono quelli dove più spesso capita di incontrare ragazze e ragazzi che vivono a Napoli per motivi di studio.
  2. Merito anche dei biglietti scontati.
  3. Sport I fuori sede lo praticano soprattutto al Cus Napoli, in via Campegna.
  4. Comodo per quelli di Ingegneria e di Monte S.
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Angelo, che in genere prendono casa a Fuorigrotta. Molto meno per chi studia e vive nel centro storico. Alcuni degli universitari ritengono che il Cus offra buone tariffe, altri lamentano, invece, che le stesse non sarebbero poi tanto più economiche, rispetto a quelle di mercato.

  • Libri di Testo E’ un’altra voce di costo rilevante, anche per i fuorisede.
  • Manca un efficiente prestito libri e una diffusa rete di biblioteche sul territorio.
  • Tre o quattro anni fa il collettivo di Giurisprudenza realizzò un’indagine a tappeto, sul costo medio dei testi per esame, che evidenziò come si possa arrivare anche a 150 euro di libri, in facoltà come Medicina e Giurisprudenza, per singola prova.

Le risposte dei fuori sede all’inchiesta dell’Udu confermano che il problema esiste. “Ci si arrangia, spesso, con le classiche fotocopie, o con il rodato sistema dello scambio”, confessano i ragazzi. Fabrizio Geremicca

Quanto si paga per andare alla Bocconi?

Per le Lauree Magistrali l’Università Bocconi prevede per il 1° anno accademico 2022-2023 un investimento economico annuale di € 14.340,00.

Chi si laurea in Economia e?

Lavoro con la laurea in Economia, professioni più richieste dopo la laurea – Secondo l’ultimo rapporto AlmaLaurea, in Italia il tasso di occupazione per i laureati di primo livello delle lauree del gruppo economico è pari al 26% dopo il primo anno (in molti studiano e lavorano contemporanamente).

  • Ma per chi decide di specializzarsi, dopo 5 anni dalla laurea magistrale biennale la percentuale sale quasi al 90%,
  • Con una retribuzione mensile che dopo 5 anni dalla magistrale si assesta mediamente sui 1600 euro.
  • Ma in pratica cosa andranno a fare i neolaureati della Facoltà di Economia e Commercio? Saranno professionisti che operano in settori molto diversi tra loro ma sempre attinenti all’economia, lavorando anche in proprio.

Potremmo menzionare figure come commercialisti, contabili, consulenti economici, revisori dei conti, ma anche addetti al marketing, al monitoraggio dei dati, alla gestione del personale, a logistica e distribuzione, all’area finanza, Si può diventare consulenti del lavoro, esperti di relazioni sindacali o broker assicurativi,

Chi si specializza, con il tempo, può anche ricoprire cariche manageriali di alto livello presso assicurazioni, banche, istituti di credito, organizzazioni nazionali e internazionali, Questa laurea è ottima anche per chi vuole lavorare nelle Risorse Umane e nel terzo settore (organizzazioni di natura privata senza scopo di lucro che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale).

Tra i nuovi ruoli che può ricoprire un laureato in Economia e Commercio segnaliamo il project manager, l’assistance manager, il brand manager, project risk manager, il found raiser (colui che deve andare alla ricerca dei soldi necessari a far partire un determinato progetto).

Quale El Università più facile?

Quali sono le lauree più facili d’Italia? –

  • Tra i percorsi universitari più facili d’Italia sono riconosciute comunemente le facoltà umanistiche; questo perché non si tende a considerare la mole di studio, della quantità di libri e capacità analitiche che lo studio di materie umanistiche richiede.
  • Solitamente questo luogo comune è dato dall’assenza della matematica, la materia che miete più vittime a scuola.
  • Molte sono le facoltà umanistiche offerte dalle università italiane, come:
  • Lettere, classiche o moderne
  • Storia
  • Filosofia
  • Antropologia, religioni e civiltà orientali
  • Lingue e letterature straniere
  • Archeologia e storia dell’arte
  • Beni culturali
  • Informatica umanistica
  • Mediazione linguistica e culturale
  • Scienze archivistiche e librarie
  • Scienze dell’educazione
  • Scienze linguistiche
  • Scienze umane dell’ambiente, territorio e paesaggio
  • Discipline Arti, Musica e Spettacolo (DAMS)
  1. Per tutte queste facoltà è previsto, al termine della laurea triennale, se lo studente lo desidera, un percorso di due anni per conseguire la laurea specialistica, con cui sarà possibile svolgere ricerche in ambito accademico o insegnamento in scuole primarie, licei o università.
  2. Tra le facoltà umanistiche sono presenti invece corsi a ciclo unico come quello in Scienze della formazione primaria.
  3. Sempre per la ricerca di una facoltà più semplici si potrebbe prendere in considerazione la realtà di università telematiche, in grado di fornire formazione a distanza attraverso tutor, strumenti didattici e piattaforme e-learning proprietarie.
  4. Si considerano più semplici in quanto si considera la semplicità di fruizione dei contenuti, grazie all’aiuto di docenti e al materiale didattico, in molti casi già snellito, e la comodità che ne deriva.
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A cosa serve studiare l’Economia?

Lo studio dell’ economia aiuta a sfatare luoghi comuni e pregiudizi, a vedere le conseguenze inattese delle cose. È affascinante sia per chi ama le discipline umanistiche, sia per chi preferisce quelle matematico- quantitative. possiede a trarre conclusioni corrette’. E il lavoro?

Perché fare Economia all’università?

Studiare economia: ecco i motivi – Ci sono diversi motivi validi per intraprendere un percorso di studi del genere:

aiuta a comprendere i meccanismi economico-sociali di tutti i giorni ; insegna ad interessarsi a tematiche molto attuali (alcuni esempi sono le crisi economiche, le aziende, il sistema economico dello Stato e dell’Unione Europea); matura i concetti di consumo e risparmio ; consente di approfondire anche il mondo del diritto ; è un valido titolo che consente di partecipare ai concorsi pubblici ed accedere nella Pubblica Amministrazione; costituisce attualmente uno dei titoli di laurea più richiesti nel mondo del lavoro ; offre sbocchi in tanti settori diversi sia privati che pubblici ; essendo un percorso “scomponibile” in una triennale ed una magistrale sarà possibile personalizzare i propri indirizzi di studi e approfondire ciò che più ti interessa,

: Scegliere scegliere l’università: perché studiare economia – Edizioni Simone

Quanto costa vivere a Napoli da studente?

Domande frequenti su Napoli –

Quanto costa una stanza per studenti a Napoli?
Puoi trovare stanze singole in un appartamento condiviso distante dal centro a partire da 220€, anche se il costo medio è di 400€. Puoi scegliere anche una stanza condivisa che ha un costo medio di 300€.
Come trovo un alloggio economico per studenti a Napoli?
Grazie a Erasmus Play puoi confrontare in modo semplice e veloce tutte le opzioni riguardanti gli alloggi disponibili e verificati che provengono da molti aziende e piattaforme online e scegliere il tuo preferito. Prenota al 100% online in modo sicuro.
Quali sono le zone migliori dove vivere a Napoli per uno studente?
I quartieri del centro della città sono di soliti i più ambiti dagli studenti italiani e internazionali perché l’ambiente è ottimo. Per rimanere vicino all’università, ti consigliamo zone come Porto, Pendino e il centro storico.
Qual è la spesa mensile approssimativa per uno studente a Napoli?
Il costo della vita nella città di Napoli non è molto alto; calcola che tra l’affitto, il cibo e il costo di alcuni svaghi, la spesa media mensile è di 600€, cifra che varia a seconda del tuo stile di vita.
Perché andare in Erasmus a Napoli?
Questa città del sud Italia è grande e piccola allo stesso tempo ed è molto semplice orientarsi al suo interno. Offre una vita culturale e giovanile molto variegata e potrai anche visitare diversi edifici storici e monumenti. Si trova a pochi chilometri dal famoso vulcano Vesuvio e la sua spiaggia si trova sopra il Golfo di Napoli. Inoltre, imparare la lingua sarà un vantaggio per il tuo curriculum!

Alloggi in affitto a Napoli: Appartamenti per studenti

Dove non prendere casa a Napoli?

Zone da evitare a Napoli – Come in tutte le grandi città, ci sono delle zone che è meglio evitare se si è dei turisti. Per passare una vacanza sicura vi sconsigliamo questi quartieri:

Zona della stazione principale – Piazza Garibaldi Quartieri Spagnoli – non è dei più pericolosi ma vi sconsigliamo di andarci con oggetti di valore Rione sanità – da evitare la sera e andare da soli Forcella Scampia Secondigliano

Come di buona norma quando si viaggia, vi consigliamo di avere gli oggetti personali sempre al sicuro e tenuti sotto controllo. Non portatevi oggetti di valore che non vi servono durante le uscite.

Che si studia all Orientale di Napoli?

Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” Via Partenope 10/A – 80121 NAPOLI Telefono: +39 081.690.92.50 Fax: +39 081.69.09.371 / 372 e-mail: [email protected] L’ Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” trae le sue origini dal Collegio dei Cinesi, fondato da Matteo Ripa, sacerdote secolare e missionario, che dal 1711 al 1723 aveva lavorato, in qualità di pittore ed incisore su rame, alla corte dell’imperatore mancese Kangxi.

  • L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ha una consolidata tradizione di studi nelle lingue, culture e società dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe.
  • Essa si propone come un centro di studio e di ricerca che intende porre in evidenza le differenze e i punti di contatto tra le culture.

L’ateneo è interessato ai processi di internazionalizzazione e nel corso degli anni sono stati intessute relazioni culturali internazionali e collaborazioni costanti con le istituzioni universitarie di numerosi Paesi. L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” offre oggi agli studenti esperienze intellettuali e percorsi formativi mirati alla conoscenza dei popoli e delle culture diverse dalla nostra individuando in ciò anche un’efficace chiave di approccio ad un mercato del lavoro in piena evoluzione.

Asia Africa Mediterraneo Scienze Umane e Sociali Studi Letterari, Linguistici e Comparati

Quanto costa studiare economia?

Quanto costa fare l’università in Italia per chi si iscrive a un istituto privato? – Il costo dell’università privata può essere molto più alto e, nel caso degli atenei più rinomati, raggiungere i 15.000 euro l’anno. L’investimento annuo richiesto per frequentare la triennale alla Bocconi, nello specifico, ammonta a 13.000 euro che diventano 14.000 euro nel caso della laurea magistrale.

Quanti punti servono per entrare ad economia?

Per il TOLC-E (Logica, Comprensione verbale e Matematica), la soglia minima di superamento del test è pari ad 8 punti. Agli studenti che non dovessero raggiungere la predetta soglia di 8 punti o che dovessero decidere di non partecipare al test TOLC-E, sarà permesso di immatricolarsi regolarmente per l’a.